Meditazione Domenica XXV A

 


Ricordiamo, o Signore, davanti a te

Violenza in aumento ad Haiti. 200.000 sfollati per la violenza estrema che dilaga nel paese.

Il 20 settembre una carovana di circa 3mila migranti partita da Monterrey e diretta verso gli Usa è stata bloccata nello Stato settentrionale messicano di Coahuila. Due giorni fa, Ferromex ha sospeso "temporaneamente" il servizio su diverse linee ferroviarie in direzione nord dopo aver segnalato una mezza dozzina di feriti e morti tra i migranti.

Il parlamento iraniano ha approvato un disegno di legge che rafforza le sanzioni contro le donne che non indossano il velo obbligatorio nei luoghi pubblici. "I deputati hanno approvato l'attuazione del disegno di legge per un periodo di prova di tre anni".

Afghanistan. Wesa Matiullah arrestato perché insegnava. L'educatore si è sempre opposto al fanatismo dei talebani. Con altri attivisti, ha girato in lungo e in largo il paese aprendo scuole, biblioteche, facendo lezioni all'aperto.

Due palestinesi uccisi e 12 feriti: questo il primo bilancio di uno scontro a fuoco avvenuto a Jenin (Cisgiordania settentrionale) fra una unità scelta dell'esercito israeliano che cercava di catturare un ricercato ed alcuni miliziani palestinesi che si erano barricati in una abitazione.

Ghana: in aumento gli attacchi terroristici nel nord. Dal Burkina Faso i gruppi jihadisti stanno cercando di fomentare disordini lungo tutta la linea di confine per espandersi a sud. Il 21 settembre nove persone sono state uccise e diverse ferite in un’imboscata tesa da sconosciuti

L’instabilità che da anni vessa gli stati dell’Africa centrale e occidentale continua a compromettere l’istruzione di milioni di bambini. I bambini che rimarranno esclusi dai circuiti scolastici sono almeno 2,5 milioni.

Si è celebra il 21 settembre per il terzo anno consecutivo la Giornata Internazionale della Pace. La ricorrenza è stata voluta dalle Nazioni Unite dal 1981 come giorno dedicato al rafforzamento degli ideali di Pace, attraverso l'osservazione di 24 ore di nonviolenza e cessate il fuoco. Purtroppo anche nel 2023 le armi hanno portato distruzione e vittime.

 Continua a prenderti cura di noi, o Signore: Kyrie eleison

Aiutaci a riconoscere e a coltivare i semi di speranza

La rete Chiese e Miniere ha promosso la seconda Carovana per l'Ecologia Integrale. Dal 12 al 30 settembre, una delegazione di cinque giovani provenienti da Argentina, Brasile, Ecuador, Guatemala e Perù tiene seminari, eventi e incontri per invitare le congregazioni religiose, le conferenze episcopali, le diocesi e le università cattoliche alla conversione ecologica integrale e al disinvestimento dalle miniere. 

In Repubblica Democratica del Congo "Litanga", una piccola goccia di bene nell'oceano. È stata presentata a Roma l'associazione che intende contribuire con progetti concreti a una migliore qualità della vita agli abitanti dei villaggi nel sud del Paese. L'impegno prevede interventi in tre aree: salute, formazione e sviluppo sociale. 

Addio a Mirko, il clochard "senza volto”. Nella Chiesa di Santa Monica, l'elemosiniere card. Krajewski ha presieduto le esequie del senzatetto slovacco morto a 60 anni per un cancro che gli ha consumato il 90% del viso. Per questo camminava sempre con un fazzoletto sulla faccia. Un anno fa era arrivato a Palazzo Migliori convinto dal cardinale che gli disse: "Il Papa ti invita". Con Francesco anche un incontro privato. Krajewski: "Accanto a lui era come seguire gli Esercizi Spirituali".

Le Nonne di Plaza de Mayo, organizzazione da decenni impegnata in Argentina nella ricerca di bambini, figli di donne torturate e uccise durante la dittatura (1976-1983) e affidati a sconosciuti, si sono rallegrate per la notizia che il Museo della Memoria, costituito nella ex Scuola di meccanica della Marina (Esma), sia stato incluso nell'elenco dei siti patrimonio mondiale dell'umanità.

Per la bontà che abita nei cuori e per coloro che si dedicano alla causa del bene: A te la lode e la gloria, O Signore: Gloria in excelsis Deo

Non facciamo che lamentarci, o Signore, sempre pronti ad avanzare pretese e privilegi quasi fossimo noi i proprietari della tua vigna. Non sappiamo che è un onore servire la causa del Regno fin dal mattino. Perdonaci, o Signore. Amen

Is. 55, 6-9 Fil 1, 20-27

Mt. 20, 1-16

1 “Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all’alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. 2 Accordatosi con loro per un denaro al giorno, li mandò nella sua vigna.

3 Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano sulla piazza disoccupati 4 e disse loro: Andate anche voi nella mia vigna; quello che è giusto ve lo darò. Ed essi andarono.

5 Uscì di nuovo verso mezzogiorno e verso le tre e fece altrettanto.

6 Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano là e disse loro: Perché ve ne state qui tutto il giorno oziosi? 7 Gli risposero: Perché nessuno ci ha presi a giornata. Ed egli disse loro: Andate anche voi nella mia vigna.

8 Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: Chiama gli operai e dá loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi.

9 Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro.

10 Quando arrivarono i primi, pensavano che avrebbero ricevuto di più. Ma anch’essi ricevettero un denaro per ciascuno.

11 Nel ritirarlo però, mormoravano contro il padrone dicendo: 12 Questi ultimi hanno lavorato un’ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo.

13 Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse convenuto con me per un denaro? 14 Prendi il tuo e vattene; ma io voglio dare anche a quest’ultimo quanto a te. 15 Non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?

16 Così gli ultimi saranno primi, e i primi ultimi”.

***

Non so quali sentimenti o pensieri susciti una parabola come questa. Sensibili al senso di giustizia contrattuale, credo che non ci discostiamo più di tanto dal parere degli operai della prima ora. Ma la parabola che il Signore ci consegna vuole scuoterci per andare oltre il solito modo di pensare monotono e scontato. È mai possibile che il Vangelo si soffermi a confermare cose scontate? A che serve del resto una parola di Dio che ci comunichi le cose scontate?

D’altra parte è necessario sfatare il mito che il linguaggio parabolico di Gesù sia un linguaggio semplice, alla portata di tutti ecc. Non è vero. Gesù parla come un orientale e noi siamo occidentali e comprendiamo le cose secondo le nostre vedute.

In questa parte del Vangelo di Matteo, oltre che in questa parabola, si parla per tre volte di lavoro nella vigna: in quella dei due fratelli inviati nella vigna (Mt 21, 28-32) e nell’altra dei vignaioli omicidi (Mt 21, 33-41). Ognuna di esse si chiude con una dichiarazione: “I primi saranno gli ultimi e gli ultimi i primi”.

