Preghiera di Taizé – martedì 10 maggio 2022

 dalla

LETTERA ENCICLICA LAUDATO SI’ SULLA CURA DELLA CASA COMUNE di Papa Francesco

V. LA GIUSTIZIA TRA LE GENERAZIONI

159. La nozione di bene comune coinvolge anche le generazioni future. Le crisi economiche internazionali hanno mostrato con crudezza gli effetti nocivi che porta con sé il disconoscimento di

un destino comune, dal quale non possono essere esclusi coloro che verranno dopo di noi. Ormai non si può parlare di sviluppo sostenibile senza una solidarietà fra le generazioni. Quando pensiamo alla situazione in cui si lascia il pianeta alle future generazioni, entriamo in un’altra logica, quella del dono gratuito che riceviamo e comunichiamo. Se la terra ci è donata, non possiamo più pensare soltanto a partire da un criterio utilitarista di efficienza e produttività per il profitto individuale. Non stiamo parlando di un atteggiamento opzionale, bensì di una questione essenziale di giustizia, dal momento che la terra che abbiamo ricevuto appartiene anche a coloro

che verranno. I Vescovi del Portogallo hanno esortato ad assumere questo dovere di giustizia:

«L’ambiente si situa nella logica del ricevere. È un prestito che ogni generazione riceve e deve trasmettere alla generazione successiva».[124] Un’ecologia integrale possiede tale visione ampia.

160. Che tipo di mondo desideriamo trasmettere a coloro che verranno dopo di noi, ai bambini che stanno crescendo? Questa domanda non riguarda solo l’ambiente in modo isolato, perché non si

può porre la questione in maniera parziale. Quando ci interroghiamo circa il mondo che vogliamo lasciare ci riferiamo soprattutto al suo orientamento generale, al suo senso, ai suoi valori. Se non pulsa in esse questa domanda di fondo, non credo che le nostre preoccupazioni ecologiche possano ottenere effetti importanti. Ma se questa domanda viene posta con coraggio, ci conduce inesorabilmente ad altri interrogativi molto diretti: A che scopo passiamo da questo mondo? Per quale fine siamo venuti in questa vita? Per che scopo lavoriamo e lottiamo? Perché questa terra ha

bisogno di noi? Pertanto, non basta più dire che dobbiamo preoccuparci per le future generazioni.

Occorre rendersi conto che quello che c’è in gioco è la dignità di noi stessi. Siamo noi i primi interessati a trasmettere un pianeta abitabile per l’umanità che verrà dopo di noi. È un dramma

per noi stessi, perché ciò chiama in causa il significato del nostro passaggio su questa terra.


Canti: Dio è amore – Gesù, Signor, luce interior –

Il Regno di Dio è giustizia e pace


dal Salmo 18

Ti amo, Signore, mia forza,

Signore, mia roccia, mia fortezza, mio liberatore;

mio Dio, mia rupe, in cui trovo riparo;

mio scudo e baluardo, mia potente salvezza.


Invoco il Signore, degno di lode,

e sarò salvato dai miei nemici.

Già mi avvolgevano i lacci degli inferi,

già mi stringevano agguati mortali.


Nel mio affanno invocai il Signore,

nell’angoscia gridai al mio Dio:

dal suo tempio ascoltò la mia voce,

al suo orecchio pervenne il mio grido.


Mi assalirono nel giorno di sventura,

ma il Signore fu mio sostegno;

mi portò al largo,

mi liberò perché mi vuol bene.


Canto: Lampada ai miei passi


Lettura: Giovanni 20,24-29

Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù (il Risorto). Gli dissero allora gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il dito nel posto dei chiodi e non metto la mia mano nel suo costato, non crederò». Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, si fermò in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qua il tuo dito e guarda le mie mani; stendi la tua mano, e mettila nel mio costato; e non essere più incredulo ma credente!». Rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, hai creduto: beati quelli che pur non avendo visto crederanno!».


Canto: Resta qui e veglia con me


Silenzio

(la preghiera prosegue con un tempo prolungato di silenzio)


Intercessioni

  • O Cristo risorto, il tuo cuore esulta e la tua anima giubila, consola coloro che vivono nella pena.

  • Signore risorto, tu vieni a trasfigurare le nostre persone, accendi in noi il fuoco del tuo amore.

  • Signore risorto, in te la nostra risurrezione è già iniziata sulla terra, accendi in noi il fuoco del tuo amore.

  • Signore risorto, tu ci colmi della pace del cuore, accendi in noi il fuoco del tuo amore.

  • Signore risorto, il tuo Spirito brucia in noi la tristezza, accendi in noi il fuoco del tuo amore.

  • Signore risorto, tu ci raccogli nel tuo Corpo, la Chiesa, accendi in noi il fuoco del tuo amore.

Padre Nostro

Preghiera

Tu, il Risorto, quando abbiamo il semplice desiderio di accogliere il tuo amore, a poco a poco, nel più profondo di noi stessi, una fiamma si accende. Animata dallo Spirito Santo, questa fiamma d’amore può essere a prima vista molto fragile. L’inverosimile è che essa brucia in continuazione. E quando capiamo che tu ci ami, la fiducia della fede diventa il nostro canto.


Preghiera di don Tonino Bello

La profezia cristiana

Chi ama la pace, ha il coraggio di tirare fino in fondo le conseguenze di certe verità. Non ha paura di dire come stanno le cose, anche quando le sue parole rovinano la digestione dei potenti. Non ammorbidisce la profezia con i trucchi diplomatici, pur di non recare dispiacere a qualcuno. Mette il dito sulla piaga dell’ingiustizia, senza spaventarsi delle ritorsioni.

Non si tira indietro se deve dire che la logica delle crescenti spese militari cozza contro quella del Vangelo. Non avalla con i suoi complici silenzi lo sterminio per fame di popoli interi. Non si copre dietro gli scudi della prudenza per coprire la follia degli scudi stellari.

Non teme il rischio dell’impopolarità se denuncia fino alla noia le tragiche aritmetiche della miseria, dei debiti del terzo mondo, della confusa dei diritti umani, della corsa assurda al riarmo atomico che sta preparando l’olocausto planetario. E fa tutto questo non per calcolo politico ma perchè sa che ogni uomo, di qualunque colore e appartenenza, porta con sè un frammento di Dio.

Canti: Spera nel Signor – Ubi caritas – Raccogli i miei pensieri