Meditazione Domenica XVI B

 


Ricordiamo davanti a te, o Signore

Continua senza sosta l’offensiva israeliana, con bombardamenti che hanno preso di mira due edifici scolastici a Gaza e a Nuseirat, decine le vittime.

Almeno 40 migranti sono dispersi in mare, diversi altri sono feriti gravi e circa 37 sono stati salvati, secondo il bilancio ancora provvisorio dell'incendio di un'imbarcazione carica di migranti nella notte tra martedì e mercoledì al largo della costa di Haiti.

Kenya: continuano le proteste antigovernative. 50 persone sono state uccise dal 18 giugno, giorno di inizio delle proteste antigovernative, 413 sono rimaste ferite, 682 sono state detenute arbitrariamente e 59 sono state sequestrate o risultano disperse. I manifestanti accusano Ruto di essere il burattino del Fondo monetario internazionale che ha imposto le radicali misure di austerity, privatizzazione e pressione fiscale in cambio di un prestito complessivo di circa 3,9 miliardi di dollari.

 Amazzonia. Tra gennaio e giugno di quest'anno, i minatori hanno distrutto quasi 170 ettari di vegetazione nella riserva dell'etnia indigena Yanomami, un numero che si avvicina al totale devastato nel 2023.

Salito a 105 il bilancio delle vittime delle proteste studentesche in corso in Bangladesh. Alla base delle proteste ci sarebbero pure le difficili condizioni economiche, tra cui l’elevata inflazione, l’aumento della disoccupazione - quasi un quinto dei 170 milioni di abitanti del Paese è senza lavoro o senza istruzione.

L'Antitrust, l'autorità di vigilanza della concorrenza, ha avviato un'istruttoria nei confronti di confronti di alcune società del Gruppo Armani e del Gruppo Dior. Secondo l'Autorità in alcuni casi le società avrebbero utilizzato forniture provenienti da laboratori che impiegano lavoratori che riceverebbero salari inadeguati. Inoltre opererebbero in orari di lavoro oltre i limiti di legge e in condizioni sanitarie e di sicurezza insufficienti.

Venerdì, 19 luglio, è stato il giorno dell’anniversario, 32 anni, dell’eccidio in cui persero la vita il giudice Paolo Borsellino e gli agenti di scorta Emanuela Loi, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina.

Sono tornati a crescere gli atti intimidatori nei confronti degli amministratori, delle amministratrici locali e del personale della Pubblica Amministrazione in Italia: nel primo semestre del 2024 sono stati 193 i casi censiti. 

Signore, abbi cura di noi: Kyrie eleison...

Aiutaci a custodire la speranza

La multinazionale americana Johnson & Johnson ha deciso di non far valere il suo brevetto su un farmaco contro la tubercolosi e di ridurre di circa il 40% il prezzo. Il farmaco può ora essere prodotto a prezzi più bassi. Una vittoria soprattutto per il Sudafrica, dove la malattia continua a essere tra le principali cause di morte.

A Terni l'oratorio multietnico vince su risse e bullismo. «Il progetto riguarda l’intero quartiere ma l’oratorio multietnico è il punto di partenza, per ricreare aggregazione. «La partecipazione cresce, è più che raddoppiata e le famiglie italiane e straniere apprezzano». Ma soprattutto, è riuscito l’obiettivo principale: «Far diventare l’oratorio e la parrocchia il punto di riferimento per la zona... Un posto dove trovano sempre un sorriso e una mano tesa, un luogo di sostegno per le famiglie, che in quel quartiere soffrono di un grande isolamento anche rispetto al resto della città»

Carcere di Secondigliano, studenti e detenuti in gol: «Un calcio all'indifferenza». «Ero il Cristiano Ronaldo delle rapine in banca, ora studio Giurisprudenza». Detenuti e studenti dell'Università Parthenope si sono sfidati sul campo da calcio del carcere di Secondigliano per combattere l'indifferenza. A vincere è stata la legalità e la cultura. 

Per la bontà che abita nel cuore umano e per coloro che si mettono a disposizione del bene, a te la lode e la gloria, o Signore: Gloria, gloria in excelsis Deo…


Il tuo Spirito illumini la nostra mente, la renda attenta alla tua Parola e docile alla tua presenza silenziosa. La Compassione sia la guida sicura per condurci al segreto delle cose. Amen

Gr. 23, 1-6 Ef. 2, 13-18

Mc. 6, 30-34

In quel tempo, gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e quello che avevano insegnato. Ed egli disse loro: «Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po’». Erano infatti molti quelli che andavano e venivano e non avevano neanche il tempo di mangiare.
Allora andarono con la barca verso un luogo deserto, in disparte. Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città accorsero là a piedi e li precedettero.
Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose.

***

La parola che oggi il Signore ci consegna ci aiuta a comprendere come egli si comporta con noi e, di conseguenza, con quali atteggiamenti possiamo metterci in relazione con lui e con gli altri.

Geremia, il profeta della prima lettura, vedeva ciò che in ogni tempo ognuno può constatare, cioè che chi sta al di sopra degli altri, invece di esercitare la responsabilità per l’interesse comune, molto speso sfrutta la situazione per i vantaggi personali. E così, i poveri, gli indifesi, il popolo vanno allo sbando: “Voi avete disperso le mie pecore, le avete schiacciate, non ve ne siete preoccupati…”

È tuttavia interessante che la parola di Dio non si limiti ad una denuncia di ciò che non va. Essa propone qualcosa di nuovo: “Una guida che chiameranno: Signore-nostra-giustizia”. Più che una persona, nel pensiero del profeta, si tratta di un modo di fare (quello di Dio) opposto a quanto si osserva nella realtà del presente. Insomma, la parola di Dio, di fronte alle contraddizioni ci sollecita a pensare forme di superamento, non solo di lamento o peggio, di rassegnazione. Con le parole del salmo, sappiamo di poter fare l’esperienza del Dio pastore, ovvero, compagno della traversata:” Anche se vado per una valle oscura, non temo alcun male, perché tu sei con me.

Il superamento consiste soprattutto in un lavoro di raccolta: “radunerò…raccoglierò farò tornare…”. La via della giustizia, con il Signore-Nostra-Giustizia, ossia la via della Parola, è un cammino che va dalla dispersione all’unità, dalla solitudine all’insieme, fino al guardarsi attorno per prendersi cura.

Un’eco di questo stile lo avvertiamo anche nel testo della seconda lettura, la lettera agli Efesini: “Ha fatto dei due un solo popolo, ha abbattuto il muro dell’inimicizia… per creare in se stesso un solo uomo nuovo… un solo corpo…

Il racconto evangelico conferma questo preciso modo di raccogliere in unità: “Si riunirono intorno a Gesù… vide la folla, si commosse”. Gesù partecipa a ciò che la gente prova, fa da pastore li nutre e con la parola.

Si riunirono intorno a Gesù. Venite in disparte.

Sono parole che evocano il momento iniziale delle nostre stesse convocazioni della Santa Cena. Del resto la Chiesa è una CON-VOCAZIONE il convergere di ognuno, di ogni vocazione appunto (venite), verso un centro che è il Cristo. E insieme ci si aiuta a vivere Cristo tanto da divenirne SUO CORPO.