Sappiamo che l’immagine della vigna, nella tradizione profetica, viene a designare il popolo d’Israele, non è difficile intravedere il senso profondo che Gesù intende dare alla parabola: la comunità dell’alleanza anziché aprirsi e godere che Dio sia per tutti e di tutti, anche oltre il confine del proprio orizzonte religioso, si è chiusa gelosamente e presuntuosamente nel proprio localismo.

Certe ristrette visioni religiose, sono il frutto di una meschina visione di Dio. Occorre un sussulto critico per andare oltre lo stereotipo del “dio ragioniere” che a fine mese quando ci raggiunge con la busta-paga. Quanta fatica a far capire che questa è una caricatura di Dio degna del più volgare degli idoli!

Lo sapeva bene il profeta della prima lettura. I suoi uditori ritenevano che ovunque avessero cercato pace, sicurezza, benessere e felicità, questi beni li avrebbero dovuti pagare a caro prezzo, quasi per meritarli.

Anche oggi crediamo di dover meritare la vita. Pensiamo che Il bene della pace, dell’amicizia, della condivisione, della solidarietà, della giustizia, del rispetto, della dignità ecc. siano beni dovuti a chi li merita. Come se Dio ci accordasse il suo Regno in cambio di un baratto basato sull'ottemperanza di principi moralisti o sul fatto che apparteniamo alla sua cerchia. Occorre prendere decisamente congedo da una tale mentalità, prodotto di una concezione mercantile di Dio. Con la logica di sempre è impossibile crederlo. Perciò il profeta della prima lettura dice che occorre mettersi sulle tracce di Jhwh; occorre ricercalo, chiamarlo, andare verso di lui - “Cercate il Signore, mentre si fa trovare, invocatelo, mentre è vicino” -. Insomma, fintanto che resteremo con i nostri ragionamenti rasoterra, non riusciremo a capire come si possa uscire dal labirinto delle corte visioni utilitaristiche e interessate, ma appena al di sopra, si può vedere la realtà delle cose secondo lo sguardo di Dio:

Perché i miei pensieri non sono i vostri pensieri, le vostre vie non sono le mie vie – oracolo del Signore. Quanto il cielo sovrasta la terra, tanto le mie vie sovrastano le vostre vie, i miei pensieri sovrastano i vostri pensieri”.

Nella parabola, il tragico non è solo il fatto che alcuni non comprendono la gratuità di un Dio che non segue, per nostra fortuna, il criterio del merito, ma soprattutto che nessuno degli operai della prima ora abbia partecipato all’ansia di coinvolgimento del Signore.

Con questa parola Gesù vuole dirci che nel discepolato non c’è posto per chi pensa solo a se stesso, per chi vuole salvarsi da solo, per chi non si coinvolge nella crescita del regno anche negli altri, per chi non ama camminare con gli altri, con i diversi, con i lontani.

Si tratta di entrare davvero nella novità di Dio. Chi non vi entra è, appunto, invidioso - Oppure tu sei invidioso? - ovvero non vede la realtà per quello che è; vede male, distorto. Molto probabilmente vede male la vita e probabilmente anche se stesso. Il criterio del merito non è semplicemente una distorsione della realtà ma è pure violento con se stessi e con gli altri; una vera schiavitù

Cosa significa per noi cercare Dio? Rientrare nei ranghi del pensiero che dice: “Se ti comporti da persona per bene, avrai del bene perché lo meriti" o lanciarsi verso un orizzonte di libertà più grande, un rinnovamento non ancora sperimentato, una visione di più ampio respiro?

Siamo testimoni del vecchio e piccolo dio dogmatico di una religiosità localista o del Dio biblico che apre strade nuove perché, contro ogni ottusa invidia, si ostina nell'essere buono?

Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?”.




Dal salmo 144

Ti voglio benedire ogni giorno,

lodare il tuo nome in eterno

e per sempre.

Grande è il Signore

e degno di ogni lode;

senza fine è la sua grandezza. 

Misericordioso e pietoso è il Signore,

lento all'ira e grande nell'amore.

Buono è il Signore verso tutti,

la sua tenerezza si espande su tutte le creature. 

Giusto è il Signore in tutte le sue vie

e buono in tutte le sue opere.

Il Signore è vicino a chiunque lo invoca,

a quanti lo invocano con sincerità.


Meditazione domenica XXIVa A


Ricordiamo, o Signore, davanti a te

Candele e silenzio in ricordo di tutti i morti nel Mediterraneo: si è conclusa così la giornata di lutto cittadino indetta dal sindaco di Lampedusa dopo la morte di una neonata di cinque mesi annegata nel ribaltamento di un’imbarcazione appena prima delle operazioni di salvataggio.

Sempre più critica la situazione del lago Titicaca sulla catena delle Ande tra Perù e Bolivia, culla degli Inca, e considerato uno degli specchi d'acqua più grandi del Sud America. L'abbassamento del livello dell'acqua ha raggiunto l'allarmante calo di 59 centimetri e la situazione tende al peggioramento. 

Almeno 177 attivisti ambientali sono stati assassinati nel 2022 in tutto il mondo, una sessantina dei quali in Colombia.

Scontri con la polizia e incendi dolosi si sono verificati a Santiago del Cile durante una marcia per commemorare le vittime della dittatura militare di Augusto Pinochet.

 Le organizzazioni umanitarie lanciano l'allarme per il crescente rischio di diffusione di malattie dopo che le inondazioni hanno causato migliaia di morti e dispersi nella Libia orientale, dove le speranze di trovare sopravvissuti si sono ormai affievolite a sei giorni dal disastro. La tempesta ha causato la morte di oltre 5.000 persone, mentre altre centinaia risultano ancora disperse. Almeno 30.000 sfollati interni. quasi 300.000 bambini sono stati esposti alla tempesta.

Un giovane attivista curdo, è stato ucciso dalle forze di sicurezza dopo avere gridato slogan anti governativi per la strada e avere invitato la popolazione a commemorare Mahsa Amini, la 22enne di origine curda morta il 16 settembre del 2022 dopo essere stata messa in custodia dalla polizia morale perché non portava il velo in modo corretto.

 Continua a prenderti cura di noi, o Signore: Kyrie eleison

Aiutaci a riconoscere e a coltivare i semi di speranza

La Celebrazione Nazionale della 18ª Giornata per la Custodia del Creato. Ieri a Verona si è svolto presso il Salone dei Vescovi il seminario di apertura della Giornata del Creato intitolata "Che scorrano la giustizia e la pace". Sono intervenuti il Vescovo di Verona, Athenagoras Fasiolo vescovo di Terme, Sacra Arcidiocesi Ortodossa d’Italia e Andrea Riccardi storico della Comunità di Sant'Egidio.

Patagonia cilena, dove l’acqua è un bene privatizzato. Si è svolta ad Aysén, in Cile, la Settimana sociale 2023: al centro dell’evento c’è la lettera pastorale del 2008 “Dacci oggi la nostra acqua quotidiana” di monsignor Della Mora, vicario apostolico del luogo, che spiega l’urgenza di mettere fine agli sprechi della società consumistica, in Patagonia come nel resto del mondo.

