Meditazione Va Domenica di Quaresima B

 


Ricordiamo davanti a te, o Signore

Almeno 23 bambini nel nord della Striscia di Gaza sono morti per malnutrizione e disidratazione nelle ultime settimane, andando ad aggiungersi al crescente numero di bambini uccisi nella Striscia durante il conflitto in corso - circa 13.450 secondo quanto riportato dal Ministero della Salute palestinese, sottolinea l'Unicef nel suo comunicato.

Di certo, la strage c’è stata. Qualcuno ha sparato raffiche sulle centinaia di persone che si accalcavano attorno al convoglio che portava viveri nel nord della Striscia di Gaza dove ci sono 300mila palestinesi e si muore di fame. Sul terreno sarebbero rimasti 21 morti e 155 feriti.

Siria, Unicef: quasi 7,5 milioni di bambini hanno bisogno di assistenza umanitaria. Più di 650mila bambini sotto i 5 anni sono colpiti da malnutrizione cronica. Quasi la metà dei 5,5 milioni di bambini tra i 5 e i 17 anni non vanno a scuola. Sono sfollati più di 13 milioni di siriani, circa la metà della popolazione prima del conflitto

Migranti, Almeno 60 migranti morti in mare di fame e di sete.I racconti dei 25 sopravvissuti presi a bordo da Ocean Viking: morte alcune donne e un bimbo. Barca lasciata alla deriva 7 giorni tra la Libia e la Sicilia. Le Ong tedesche: ci impediscono i soccorsi. E altre 10 vittime del mare fra Tunisia e Canarie. L'Oim: "Almeno 215 i migranti già inghiottiti dal Mediterraneo dall’inizio di quest'anno".

'I gruppi armati reclutano i bimbi indigeni colombiani'. Le Nazioni Unite denunciano gli abusi dei gruppi armati contro i bambini indigeni in Colombia, reclutati con la forza fin dalla prima infanzia: alcuni piccoli tentano di suicidarsi, altri ci riescono, tutto per evitare di entrare nelle file dei criminali. I bambini vengono strappati alle loro famiglie anche a 6, 7, 8 anni.

In Ecuador gli indigeni respingono i progetti minerari del Governo. Le popolazioni indigene della provincia di Cotopaxi in Ecuador hanno annunciato nuove proteste contro lo sfruttamento minerario delle regioni dell'Amazzonia ecuadoriana.

Signore, abbi cura di noi: Kyrie eleison...

Aiutaci a custodire la speranza

Il messaggio di Papa Francesco al convegno tenuto a Roma sul problema della tratta: "La tratta di esseri umani è una piaga sociale" e "una forma moderna di schiavitù che viola la dignità della persona e i suoi diritti". Il Papa "incoraggia ad agire con responsabilità e determinazione per contrastare questo drammatico fenomeno globale che colpisce particolarmente donne e bambini vittime di conflitti, migrazioni e abusi di ogni genere".

A Scampia il 12 marzo si è tenuto l’incontro nazionale dei giovani in servizio civile. L’appuntamento annuale celebrato nella memoria di san Massimiliano di Tebessa, martire nel 295 d. C. per non essersi sottoposto al servizio militare a causa della sua fede. Il direttore di Caritas Italiana don Pagniello: ribadiamo il rifiuto della violenza e della guerra.

Acqua che salva la vita, parte la raccolta fondi di Oxfam. Nel mondo 1 persona su 4 non ha accesso all’acqua pulita. Una condizione che, sommata alla mancanza di igiene, causa la morte di 1.000 bambini al giorno. Con la raccolta fondi Oxfam intende portare acqua pulita, serbatoi, latrine, cibo e beni di prima necessità a migliaia di famiglie che vivono in condizioni di emergenza umanitaria.

***

Anche tu, Gesù, sei stato tentato di tornare indietro, di sottrarti alla tua missione: anche tu a chiedere nell'imminenza della notte orrenda, “che debbo fare? Fuggire?”. Tutto si può fare ma non fuggire al proprio destino. Solo che tutto si può compiere per amore. Amen

Ger 31, 31-34 Eb 5, 7-9

Gv 12, 20-33

Tra quelli che erano saliti per il culto durante la festa c’erano anche alcuni Greci. Questi si avvicinarono a Filippo, che era di Betsàida di Galilea, e gli domandarono:

«Signore, vogliamo vedere Gesù». 