  • C’è poi quell’intorno a Gesù. Fa da contrasto con un’altra situazione …quella di quando s’erano messi in proprio fino ad essere loro ad INSEGNARE. Quando li aveva inviati la consegna che era stata loro data non prevedeva alcun insegnamento da parte loro, ma solamente un servizio di cura nei confronti della gente: “Allora chiamò i Dodici e cominciò a mandarli a due a due e diede loro il potere sugli spiriti immondi…”6,7. Chi aveva dato loro il compito di insegnare? “Gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e quello che avevano insegnato”. 6,30

  • e poi “loro” non avevano più tempo nemmeno di mangiare. Quando la chiesa non si riferisce diventa autoreferente e non si mette nell’ordine di idee di ascoltare l’unico Maestro, allora non è più in grado di nutrirsi, né di nutrire. C’è bisogno di RICENTRARSI attorno al Cristo.

I discepoli e le discepole, da lui devono ancora imparare molto, altro che insegnare! Attorno a lui apprendono modi di Dio per aprirsi agli altri e prendersene cura.

In tre passaggi, il brano ci insegna davvero lo stile di Dio manifestato da Gesù:

    1. Vide molta folla. Quella gente non era considerata da nessuno, nemmeno per ottenere consenso politico. Carne da macello, forza lavoro, buona soltanto finché le forze lo permettono o per succhiare tasse. Gesù invece vede la folla, tanto a dire che vede ciò a cui nessuno interessa perché è mosso dall’amore per l’umanità. Il suo è amore di Dio che abita in lui

    2. Si Commosse. Ciò che sente dentro, lo porta a muoversi con loro e per loro

    3. Si mise ad insegnare loro molte cose. Ritiene quelle persone, che nella società valgono niente, degne e capaci di ricevere la parola. Con la gente che non conta si può e si deve parlare e ascoltare.

Sono queste cose semplici e profondamente umane che i discepoli devono apprendere dal Maestro prima di arrogarsi la presunzione di insegnare agli altri. Perciò è necessario per tutti e in ogni tempo ricentrarsi attorno a lui per imparare ad essere umani, così umani da sentire Dio come il pastore, compagno della traversata.


Salmo 22

Il Signore è il mio pastore:

non manco di nulla.

Su pascoli erbosi mi fa riposare,

ad acque tranquille mi conduce.

Rinfranca l’anima mia.

Mi guida per il giusto cammino

a motivo del suo nome.

Anche se vado per una valle oscura,

non temo alcun male, perché tu sei con me.

Il tuo bastone e il tuo vincastro

mi danno sicurezza.

Davanti a me tu prepari una mensa

sotto gli occhi dei miei nemici.

Ungi di olio il mio capo;

il mio calice trabocca.

Sì, bontà e fedeltà mi saranno compagne

tutti i giorni della mia vita,

abiterò ancora nella casa del Signore

per lunghi giorni.


Meditazione Domenica XVa B

 


Ricordiamo davanti a te, o Signore

Sudan. I combattimenti tra esercito e ribelli sono sempre più feroci e ormai riguardano anche la capitale Karthoum. Si contano circa dieci milioni gli sfollati interni.

Nella mattina del 10 luglio, la Guardia di Finanza di Salerno ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere e a domicilio per 54 persone accusate di illeciti nel campo dell’immigrazione. 47 gli arrestati per traffico di migranti e riciclaggio.

Gaza, attacco aereo israeliano colpisce una scuola: almeno 25 morti e 4 morti si registrano anche nel sud del Libano. 

Distrutto ospedale pediatrico a Kyiv colpito da un attacco della Russia, numerose le persone intrappolate sotto le macerie, evacuati i reparti in cui erano ricoverati bambini malati di cancro. 

Almeno 11 persone sono morte e altre 19 sono considerate disperse a causa di una frana avvenuta sabato sera vicino a una miniera d'oro illegale nell'Indonesia centrale. La frana, causata da forti piogge, si è verificata in un'area in cui si trovano miniere d'oro abbandonate che vengono sfruttate senza autorizzazione e senza adeguate attrezzature di sicurezza.

Dopo la tragedia di Satnam Singh a Latina, torna l'allarme caporalato. Due imprenditori di Cologna Veneta chiedevano 17 mila euro per entrare in Italia e poi facevano lavorare gratis i connazionali. I due soggetti sono stati indagati per riduzione in schiavitù, intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro: secondo quanto emerso dalle indagini avrebbero sfruttato e soggiogato 33 braccianti provenienti dal loro stesso Paese.

Tre Stati negli Usa, Alabama, Oklahoma e Texas, hanno introdotto distributori automatici di proiettili nei negozi di alimentari per rendere le munizioni più accessibili.

Signore, abbi cura di noi: Kyrie eleison...

Aiutaci a custodire la speranza

Un gruppo di ragazze e ragazzi di La Matanza (Buenos Aires), dopo aver vissuto un'esperienza insieme alle religiose nella località argentina di Sáenz Peña, ha deciso di dedicarsi all'aiuto dei poveri della propria comunità.

Il sito web del G20 a presidenza brasiliana offre uno spazio speciale dedicato a notizie e articoli prodotti dagli abitanti delle favelas e delle periferie su questioni che hanno un impatto diretto su questo segmento di popolazione, che in Brasile rappresenta il 10% del totale degli. L'aspetto distintivo di questo spazio è che i suoi contenuti sono prodotti all'interno delle favelas, basandosi sulla realtà e sulla prospettiva di persone che vivono la loro quotidianità in queste comunità.

Quelle vite dentro il carcere riaccese dai quadri elettrici. A Como il progetto di inclusione lavorativa con formazione per realizzare sistemi molto richiesti dalle aziende.  È stato come tornare a scuola, seduti al banco e con i fogli per gli appunti: «Una sensazione bellissima. Avere la testa occupata, investire il tempo in qualcosa di importante per noi, per le nostre famiglie, per i nostri figli».

Per la bontà che abita nel cuore umano e per coloro che si mettono a disposizione del bene, a te la lode e la gloria, o Signore: Gloria, gloria in excelsis Deo…


Dio nostro Padre, amore senza alba e senza tramonto liberaci da ogni intolleranza e durezza di cuore, da ogni incomprensione e chiusura. Che nessuno dei tuoi discepoli e delle tue discepole osi

emarginare qualcuno nel tuo nome, disonorando così la parola del Vangelo. Amen




Am. 7,12-1 Ef. 1, 3-14

Mc. 6, 7-13


In quel tempo, Gesù chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due e dava loro potere sugli

spiriti impuri. E ordinò loro di non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone: né pane, né

sacca, né denaro nella cintura; ma di calzare sandali e di non portare due tuniche.

E diceva loro: «Dovunque entriate in una casa, rimanetevi finché non sarete partiti di lì. Se in

qualche luogo non vi accogliessero e non vi ascoltassero, andatevene e scuotete la polvere sotto i

vostri piedi come testimonianza per loro».

Ed essi, partiti, proclamarono che la gente si convertisse, scacciavano molti demòni, ungevano con

olio molti infermi e li guarivano.


