Al servizio della Parola a cura di p.Harry Kalonga

 

LA FESTA DELL’ESALTAZIONE DELLA SANTA CROCE- (C)

CON GESU, LA CROCE E’ LA SPERANZA,SAPIENZA E SALVEZZA Gv 3,13-17.

«E come Mosè innalzò il serpente nel deserto,cosi bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo» (v.14).

RIFLESSIONE:


Cari fratelli e sorelle,

oggi il Vangelo ci apre gli occhi su una verità che va oltre ciò che vediamo: la croce di Gesù non è solo uno strumento di morte ma è il trono del nostro salvatore. Gesù dice “Così bisogna che sia innalzato il Figlio dell'uomo” e ci invita a guardare la croce non con la paura ma con la fede. La croce di Gesù è il ponte che ci porta alla vita vera. Nella croce c'è la vita, nella sofferenza c'è la speranza.

Partiamo dal Vangelo di oggi. Cosa dice Gesù nel Vangelo di oggi? Nel Vangelo Gesù dice «E come Mosè innalzò il serpente nel deserto,cosi bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo». La croce nel tempo di Gesù era il simbolo della vergogna, del dolore e della condanna ma con Gesù è diventata l'albero della vita, il luogo dove Dio ha mostrato il suo amore più grande. Non è la croce che salva ma Colui che vi è stato innalzato per noi. Quindi, senza Gesù la croce sarebbe solo sofferenza. Invece con Gesù la croce è la speranza, sapienza e salvezza.

La domanda è: come può la croce essere la nostra speranza? Oppure, come può la croce darci speranza? L'immagine di Gesù innalzato come un bronzo nel deserto è un'immagine che dà speranza. Questa immagine parla di più. Ci dice che guardare Gesù con fede porta guarigione spirituale e salvezza in mezzo alle prove della vita. Per esempio, se uno è capace di sopportare una malattia con serenità e abbandono nell'amore di Dio, vuol dire che ha dentro di sé qualcosa di più importante del dolore che sta soffrendo. Questa si chiama speranza. Un altro esempio, se uno vive contento la propria vecchiaia senza rimpianti ma consegnando con serenità il proprio tramonto nelle mani di Dio, vuol dire che ha dentro di sé qualcosa di più importante di questa vita che sente finire. Questa si chiama speranza.

Con il crocifisso-risorto, il dolore può trovare un senso. La storia del dolore personale, la storia del dolore nel mondo, può trasformarsi nella storia dell'amore del mondo. Ecco perchè senza Gesù sulla croce ci stiamo lo stesso, ma senza senso, può diventare disperante.

Con Gesù la croce è la salvezza. E' molto chiaro nel Vangelo di oggi: la missione di Gesù qui sulla terra non è quella di condannare ma salvare. Gesù dice nel Vangelo “Dio infatti non ha mandato il figlio nel mondo per condannare il mondo ma perchè il mondo sia salvato per mezzo di lui”. Le parole di Gesù ci offrono la certezza della speranza e della redenzione anche nel dolore. Dio è capace di trarre il bene dal male. Dio opera sempre per il bene supriore per il bene di tutti. Non disperare.

Adesso penso ai bambini di Gaza. Penso alle donne di Ucraina. Penso ai poveri, ai deboli e agli zoppi in quei paesi. Il dolore del mondo è oggi enorme. Oggi più che mai la storia del mondo è la storia del dolore del mondo. Ogni giorno soffriamo profondamente. Il dolore della guerra in Gaza, della guerra in Ucraina. Ci sono migliaia di vite perse, separazione delle famiglie. Dinanzi a questa realtà l'atteggiamento negativo è l'ateismo tragico: Dio non c'è. Oppure; dov'è Dio? Perchè Dio permette queste cose?

Cari fratelli e sorelle abbiamo sesntito tante volte questa bella frase: in croce salus. Un giorno la gente di Gaza, la gente di Ucraina, tornerà a sorridere. Dio toccherà il cuore dei loro capi. Dio in modo misterioso li inviterà alla tavola rotonda per un accordo di pace sincero e onesto. Dio medierà il processo di riconciliazione. Dio prenderà l'iniziativa di promuovere il dialogo e la costruzione della pace in quei Paesi. Dio riconoscerà la fragilità umana. Riconoscerà il dolore reciproco e promuoverà empatia e compassione. Egli sarà giudice fra quei paesi e arbitro fra loro due. “ Dio infatti non ha mandato il figlio nel mondo per condannare il mondo ma perchè il mondo sia salvato per mezzo di lui”. Gesù è venuto per salvarci e darci la vita. Allo stesso modo salverà i bambini di Gaza, le donne di Ucraina.

Al popolo di Palestina e Ucraina guardate alla croce sempre. C'è potenza nella croce. Non lasciate che la vostra fede vagilli. Continuate a dichiarare la vostra forza spirituale e la vostra incrollabile speranza di fronte alle avversità con le parole di San Paolo “In tutto in fatti siamo tribolati ma non scacciati, siamo sconvolti ma non disperati, persguitati ma non abbandonati, colpiti ma non uccisi, portando sempre e dovunque nel nostro corpo la morte di Gesù perchè anche la vita di Gesù si manifesti nel nostro corpo”(2 Corinzi, 4,8-10).

Gesù ha scelto liberamente di offrirsi sulla croce. E in quel gesto ha dato senso al nostro dolore. Ha aperto una via nuova: la via dell'amore che dona tutto. Quando ci uniamo a Lui anche le nostre croci diventano occasioni di grazia. Come dice il Padre :”Tu sei il Figlio mio prediletto”, così anche noi uniti a Cristo siamo figli amati.

Allora oggi guardiamo alla croce con occhi nuovi, non come scandalo ma come segno di amore infinito. Adoriamo il crocifisso, ringraziamolo per il suo dono, e cerchiamo la croce nella nostra vita non per soffrire ma per donarci con Lui, per essere trasformati in amore eterno. Come dice la liturgia del venerdì santo: “Guardate l'albero della croce da dove pendeva il Salvatore del mondo, venite e adoriamolo”. E noi con cuore aperto diciamo: amen!