Filippo andò a dirlo ad Andrea, e poi Andrea e Filippo andarono a dirlo a Gesù. Gesù rispose loro:

«È venuta l’ora che il Figlio dell’uomo sia glorificato. In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna. Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. Se uno serve me, il Padre lo onorerà.

Adesso l’anima mia è turbata; che cosa dirò? Padre, salvami da quest’ora? Ma proprio per questo sono giunto a quest’ora! Padre, glorifica il tuo nome». 

Venne allora una voce dal cielo: «L’ho glorificato e lo glorificherò ancora!».

La folla, che era presente e aveva udito, diceva che era stato un tuono. Altri dicevano: «Un angelo gli ha parlato».

Disse Gesù:

«Questa voce non è venuta per me, ma per voi. Ora è il giudizio di questo mondo; ora il principe di questo mondo sarà gettato fuori. E io, quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me». Diceva questo per indicare di quale morte doveva morire.

***

Le parole e i gesti che hanno accompagnato Gesù, stanno per condensarsi in momento preciso: la sua ORA.

I vari momenti dell’esistenza possono essere raccontati separatamente gli uni dagli altri, ma se vogliamo coglierne il significato profondo, ovvero la relazione interna che li tiene unificati, occorre prestare attenzione a quel momento, o a quei momenti, in cui le differenti circostanze si condensano. A partire da queste condensazioni, è possibile intravedere ciò che tiene legate le differenti congiunture di una vicenda umana.

L’evangelista Giovanni chiama quel momento “L’ORA di Gesù”. È il momento ermeneutico di tutto ciò che precede e segue la sua vicenda, parole, gesti, segni… In particolare, il nostro brano segna l’inizio di quest’ORA.

La prima coordinata che il testo ci presenta è la FESTA, è la Pasqua. Un enorme afflusso di presenze si concentra nella città santa.

Il racconto è come strutturato all’interno di una tensione bipolare: la FESTA, che attrae persone diverse verso il tempio e Gesù che, innalzato da terra, attirerà tutto a sé. I racconti che precedono il testo testimoniano un crescendo, da un lato, di consenso attorno a Gesù e, d’altra parte, aumenta l’ostilità nei suoi confronti particolarmente da parte dei dirigenti. Infatti, il nostro brano è anticipato da una loro dichiarazione: “Ecco, il mondo è andato dietro lui”. E immediatamente, dei greci, quindi non giudei, chiedono a Filippo di entrare in contatto con Gesù.

All’interno di questa polarità avviene la manifestazione di Gesù, la sua ORA.

Leggendo il brano, non può sfuggirci una serie di paradossi.

  • Primo fra tutti, la prospettiva di una morte in croce - quando sarò innalzato – è una gloria, non una sconfitta.

  • Persone estranee alla tradizione giudaica – alcuni greci – vanno verso la festa, in realtà si muovono per vedere Gesù (qui il verbo vedere è più del semplice guardare, significa capire, comprendere accogliere …), ne sono già attratti. I greci si rivolgono a uno che porta un nome greco, Filippo, il quale, a sua volta, si rivolge ad Andrea, anche lui con un nome greco. Poi, i due insieme vanno da Gesù. Insomma, il contatto richiesto all'inizio non avviene in modo immediato. Forse Giovanni intende far capire che per la chiesa delle origini aprirsi al mondo extra giudaico non è avvenuto immediatamente, ma c'è voluta una certa riflessione. In ogni caso, l’attrazione che esercita Gesù sull’umanità è totale, è per tutti al di là di ogni forma di appartenenza culturale, sociale o religiosa.

  • Infine, la piccola parabola del chicco di grano, che muore per dare vita, è la sintesi della vicenda paradossale di Gesù e di coloro che lo seguono. Anzi, è la chiave interpretativa di ogni esistenza. Il seme ed il suo percorso è VITA, fecondità, crescita. Non serve un’analisi particolarmente complessa per intuirne la forza simbolica. È tuttavia drammatico se questo processo lo applichiamo alla vicenda di una persona perché implica un consumarsi, un perdere la vita, un morire.

A margine di questi pochi rilievi, ci sarebbe da domandarsi in quale misura la nostra esperienza di fede fa credito alla paradossalità del Vangelo. Sovente, nella vita concreta dei credenti e delle chiese sembra emergere piuttosto lo sforzo di un annuncio che va d’accordo con ciò che chiamiamo “buon senso”, in realtà si tratta di equilibrismo benpensante.