Gianfranco Morino, medico chirurgo e co-fondatore di World-Friends, organizzazione non governativa che dal 2001 è a fianco dei più fragili nella megalopoli capitale del Kenya ha dichiarato in un'intervista ai media vaticani: “L’ospedale Ruaraka Uhai Neema Hospital, la cui prima pietra è stata posta nel 2007, anche grazie al contributo della Conferenza Episcopale Italiana. è arrivato a compimento di un lungo cammino, in particolare nelle periferie fatte di baracche che circondano la parte nord-orientale della città.

“L’eredità di padre Puglisi è aver creato una comunità e averle fatto capire che affidarsi alla mano mafiosa non era una scelta obbligata ma c’era un’alternativa. Ecco perché la mafia si è impaurita di questo piccolo prete di Brancaccio”. Così Maurizio Artale, presidente del Centro di accoglienza Padre Nostro, ricorda don Pino Puglisi, il primo martire della Chiesa cattolica a essere stato ucciso dalla mafia, il 15 settembre del 1993. 

La tela di pace che il cardinale Matteo Zuppi sta pazientemente tessendo da più di due mesi a questa parte comincia a dare i propri frutti. Ne sono prova, all’indomani della tappa a Pechino (per l’andamento della quale filtra ampia soddisfazione da parte vaticana), le dichiarazioni di ieri del ministro degli Esteri russo Sergeij Lavrov. «L’inviato del Papa per l’Ucraina ha in programma un viaggio a Mosca», ha detto. E le autorità russe sono «pronte» a parlare con lui.

Per la bontà che abita nei cuori e per coloro che si dedicano alla causa del bene: A te la lode e la gloria, O Signore: Gloria in excelsis Deo


Con il tuo Servo Gesù, ti chiediamo, o Padre, di sostenerci affinché nessuno più condanni nessuno; che nessuno giudichi un fratello. Che non ci siano più vendette sulla terra o fratelli che si offendono. Ogni volta che diciamo la sola preghiera che Gesù ci ha insegnato, nessuno si scavi da se stesso la fossa. Te lo chiediamo per Gesù, nostro fratello e Signore. Amen


Sir 27,33-28,9 Rm 14, 7-9

Mt 18, 21-35

21 Allora Pietro gli si avvicinò e gli disse: «Signore, se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli? Fino a sette volte?». 22 E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette.

23 Per questo, il regno dei cieli è simile a un re che volle regolare i conti con i suoi servi. 24 Aveva cominciato a regolare i conti, quando gli fu presentato un tale che gli doveva diecimila talenti. 25 Poiché costui non era in grado di restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, i figli e quanto possedeva, e così saldasse il debito. 26 Allora il servo, prostrato a terra, lo supplicava dicendo: «Abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa». 27 Il padrone ebbe compassione di quel servo, lo lasciò andare e gli condonò il debito.

28 Appena uscito, quel servo trovò uno dei suoi compagni, che gli doveva cento denari. Lo prese per il collo e lo soffocava, dicendo: «Restituisci quello che devi!». 29 Il suo compagno, prostrato a terra, lo pregava dicendo: «Abbi pazienza con me e ti restituirò». 30 Ma egli non volle, andò e lo fece gettare in prigione, fino a che non avesse pagato il debito.

31 Visto quello che accadeva, i suoi compagni furono molto dispiaciuti e andarono a riferire al loro padrone tutto l'accaduto. 32 Allora il padrone fece chiamare quell'uomo e gli disse: «Servo malvagio, io ti ho condonato tutto quel debito perché tu mi hai pregato. 33 Non dovevi anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te?». 34 Sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non avesse restituito tutto il dovuto. 35 Così anche il Padre mio celeste farà con voi se non perdonerete di cuore, ciascuno al proprio fratello».

***


Questa parte del vangelo di Matteo è dedicata alle relazioni tra discepoli e discepole nella comunità del vangelo. In realtà, questo aspetto ecclesiale, nella prospettiva di Gesù, diventa la manifestazione concreta del Regno di Dio. La comunità Chiesa, non è il Regno di Dio, cioè la pienezza di come dovrebbero andare le cose secondo Dio, ma nei fratelli e sorelle che ne accolgono l'annuncio, il Regno si manifesta attraverso la qualità delle loro relazioni.

L'insieme di questo capitolo, detto discorso ecclesiologico, ci permette di comprendere che il primo segno del Regno di Dio che si compie nei cuori è la fraternità tra le persone.

La parte che precede il nostro testo, quella che indicava i differenti tentativi di recuperare coloro che sbagliano, si concludeva con la parabola sintetica della pecorella smarrita. Vale a dire un'indicazione parabolica del modo di agire del Padre il quale non vuole che si perda neppure uno dei piccoli. La vita fraterna dunque, è tutta impegnata a manifestare l'azione e la presenza di Dio (Regno di Dio), nella cura e nel recupero dei piccoli (= il fratello che pecca).


Qui, nella seconda parte del capitolo (il nostro brano), la questione si fa ancora più acuta: come manifestare il Regno di Dio nelle relazioni quando queste sono segnate dall'offesa (mio fratello che pecca contro di me)?

La realtà fotografata nella comunità cristiana è quella di fratelli che agiscono male, che si comportano male gli uni verso gli altri.

Direi che questo è il dato più interessante da considerare; anche più dei processi di recupero e di perdono. Le comunità del vangelo non sono caratterizzate dalla presenza di persone in gamba, ma assai malconce sia sotto il profilo morale che relazionale. Eppure il Regno di Dio mette radici in questo terreno!

Veniamo alla sostanza della parabola. In un primo momento, le parole di Gesù sembrano far cadere l'accento sul dovere del perdono reciproco: ...settanta volte sette. Ciò che invece emerge dalla drammatizzazione della parabola è che l'agire secondo il criterio di merito non fa assolutamente parte dell'agire di Dio.

La narrazione si apre con la richiesta del re che richiedeva al servo i diecimila talenti imprestati. Volutamente il racconto mette in scena una situazione di una sproporzione semplicemente assurda. Diecimila talenti sono molto, molto di più di un bilancio dello stato. Come è possibile che siano stati dati in prestito ad un servo? Impossibile. In ogni caso, se anche ciò fosse accaduto, è fin troppo evidente che nel momento in cui il re consegna quella cifra, è perfettamente conscio che mai e poi mai le sarebbe ritornata. La logica del regno è solo il dono di cui il perdono ne è l'espressione in quanto dono che in assoluto prescinde dal merito. Dio ama perché ama, non con un secondo fine oltre l'amore. Il vangelo chiama questo atteggiamento com-passione. È la com-passione non il merito che regola le relazioni del regno. I regni di questo mondo sono invece regolati dal dovere, dal dare e avere, dalla coercizione che rende efficaci i doveri ecc. Non così il Padre.

Nella preghiera del Padre Nostro sono poste in stretta relazione sia la richiesta del venga il regno come quella del perdono perché a sua volta è condiviso con altri. Infatti Il focus della parabola si concentra in quell'espressione: Non dovevi forse aver com-passione anche tu come io ne ho avuto per te?