***

Il brano del Vangelo è preceduto da una nota. Si dice: Gesù andava attorno, girava tra i villaggi.

Ora chiama i Dodici. Possiamo immaginare che intenda convocarli per una consultazione, per

elaborare progetti, per condividere qualcosa ecc. In ogni caso, viene spontaneo pensare che essi,

assieme a Gesù, si siano raccolti in un luogo, in una casa.

Lui però è sulla strada e, immediatamente, li rimanda sulla strada: Andate…Sulla strada dunque!

Uno può camminare nella vita per farsi strada o per fare strada. Per ricercare il suo tornaconto e interesse o per relazionarsi e prendersi cura degli altri. Qual è il criterio che ci dice se siamo sulla strada giusta, quella del Vangelo?

Nella prima lettura troviamo due uomini che hanno a che fare con la religione. Amasia,

sacerdote di Betel, una specie di cappellano di corte, evidentemente questo ruolo gli procurava

qualche guadagno, gli dava da vivere e Amos, un imprenditore agricolo. A differenza del primo, la

patria del secondo era nel Regno del Sud, quello di Giuda. Amos si sposta dal sud al nord per dire

agli abitanti del Regno del Nord e al loro re, che le loro ingiustizie e prevaricazioni nei riguardi dei

poveri si sarebbero rivoltate contro.

Evidentemente il suo messaggio disturbava il re e il suo cappellano. Amasia, dunque, in tono sprezzante, dice ad Amos: Vattene, veggente. Ed insinua il sospetto che egli, dietro il suo messaggio, nasconda un interesse.

Amos gli risponde chiaramente: Io stavo meglio prima con il mio lavoro. Se sono qui a dire certe cose è perché il Signore me lo ha chiesto!

Dall’insieme della vicenda comprendiamo che quando la religiosità serve a chiudersi in se

stessi per proteggere e garantire i propri interessi e non si apre agli altri, è falsa. Se ne ricaviamo

consenso, prestigio o anche solo la sensazione di essere un gradino al di sopra degli altri per cui ci

permettiamo di emarginarli non siamo più sulla via della parola di Dio.

Ecco perché Gesù ha chiamati a sé i discepoli e subito li ha inviati.

L’abbigliamento poi è tipico del camminatore, di chi va verso gli altri: un bastone, i sandali

e una tunica. Non tante cose perché occorre essere leggeri.

Quello che il Vangelo ci vuole comunicare con queste immagini è una fondamentale

essenzialità del Vangelo. È possibile vivere il Vangelo con poche cose. Sollecitati dalle parole di

Gesù, possiamo chiederci se molte strutture, ritenute importanti, siano davvero necessarie

all’evangelo.

Alcuni secoli più tardi, quando la Chiesa si era contaminata col potere imperiale e in alcuni

settori aveva accumulato una certa ricchezza accompagnata da una complessa struttura

organizzativa, alcuni uomini e donne, appunto, i padri e le madri del deserto, si ritirarono dalle città,

non tanto per vivere separati in solitudine, ma piuttosto per rivendicare il diritto a vivere il Vangelo

con poche cose. Non servono apparati complessi al Vangelo. È invece necessaria la fraternità. A due

a due. Mai da soli. L’amore deve avere un volto davanti a sé per manifestarsi. Mai senza l’altro. A

due a due è la condizione essenziale e necessaria perché la testimonianza risulti valida e credibile.

Al nostro Maestro non piacciono gli ambienti chiusi, i mondi chiusi. Egli ama la strada. Non

si trova a suo agio nel palazzo e nemmeno nel tempio. Egli vuole che i suoi si incontrino e

incontrino altra gente. Sulla strada si può incontrare di tutto. Troviamo esseri umani senza etichette

di appartenenza. Persone giovani e meno giovani, credenti e non credenti, di questa o di quella

cultura e religione, di un ceto o di un altro ecc. Gesù manifesta un Dio che incontra l’umanità.

Punto e basta! Il brano si apre perciò con una convocazione da parte di Gesù in vista di un invio e,

al termine, dei dodici, viene detto che sono “partiti”.

La capacità che Gesù conferisce ai suoi è di operare sugli “spiriti impuri”. Gli spiriti impuri

sono quasi la personificazione di quei condizionamenti che agiscono su alcune persone per

escluderle dalla comunità cultuale e della vita: gli emarginati non degni di stare davanti a Dio nella

preghiera e nel culto in genere. Ebbene il potere, la capacità, che i dodici hanno ricevuto dal Signore

Gesù è esattamente l’opposto: annunciare che nessuno è messo fuori da Dio. In questo sta la

cacciata degli spiriti impuri!

Ora, questo messaggio di può incontrare accoglienza e quindi donare pace ai cuori o può

incontrare resistenza magari proprio in coloro che si sono irrigiditi nell’osservanza religiosa e che in

forza di tale osservanza escludono gli altri giudicandoli indegni (impuri). Ebbene, Gesù invita a

compiere verso queste persone “troppo religiose” quel gesto che normalmente era destinato ai

pagani impuri ritenuti impuri (distinti, separati dai figli d’Israele): ogni buon Israelita, infatti, che rientra nel territorio della terra d’Israele, dopo aver attraversato i territori dei go’im, dei pagani, si scuote la polvere dai piedi per non contaminare la terra ritenuta santa.

Ora, la terra santa da non contaminare con la pratica dell’esclusione sono le donne gli uomini. Chi li

disprezza sfruttandoli ed emarginandoli, forse in nome di Dio, compie davvero l’atto sacrilego di

chi calpesta la terra santa della dignità umana.

Salmo 84

Ascolterò che cosa dice Dio, il Signore:

egli annuncia la pace

per il suo popolo, per i suoi fedeli.

Sì, la sua salvezza è vicina a chi lo teme,

perché la sua gloria abiti la nostra terra.

Amore e verità s’incontreranno,

giustizia e pace si baceranno.

Verità germoglierà dalla terra

e giustizia si affaccerà dal cielo.

Certo, il Signore donerà il suo bene

e la nostra terra darà il suo frutto;

giustizia camminerà davanti a lui:

i suoi passi tracceranno il cammin

Meditazione Domenica XIVa B

 


Ricordiamo davanti a te, o Signore

Un convoglio umanitario è stato attaccato nell’est della Repubblica Democratica del Congo. Intanto, si registra una nuova escalation nei combattimenti tra le forze governative e i ribelli del gruppo M23. Migliaia di persone sono in fuga cariche solo di materassi e casseruole.

Nonostante i ripetuti ed accorati allarmi, gli aiuti umanitari a milioni di sudanesi che ne hanno disperata necessità continuano a non arrivare per i veti delle due parti in conflitto e per le operazioni belliche che impediscono il passaggio in sicurezza ai convogli organizzati dalle agenzie specializzate dell’Onu.

Oltre 1 milione e 340 mila persone sono state colpite da alluvioni, dovute alle piogge mosoniche torrenziali e continue, nel Bangladesh, e le loro abitazioni sono state sommerse dall'acqua.

Naufragio di Cutro. i familiari delle vittime: «Promesse ignorate». In Parlamento i parenti dei migranti annegati chiedono che l'esecutivo mantenga l'impegno di portare in Italia i congiunti delle 94 vittime.