In questa cornice dell’ORA Gesù manifesta a tutti la sua “GLORIA”, giudei e greci (noi possiamo aggiungere: credenti e non credenti).

Se la nostra immaginazione intorno all’idea di GLORIA sconfina in qualcosa di trionfale e di sublime, è bene comprendere che per il Vangelo di Giovanni, la realizzazione di ciò che a uno sta veramente a cuore, insomma, lo scopo principale della sua vita per il quale uno è disponibile perfino a dare la via, a consumarsi per esso, quella è la sua GLORIA.

In Gesù, la sua GLORIA, ossia il desiderio profondo della sua vita coincide con lo stesso desiderio che sta a cuore al Padre: curare, guarire, liberare, perdonare, risuscitare, servire, amare l’umanità. È il sogno di Dio che Gesù manifesterà pienamente nel corso della lavanda dei piedi CHINANDOSI fino a dove l’umano è più terra terra, più basso, più sporco, più in difficoltà.

Tutto questo è straordinariamente annunciato nella piccola parabola del chicco di grano.

La prima polarità, quella della FESTA, trova la sua GLORIA nel vivere in funzione di se stessa.

Quante istituzioni, comprese quelle religiose, sono prigioniere di questa idea! È un modello assunto da molti, i quali, nel mettere se stessi al centro di tutto, credono così di realizzare il proprio progetto di vita. È la GLORIA mondana che ogni forma di potere cerca di attribuire a sé. Il chicco rimane si intatto, ma sterile.

Chi, invece, obbedisce all’attrazione di Gesù, nell’amore verso l’umanità, realizza la GLORIA DI Dio, cioè il sogno del Padre che Gesù ha svelato – Chi vuole collaborare con me, mi segua, e così, là dove io sono, sarà anche colui che collabora con me. Chi collabora con me il Padre lo onorerà. – Siamo ai fondamentali della mistica politica. I chicchi che muoiono, dunque, sono i discepoli e le discepole di Gesù la cui esistenza è piena di contatti, perché si lasciano spogliare dei loro privilegi; accettano di contaminarsi con le fragilità terrestri affinché il sottile strato di glutine che avvolge il germe nel chicco di frumento, marcendo, permetta alla vita del germe di sbocciare e svilupparsi in altri chicchi di grano.

Forse in questo tempo in cui prevale l’introversione e la preoccupazione di proteggere se stessi, si finisce per implodere e spegnersi dentro. Se, nonostante tutto, continuiamo a interessarci del bene di tutti, in noi non vincerà la tendenza depressiva.

Il paradosso della piccola parabola è più realista di quanto non possa sembrare: - Essere attaccati alla propria vita è distruggersi, disprezzare ciò che questo sistema mondano propone come garanzia di sicurezza è conservarsi per una vita definitiva.

La vera GLORIA-PASQUA- FESTA non è quella che all’inizio del brano veniva chiamata FESTA, quella vera è la totale autoconsegna di sè per tutti, Giudei e Greci, vicini e lontani.

È il nuovo paradigma che scalza il principio attivo del sistema oppressivo - ora il capo di questo ordinamento sta per essere cacciato fuori; infatti io, quando sarò innalzato da terra, trarrò tutti a me. Questo lo diceva indicando il genere di morte di cui stava per morire. 

Il paradosso continua con notevole efficacia di contrasto perché, in realtà, ad essere cacciato fuori sarà Gesù. Questo è quanto emerge dalle evidenze del criterio mondano, però non così è il punto di vista di Dio. Per lui e per Gesù, la sua morte in croce non è il seguito di una sentenza di condanna che si consuma sulla croce, ma il compimento di un percorso motivato dall’amore.

E se tutto ciò è un giudizio, un punto di riferimento, un paradigma, sarà bene decidersi verso quale dei due poli decidiamo di lasciarci attrarre.


Salmo 50

Pietà di me, o Dio, nel tuo amore;
nella tua grande misericordia
cancella la mia iniquità.
Lavami tutto dalla mia colpa,
dal mio peccato rendimi puro.

Crea in me, o Dio, un cuore puro,
rinnova in me uno spirito saldo.
Non scacciarmi dalla tua presenza
e non privarmi del tuo santo spirito.

Rendimi la gioia della tua salvezza,
sostienimi con uno spirito generoso.
Insegnerò ai ribelli le tue vie
e i peccatori a te ritorneranno.


