Preghiera di Taizé – martedì 14 giugno 2022

Dalla lettera del cardinale Matteo Zuppi

Un bel segno di speranza ci viene dalla nomina del Card. Matteo Zuppi a presidente della Conferenza Episcopale Italiana, un segno di discontinuità da un passato in cui la chiesa italiana cedeva spesso e volentieri alla tentazione di schierarsi con i vincenti.

Ascoltiamo alcuni stralci della lettera in occasione del 2 giugno festa della Repubblica

«Carissima, carissimo – afferma il Card. Zuppi nelle prime righe del testo – la vedo operare negli uffici, nelle aule di università o delle scuole, in quelle di un tribunale o nelle stanze dove si difende la sicurezza delle persone, nelle corsie dove si cura o nel front office di uno sportello, nei laboratori o lungo le strade per renderle belle e proprie, nei ministeri o in qualche ufficio isolato dove non la nota nessuno, nei cortili delle caserme o nei bracci delle carceri. In realtà tanta parte del suo lavoro non si vede, ma questa lettera è per lei. Istintivamente le darei del tu, ma preferisco cominciare dal Lei per il grande rispetto che nutro».

Le persone sono il filo che tiene insieme il vestito: la capacità del sarto è proprio quella di non farlo vedere, ma il filo è necessario perché i pezzi di stoffa si reggano insieme. Così è il suo lavoro, prezioso per le istituzioni della nostra casa comune, e ogni pezzo è importante. Davvero».

«Il suo lavoro è un servizio per il bene della comunità, composta da tante persone. Così tante che non possiamo sapere chi siano, eppure sono la mia e la nostra comunità. Sì, perché siamo una comunità, dobbiamo tornare a esserlo».

Concludo col dirle che scrivo a lei ma scrivo in fondo a me stesso e a tutti noi cittadini, piccoli e grandi, e soprattutto a chi ha responsabilità perché abbiamo bisogno di tutti. La guerra attuale ci ha ricordato che la pace non è mai scontata e che bisogna lavorare tanto perché la nostra casa accolga tutti, insegni a stare insieme tra diversi, lotti contro ogni ingiustizia, difenda i diritti di ciascuno e non metta mai in discussione la persona. Anche per questo non dobbiamo avere paura di accogliere, di dare fiducia, la possibilità di mettersi alla prova, di ascoltare con l’orecchio del cuore. Aggiustiamo quello che non funziona. Ogni persona è preziosa se è amata e difesa, come ogni persona è insignificante quando questo sguardo manca. È necessario che tutti coloro che lavorano nelle e per le istituzioni ritrovino un vero spirito di servizio e nel contempo che tutti i cittadini sappiano ritrovare e ricostruire la loro fiducia verso le istituzioni».


Canti: Dio è amore – Gesù, Signor, luce interior – 

            Il Regno di Dio è giustizia e pace


dal Salmo 126

Quando il Signore ricondusse i prigionieri di Sion,

ci sembrava di sognare.

Allora la nostra bocca si aprì al sorriso,

la nostra lingua si sciolse in canti di gioia.


Allora si diceva tra i popoli:

«Il Signore ha fatto grandi cose per loro».

Grandi cose ha fatto il Signore per noi,

ci ha colmati di gioia.


Riconduci, Signore, i nostri prigionieri,

come i torrenti del Negheb.

Chi semina nelle lacrime

mieterà con giubilo.


Nell’andare, se ne va e piange,

portando la semente da gettare,

ma nel tornare, viene con giubilo,

portando i suoi covoni.


Canto: Lampada ai miei passi


Lettura: l Corinzi 13,1-9.13

Paolo scrisse: Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità, sono come un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna. E se avessi il dono della profezia e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza, e possedessi la pienezza della fede così da trasportare le montagne, ma non avessi la carità, non sono nulla. E se anche distribuissi tutte le mie sostanze e dessi il mio corpo per esser bruciato, ma non avessi la carità, niente mi giova. La carità è paziente, è benigna la carità; non è invidiosa la carità, non si vanta, non si gonfia, non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, 6 non gode dell’ingiustizia, ma si compiace della verità. Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta. La carità non avrà mai fine. Le profezie scompariranno; il dono delle lingue cesserà e la scienza svanirà. La nostra conoscenza è imperfetta e imperfetta la nostra profezia. (...) Queste dunque le tre cose che rimangono: la fede, la speranza e la carità; ma di tutte più grande è la carità!


Canto: Resta qui e veglia con me


Silenzio 

(la preghiera prosegue con un tempo prolungato di silenzio)


Intercessioni

Per chi è lontano da casa, emigrato, esiliato, vittima dell’oppressione, Signore, noi ti preghiamo.

Per chi è nella prova, per chi ha bisogno di aiuto e misericordia, noi ti preghiamo.

Per noi qui riuniti, perché prestiamo attenzione a chi ci è stato affidato, noi ti preghiamo.

Perché siamo liberati da ogni angoscia, Signore, noi ti preghiamo.

Perché impariamo a condividere meglio i beni della terra fra tutti, noi ti preghiamo.

Perché in noi si rinnovi lo stupore davanti alla tua creazione, Signore, noi ti preghiamo.

Perché troviamo luce e coraggio nel mistero di comunione che è la Chiesa, noi ti preghiamo.


Padre Nostro

Preghiera

Gesù nostra pace, tu non ci abbandoni mai. E sempre lo Spirito Santo ci apre una via, quella di potersi gettare in Dio come dentro un abisso. E sopraggiunge lo stupore: questo abisso non è un vortice di tenebre, è Dio, abisso di compassione e di innocenza.


Canti: Spera nel Signor – Ubi caritas – Raccogli i miei pensieri