Stando alla legge del regno mondano, benché i cento denari ( 3 mesi di lavoro) non fossero paragonabili ai 10 mila talenti, nessuno lo avrebbe obbligato ad attenersi al comportamento generoso del suo padrone, ma se invece il servo è un discepolo del regno, il suo criterio di azione e di relazione con il prossimo non sarà più quello meritocratico ma del dono.

Emerge qui un'idea nuova di giustizia: non più ciò che uno merita, ma ciò di cui uno ha bisogno.

Nella comunità del vangelo non funziona il premio per il migliore, ma una cura particolare per chi è più immaturo, meno adeguato, più difficile, in una parola, più in difficoltà sotto tutti i punti di vista. E tutto ciò nella piena consapevolezza che tutti, chi per un verso e chi per un altro, non siamo gente in gamba, ma persone sempre in deficit con il conto dell'amore sempre aperto.


Salmo 102

Benedici il Signore, anima mia,

quanto è in me benedica il suo santo nome.

Benedici il Signore, anima mia,

non dimenticare tutti i suoi benefici.

Egli perdona tutte le tue colpe,

guarisce tutte le tue infermità,

salva dalla fossa la tua vita,

ti circonda di bontà e misericordia.

Non è in lite per sempre,

non rimane adirato in eterno.

Non ci tratta secondo i nostri peccati

e non ci ripaga secondo le nostre colpe.

Perché quanto il cielo è alto sulla terra,

così la sua misericordia è potente su quelli che lo temono;

quanto dista l’oriente dall’occidente,

così egli allontana da noi le nostre colpe.


Meditazione Domenica XXXIII A

 


Ricordiamo, o Signore, davanti a te

Lo scorso anno quasi 2 milioni i bimbi sfollati nell'Africa subsahariana. Prevenzione, preparazione, supporto e ripresa dai disastri climatici per proteggere i più piccoli nelle emergenze: è ciò che chiede l'ong Save the children ai leader globali in occasione del primo vertice sul clima nel continente in corso fino dall’8 settembre a Nairobi. La Nigeria al primo posto con il più alto numero di sfollati interni, seguita dalla Somalia.

Terremoto in Marocco, oltre mille morti: crollati diversi edifici storici. L’epicentro è stato localizzato nella zona di Marrakech ad una profondità di dieci chilometri. I feriti sono più di 1200.

Continua a salire il bilancio delle vittime del ciclone extratropicale che si è abbattuto domenica scorsa sullo Stato brasiliano di Rio Grande do Sul: sono 38 finora i morti confermati.

Migliaia di manifestanti sono tornati a protestare a Panama contro un progetto che prevede l'estensione dell'esplorazione nella più grande miniera di rame dell'America centrale. La dimostrazione è stata la più numerosa finora, con circa tremila partecipanti, e si è conclusa con tafferugli con la polizia.

Sessantaquattro persone, tra cui 49 civili e 15 soldati, sono state uccise in due attacchi "terroristici" rivendicati da un gruppo affiliato ad al Qaeda che hanno preso di mira una nave passeggeri e una base dell'esercito nel nord del Mali.

Numerosi insediamenti di senzatetto sono stati sgomberati con blitz notturni, e migliaia di abitazioni precarie demolite a Delhi nel quadro degli impressionanti interventi di abbellimento della capitale indiana, che si prepara a ricevere i delegati del summit G20.

Il potente tifone Haikui ha toccato terra oggi a Taiwan. Nelle ultime ore circa 2.800 persone sono state evacuate.

 Continua a prenderti cura di noi, o Signore: Kyrie eleison

Aiutaci a riconoscere e a coltivare i semi di speranza

Il Signore non cerca il centro del palcoscenico, ma il cuore semplice di chi lo desidera e lo ama senza apparire, senza voler svettare sugli altri”. Lo ha detto il Papa, ripercorrendo, nell’udienza in piazza San Pietro, le tappe del suo recente viaggio in Mongolia. “Ho avuto la grazia di incontrare in Mongolia una Chiesa umile e lieta, che è nel cuore di Dio, e posso testimoniarvi la loro gioia nel trovarsi per alcuni giorni anche al centro della Chiesa”, il ritratto del popolo mongolo, definito “un popolo nobile e saggio, che mi ha dimostrato tanta cordialità e affetto”.

Sono partiti ieri da Lecco per arrivare a Milano lungo il Sentiero di Leonardo. A percorrere rigorosamente a piedi circa 80 chilometri di questo cammino, diviso in 5 tappe, un gruppo di 14 ragazzi ciechi, ipovedenti e normovedenti per vivere, tutti insieme un’avventura di indubbio valore formativo, sociale e culturale partendo da un semplice assunto: la natura e l’attività fisica possono rappresentare gli ingredienti giusti per sentirsi accolti a valorizzati per le proprie caratteristiche, qualunque esse siano.

Giornata mondiale di preghiera per la cura del creato. Il messaggio del papa: trasformiamo i nostri stili di vita e le politiche pubbliche

Per la bontà che abita nei cuori e per coloro che si dedicano alla causa del bene: A te la lode e la gloria, O Signore: Gloria in excelsis Deo



Nessuno vive per se stesso e nessuno muore per se stesso”. Così è scritto.

Uno è il Padre di tutti, che è al di sopra di tutti e agisce per mezzo di tutti”. Così è scritto. Signore, che nessuno al mondo abbia mai a rispondere come Caino: “Sono forse io il custode di mio fratello?”. Amen

Ez. 33, 7-9 Rm. 13, 8-10

Mt. 18, 15-20


Gesù disse ai suoi discepoli:

«Se il tuo fratello commetterà una colpa contro di te, va’ e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; se non ascolterà, prendi ancora con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. Se poi non ascolterà costoro, dillo alla comunità; e se non ascolterà neanche la comunità, sia per te come il pagano e il pubblicano.

In verità io vi dico: tutto quello che legherete sulla terra sarà legato in cielo, e tutto quello che scioglierete sulla terra sarà sciolto in cielo.

In verità io vi dico ancora: se due di voi sulla terra si metteranno d’accordo per chiedere qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli gliela concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro».

***


Ezechiele è il profeta che aiuta la sua gente a maturare il senso di responsabilità personale verso tutti. Ognuno è si responsabile delle sue azioni, tuttavia, nessuno può considerarsi indifferente riguardo le scelte e il comportamento altrui. Potremmo sintetizzare il messaggio della prima lettura nello slogan caro alla scuola di don Milani a Barbiana: y care – mi sta a cuore. Qui è l'altro come persona a starmi a cuore: “tu mi stai a cuore”.

La Parola di oggi ci educa ad atteggiamenti di vita opposti a quelli di Caino. La Bibbia si apre con un interrogativo: “Adamo dove sei?” (uomo dove sei – a che punto sei della tua vita – dove ti trovi – in che modo vivi la relazione con me? - cfr. Martin Buber ne “Il Cammino dell'Uomo”)

Come sappiamo, a questa domanda se ne aggiunge un'altra che rappresenta l’altra faccia della stessa medaglia: “Dov’è tuo fratello?”. Conosciamo molto bene la risposta di Caino: “Sono io il custode di mio fratello?”.

