285° giorno del secondo anno di guerra (E’ ripresa a Gaza dal 18 Marzo. In Cisgiordania e Gerusalemme aumenta la violenza militare e l’esercito israeliano inizia a demolire i campi profughi)
“Signore, Dio della mia salvezza, davanti a te grido giorno e notte.
Giunga fino a te la mia preghiera, tendi l’orecchio alla mia supplica.
Io sono sazio di sventure, la mia vita è sull’orlo degli inferi.” (Salmo 88, 2-4)
Signore, il temuto ordine di evacuazione è arrivato. L’esercito israeliano ha emesso il suo ordine: sia evacuato tutto il quartiere di Gaza City dove si trovano i cristiani di Gaza.
Ma i coraggiosi cristiani di Gaza hanno deciso: “Noi rimaniamo!”
E’ un ordine: le chiese e le due intere comunità cristiane della Striscia, quella ortodossa e quella cattolica, devono lasciare tutto, abbandonare per sempre tutte le loro proprietà, la loro storia e le loro vite comunitarie.
Ma i coraggiosi cristiani di Gaza hanno deciso: “Noi rimaniamo!”
E’ un ordine che comanda di rinunciare a tutto, prima di bombardare e radere al suolo il quartiere. Signore abbi pietà.
Tutto il quartiere ha deciso di restare: moriranno tutti.
Da tanto tempo ti abbiamo supplicato, Signore, ma tu non hai risposto.
Permetti tu forse a quelli che uccidono di dire: “Dov’è il vostro Dio?”
E’ questa la nostra fede, Signore?
E’ questa la tua misericordia, Signore? Supplicarti e lasciare che gli oppressori ci uccidano?
Signore, pietà.
Michel Sabbah, patriarca emerito di Gerusalemme, 29 agosto 2025