XV DOMENICA (C)
CON CHI MI IDENTIFICO NELLA PARABOLA ? Lc 10,25-37
“Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?”(v.36)
Riflessione:
La parabola del un buon Samaritano raccontata da Gesù nel Vangelo di Luca (10,25-37) è una storia che invita a rifettere sui significati dell’amore e del prossimo. Ci insegna che il vero amore non conosce barriere, né etniche, né sociali, né religiose. La parabola sottolinea l’importanza di agire concretamente a favore del prossimo andando oltre le proprie convinzioni e pregiudizi.
Questa parabola è una risposita alla domanda di un dottore della legge su cosa sia necessario per ereditare la vita eterna “Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?”(v.25). Gesù narra una storia di un uomo aggredito, derubato e lasciato mezzo morto lungo la strada che viene ignorato da un Sacerdote e un Levita, ma soccorso da un Samaritano, considerato nemico dei Giudei. Il Samaritano cura le sue ferite, lo trasporta in una locanda e provvede al suo sostentamento, dimostrando un’amore disinteressato e pratico. La parabola presenta quattro personaggi principali: un Uomo ferito, un Sacerdote, un Levita e un Samaritano. Riflettiamo profondamente su ciascuno degli attori del testo, ponendoci le seguenti domande: come mi comporterei di fronte a una situazione come questa? Quale personaggio mi colpisce di più? Mi ritrovo in qualcuno dei personeaggi?
UN UOMO FERITO: Chi è quest’uomo ferito? Che cosa sappiamo di lui? Gesù dice:“Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e cadde nelle mani dei briganti, che gli portarono via tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto” (v.30). Quanto sappiamo di lui? É un uomo senza nome. Lui rappresenta chiunque sia in difficoltà. Rapresenta uomo bisognoso di aiuto perchè è abbandonato a se stesso.
UN SACERDOTE: Il Sacerdote vedendo l’uomo ferito lo ignora e passa oltre. Il testo dice: “Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e, quando lo vide, passò oltre”(v.31). Chi cosa possiamo dire del Sacerdote? Lui rappresenta il mondo religioso. Non riesce a mostrare un po’ di amore. Questo personaggio simboleggia coloro che, pur conoscendo la legge e i precetti religiosi, non mettono in pratica l’amore e la compassione. Non basta conoscere la legge. É necessario metterla in pratica e compassione verso tutti, senza distinzioni. La domanda è: Questo atteggiamento parla del mio comportamento davanti le personne bisognosi?
UN LEVITA: Similmente al Sacerdote anche il Levita, unaltro addetto al culto, non presta soccorso all’uomo ferito. Lui rappresenta il mondo religioso ma fallisce nell’amore: “Anche un levita, giunto in quel luogo, vide e passò oltre”(v.32). Questo rafforza l’idea che l'osservanza formale della legge non è sufficiente a soddisfare comandamento dell’amore. Quale sono i sentimenti che proverei in questa situazione: paura, angoscia, pregiudizio or rabbia nel confronti di una persona ferita?
UN SAMARITANO: Il Samaritano appartenente a ungruppo etnico e religioso considerato nemico dagli ebrei, si ferma,cura le ferite dell’uomo, lo trasporta in una locanda, paga le spese per sue cure e si impegna a continuare a prendersi cura di lui. Il Samaritano diventa cosi il modello di vero prossimo e di amore incondizionato. La domanda è questa: So riconoscere le ferite? Quando è stata l’ultima volta che mi sono comportato come un buon Samaritano nella mia vita? Sono aperto alle persone di altre colori, cultura, etnica o religione?
In sintesi, la parabola del un buon Samaritano è un potente messaggio sull’amore cristiano sulla necessità di superare i pregiudizi e di agire concretamente per aiutare chi è nel bisogno, prendendo il Samaritano come esempi da seguire. Il Samaritano diventa un modello di comportamento, un esempio di come dovremmo agire nel confronto del prossimo, mostrando compassione, misericordia e amore disinteressati. La parola chiave “ vita eterna” all’inizio del brano si chiude con la parola chiave “Va' e anche tu fa' così.” Con i verbi importanti “andare” e “fare” questa significa che la ricerca del vero significato della vita eterna inizia quando il servizio all’umanità viene riconosciuto come valore primario e fondamentale. il desiderio per la vita eterna fa nascere la missione di servizio. La domanda rimane; “Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?”(v.36). Sono stato Io? Forse no! Ecco! Gesù ci dà un’altra opportunità: “Va' e anche tu fa' così”(v.37).