Per gli ultimi due anni le domande di ingresso per lavoro inoltrate sono più del triplo rispetto alle quote fissate. Migliaia di persone non entrano in Italia dopo aver ottenuto il visto. E solo il 30% delle domande esaminate, ottenuto il nulla osta, sono giunte a conclusione con la sottoscrizione del contratto di soggiorno e il rilascio del permesso di soggiorno.

Migranti, le morti del deserto sono il doppio di quelle che avvengono in mare. Tra gli abusi subiti dai migranti tortura, detenzione arbitraria, morte, rapimento a scopo di riscatto, violenza sessuale, espianto di organi e riduzione in schiavitù.

Carceri, 3 morti in 12 ore e disordini a Sollicciano. “Emergenza senza precedenti!”. In sequenza sono deceduti un detenuto a Pavia, una persona reclusa a Firenze Sollicciano e un’altra in carcere a Livorno. I suicidi nelle carceri sono stati 54 dall’ inizio dell’anno.

Signore, abbi cura di noi: Kyrie eleison...

Aiutaci a custodire la speranza

Sono dedicati ai sogni i nove giorni di teatro, musica, danza e scienza della X Festa di Teatro Eco Logico di Stromboli, apertasi il 29 giugno e che si concluderà l’8 luglio. La manifestazione intende celebrare l'essere umano nella natura non come predatore ma come interlocutore.

Le biblioteche mobili in Africa che portano libri ai bambini. Tra i progetti che puntano a migliorare la scolarizzazione e le capacità di lettura nel continente ci sono quelli di bus, furgoni e carretti che girano le periferie delle grandi città e villaggi remoti. L'esperienza di iRead in Nigeria, che usa strumenti digitali e favorisce la pubblicazione di libri di ragazzi per i loro coetanei.

Fermiamo un sistema di fare impresa che sfrutta e uccide. Contro lo sfruttamento lavorativo, basta caporalato, basta appalti e subappalti irregolari, basta morti sul lavoro”. È questo il messaggio della grande manifestazione nazionale, promossa dalla Cgil, e alla quale hanno aderito numerose associazioni, in programma per ieri, 6 luglio, a Latina. 

Per la bontà che abita nel cuore umano e per coloro che si mettono a disposizione del bene, a te la lode e la gloria, o Signore: Gloria, gloria in excelsis Deo…


O Padre, riconosciamo nel tuo Figlio Gesù, vivente in mezzo a noi e in noi, la tua Parola parlante. Nel suo nome, ti chiediamo che in ogni tempo e in ogni luogo, un profeta sia sempre in mezzo a noi, quale segno certo che tu non ci abbandoni.



Ez 2, 2-5 2Cor 12, 7-10

Mc 6, 1-6

Gesù venne nella sua patria e i suoi discepoli lo seguirono.
Giunto il sabato, si mise a insegnare nella sinagoga. E molti, ascoltando, rimanevano stupiti e dicevano: «Da dove gli vengono queste cose? E che sapienza è quella che gli è stata data? E i prodigi come quelli compiuti dalle sue mani? Non è costui il falegname, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle, non stanno qui da noi?». Ed era per loro motivo di scandalo.
Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua». E lì non poteva compiere nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi malati e li guarì. E si meravigliava della loro incredulità. Gesù percorreva i villaggi d’intorno, insegnando.

***

In questa parte del suo racconto, l’evangelista Marco riferisce le vicende e le parole di Gesù accompagnandole con delle domande:

«Da dove gli vengono queste cose? E che sapienza è quella che gli è stata data? E i prodigi come quelli compiuti dalle sue mani? Non è costui il falegname, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle, non stanno qui da noi?».

Sapendo che il suo Vangelo è destinato alle prime comunità cristiane, Marco educa così i discepoli e le discepole della prima generazione ad aderire al Vangelo in modo consapevole; mantenendosi sempre in stato di ricerca continua su Gesù, perché una cosa è conoscerlo a livello di nozioni informative, altra cosa è aderire a lui perché dal di dentro del nostro essere abbiamo approfondito la relazione con lui attraverso un continuo interrogarsi.

Non sono domande da catechismo vecchia maniera cui seguono immediate e precise risposte. Non sono nemmeno domande oziose che servono solo a confermarsi nelle vecchie convinzioni per non cambiare affatto.

In un primo momento, proprio di sabato, in sinagoga gli riconoscono un’autorità superiore a quella degli scribi (1, 21-22). Ora però, sempre in sinagoga, di sabato, pur di fronte allo stesso interrogativo – “Donde gli vengono queste cose? Che sapienza è mai questa?”, la conclusione della gente non è più la stessa: “E si scandalizzavano di lui”.

Sullo sfondo di questa narrazione c’è un messaggio alla comunità cristiana della prima generazione: “un profeta non trova disprezzo se non dai suoi”. Ciò non riguarda solo la gente di Nazareth cui Gesù parla; anche chi ha dato la sua adesione al Vangelo può regredire e vedere Gesù come un ostacolo.

In sostanza, per l’evangelista è decisivo prendere posizione di fronte a Gesù; prendere parte a ciò che a lui sta a cuore, ovvero il Regno di Dio (= la vita, la storia, le relazioni ed il mondo con Dio e secondo Dio) è partecipare alla sua nuova famiglia. Il suo messaggio, poi, doveva risultare assolutamente sorprendente se poco prima, addirittura i suoi parenti erano andati a prenderlo perché lo ritenevano fuori di sé.

Entrò in una casa e di nuovo si radunò una folla, tanto che non potevano neppure mangiare. Allora i suoi, sentito questo, uscirono per andare a prenderlo; dicevano infatti: È fuori di sé”. (3, 20-21)

Quello che è, quello che fa e quello che dice, insomma, ciò che l’uomo Gesù rivela di Dio e del suo rapporto con lui è come un macigno d’ingombro che ostacola il cammino. Al semplice ascolto del testo si può infatti avvertire come una corrente di turbamento che lo attraversa e che si concentra nella frase E si scandalizzavano di lui”.

La strada della religiosità che abbiamo finora percorso è interrotta. Difronte a Gesù di Nazareth siamo rimasti in panne. Nessuno può attenuare l’urto del suo impatto nelle coscienze religiose del suo tempo e di ogni altra epoca.

Come la gente di Nazareth raccolta in sinagoga, anche la nostra religiosità ci dice che a Dio vanno resi gloria e onore nel sacro spazio separato del tempio e nel tempo speciale riservato al culto o nelle elevate speculazioni dell’intelletto. E siccome i sacerdoti, i potenti e l’intelligencija sono loro che tengono in mano il bastone del comando, allora, sullo sfondo di quello schermo che chiamano Dio proiettano loro stessi e le loro prerogative.

  • Dio appartiene alla sfera del sacro. A lui puoi accedere attraverso uno come me e attraverso lo spazio gestito da me’ - dice il sacerdote.

  • Dio è perfezione che garantisce l’ordine del sistema di cui io, a nome suo, ho il compito di custodire’ – dice il potente.

  • Dio è pensiero sublime, pensiero che pensa a se stesso pensante’ – dice l’intellettuale.