Meditazione IV Domenica di Quaresima B

 


Ricordiamo davanti a te, o Signore

    Nigeria. Scomparse mentre scappavano dal campo dove erano rifugiate nella città di Gamboru, preso di mira dai ribelli nel nord-est della Nigeria. Sono fra 50 e 300 le persone, donne soprattutto

    Haiti, caos e violenza: nuovi attacchi delle bande armate contro istituzioni pubbliche. Si intensificano le sparatorie in varie parti della capitale, mentre le gang prendono d’assalto l’aeroporto Toussaint Louverture, causando scontri a fuoco con esercito e polizia e accrescendo uno stato di forte tensione. Il bilancio degli scontri, finora, è di almeno 12 morti e numerosi feriti.

    Almeno 6 persone hanno perso la vita e altre 4 sono rimaste ferite a causa delle alluvioni che hanno colpito il centro del Malawi la scorsa settimana. Al momento sono oltre 14mila gli sfollati che hanno trovato rifugio nei centri di accoglienza.

    Teheran. Due giovani donne sono state arrestate a Teheran dopo che un video sui social le ha mostrate mentre ballavano in strada per la Giornata della donna e per festeggiare il Capodanno iraniano, che inizierà il 20 marzo, in piazza Tajrish, a nord della capitale. Sono state accusate di "comportamento contrario alle norme sociali".

    Almeno 35 persone, tra cui 22 bambini, sono morte e altre decine sono rimaste ferite a causa delle piogge gelate e delle inaspettate nevicate che hanno colpito alcune aree remote del Pakistan durante il fine settimana. La maggior parte delle vittime è rimasta schiacciata dalle frane che hanno travolto le abitazioni.

    E' salito a cinque il bilancio dei palestinesi rimasti uccisi da lanci difettosi di pacchi di aiuti umanitari oggi a ovest di Gaza City.  Un portavoce militare giordano ha riferito che oggi su Gaza sono stati condotti nove lanci di aiuti ''con la partecipazione di Egitto, Usa, Olanda e Belgio''.

    Egitto: a Rafah il business dell’accoglienza dei palestinesi  A Gaza i missili israeliani continuano a colpire i civili stremati. A Rafah, in Egitto, centinaia di persone cercano di portare in salvo amici e famigliari bloccati dall’altra parte del muro. Ma il prezzo richiesto dall’agenzia che stila la lista di chi può passare il valico è altissimo.

    8.565 le persone migranti morte lungo le rotte migratorie in tutto il mondo nel 2023. Un numero record. Il più alto mai registrato prima. Un numero in crescita del 20% rispetto al 2022, quando le vittime migranti erano state 7.141. A dirlo il progetto Missing Migrants dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni (OIM)

Signore, abbi cura di noi: Kyrie eleison...

Aiutaci a custodire la speranza

    Un diploma per celebrare l'8 marzo: il coraggio delle afghane. Dal ritorno dei taleban le ragazze non possono proseguire la scuola dopo le elementari. Ma tante cercano modi alternativi per istruirsi. Cinquanta di loro hanno appena terminato il primo livello e hanno improvvisato oggi una piccola cerimonia di ricorrenza degli attestati. Avvolte nei loro veli hanno preso dalle mani delle coordinatrici il certificato e lo hanno mostrato con orgoglio per la foto di gruppo. Al termine, nonostante la musica sia vietata, hanno intonato in daari - una delle lingue maggiormente diffuse in Afghanistan - un canto: «Anche se tutto il mondo è contro di me, anche se non ho tutte le risposte e forse nemmeno più domande da fare... Continuerò a provare e provare, non importa quante volte cadrò, non importa quante volte perderò, andrò avanti».

Papa Francesco: “Credo che è più forte chi vede la situazione, chi pensa al popolo, chi ha il coraggio della bandiera bianca, di negoziare. E oggi si può negoziare con l'aiuto delle potenze internazionali. La parola negoziare è una parola coraggiosa. Quando vedi che sei sconfitto, che le cose non vanno, occorre avere il coraggio di negoziare. Hai vergogna, ma con quante morti finirà? Negoziare in tempo, cercare qualche Paese che faccia da mediatore. Oggi, per esempio nella guerra in Ucraina, ci sono tanti che vogliono fare da mediatore. La Turchia, si è offerta per questo. E altri. Non abbiate vergogna di negoziare prima che la cosa sia peggiore»

Signore Gesù, tu ci ami. Caricandoti di tutto, ci apri una via verso la pace di Dio, lui che non vuole né la sofferenza, né la morte, né la miseria umana, ma ripete instancabilmente: Il mio amore per te non se ne andrà mai. Amen


2 Cr 36, 14-16. 19-23; Ef 2, 4-10

Gv 3, 14-21

Gesù disse a Nicodemo:

14 E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, 15 perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna”.

