Al servizio della Parola a cura di p.Harry Kalonga

 XXI DOMENICA (C)

LA SALVEZZA RICHIEDE SFORZO Lc 13,22-30.

Un tale gli chiese:«Signore, sono pochi quelli che si salvano?». Rispose:«Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, vi dico, cercheranno di entrarvi, ma non ci riusciranno»(vv.23-24).

RIFLESSIONE:

In questa domenica, la Parola di Dio ci invita a riflettere su una domanda che attraversa i secoli: “Signore, sono pochi quelli che si salvano?” (Lc 13,23). È una domanda che nasce dal cuore umano, inquieto e desideroso di verità. Ma Gesù non risponde con numeri o statistiche. Ci offre invece un invito personale e profondo: “Sforzatevi di entrare per la porta stretta”.

Questa porta stretta non è un ostacolo, ma un passaggio. Non è riservata a pochi eletti, ma aperta a tutti coloro che scelgono di vivere con autenticità, amore e verità. È stretta perché ci chiede di lasciare il superfluo, di abbandonare l’orgoglio, l’egoismo, la superficialità. Ma è anche luminosa, perché conduce alla vita vera, alla comunione con Dio.

La prima lettura, dal profeta Isaia, ci offre una visione universale e inclusiva: Dio raduna tutte le genti, da ogni nazione e lingua. Il suo amore non ha confini. Anche chi è lontano, chi si sente escluso, chi ha sbagliato, è chiamato a partecipare alla sua gloria. È un messaggio di speranza per tutti noi, che spesso ci sentiamo indegni o smarriti.

Il Salmo responsoriale ci invita a lodare il Signore, popoli tutti. È un canto di gioia che celebra la fedeltà di Dio, la sua misericordia che non viene mai meno. Anche quando ci sentiamo soli, anche quando la vita ci mette alla prova, possiamo fidarci di Lui.

La seconda lettura, dalla Lettera agli Ebrei, ci ricorda che le prove della vita non sono punizioni, ma strumenti di crescita. Dio ci corregge come un padre amorevole, per renderci forti, maturi, capaci di amare. Le difficoltà, se vissute con fede, ci plasmano, ci purificano, ci avvicinano al cuore di Dio.

Il Vangelo ci mette davanti a una verità scomoda ma necessaria: non basta “frequentare” la fede, bisogna viverla. Non basta dire “abbiamo mangiato e bevuto con te”, occorre lasciarsi trasformare dalla sua presenza. La porta stretta è il cammino dell’amore concreto, della giustizia, della fedeltà quotidiana. È scegliere il bene anche quando costa, è perdonare anche quando fa male, è servire anche quando nessuno ci ringrazia.

Eppure, il Vangelo si chiude con una promessa che consola: “Vi sono ultimi che saranno primi”. Dio rovescia le logiche del mondo. Non conta il prestigio, l’apparenza, il successo. Conta il cuore. Conta l’amore nascosto. Conta la fedeltà silenziosa.

Questa domenica ci invita a camminare con fiducia. La porta stretta non è una minaccia, ma una promessa. È il cammino dell’amore, della verità, della vita piena. Non siamo soli. Dio ci accompagna. Ci chiama. Ci ama. E ci aspetta, paziente, alla porta