Ognuno pensi a se stesso. Nessuno s’impicci degli affari degli altri. Ciò che più conta è la tua vita, il tuo domani, i tuoi possessi. Chi si fa i fatti propri, è una personcina per bene.

Questo modo di pensare, per la Bibbia invece, è la radice della violenza omicida!

Il testo di Ezechiele reagisce: Certo che sei custode di tuo fratello! Tu sei sentinella per lui. Certo, il linguaggio del profeta è quello che è: “Quando dico all’empio tu devi morire, se tu non parli per ridestare l’empio dalla sua condotta ecc.” In buona sostanza significa che la responsabilità verso gli altri, persino delle loro scelte sbagliate, ci riguarda da vicino.

Il brano del Vangelo vuole in qualche modo annunciare che il regno di Dio, ossia la presenza e l’azione di Dio nella vita delle persone, al di là delle belle parole, passa attraverso le relazioni.

Siamo insieme per diventare fratelli e sorelle. Se tuo fratello pecca, riprendi tuo fratello…Riprendi tuo fratello. Tanto a dire che il nostro destino consiste nel ritornare continuamente alla fraternità: Riprendi tuo fratello. È molto forte questo verbo “ri-prendi”, ovvero prenditene carico di nuovo di lui...

Paolo, nella seconda lettura afferma: “non abbiate nessun debito se non quello di amarvi gli uni gli altri”. COME DIRE: Questa è la vostra vocazione, la vostra ragion d’essere, il vostro scopo.

La sequenza dei vari tentativi, al di là di una prassi specifica significativa delle Comunità antiche per dirimere eventuali contenziosi, sta ad indicare che dobbiamo fare tutto il possibile per ritrovare l’altro proprio sul terreno della sua debolezza: la relazione - “Se pecca contro di te”.

Se poi, dopo diversi tentativi, le cose non cambiano, “sia per te un pubblicano e un pagano”.

In un primo momento, questa affermazione sembra una dichiarazione di scomunica.

In realtà, il criterio ultimo va ricercato nello stesso modo di agire di Gesù. Come agiva dunque Gesù nei confronti dei pubblicani e dei pagani, dal momento che dice: “Sia per te come un pubblicano e un pagano”? Allontanandoli severamente, oppure accogliendoli con un amore ed una comprensione maggiori?

Ebbene, le parole del Signore ci dicono che, dopo aver tentato le vie normali per recuperare alla fraternità l'altro che ha rotto la relazione, se i tentativi non funzionano, mettete in campo un amore più grande, un amore che diventa capace di ri-prendere ancora una volta il cammino dall’inizio.

Questo “lavoro” ci compete, ci viene affidato. Gesù coltiva la fiducia che la Comunità cristiana ne sarà all’altezza. Come un sovrano consegna le chiavi del potere al suo primo ministro perché di lui ha fiducia, così anche verso di noi ci ritiene capaci di sciogliere i nodi delle relazioni disturbate e/o rovinate. Quel parallelismo antitetico “quanto legate sulla terra sarà legato in cielo e quanto sciogliete sulla terra sarà sciolto in cielo” è una tipica espressione della poetica dell'antico Vicino Oriente, non si tratta di un potere dispotico e arbitrario affidato ai discepoli, come se in loro risiedesse l'autorità di definire chi è nella verità e chi ne è fuori, quell'affermazione sta per: “Tocca a voi sciogliere i nodi perché se non fate voi il lavoro di ricomporre le relazioni, nessuno lo può fare al posto vostro! - E quand’anche vi sembrasse impossibile, sappiate che se pregate, ovvero se imparate a vedere gli altri alla luce di Dio, con il cuore di Dio, allora il cambiamento accadrà, io stesso sono presente ed agisco in questo lavoro”.

“...Se due di voi sulla terra si metteranno d’accordo per chiedere qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli gliela concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro”.

Si parla di assemblea e di riunione “due o tre riuniti”. In realtà il cuore di tutto il discorso è ecclesiologico – comunitario. Il recupero dei fratelli o il perdono che i discepoli riescono ad accordarsi sono solo una conseguenza di una comunità il cui centro di vita è vivere di Gesù, in contatto con lui e la sua parola. Credo che il pensiero di Mt. riguardo a queste cose sia stato chiaramente orientato alla comunità- ekklesia nella sua espressione liturgica, ovvero la comunità dell’ascolto e della fractio panis. È difficile infatti che il Nuovo Testamento parli di assemblea o riunione senza riferirsi al momento della Santa Cena, ovvero dell'eucaristia. Ci sarebbe quindi da chiedersi, non solo se nelle nostre comunità viviamo o meno buone e significative relazioni di comunione fraterna, ma se l’eucaristia, la preghiera e la nostra adesione al Signore alimentano le nostre relazioni. Se, in altre parole, l’incontro con il Signore è generativo di vita rinnovata o rimane staccato dal resto della quotidianità e dalle relazioni con gli altri, soprattutto con coloro con cui abbiamo delle difficoltà.


Dal salmo 94

Venite, cantiamo al Signore,

acclamiamo la roccia della nostra salvezza.

Accostiamoci a lui per rendergli grazie,

a lui acclamiamo con canti di gioia.

Entrate: prostrati, adoriamo,

in ginocchio davanti al Signore che ci ha fatti.

È lui il nostro Dio

e noi il popolo del suo pascolo,

il gregge che egli conduce.

Se ascoltaste oggi la sua voce!

«Non indurite il cuore come a Merìba,

come nel giorno di Massa nel deserto,

dove mi tentarono i vostri padri:

mi misero alla prova

pur avendo visto le mie opere».

Meditazione domenica XXIIa A

  


Ricordiamo, o Signore, davanti a te

Costernazione e sgomento in tutta Italia per la strage sul lavoro avvenuta nella stazione di Brandizzo sulla linea ferroviaria che collega Milano a Torino. Cinque operai impegnati in lavori di manutenzione sui binari e investiti da un treno in transito.

Sarebbero 48 i morti causati dalla repressione della manifestazione anti-Onu nell'est della Repubblica democratica del Congo.

Tensione continua in Etiopia settentrionale con scontri e arresti di massa nello stato regionale Amhara. Si contano almeno 180 morti da luglio – dieci solo nell'ultima. 

Almeno 39 persone, per la maggior parte donne e bambini, sono state uccise a Nyala, la capitale del Darfur meridionale, a causa di razzi caduti sulle loro case durante i combattimenti tra l'esercito e i paramilitari. Dall'11 agosto più di 50.000 persone sono state costrette a fuggire.