16 Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna. 17 Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo si salvi per mezzo di lui.

18 Chi crede in lui non è giudicato; ma chi non crede è già stato giudicato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio. 19 E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno preferito le tenebre alla luce, perché le loro opere erano malvagie. 20 Chiunque infatti fa il male, odia la luce e non viene alla luce perché non siano svelate le sue opere.

21 Ma chi opera la verità viene alla luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio.

***

Dialogo notturno tra Nicodemo e Gesù.

Nicodemo è sinceramente in ricerca di verità e di luce per la sua vita. Sincera è pure l’ammirazione che egli prova per Gesù.

Tuttavia, appartiene ad un mondo di oscurità. La sua religiosità è fondata su una tradizione di regole e consuetudini che non conoscono il primato dell’amore per le persone. Il suo dialogo con Gesù è frutto di una ricerca che vivrà come lento passaggio dalle tenebre alla luce.

Le tenebre sono il mondo del gruppo cui appartiene Nicodemo. Un sistema teocratico che pretende di realizzare salvezza a partire da un proprio progetto, trascurando la cura, il rispetto e la benevolenza per l’umanità. Nicodemo ha l’onestà di avvertire che il progetto cui ha finora aderito scricchiola. Egli sente stima e attrazione per Gesù. Tuttavia, ha bisogno delle sue parole per capire e capirsi.

La luce è l’iniziativa che Dio manifesta in Gesù, l’uomo che ha fatto dell’amorevolezza per l’umanità una priorità. Entrare nel dono di questa visione delle cose è nascere; sentirsi generati in un intreccio di relazioni che fanno vivere. Insomma, Dio fa vivere, non mortifica nulla dell’umano. Il suo dono è amorevolmente costante, fedele e permanente. È vita eterna.

Tra le due prospettive, tenebre e luce, è aperto addirittura un dibattimento processuale: si parla di giudizio. Alla fine le tenebre emetteranno una dichiarazione di condanna: innalzeranno l’Unigenito. In realtà, quell’innalzamento è il massimo dell’abbassamento. Ma in quella sentenza di condanna c’è il compimento di un disegno d’amore. “Attirerò tutto a me”. La dichiarazione di Gesù è chiara: l’amore esercita sempre attrazione. E forse è a questa attrazione che lo stesso Nicodemo sta obbedendo L’amore è condannato dalle tenebre ma in realtà vince. Dio vince con l’amore non con la forza del dominio. Per Gesù questo è molto chiaro, non altrettanto per Nicodemo il quale, a quel dialogo notturno s’era recato con la segreta speranza di attirare Gesù nel suo partito.

Come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo”. Abbiamo davanti a noi una riflessione dell'evangelista su Gesù. L'innalzamento di cui si parla ha come riferimento il momento della croce. Gv. quindi scrive alla luce di un evento già accaduto le cui conseguenze però sussistono anche in seguito.

Il gioco luce – tenebre suggerisce immediatamente che il contenuto del dialogo è un confronto tra due prospettive di realizzazione di vita (due offerte di salvezza).

Quella rappresentata da Nicodemo, ha una certa valenza istituzionale, etico-religiosa, normativa, teocratica, politica. Insomma, si tratta di una salvezza che passa attraverso una qualche forma di potere. Per Gesù, ogni dominio giudica, separa ed esclude.

Quella di Gesù che non si muove nel senso del dominio, anzi, si qualifica come la via dell'innalzamento del Figlio dell'Uomo, dove per innalzamento, come s'è detto, Giovanni intende il massimo dell'abbassamento: la morte in croce di Gesù. È chiaro che qualsiasi prospettiva di potere sugli altri non appartiene alla visione di Gesù.

Sul crinale di questi due versanti, quello rappresentato da Nicodemo e quello rappresentato da Gesù, si gioca il crederci o il non crederci che, nel Vangelo, non corrisponde a aderire o meno ad una verità attraverso la convinzione della mente, significa invece prendere o non prendere la decisione di orientare la vita secondo il versante di Gesù. In pratica, credere è scegliere la sua strada perché si è convinti che va percorsa fino in fondo; perché si è convinti che quella è la verità della vita, perché la sua parte è quella vera, quella giusta ecc. evidentemente si tratta di un problema aperto per le chiese di tutti i tempi, non per chi è ateo e non ha alcun riferimento religioso riferimento religioso.