Mantenerci in relazione con lui secondo queste modalità, dà stabilità e sicurezza perché, in questo modo, l’uomo sa come deve pregarlo, cosa deve fare e non fare, e magari sperare di ottenere un intervento favorevole quando si trova in difficoltà, visto che lui può tutto!

Quel giorno, in sinagoga, la gente non s’è trovata davanti un sacerdote, un dirigente o un professore, ma un falegname! Un messia della porta accanto che apre ogni giorno il libro della quotidianità per trovarvi le tracce della manifestazione di Dio. Un Dio che rivela la sua presenza nella debolezza della carne fragile, carne destinata alla di croce.

Chi lo vuole incontrare deve recarsi nella bottega del falegname, nelle bettole frequentate dai poco di buono, tra i pescatori del lago, sulle strade polverose dell’umanità, non nell’apparato del tempio, perché, da Gesù in poi, per incontrare il volto di Dio occorre scrutare il volto dell’uomo. È ponendo occhi e cuore sull’umanità che si può incrociare lo sguardo del Dio di Gesù. Nulla di quanto è umano gli è estraneo.

Dunque la gente di Nazareth, la gente di chiesa, gli uomini che consumano la vita per diffondere e difendere una dottrina, i politicanti che sbraitano slogan come “Dio, Patria e Famiglia”, i sottili teologi che parlano agli altri della “legge naturale e del diritto divino”, le potenze economiche che coniano moneta con “Dio benedica il nostro paese”,

tutti, ma proprio tutti, sono lì, in sinagoga.

Quel falegname sta davanti a loro.

Sono tutti colti da un brivido: “Quel dio, frutto della loro proiezione di volontà di potenza, sul quale abbiamo costruito sistemi di pensiero, civiltà e imperi, quel dio NON C’È!

Gesù entra e attraversa quella consuetudine sociale e religiosa, ma non vi rimane. Se ne va:

Gesù percorreva i villaggi d’intorno, insegnando


Salmo 122

A te alzo i miei occhi,

a te che siedi nei cieli.

Ecco, come gli occhi dei servi

alla mano dei loro padroni.

Come gli occhi di una schiava

alla mano della sua padrona,

così i nostri occhi al Signore nostro Dio,

finché abbia pietà di noi.

Pietà di noi, Signore, pietà di noi,

siamo già troppo sazi di disprezzo,

troppo sazi noi siamo dello scherno dei gaudenti,

del disprezzo dei superbi.


Meditazione Domenica XIIIa B

 


Ricordiamo davanti a te, o Signore

Striscia di Gaza. Metà dei campi agricoli devastati dalla guerra. La FAO lancia l’allarme per il futuro del territorio, danneggiato dalle operazioni belliche.

Giornata Onu contro la droga, in dieci anni aumentato il consumo del 20%. Sale l'allarme per i nuovi oppiacei sintetici. Solo una persona su undici dei 64 milioni che soffrono di disturbi di tossicodipendenza riceve trattamenti medici.

I numerosi casi di matrimoni forzati e precoci e di mutilazioni genitali femminili allarmano sempre più la comunità internazionale. A oggi, infatti, circa 650 milioni di ragazze nel mondo si sono sposate prima dei diciott’anni, mentre 230 milioni hanno subito mutilazioni genitali.

Kenya. Nonostante il presidente William Ruto abbia annunciato il ritiro della contestata legge finanziaria, le proteste per l'aumento delle tasse su pane e generi alimentari nella capitale Nairobi non si fermano e i giovani hanno commemorato le persone rimaste uccise in questi giorni di scontri. Immediata la reazione della polizia che ha sparato i gas lacrimogeni. 

Il Pantanal, uno dei biomi più ricchi di diversità al mondo, da giorni in preda a incendi che quest'anno hanno già devastato 677mila ettari. Se non vi sarà messo un freno, gli incendi potrebbero arrivare a distruggere due milioni di ettari del Pantanal, un'area grande 13 volte la città di San Paolo.

Due giovani operai sono morti sul luogo di lavoro. Uno nell'Agrigentino mentre si trovava in un capannone di un'impresa edile di Canicattì che produce manufatti in calcestruzzo: è stato travolto dal muletto che stava manovrando. Un altro ha perso la vita in provincia di Latina. Un uomo, poi, è morto: stava lavorando su un canale scolmatore della A4 ed è caduto da un cavalcavia in zona a Vaprio d'Adda, nel Milanese.

Inchiesta Fanpage. Omofobia, razzismo, nostalgia per Benito Mussolini, simpatie per Adolf Hitler e il nazismo, antisemitismo da parte di militanti di Gioventù nazionale.

Marangona. Il Comitato Verona Sud ci scrive: Basta con la politica del consumo di suolo! 1.500.000 mq di suolo che si vuole cementificare e il Coordinamento Verona Città Bosco ha invitato le associazioni e i comitati impegnati a Verona per la difesa dell'ambiente a dimostrare il proprio dissenso.

Signore, abbi cura di noi: Kyrie eleison...

Aiutaci a custodire la speranza

Le precipitazioni straordinarie che hanno colpito il Cile nelle ultime settimane oltre a provocare almeno un morto e portato danni a migliaia di persone hanno condotto anche alla rinascita di laghi e lagune scomparsi da anni per la crisi idrica dovuta al cambiamento climatico e allo sfruttamento minerario assicurando così l'approvvigionamento di acqua potabile per il resto dell'anno.

Un secolo fa nasceva Danilo Dolci: una vita nonviolenta. È stato definito il "Ghandi italiano". Figura rivoluzionaria, fu il primo a praticare la nonviolenza come forma di protesta. Visse a Trappeto, nella parte occidentale dell’isola, colpita dalle condizioni di degrado, di miseria e di pressione che caratterizzavano quella zona d’Italia vessata dalla mafia e dalle miserie del dopoguerra. Iniziò con loro una lunga campagna di resistenza nonviolenta che nel 1952 lo vide realizzare il primo digiuno gandhiano in Italia. Lo mise in atto sul letto di un bambino morto di fame e di stenti. Dedicò gli ultimi anni della sua vita ai temi educativi. "Qual è il tuo sogno?”, chiedeva ai ragazzi e ragazze durante i tanti incontri nelle scuole italiane.

"Menti in corto" contro lo stigma: ecco i lavori premiati. Il cinema scelto come espressione artistica per   andare oltre lo stigma della malattia mentale. I corti sono arrivati da 7 regioni italiane (Sicilia, Marche, Emilia Romagna, Puglia, Toscana, Molise e Lombardia). Al primo posto due cortometraggi: “Arrivederci Tommasino” e Il Confine di Vetro".

