RiCorDando settimana dal 18 al 24 gennaio 2016

Eucarestia di domenica 24 gennaio 2016

1. Italia, 19 gennaio 2016:    L’1% più ricco l’anno scorso deteneva 
                                          il 23,4% della ricchezza nazionale netta
Nel 2015 il 20% più ricco della popolazione italiana deteneva il 67,7% della ricchezza nazionale, mentre al 60% più povero è rimasto soltanto il 14% della torta. Non sono i numeri di un paese in via di sviluppo, ma della nostra industrializzata e democratica Italia. L’iniqua distribuzione della ricchezza a livello globale non risparmia infatti anche il Bel Paese con una forbice larga che separa i ricchi dai poveri. Il risultato è una situazione paradossale, in cui il 10% più ricco degli italiani possiede quasi otto volte la ricchezza detenuta della metà più povera della popolazione.  È quanto denunciato da Oxfam nel rapporto  alla vigilia del World Economic Forum di Davos.

2. Iraq 20 gennaio: 20 mila civili uccisi in 18 mesi
Ormai tutti i giornali hanno parlato del Rapporto pubblicato dalla Missione Onu in Iraq e dall’Alto commissariato Onu per i Diritti Umani sulle atrocità commesse direttamente dall'Isis e sui patimenti generati dalla guerra che gli islamisti hanno portato dalla Siria all'Iraq. Le cifre, quindi, sono note: dal gennaio 2014 all'ottobre 2015, quasi 19 mila civili sono stati uccisi e oltre 36 mila sono stati feriti. Queste cifre,  contano solo coloro che sono stati uccisi da azioni violente, non chi è morto per mancanza di acqua, cibo o servizi medici. E poiché gli sfollati iracheni sono 3,2 milioni, si può capire quante vittime questa voce possa aggiungere al computo finale. Continua quindi il martirio dell'Iraq e continua l'ipocrisia internazionale a proposito dell'Isis. Il che, molto semplicemente, vuol dire: lasciamo che quel prezzo lo paghino gli altri, gli iracheni in particolare. Col tempo l'Isis sparirà, i guerriglieri si stuferanno, finiranno i soldi e le munizioni. Insomma, qualcosa succederà. Non c'è nessuna fretta e nessun bisogno di impegnarsi di più.

3. Italia, 20 gennaio 2016: 50mila senzatetto
Sono oltre 50.700 le persone senza fissa dimora in Italia che oltre ai gravi problemi quotidiani sono costretti ad affrontare le drammatiche conseguenze del maltempo con la temperatura che è scesa abbondantemente sotto lo zero. E' quanto afferma la Coldiretti in riferimento alla senzatetto romena di 35 anni che ha partorito in strada nei pressi di piazza San Pietro a Roma, dopo la notizia della morte di due clochard a Napoli e nella periferia di Roma. Il dramma delle grandi città E' nelle grandi città che si concentrano le maggiori difficoltà. È la punta dell'iceberg di una situazione di disagio che riguarda 6 milioni di persone povere, con quasi 1 italiano su 5 (18%) che non riesce a riscaldare adeguatamente l'abitazione, ma la percentuale sale al 31,4 per cento nel Mezzogiorno.   


4. Cina, 22 gennaio 2016:  Dura condanna per un attivista dei diritti umani
La Corte di Urumqi, nella provincia nord-occidentale dello Xinjiang, ha condannato a 19 anni di prigione l’attivista per i diritti umani Zhang Haitao. La sentenza è stata emessa lo scorso 15 gennaio, come riporta China Change. Zhang, 44 anni, è stato riconosciuto colpevole di “incitamento alla sovversione contro il potere dello Stato” e di “rintracciare e fornire in maniera illegale all’estero documenti di intelligence”. Il tribunale ha anche ordinato la confisca dei suoi beni personali. Le accuse includono la pubblicazione online di articoli che attaccano il socialismo, l’aver sostenuto il lavoro dei media internazionale e “l’aver diffuso pettegolezzi”.
La durissima sentenza comminata nei confronti di Zhang, cinese di etnia han, è arrivata a sorpresa sia per l’avvocato che per la famiglia dell’attivista. Il legale, che lo rappresenta, spiega che ritiene la pena “molto collegata” al fatto che il suo assistito viva nello Xinjiang e abbia criticato le politiche del governo centrale nei confronti della provincia.  “Essere di etnia han non garantisce protezione”, dice l’avvocato Li Dunyong.

5. Sri Lanka, 20 gennaio 2016 : operaie sfruttate
Gli abiti che indossate probabilmente sono stati cuciti in un posto molto simile a Katunayake, alle porte di Colombo, nello Sri Lanka. È un villaggio di modeste case a un piano, galline che chiocciano nei cortili tra banani e alberi di mango, quasi nascosto dal verde intenso della vegetazione. Però siamo in una periferia urbana, a due passi dall’aeroporto internazionale della capitale srilanchese. Soprattutto, siamo accanto a una “zona speciale per l’esportazione”, agglomerato di un’ottantina di stabilimenti in cui lavorano quasi 40mila persone: qualche azienda di componenti elettroniche, manifatture varie, ma per lo più fabbriche di abbigliamento che lavorano per committenti stranieri. Sfornano abiti che saranno venduti in tutta Europa e negli Stati Uniti, spesso con marche molto note.  I salari vanno da circa 65 a 130 euro mensili, dipende tutto da voci come il “bonus di presenza” e i premi di produzione. “Se fai due giorni di malattia perdi il bonus presenza. Il numero quotidiano di pezzi aumenta di continuo, se non ce la fai salta il premio di produzione. Per portare a casa 20mila rupie (130 euro),  ti devi sfiancare”, dicono le interessate.

6. Abbiamo ricordato in questa settimana:

  • 18 gennaio 1919 Don Sturzo fonda il partito Popolare Italiana
  • 19 gennaio 1969 a Praga muore Jan Palach
  • 20 gennaio 1996 Arafat è eletto presidente dell’Anp. 
  • 21 gennaio 1984 in Brasile nasce il Movimento dei Sem Terra
  • 23 gennaio 1978 La Svezia per prima  vieta gli spray  che danneggiano l’ozono
  • Come oggi ma nel 1908 Baden Powell da il via al movimento scout