Allora il centro del testo da cui dipende tutto il resto è

Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna”.

Ha offerto una relazione basata sull'amore, su un incontro di vita, su una esistenza, non su un codice o su un sistema organizzativo. È una relazione con il figlio perché tutti entrino nella figliolanza.

QUESTO FIGLIO AMA, NON DOMINA (non toglie nulla ad alcuno – non chiede sacrificio della vita – sottrae umanità). Spende la sua vita per dare vita. In concreto, è un amore che tende alla promozione dell'altro. Nel Vangelo di Giovanni, questo amore che sostiene la piena promozione di umanità nelle persone è chiamato vita eterna perché è ciò che rimane veramente.

Qui sta il giudizio, vale a dire il criterio di orientamento che è luce per chi lo accoglie. Una comprensione delle cose totalmente altra rispetto a chi non l'accoglie, il quale, da solo si autoesclude dalla partecipazione a questa bella opportunità.

Gli illuminati da questa luce-visione, a loro volta ameranno (promuoveranno) gli altri, le cose, la terra. A tutto danno vita, non sono predatori che sottraggono vita.

Questo amore è vita perché è fondato sulla relazione (col figlio e da figlio), non un vago sentimentalismo. Le relazioni sono sempre generative: generano novità, generano speranza, riconciliazione e condizioni umane sempre nuove.

Salmo 136

Lungo i fiumi di Babilonia,
là sedevamo e piangevamo
ricordandoci di Sion.
Ai salici di quella terra
appendemmo le nostre cetre.
Perché là ci chiedevano parole di canto
coloro che ci avevano deportato,
allegre canzoni, i nostri oppressori:
«Cantateci canti di Sion!».
Come cantare i canti del Signore
in terra straniera?
Se mi dimentico di te, Gerusalemme,
si dimentichi di me la mia destra.
Mi si attacchi la lingua al palato
se lascio cadere il tuo ricordo,
se non innalzo Gerusalemme
al di sopra di ogni mia gioia.

Meditazione IIIa Domenica di Quaresima B

 



Ricordiamo davanti a te, o Signore

L'uccisione di oltre un centinaio di civili, a Gaza City. Secondo le autorità sanitarie della Striscia, almeno 112 i palestinesi morti e 760 quelli rimasti feriti dopo che l’esercito israeliano ha aperto il fuoco su una folla accalcata presso un convoglio di aiuti umanitari.

Quasi 1.000 miliardi di dollari (959) sono stati utilizzati in due anni dalle istituzioni finanziarie globali per sostenere la produzione e il commercio di armi. A denunciarlo è il rapporto “Finanza per la guerra. Finanza per la pace”. «Le banche e l’industria finanziaria non sono semplici intermediari di denaro, ma agenti critici del cambiamento» si legge nella premessa del rapporto.

Le dense foreste interne dell’isola di Gran Nicobar, nell’Oceano Indiano, sono la loro dimora. Eppure, gli Shompen, uno dei popoli indigeni più remoti della Terra, rischiano di essere cancellati dal pianeta. A minacciarli è un progetto da 9 miliardi di dollari del governo indiano che prevede la costruzione di un gigantesco porto, una città, un aeroporto, una zona industriale, una centrale elettrica e l’arrivo di 650.000 coloni.

Strage di Cutro, veglia all’alba sulla spiaggia per ricordare le vittime di una “notte nera”. Pianti, canti e preghiere alle 4 del mattino nello stesso luogo del naufragio di un anno fa. Centinaia di persone strette intorno a superstiti e familiari di morti e dispersi. La testimonianza di Mohammed, sopravvissuto: “Non so perché sono vivo, soffro per non aver potuto salvare i bambini”.

Burkina Faso, terroristi in chiesa e in moschea: dozzine di morti. La comunità cattolica di Essakane e quella musulmana di Natiaboani assalite ieri mentre erano in preghiera da uomini armati che hanno sparato contro i fedeli.

Oltre 20 corpi senza vita sono stati recuperati in mare a nord del Senegal dopo il naufragio di un'imbarcazione di migranti che volevano raggiungere l'Europa, secondo delle testimonianze.

Signore, abbi cura di noi: Kyrie eleison...