Per la bontà che abita nel cuore umano e per coloro che si mettono a disposizione del bene, a te la lode e la gloria, o Signore: Gloria, gloria in excelsis Deo…

Signore Dio, noi ti preghiamo per l'umanità alle prese con molteplici forme di morte. Tu non sei un Dio che mortifica. Concedici di trovare in te la vera vita. Amen



Sap 1, 13-15.2, 23-24 2Cor 8, 7.9.13-15

Mc 5, 21-43

In quel tempo, essendo Gesù passato di nuovo in barca all’altra riva, gli si radunò attorno molta folla ed egli stava lungo il mare. E venne uno dei capi della sinagoga, di nome Giàiro, il quale, come lo vide, gli si gettò ai piedi e lo supplicò con insistenza: «La mia figlioletta sta morendo: vieni a imporle le mani, perché sia salvata e viva». Andò con lui. Molta folla lo seguiva e gli si stringeva intorno.
Ora una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni e aveva molto sofferto per opera di molti medici, spendendo tutti i suoi averi senza alcun vantaggio, anzi piuttosto peggiorando, udito parlare di Gesù, venne tra la folla e da dietro toccò il suo mantello. Diceva infatti: «Se riuscirò anche solo a toccare le sue vesti, sarò salvata». E subito le si fermò il flusso di sangue e sentì nel suo corpo che era guarita dal male.
E subito Gesù, essendosi reso conto della forza che era uscita da lui, si voltò alla folla dicendo: «Chi ha toccato le mie vesti?». I suoi discepoli gli dissero: «Tu vedi la folla che si stringe intorno a te e dici: “Chi mi ha toccato?”». Egli guardava attorno, per vedere colei che aveva fatto questo. E la donna, impaurita e tremante, sapendo ciò che le era accaduto, venne, gli si gettò davanti e gli disse tutta la verità. Ed egli le disse: «Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va’ in pace e sii guarita dal tuo male».
Stava ancora parlando, quando dalla casa del capo della sinagoga vennero a dire: «Tua figlia è morta. Perché disturbi ancora il Maestro?». Ma Gesù, udito quanto dicevano, disse al capo della sinagoga: «Non temere, soltanto abbi fede!». E non permise a nessuno di seguirlo, fuorché a Pietro, Giacomo e Giovanni, fratello di Giacomo.
Giunsero alla casa del capo della sinagoga ed egli vide trambusto e gente che piangeva e urlava forte. Entrato, disse loro: «Perché vi agitate e piangete? La bambina non è morta, ma dorme». E lo deridevano. Ma egli, cacciati tutti fuori, prese con sé il padre e la madre della bambina e quelli che erano con lui ed entrò dove era la bambina. Prese la mano della bambina e le disse: «Talità kum», che significa: «Fanciulla, io ti dico: àlzati!». E subito la fanciulla si alzò e camminava; aveva infatti dodici anni. Essi furono presi da grande stupore. E raccomandò loro con insistenza che nessuno venisse a saperlo e disse di darle da mangiare.

***

Attraverso il linguaggio parabolico, Gesù ci ha parlato del Regno come una realtà dinamica che inarrestabilmente cresce secondo il rapporto che esiste tra il seme, l'albero e il frutto: nel Regno (cioè nella storia secondo Dio) tutti ne ricevono beneficio, sia i figli d'Israele che i pagani. Tra i rami di quell'albero c'è davvero posto per tutti. È in fondo questo il motivo per cui Marco, in questa parte del suo Vangelo ci presenta Gesù che si sposta da una sponda all'altra del mare di Galilea: ora sulla sponda d'Israele e ora sulla sponda del territorio pagano. Sia da una parte che dall'altra, la sua azione è sempre un'azione liberante.

Questo racconto è ambientato nel territorio di Israele.

I soggetti che entrano in scena sono parecchi: Giairo, la folla, la donna, i discepoli, Pietro, Giacomo e Giovanni, la moglie di Giairo e la fanciulla. Ma ad emergere da quest'insieme di personaggi sono senz'altro la donna e la fanciulla.

I dodici anni di inutile terapia della donna e i dodici di età della fanciulla inducono a considerare l’una e l’altra come figure che rappresentano l’intera comunità. Infatti è il numero che rappresenta tutto Israele. Pertanto, ciascuno di noi si può riconoscere nell’emorroissa e nella fanciulla, allo stesso modo, pure le differenti reazioni degli altri personaggi ci rappresentano.

Il racconto è presentato in tre momenti:

  • Giairo incontra Gesù e gli espone la sua situazione. Egli ha un ruolo ma nel confidarsi con il maestro non presenta la sua richiesta accreditandola con i titoli del ruolo che ricopre: capo della sinagoga. Egli è semplicemente uomo, anzi, Giairo, nome che significa “egli risveglia”. Nell'esporre il suo caso, questo padre parla della figlia come una persona ancora piccolina, una bambina che non ha potuto godere dei risvegli della crescita. Si tratta di una persona radicalmente bloccata allo stadio infantile. La richiesta del padre della bimba, ricorre ad un lessico che va oltre la guarigione vera e propria, egli formula una domanda di salvezza, salvezza da qualcosa di catastrofico, qualcosa di esistenzialmente fallimentare.

  • La vicenda ed il cammino di Giairo con Gesù si interrompe per lasciare spazio al racconto della donna emorroissa. Anche questa parte evoca un processo salvifico che si estende oltre l'aspetto della salute fisica. È salvezza da un pericolo. Tanto che, al termine, Gesù rivolge alla donna l'invito a camminare verso la pace – shalom – ossia verso la vita in tutte le sue possibilità buone e positive. In questa fase della narrazione è molto presente il verbo toccare, nel senso di entrare in contatto diretto non mediato, un contatto reso con una particolare efficacia dal fatto che la folla “comprimeva” Gesù. Da lui esce una potenza. Potremmo dire una risposta di amore a quel contatto che lo porterà a svuotarsi totalmente per amore dell'umanità.

  • Siamo nella casa di Giairo con il trambusto, i discepoli, la madre e, finalmente la fanciulla restituita alla vita. La gente della sinagoga è decisamente scomposta di fronte alla morte. Piange, urla e al tempo stesso deride. È la scompostezza di tutte le situazioni senza vi di uscita: nella disperazione dell'impotenza piangere o ridere è la stessa cosa. In ogni caso, è proprio in questa situazione limite che esplode la visione di Gesù di fronte a tutte le situazioni di morte. Per lui non è che un sonno, vale a dire una situazione transitoria. Nel Regno non ci sono vicoli ciechi, strade senza uscita, è questo che le chiese devono fermamente credere. Verso questa umanità bloccata nell'infantilismo e ben simboleggiata dalla fanciulla, Gesù si comporta come lo sposo del cantico dei cantici, la prende per mano. Egli, Gesù, è colui che fa vivere l'umanità perché vuole veramente bene, un bene da sposo! Così, quella fanciulla si scopre che ha dodici anni, l’età per essere promessa sposa. Donna deve diventare. Deve crescere. Non è possibile che non raggiunga la pienezza adulta, perciò: Datele da mangiare!

Due storie intrecciate di donne: una donna adulta e una giovane ragazza. Due donne quindi.

La prima non è in grado di custodire la crescita perché in lei la vita se ne va momento dopo momento, la seconda non ha conosciuto crescita.

La tradizione religiosa e l’apparato che le due figure rappresentano (Cfr. numero 12) non sono in grado di custodire la vita (il sangue è la vita secondo la concezione del tempo), né di far crescere la vita.

Ogni apparato, religioso o civile che sia, che emargina o che infantilizza le persone non può rappresentare Dio.