Ta'kiya Young, 21enne afroamericana incinta, è stata uccisa nella sua auto con un colpo di arma da fuoco da un agente di polizia che le intimava di scendere perché accusata di taccheggio da un negoziante. I fatti, avvenuti in un sobborgo di Columbus, Ohio, risalgono alla scorsa settimana

 Continua a prenderti cura di noi, o Signore: Kyrie eleison

Aiutaci a riconoscere e a coltivare i semi di speranza

Il "Premio Spreco Zero 2023" al gesuita francese Gaël Giraud. Teorico della transizione ecologica, autore di numerose pubblicazioni sui temi ambientali, l'economista sostiene l’urgenza di implementare in tutto il mondo il processo di riconversione per passare da una società basata sulle energie fossili ad una fondata sulle rinnovabili. La consegna del premio avverrà a Roma il prossimo 28 settembre.

Comunità di Sant’Egidio: a Berlino il no delle religioni alla guerra. Nella capitale tedesca, dal 10 al 12 settembre prossimi, si svolgerà l’incontro “L’audacia della pace”, uomini e donne di diverse religioni e diverse culture si riuniscono per tre giorni per discutere e lavorare insieme verso un futuro di pace e solidarietà nello spirito di Assisi.

Francesco: il 4 ottobre sarà pubblicata una seconda Laudato si'. All'udienza generale di questo mercoledì, il Papa ricorda la Giornata mondiale di preghiera per la cura del creato che si celebra il 1° settembre. "È necessario schierarsi al fianco delle vittime dell’ingiustizia ambientale e climatica, sforzandosi di porre fine all’insensata guerra alla nostra casa comune, che è una guerra mondiale terribile".

in questi giorni i Piccoli fratelli di Gesù hanno vissuto al Monastero di Sezano l'incontro annuale che da ormai più di trent'anni si svolge qui. Ci hanno regalato una serata indimenticabile presentando ciascuno la propria esperienza di vita di fraternità. Un viaggio intorno al mondo incontrando, nel loro ricordo, persone, luoghi e pensieri di altri mondi diversi dal nostro. Un regalo prezioso!

Per la bontà che abita nei cuori e per coloro che si dedicano alla causa del bene: A te la lode e la gloria, O Signore: Gloria in excelsis Deo


Signore, donaci di comprendere, con cuore da discepole e discepoli, che nelle parole che hai detto a Pietro, slancio e perplessità, fede e negazione sempre si inseguono e si intrecciano come la luce e l'ombra dei corpi, come onda su onda nel mare e che, anche così, tu ci offri sempre la possibilità di ritornare a seguirti. Amen

Ger 20, 7-9 Rm 12, 1-2

Mt 16, 21-27

21 Da allora Gesù cominciò a dire apertamente ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme

e soffrire molto da parte degli anziani, dei sommi sacerdoti e degli scribi,

e venire ucciso e risuscitare il terzo giorno.

22 Ma Pietro lo trasse in disparte e cominciò a protestare dicendo: “Dio te ne scampi, Signore; questo non ti accadrà mai”.

23 Ma egli, voltandosi, disse a Pietro: “Lungi da me, satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!”.

24 Allora Gesù disse ai suoi discepoli: “Se qualcuno vuol venire dietro a me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua.

25 Perché chi vorrà salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà.

26 Qual vantaggio infatti avrà l’uomo se guadagnerà il mondo intero, e poi perderà la propria vita? O che cosa l’uomo potrà dare in cambio della propria vita? 27 Poiché il Figlio dell’uomo verrà nella gloria del Padre suo, con i suoi angeli, e renderà a ciascuno secondo le sue azioni.

***

Questo testo dovrebbe essere letto in continuità con la parte precedente, la cosiddetta confessione di Pietro. Appartiene alla medesima unità. È riduttivo limitarsi alla dichiarazione di Gesù nei riguardi di Pietro, dichiarazione che sembra confermarlo nel primato – Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa - e trascurare l’affermazione in cui, sempre lo stesso Pietro, viene chiamato addirittura con l’appellativo di Satana perché nei riguardi del Cristo esercita un’opera di ostacolo. Pietro è l’uno e l’altro nello stesso momento. Come del resto noi siamo allo stesso tempo forti e deboli nella vita e nella fede.

Dalle parole di Gesù comprendiamo che Pietro, anche se con la dichiarazione “Tu sei il Cristo, il figlio del Dio vivente” meritò la beatitudine di Gesù, In realtà, i contenuti della sua affermazione non coincidevano con il pensiero di Gesù. Ai suoi occhi, Gesù ribalta la situazione e la sua bella dichiarazione viene come svuotata dalle prospettive di Gesù.

Si tratta di una visione talmente sorprendente per gli ascoltatori, da rappresentare qualcosa di assolutamente inatteso, un vero e proprio inizio di cammino: “Da allora Gesù cominciò a dire…”

Nelle affermazioni di Gesù circa il suo destino abbiamo una sintesi del racconto della passione, morte e risurrezione. È il mistero pasquale. In altri termini, Gesù annuncia che la riuscita del suo percorso passa attraverso la via dell’abbassamento. Egli vincerà perdendo! Questo è il suo modo di portare avanti le cose, di amare le persone, di comunicare vita, di suscitare forza di cambiamento.

A mio modo di vedere è singolare che, in risposta alla reazione di Pietro Gesù arrivi ad apostrofarlo, non solo con l’appellativo di “Satana” (mentre prima lo aveva chiamato “beato”) , ma lo rimproveri di essergli di scandalo.

Con questo termine indica, ancora una volta una pietrama una pietra d’inciampo. Pietro, di fronte al Vangelo, è quindi solido e debole insieme. Proprio come tutti noi.

Egli ora non è solo una pietra per edificare ma, al contempo, un intoppo capace di mandare tutto all’aria; egli rischia di stravolgere, di snaturare il vangelo.

Infatti, nei confronti di Gesù assume un atteggiamento improprio. Si comporta come se fosse lui il maestro, non Gesù. Pietro, “Presolo in disparte” - dice il testo – Letteralmente sarebbe: “Avendo preso (Gesù) con sé.

Nel capitolo successivo, Mt. adopera lo stesso verbo per indicare l’invito di Gesù rivolto a Pietro, Giacomo e Giovanni a salire sul monte della trasfigurazione: “Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni…”.

Allora, la Parola forte di Gesù, non corrisponde affatto all'intenzione di allontanare Pietro. Non è corretto tradurre “allontanati da me” bensì: “Torna dietro a me”. Come dire: riprendi il tuo posto di discepolo. Non davanti, ma dietro è il posto del discepolo. Non per insegnare ma per imparare. Non per imporre, ma per ascoltare e seguire Gesù.

Questo passaggio esprime molto efficacemente come deve essere il rapporto dell'evangelizzatore con la Parola del Vangelo: non uno che ammaestra ma uno che suscita discepolato negli altri perché anche lui continua ad imparare dal maestro come un discepolo. Nella Chiesa nessuno può insegnare qualcosa agli altri se non nella misura in cui si dispone ad imparare qualcosa dal Signore.

È a questo punto che il discorso s’allarga fino a noi: “Se qualcuno mi vuole seguire…”. Pietro, saldo e fragile, credente e dubbioso nello stesso tempo, proprio come noi, non può e non deve, come non possiamo e non dobbiamo abbandonare la condizione del discepolato, vale a dire la condizione di stare dietro a Gesù per assimilare le sue scelte e far nostro il suo cammino.