Aiutaci a custodire la speranza

Porte aperte ai senza dimora, nel segno dell’inclusione.Inaugurata, alla periferia di Roma, Casa Arca degli Esposti, un innovativo condominio sociale dedicato all’accoglienza di uomini fragili che vivono in strada. Tre sono gli appartamenti previsti per un totale di 12 ospiti, tra i 18 e i 65 anni, sia italiani che stranieri,

Il Papa scrive a bambine e bambini: da soli non si può essere felici. Nella lettera d'invito alla Giornata che li vedrà protagonisti a maggio Francesco chiede ai piccoli di stare vicino ai coetanei cui hanno rubato l'infanzia: non dimenticare «chi di voi ancora così piccolo, già si trova a lottare contro malattie e difficoltà, all’ospedale o a casa, chi è vittima della guerra e della violenza, chi soffre la fame e la sete, chi vive in strada, chi è costretto a fare il soldato o a fuggire come profugo, separato dai suoi genitori, chi non può andare a scuola, chi è vittima di bande criminali, della droga o di altre forme di schiavitù, degli abusi. Insomma – riassume Francesco -, tutti quei bambini a cui ancora oggi con crudeltà viene rubata l’infanzia».

Per la bontà che abita nel cuore umano e per coloro che si mettono a disposizione del bene, a te la lode e la gloria, o Signore: Misericordias Domini in aeterno cantabo.



Gesù, è il cosmo il tuo tempio, e il cuore delle donne degli uomini e di tutti gli esseri il tuo santuario: che tutta l’umanità, composta nell’amore, sia il tuo popolo. Amen

Es. 20, 1-17; 1Cor. 1, 22-25;

Gv. 2,13-25

Si avvicinava la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gesù.

Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete.

Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori del tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!».

I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: «Lo zelo per la tua casa mi divorerà».

Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?». Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere». Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?».

Ma egli parlava del tempio del suo corpo.

Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù.

Mentre era a Gesù per la Pasqua, durante la festa, molti, vedendo i segni che egli compiva, credettero nel suo nome. Ma lui, Gesù, non si fidava di loro, perché conosceva tutti e non aveva bisogno che alcuno desse testimonianza sull’uomo. Egli infatti conosceva quello che c’è nell’uomo.

***


Quanto abbiamo sentito nella prima lettura del libro dell’Esodo è un insieme di affermazioni che in buona sostanza sono indicazioni legislative, norme positive e negative. I cosiddetti dieci comandamenti, o meglio, le dieci parole.

Si tratta di regole di vita depositate nel cuore di ogni persona e già presenti nei codici legislativi anche delle antiche culture extrabibliche. Regole quindi che non sono state coniate dalla parola di Dio.

Nella lettura però esiste una specificità che non troviamo altrove. Si tratta della motivazione che la sostiene: “Io ti ho fatto uscire dall’Egitto”. Alla luce cioè della storia di alleanza che Dio vuole realizzare con l’umanità, queste dieci parole vogliono essere coinvolgimenti-legami che realizzano libertà. Ti ho fatto uscire dall’Egitto.

Ascoltando quanto ci dice la lettura, ci accorgiamo che si parla di rapporti che seguono due direttrici: una verticale, quella dei rapporti con Dio, e una orizzontale, i rapporti tra le persone. Noi realizziamo la libertà vivendo relazioni aperte a Dio e agli altri, relazioni che trovano il loro punto d’incontro nel cuore, ovvero nella coscienza.

A ben osservare, non ci si può sottrarre al fascino che esercita il messaggio di questa parola perché è tutto proteso ad onorare la dignità delle persone. In nome di questa dignità l’uomo non deve inventarsi dei padroni (non ti farai idoli), non deve prostrarsi, non deve divenire un essere servile, trascurare il riposo necessario per ricomporsi nella integrità.

Questo progetto di vita in cammino verso la realizzazione di un’esistenza libera e dignitosa è stato chiamato Torah. Purtroppo nelle nostre lingue l’abbiamo tradotta col termine legge, che per noi ha significato di codice freddo ed impersonale. Torah invece significa strada, cammino, via giusta, percorso ecc.

Riuscirà Israele a percorrere fino in fondo questo itinerario? Ci riusciremo noi? Pare che nessuno possa considerarsi un arrivato, ma ciò che conta non è nemmeno giungere alla pienezza. Per noi è importante muovere i passi che riusciamo a compiere nella direzione giusta.