Occorre prima di tutto essere seri di fronte alla nostra stessa umanità nel riconoscerla per quello che è: incapace di autosalvazione. Senza aprirci al dono di Dio non siamo in grado di dare crescita e bontà alla vita nostra e altrui. Il padre della ragazza lo comprende molto bene. Egli non si presenta a Gesù con i titoli che derivano dal suo ruolo. La donna… porta con sé la consapevolezza di inutili terapie.

L’uno e l’altra sanno di non avere con sé altro che la loro umanità. Entrambi la portano al Signore. Per la donna è importante entrare in contatto con Gesù.

Ma per Gesù che si avvicina all’umanità con amore e non con il calcolo di chi la sottomette o la emargina, non è vero che non possiamo trovare strade di crescita e sviluppo di vita. Per lui morire non è che un sonno, al sonno poi, lo sappiamo bene, segue il risveglio. Possiamo passare oltre. Ed ecco che il contatto guarisce.

A conclusione, non dimentichiamo che l’evangelista Marco destina il suo racconto a tutti coloro che, attratti dalla figura di Gesù, si trovano a camminare insieme come discepoli e discepole, formando così la Chiesa, ovvero la comunità del Vangelo. Ebbene, la vitalità della chiesa dipende dalla sua decisione di mettersi in contatto con Gesù e dal suo lasciarsi raggiungere dal suo amore per tutta l’umanità. Senza questo contatto diretto e senza provare, attraverso la sua amorevolezza, amore, cura e nutrimento per l’umanità, la Chiesa assomiglia alla gente che comprimeva, che schiacciava Gesù. Pretendere di contenere Gesù dentro gli schemi istituzionali di una dottrina o di un apparato, significa impedire che il suo flusso di vita arrivi alle persone. Possiamo quindi pregare per diventare sempre più uomini e donne del contatto e non dell’ingombro.


Salmo 29

Ti esalterò, Signore, perché mi hai risollevato,
non hai permesso ai miei nemici di gioire su di me.
Signore, hai fatto risalire la mia vita dagli inferi,
mi hai fatto rivivere perché non scendessi nella fossa.

Cantate inni al Signore, o suoi fedeli,
della sua santità celebrate il ricordo,
perché la sua collera dura un istante,
la sua bontà per tutta la vita.
Alla sera ospite è il pianto
e al mattino la gioia.

Ascolta, Signore, abbi pietà di me,
Signore, vieni in mio aiuto!
Hai mutato il mio lamento in danza,
Signore, mio Dio, ti renderò grazie per sempre.


Meditazione Domenica XII B

 



Ricordiamo davanti a te, o Signore

Satnam Singh è il centesimo lavoratore straniero morto nel 2024. Il 31enne bracciante era stato abbandonato in strada con un braccio amputato da una macchina avvolgicavi nei campi di Borgo Santa Maria (Latina). Un operaio di 34 anni è morto venerdì mattina durante il turno di lavoro in una fabbrica di laminati in vetroresina di Cividale Mantovano. Giovedì un ragazzo di 18 anni ha perso la vita schiacciato da un mezzo agricolo, una seminatrice, mentre stava lavorando in un’azienda nel Lodigiano. Infine a Bolzano sei operai erano rimasti ustionati a causa di un’esplosione avvenuta nel reparto produttivo di una fabbrica di alluminio: quattro di loro sono gravi.

Israele pianifica lo scontro totale con il Libano. L’esercito ha approvato piani operativi per una imminente offensiva oltre confine. La notizia giunge dopo riunioni strategiche, nel contesto dell’intenso scambio di fuoco fra Hezbollah libanesi e le forze di difesa israeliane.

Fonti palestinesi, riprese dai media israeliani, hanno riferito che si sono registrate "molte vittime" nei raid di Israele che hanno riguardato il campo profughi di Shati e il sobborgo di Tuffah, entrambi a Gaza City, nel centro della Striscia. Almeno 42 persone sono state uccise.

Tragedie nel mare tra Calabria, Lampedusa e Libia: decine fra dispersi e vittime accertate. Al largo delle coste calabresi in un naufragio almeno 66 le persone che mancano all’appello, tra cui 26 bambini. 12 i sopravvissuti. A Lampedusa il salvataggio da parte della ong ResQship di un'imbarcazione con decine di persone a bordo e il rinvenimento di dieci cadaveri. Migranti senza vita recuperati anche al largo della Libia.

In Italia quasi 270.000 persone hanno chiesto aiuto l’anno scorso ai 3.124 centri di ascolto della Caritas. Emergono tre tendenze in aumento: la condizione delle famiglie povere con bambini di età compresa fra 0 e 3 anni, la grave marginalità adulta degli individui senza fissa dimora e la povertà in solitudine degli anziani.

Il bilancio dei morti per le temperature torride tra i fedeli in pellegrinaggio alla Mecca supera le mille vittime.

Signore, abbi cura di noi: Kyrie eleison...

Aiutaci a custodire la speranza

Sono arrivati venerdì sera, 21 giugno, con un volo proveniente da Islamabad, 191 profughi afghani grazie ai corridoi umanitari promossi da Conferenza Episcopale Italiana, Comunità di Sant’Egidio, Chiese protestanti italiane e Arci, d’intesa con i ministeri dell’Interno e degli Esteri. Questi nuclei familiari e singoli - tra loro 71 minori e 70 donne - erano rifugiati in Pakistan dall’agosto 2021.

Argentina, il grazie dei vescovi alle donne che danno da mangiare a migliaia di poveri. Le cuoche delle mense comunitarie offrono cibo a bambini, anziani, disoccupati, famiglie in povertà estrema. Insieme a banchi alimentari, Hogares de Cristo, rete di scuole e ospedali, le mense sono uno dei tanti progetti della Chiesa per aiutare chi è nel bisogno.

Niente motovedette alla Tunisia. Per chi opera a vario titolo nell’ambito delle migrazioni, un piccolo faro di speranza si è acceso giovedì, 20 giugno, mentre si celebrava la Giornata mondiale del rifugiato più cupa da qualche tempo a questa parte. Un gruppo di associazioni e Ong aveva presentato ricorso al TAR per bloccare questa operazione ritenuta illegittima, in quanto complice dei continui abusi che le persone migranti subiscono in Tunisia, L’istanza cautelare chiedeva la sospensione dell’invio delle sei motovedette alla Garde Nationale tunisina da parte dell’Italia.
Il presidente boliviano Luis Arce ha chiesto "pace, tranquillità e certezza, senza lotte né discordie", per tutti i boliviani, durante la celebrazione del Capodanno amazzonico andino e del Chaco 5532. Il capo dello stato ha sottolineato che la celebrazione arriva anche con la speranza che "la natura dia al paese una maggiore produzione agricola, con una buona semina e un buon raccolto, oltre a più salute per tutti".

Per la bontà che abita nel cuore umano e per coloro che si mettono a

disposizione del bene, a te la lode e la gloria, o Signore: Gloria, gloria in excelsis Deo…

Rendi salda, o Signore, la fede dei tuoi discepoli e delle tue discepole, perché ci abbattiamo nelle tempeste, ma in ogni evento riconosciamo che tu sei presente e ci accompagni.