Salmo 62

O Dio, tu sei il mio Dio,

dall’aurora io ti cerco,

ha sete di te l’anima mia,

desidera te la mia carne

in terra arida, assetata, senz’acqua.

Così nel santuario ti ho contemplato,

guardando la tua potenza e la tua gloria.

Poiché il tuo amore vale più della vita,

le mie labbra canteranno la tua lode.


Così ti benedirò per tutta la vita:

nel tuo nome alzerò le mie mani.

Come saziato dai cibi migliori,

con labbra gioiose ti loderà la mia bocca.


Quando penso a te che sei stato il mio aiuto,

esulto di gioia all’ombra delle tue ali.

A te si stringe l’anima mia:

la tua destra mi sostiene

Meditazione Domenica XXI A

 


Ricordiamo, o Signore, davanti a te

Il 24 agosto 2023, il Giappone ha dato il via allo scarico nell'Oceano Pacifico delle acque radioattive - trattate - contenute nelle cisterne della centrale nucleare di Fukushima, dismessa dopo il tragico terremoto del 2011. L'operazione, decisa dal governo giapponese, durerà per i prossimi 30 anni.

Niger: urgente l'assistenza umanitaria per oltre 2 milioni di bambini. La crisi in corso nel Paese africano continua a rappresentare un pericolo sempre maggiore per tantissimi minori la cui situazione è ulteriormente peggiorata dopo il golpe e le sanzioni. 

Il Sudan, entrato nel quinto mese di guerra, fa la drammatica conta delle sue vittime più innocenti: i bambini, che a centinaia stanno morendo per fame e malattie legate alla malnutrizione.

Il numero di persone che vive sotto la soglia di povertà, negli ultimi dieci anni, è triplicato. Sono 5,6 milioni le persone che in Italia vivono nell’indigenza. È il Centro Italia, col 27% della popolazione costretta a rivolgersi alla Caritas, a mostrare la sua fragilità.

Repubblica Democratica del Congo, oltre 8 mila bambini contagiati dal colera. È una malattia della povertà e si concentra soprattutto nei paesi afflitti da disastri naturali o conflitti”.

La ong Human rights watch (Hrw) accusa in un nuovo rapporto le guardie di frontiera saudite di aver ucciso centinaia di migranti etiopi con armi di piccolo calibro ed esplosivi in una campagna mirata che - secondo gli attivisti per i diritti umani - potrebbe costituire un crimine contro l'umanità.

 Continua a prenderti cura di noi, o Signore: Kyrie eleison

Aiutaci a riconoscere e a coltivare i semi di speranza

in una nuova lettera-appello, alla quale la Cooperativa Giotto ha aderito, Ristretti Orizzonti, Conferenza Nazionale Volontariato Giustizia e Associazione Sbarre si rivolgono a Papa Francesco, al presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella, al ministro della Giustizia Carlo Nordio e alla società tutta perché si consenta ai carcerati di curare gli affetti e rafforzare le relazioni. 

“Global Friendship”, l’incontro dei giovani europei per un futuro di pace. Un grande evento internazionale per la pace promosso dai giovani della Comunità di Sant’ Egidio in un tempo profondamente segnato dalla guerra in Ucraina: si terrà a Padova e a Venezia dal 25 al 27 agosto. "Un'occasione - dicono gli organizzatori - senza precedenti per creare legami e connessioni tra culture e nazionalità diverse”.

Chiese metodiste e valdesi a Torre Pellice: sinodalità e accoglienza vanno insieme. Il Sinodo di cinque giorni, fino al 25 agosto, che ha riunito 180 delegati da tutta Italia. William Jourdan, della Tavola valdese, ha detto: di fronte alla tendenza sociale di volersi rinchiudere in una fortezza, emerge la necessità di apertura incondizionata alle differenze.

Una marcia di almeno 75mila persone sfila oggi 26 agosto per Washington fino allo stesso punto del National Mall dove Martin Luther King parlò di sogni, figli e colore della pelle. Cominciando così: «I have a dream...». Sessant'anni dopo l'America si rende conto che il suo sogno non si è ancora realizzato, almeno non lo è com'era nei sogni di tanti.

Messico. Terre del caffè libere dalla speculazione: così un'altra economia è possibile. Erika Ruiz Lara è tra i giovani di Economy of Francesco ed è una delle colonne della cooperativa “Yomol A’tel” che ha tolto il controllo della filiera agli intermediari che penalizzavano i produttori. Nella lingua tseltal maya, la terza più diffusa in Messico, “Yomol A’tel”, significa: “Insieme camminiamo, insieme sogniamo, insieme lavoriamo”.

Per la bontà che abita nei cuori e per coloro che si dedicano alla causa del bene: A te la lode e la gloria, O Signore: Gloria in excelsis Deo


Che ognuno si lasci invadere dallo Spirito, come Pietro, e risponda personalmente alla tua domanda: chi tu sia per lui. Così ognuno sarà pietra vivente di una chiesa che è sempre da edificare. Amen


Is 22,19-23    Rm 11,33-36  

 Mt 16,13-20


13 Gesù, giunto nella regione di Cesarea di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «La gente, chi dice che sia il Figlio dell'uomo?». 14 Risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti». 15 Disse loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». 16 Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». 17 E Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. 18 E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. 19 A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli». 20 Allora ordinò ai discepoli di non dire ad alcuno che egli era il Cristo.

***


Il brano segue il processo di progressivo allontanamento di Gesù dalla religiosità rappresentata dalla categoria dei funzionari religiosi.

Immediatamente prima, Gesù raccomanda ai suoi di “guardarsi dal loro lievito che è ipocrisia”. Il lievito, quando è vecchio, va buttato perché considerato elemento di corruzione. In altre parole, la religiosità che essi rappresentano e qualsiasi altra forma di religiosità che ad essa assomigli, deve essere lasciata perdere. È superata. Non è superata la fede dell’Antico testamento, dei profeti e delle alleanze e delle promesse, in una parola della Torah, è superata la religiosità di un sistema che va bene solo ai funzionari per mantenere i loro privilegi. Quando la religione è ridotta a sistema di potere, è lievito vecchio. L’istituzione religiosa in quanto luogo di autoreferenza e di “controllo dei rapporti col divino” è da buttare. Gesù se ne allontana.

Non è un caso che anche geograficamente questo racconto sia collocato in una zona di confine come Cesarea di Filippo. Allo stesso modo, non è un caso che nel capitolo precedente sia narrato l’incontro di Gesù con la donna cananea.

Osservando lo sviluppo narrativo e i contenuti specifici, sembra che l’evangelista voglia insinuare che prendendo le distanze, dalla religiosità del sistema, i suoi sono inevitabilmente condotti a porsi domande vere, autentiche sull’uomo, sul Cristo e sul rapporto con lui e il senso della sua vita nell’orizzonte di Dio.

