RiCorDando settimana dal 23 al 29 giugno 2025

 Ricordiamo davanti a te, o Signore

    Nuovi scontri a Nairobi ad un anno dalle manifestazioni represse violentemente dalla polizia: 16 morti e 400 feriti.

    Quella del Mediterraneo centrale si conferma drammaticamente la rotta migratoria più mortale al mondo. Sono almeno 255 i morti e 284 i dispersi dall’inizio dell’anno al 21 giugno.

    Israele ha annunciato la sospensione delle consegne di aiuti a Gaza dopo la minaccia del ministro di ultradestra Bezalel Smotrich di dimettersi dal governo se non fossero state prese misure per impedire che gli aiuti arrivassero a Hamas. Intanto non si ferma il massacro a Gaza con nuovi spari sulla folla in attesa degli aiuti. Intanto, a Gaza, sistemi idrici al collasso, rischio malattie e malnutrizione. Il carburante è diventato essenziale per distribuire acqua a più di due milioni di palestinesi. Se l'attuale blocco di oltre 100 giorni sul carburante in arrivo a Gaza non termina, i bambini cominceranno a morire di sete"

L'Iran ha affermato che almeno 610 persone sono state uccise dall'inizio della guerra con Israele.

A Roma flash mob degli Operatori e operatrici dell’informazione per Gaza. 237 i colleghi e le colleghe uccisi da Israele. In piazza San Giovanni, un gruppo di giornalisti denuncia con foto e racconti, la mattanza giornalistica portata avanti da Israele per far tacere l’informazione che racconta quel che sta accadendo a Gaza.

La società civile e la Chiesa africana denunciano un sistema che penalizza i contadini locali. Le multinazionali monopolizzano il mercato dei semi, imponendo varietà brevettate, mentre l'UE esporta in Africa sostanze chimiche proibite sul proprio territorio.

Almeno 16 persone sono state uccise della Repubblica democratica del Congo (Rdc) da una frana. L'incidente è avvenuto nella più grande miniera di coltan, minerale ampiamente utilizzato nell'industria elettronica, a livello nazionale, ormai sotto il controllo del gruppo armato M23.

Ti preghiamo, o Signore, prenditi cura di noi: Kyrie eleison

Aiutaci a custodire e a discernere i germi della speranza

L'antica sentenza, che ha fatto e fa scuola nella politica: «si vis pacem, para bellum» non è ammissibile.

Fermare la tragedia della guerra prima che essa diventi una voragine irreparabile”. Le parole di Papa Leone XIV sono accorate e mirate. Il richiamo è a chi detiene ruoli di governo ma anche ad ogni membro della comunità internazionale perché usi “ragione” e “responsabilità” prima che si imbocchi una via senza ritorno per l’umanità. “È desolante vedere che la forza del diritto internazionale e del diritto umanitario non sembra più obbligare, sostituita dal presunto diritto di obbligare gli altri con la forza. Questo è indegno dell’uomo, è vergognoso per l’umanità e per i responsabili delle nazioni".

Zimbabwe, una radio che salva vite e promuove lo sviluppo. Fondata nel 2022, la stazione radio trasmette 24 ore su 24 e oltre ai programmi per i giovani fornisce informazioni essenziali sull’adattamento ai cambiamenti climatici, sui sistemi di allerta precoce e sull’agricoltura sostenibile.

Il 26 giugno 1945, 80 anni fa, veniva firmata la Carta delle Nazioni Unite. Con la Carta si inaugurava un modello inclusivo di Nazioni eguali, libere e indipendenti: non sarebbero state più consentite “guerre di conquista”, l’uso della forza è bandito nelle controversie internazionali. Se media e opinion leader ci abituano solo al linguaggio della geopolitica e delle armi, occorre la forza morale del diritto internazionale per ricomporre un momento fondativo di civiltà.

Con una preoccupata lettera aperta, monsignor Alberto Rojas (vescovo di San Bernardino – USA) denuncia con forza l'aumento dei fermi anche nelle strutture religiose. "Vediamo agenti che trattengono le persone mentre escono di casa, sul posto di lavoro e in altri luoghi pubblici scelti a caso". Contro il programma legislativo in materia di tasse e immigrazione dell'amministrazione USA scendono in campo decine di altri vescovi.

Dopo quattro anni e 133 udienze, si è concluso con una sentenza storica venerdì pomeriggio al tribunale di Vicenza il processo di primo grado per la più grande contaminazione da sostanze perfluoroalchiliche (Pfas) che si sia registrata fino a oggi. Numerose e pesanti le condanne per 11 dei 15 manager e dipendenti dell’azienda chimica Miteni di Trissino, nel Vicentino: le fattispecie di reato di cui sono responsabili sono l’avvelenamento delle acque, il disastro innominato, l’inquinamento ambientale e la bancarotta per falso in bilancio. A fare di questa sentenza una pietra miliare del diritto ambientale è la natura dolosa dei primi due reati: in sostanza, chi ha inquinato lo faceva essendo cosciente dei danni che avrebbe potuto procurare a persone e cose.