Gb 38,1.8-11 2Cor 5,14-17

Mc 4, 35-41

35 E dice loro in quello stesso giorno, fattasi sera: Passiamo di là!

36 E, congedata la folla, prendendo lui com’era nella barca; e altre barche erano con lui.

37 E venne un turbine di grande vento, e le onde si scagliavano contro la barca, così che già si riempiva la barca.

38 E lui era a poppa dormendo sul cuscino. E lo svegliano e gli dicono: Maestro, non ti curi che periamo?

39 E, risvegliatosi, sgridò il vento e disse al mare: Taci e chiudi la bocca! E cadde il vento e fu grande bonaccia.

40 E disse loro: Perché siete paurosi così? Come non avete fede?

41 E temettero di grande timore, e dicevano l’un l’altro: Chi è mai costui, che il vento e il mare lo ascolta?

***

In quello stesso giorno”, cioè il giorno in cui Gesù, seduto sulla barca a motivo della folla, spargeva il seme della parola del Regno. Il capitolo 4 inizia infatti così: “Cominciò di nuovo ad insegnare lungo il mare. Si riunì attorno a lui una folla enorme, tanto che egli, salito su una barca, si mise a sedere stando in mare, mentre tutta la folla era a terra lungo la riva. Insegnava loro molte cose con parabole…”. Le parabole poi, sono quelle della seminagione, della crescita e del frutto. In altre parole, Gesù parla alla gente dell’efficacia del Regno di Dio a prescindere dalla visibilità o dai successi evidenti. Il seme della parola del Regno, ovvero dell’azione e della presenza di Dio nella vita dell’uomo, cresce e porta frutto a prescindere dal controllo del seminatore… “Vegli o dorma”.

Il contesto delle parabole del Regno rende simbolicamente significativo questo testo.

A parole, è facile e consolante accettare questo messaggio, tuttavia, nei fatti, di fronte alla non evidenza dei risultati, è facile entrare in crisi e porsi un sacco di domande: Non è che Gesù abbia un po’ esagerato? Forse è il caso di ridimensionare la novità del Vangelo? Non è che il Regno di Dio sia sostanzialmente utopico per cui vale la pena cercare delle mediazioni nei meccanismi che regolano gli equilibri di questo mondo?... “Fattasi sera”. È la sera del dubbio.

Passiamo di là” – Gesù sa che il Regno non è questione di belle parole. Occorre attraversare la notte delle perplessità e delle paure. Fin dai tempi dell’esodo, il popolo ha dovuto fare infinite pasque e attraversare molte notti per raggiungere la sponda luminosa. Quindi, con la sua parola, Gesù propone un esodo, un cambiamento, l’esperienza di un bene che ci sta davanti e che si trova oltre le nostri ripiegamenti. Davvero occorre passare di là, andare oltre.

E allora lo prendono com’era nella barca. Allo stesso modo della notte dell’esodo, non si può indugiare. Occorreva mangiare in fretta, in piedi, senza attendere la lievitazione del pane.

L’evangelista ci ricorda che occorre prendere Gesù per quello che è, non secondo le aspettative delle nostre previsioni o strategie.

La barca è lo spazio della comunità dei discepoli e delle discepole in cui il Vangelo è accolto e da cui è annunciato e testimoniato. I suoi avevano accordato fiducia a Gesù, ma ora, di fronte al sonno, ossia all’apparente inefficacia, questa fiducia è messa a dura prova. Il vento dell’incertezza e delle paure, dei mille pensieri che fanno pensare a tutto e al contrario di tutto sembra sballottare nell’abisso anche gli animi più sicuri.

Gesù dorme e, più avanti, la sua vicenda lo condurrà nel sonno della morte.

I cristiani delle prime generazioni non hanno superato lo scandalo di questo fallimento e nemmeno noi ci sentiamo sereni di fronte al fatto che il mare della prepotenza dell’uomo sull’uomo e sempre più devastante. E di fronte a ciò, perché Dio non si fa sentire? Perché il Vangelo non esce trionfante davanti alle tragedie dell’umanità? A Dio importa qualcosa di noi?

Come possiamo fidarci di un annuncio – sembravano chiedersi i cristiani delle prime generazioni – che di fronte alle sfide, ai contrasti e persino alle persecuzioni, invece di rivelare forza, intraprendenza e successo, piomba nel sonno?

Ai tempi dell’esodo, il popolo dubitava di Mosè e di Jhwh. I credenti di Israele, nella preghiera del salmo 44,24 dicevano: “Signore! Svegliati! perché dormi?”.

I discepoli gridanonon t’importa che periamo?”.


Non comprendiamo questo il sonno profondo del Signore nel momento in cui occorrerebbe essere svegli!

Questo breve brano di Marco è pieno di allusioni all’Antico testamento. Il sonno, nei racconti biblici, è il momento in Dio agisce. Quando Dio è all’opera, l’uomo dorme il sonno del bimbo in braccio a sua madre.

Gesù attraversa il mare minaccioso della sua passione per l’umanità abbandonandosi a quel Padre che sa dare risposte di vita ad ogni morire dell’uomo. Il suo dormire è una risposta di fiducia nel momento in cui il mare (simbolo biblico che rappresenta ogni genere di minaccia per l’uomo) delle avversità induce alla paura e allo smarrimento.

Del resto, il grido scomposto dei discepoli, raggiungesse anche il massimo dei decibel, non riuscirebbe a cambiare la realtà; nemmeno un granellino di polvere riuscirebbe a spostare. Invece, la fiducia che Dio non abbandona, anche quando tutto sembra perduto, è la forza che ci permette di passare di là, che ci consente tutti gli attraversamenti.

Con questa fiducia, Gesù ha addirittura attraversato il sonno della morte. In quel sonno fiducioso dovrebbero entrare i discepoli e le discepole. Sonno tutt’altro che inoperoso, perché chi affronta le contraddizioni della vita con la fiducia che OLTRE i propri criteri di valutazione della realtà, ci sia un amore e una fedeltà che non ci abbandona, sarà in grado di ancorarsi e di rendere attive le ragioni della speranza.

Il “malgrado tutto - nonostante tutto” è davvero la riva verso cui la barca di Gesù tende ad approdare; ma a condizione che permanga nella domanda: “Chi è mai costui, che il vento e il mare gli obbediscono? Domanda che potrebbe essere declinata anche in questo modo: “Perché mai il Vangelo affronta in questo modo i contraccolpi della vita?”.


Salmo 106

Coloro che scendevano in mare sulle navi
e commerciavano sulle grandi acque,
videro le opere del Signore
e le sue meraviglie nel mare profondo.

Egli parlò e scatenò un vento burrascoso,
che fece alzare le onde:
salivano fino al cielo, scendevano negli abissi;
si sentivano venir meno nel pericolo.

Nell’angustia gridarono al Signore,
ed egli li fece uscire dalle loro angosce.
La tempesta fu ridotta al silenzio,
tacquero le onde del mare.

Al vedere la bonaccia essi gioirono,
ed egli li condusse al porto sospirato.
Ringrazino il Signore per il suo amore,
per le sue meraviglie a favore degli uomini.