Matteo poi dà un risalto particolare ai titoli con cui Gesù interpreta se stesso: Figlio dell’uomo – Figlio di Dio (anzi, sulla bocca di Pietro: figlio del Dio vivente). Ovviamente, dietro queste parole sta la fede della Comunità delle origini che, elaborando anche concettualmente la sua esperienza di fede nel Cristo morto e risorto, è giunta a identificarlo con alcune figure tipiche già appartenenti alla tradizione profetica dell’Antico Testamento.

Il titolo Figlio dell’uomo, così come quello di Figlio di Dio, è titolo messianico, vale a dire che indica la figura di un personaggio che nel suo modo di essere e di agire, porta avanti le cose per incarico di Dio e secondo il suo desiderio di salvezza e liberazione per l'umanità. In particolare, lo incontriamo nella letteratura profetica apocalittica del libro di Daniele. È una figura dai tratti surreali, il suo è un incedere dall’alto, quindi dal mondo di Dio. In sintesi, potrebbe simboleggiare la nuova umanità che Dio fa nascere dalla sua iniziativa. Con le sue parole, Gesù si autointerpreta in questo senso, cioè l'inizio di un modo nuovo di vivere nel mondo secondo Dio; l'inizio di una nuova umanità. Questo è in sostanza il valore del titolo “Figlio dell'uomo”. La Stessa cosa, con qualche leggera differenza, può essere detto del titolo “Figlio di Dio”.

Quindi, la risposta di Pietro è in pratica speculare a questa figura: “tu sei il Cristo, il figlio del Dio vivente”.

Tuttavia, “Dio Vivente” è un’espressione interessante. Cioè Dio come realtà viva che fa vivere e porta avanti la vita; Dio che entra nella vita per cambiarla, per liberarla.

Egli, Pietro, ne è testimone diretto: in realtà, lui non è che il figlio di Giona e si chiama Simone, ma la sua trasformazione è espressa nel nuovo nome, quello che gli impone Gesù: Pietro. Egli è un nulla, solo carne, ovvero solo fragilità e precarietà eppure, appoggiandosi sulla pietra della Parola di Dio, consegnando la sua fiducia in Gesù, egli diventa consistente come la pietra. È chiamato a fare uno con la pietra della fede che lo sorregge. In altre parole: ha trovato il suo punto d’appoggio.


Il testo è ricco di storia. Viene usato come fondamento giuridico dell’autorità del successore di Pietro, il papa. Ho letto recentemente che il presente brano costituisce la fondazione della Chiesa di Roma. A me sembrano affermazioni molto discutibili dal punto di vista di una corretta teologia biblica.

Sarà opportuno mettere subito in rilievo che difficilmente i testi scritturistici entrano, per così dire, in una prospettiva giuridico –canonica.

Io penso che il ministero di Pietro, così come qui viene in qualche modo presentato, consista essenzialmente nell’essere porta Parola, ossia voce di tutti. È più facile che qui si tratti della cosiddetta personalità collettiva, ovvero di uno nel cui vissuto si sintetizza il vissuto di tutti, piuttosto che di uno al di spora degli altri. In fondo il vero ministero dell’unità è proprio questo: offrire a tutti la possibilità di riconoscersi. Pietro, nella sua storia di fiducia e debolezza può confermare tutti nel loro cammino di fiducia proprio perché, come tutti, anche lui è attraversato dalla debolezza.

Per cogliere l’aspetto di solidità e debolezza insieme, occorrerebbe continuare nella lettura dei versetti successivi, laddove Gesù rimprovera a Pietro di essergli di scandalo. Con questo termine indica, ancora una volta una pietra, ma una pietra d’inciampo. Pietro, di fronte al Vangelo, è solido e debole insieme. Esattamente come tutti noi.

Di conseguenza, quello che Gesù consegna a Pietro lo consegna a tutti.

Il testo tuttavia è molto forte, soprattutto nell’affidamento del “potere delle chiavi”. Va però precisato che solo Mt. inserisce qui l’aggiunta di carattere ecclesiale: “Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia assemblea a te darò le chiavi… e le porte dell’ade…”. Inoltre i poteri affidati sono poteri di cura verso i più deboli che, nella tradizione profetica, venivano affidati al re-messia. Il re, nella comunità d'Israele, non è un despota. Egli agisce per incarico di Dio, vero re d'Israele. Il re terreno ha quasi il compito di un maggiordomo, di un visir, che apre e chiude le porte per il passaggio del re, come si evince dalla prima lettura. In altre parole, per la tradizione biblica, il cosiddetto “potere delle chiavi” indica un incarico di fiducia tutt'altro che arbitrario, si tratta di un potere di cura. Il libro dell'Apocalisse riconosce un tale potere Cristo e applica a lui la frase che la prima lettura di oggi riferisce a Eliakim: “Sarà un padre per gli abitanti di Gerusalemme...gli porrò sulla spalla la chiave di Davide: se egli apre, nessuno chiuderà; se egli chiude, nessuno potrà aprire”. (Is 22, 21-22)

Potremmo dunque affermare che Gesù fa diventare messia Pietro, vale a dire servo per la cura della comunità. Ma se Pietro è personalità rappresentativa dell’assemblea, è l’assemblea, ovvero la Comunità, ad essere Comunità messianica, cioè serva per la cura dell'umanità.

È la Comunità che nella sua fragilità, appoggiandosi con e come Pietro sulla roccia della Parola. Diventa roccia, trova la sua consistenza.

La Comunità del Signore Gesù è il luogo della vita. Le forze della morte non l’avranno vinta (l’ade – gli inferi- lo sheol è il luogo dove si custodisce la morte che sempre tenta di risucchiare la vita).

Potremmo anche affermare che la Comunità rappresentata da Pietro è infallibile nel senso che non sbaglia ad appoggiarsi sulla roccia del Vangelo.

Infine, sorprende sempre che nei momenti di intensa rivelazione in cui i discepoli possono comprendere qualcosa di più di Gesù Cristo, il Signore ingiunga il silenzio: “20 Allora ordinò ai discepoli di non dire ad alcuno che egli era il Cristo”. Si tratta del cosiddetto “segreto messianico”.

Gli studi esegetici hanno spiegato in lungo e in largo il senso di questo comando di Gesù. Oltretutto quello che è stato detto in proposito, forse vi è anche per noi, donne e uomini del XXI° secolo, l'invito a non ricorrere alle molte parole o dottrine per confessare il Cristo, ma a parlare di lui con la testimonianza della vita.


Salmo 137


Ti rendo grazie, Signore, con tutto il cuore:
hai ascoltato le parole della mia bocca.
Non agli dèi, ma a te voglio cantare,
mi prostro verso il tuo tempio santo.

Rendo grazie al tuo nome per il tuo amore e la tua fedeltà:
hai reso la tua promessa più grande del tuo nome.
Nel giorno in cui ti ho invocato, mi hai risposto,
hai accresciuto in me la forza.

Perché eccelso è il Signore, ma guarda verso l’umile;
il superbo invece lo riconosce da lontano.
Signore, il tuo amore è per sempre:
non abbandonare l’opera delle tue mani.