La storia d'Israele, ma forse ogni storia, ha registrato degli ostacoli su questa strada. Si sono frapposti dei blocchi e così le regole non sono rimaste indicazioni per il cammino, quindi mezzi per raggiungere il fine ma si sono identificate col fine stesso.

La strada doveva portare all’incontro con Dio. All’unicità e al primato di Dio per ogni vita. Ciò era molto chiaro fin dalle prime affermazioni: “IO sono il Signore tuo Dio” era detto fin dall’inizio. In realtà, l’apparato religioso e la religione del tempio, si sono sostituiti allo scopo che dovevano favorire, ovvero all’incontro autentico con Dio.

Il testo evangelico, presentandoci l’azione di Gesù che manda all’aria le bancarelle dei rivenditori, non esprime semplicemente una forma di condanna per un mercato simoniaco di sfruttamento e di oppressione della gente, basti pensare che la famiglia del sommo sacerdote, Anna con il genero Caifa, controllava tutto il commercio delle macellerie dove venivano preparati gli animali destinati al culto sacrificale, egli compie dei gesti messianici che stanno ad indicare che è arrivato il tempo in cui occorre aprire la porta per uscire dal recinto chiuso. Gesti e parole che stanno ad indicare che è arrivato il tempo in cui alcune cose hanno fatto il loro tempo. Ogni religione del tempio è fuori tempo! Non è un caso che, nel Vangelo di Giovanni, tutte le volte che Gesù s’avvicina al tempio, accade qualcosa di strano. C’è una tensione senza soluzione di continuità tra la religione templare ed il rapporto con Dio come lo intende Gesù. Infatti, quello che introdurrà Gesù è altra cosa perché è il frutto della sua passione per l’uomo. Egli vuole che l’uomo possa camminare per la strada giusta e non sia imbrogliato dai monopolisti del sacro. Quindi. “Lo zelo della tua casa – dell’incontro vero – mi divorerà”.

Ma egli parlava del tempio del suo corpo”. Dunque, l’incontro con Dio non avviene più nel tempio, ovvero dentro canali codificati dall’apparato religioso, ma nel corpo, cioè nell’esistenza. Chiunque, come l’uomo Cristo Gesù, mette a disposizione la propria esistenza come spazio vitale dell’incontro con la tenerezza di Dio, questi realizza il “tempio del corpo”. D’ora in poi si fa esperienza di Dio quando si offre il corpo. Quando cioè ci si mette a disposizione degli altri attraverso ciò che si compie; quando semplicemente si percorre la strada della liberazione dell’uomo. Questo si intende per “offrire il corpo”!

La religione del tempio è una religione che codifica. Quella del corpo genera. Genera nuove situazioni di crescita, di amore, di compassione, di misericordia, di vita nuova ecc.

La nostra è una religione templare o corporea? Preghiamo affinché la Chiesa esca dal tempio per divenire corpo santo del Signore.


Salmo 18

La legge del Signore è perfetta,

rinfranca l’anima;

la testimonianza del Signore è stabile,

rende saggio il semplice.

I precetti del Signore sono retti,

fanno gioire il cuore;

il comando del Signore è limpido,

illumina gli occhi.

Il timore del Signore è puro,

rimane per sempre;

i giudizi del Signore sono fedeli,

sono tutti giusti.

Più preziosi dell’oro,

di molto oro fino,

più dolci del miele

e di un favo stillante.


Meditazione IIa domenica di quaresima B

 


Ricordiamo davanti a te, o Signore

    Migranti vittime non solo in mare. A decimare vite anche tragitti di terra. In Egitto, nelle scorse ore, sono stati 11 i morti in un camion proveniente dal Sudan. Il mezzo si è ribaltato e incendiato, non lasciando scampo ai passeggeri rimasti intrappolati. Altre 6 persone rimaste ferite sono state trasferite in ospedale. Dell’incidente, avvenuto sulla strada Al-Alaqi ad Assuan, i protagonisti sono stati migranti sudanesi.
    RD Congo, civili in fuga a causa degli intensi combattimenti tra l'esercito congolese e il gruppo armato M23; Sake è uno degli epicentri degli intensi combattimenti che hanno costretto la popolazione a spostarsi per trovare rifugio altrove, in particolare a Goma. Il numero di morti e feriti è in aumento e la situazione umanitaria si aggrava.
    Scontri" avvenuti nella mattinata nel centro della città, a pochi metri da piazza dei Cavalieri, hanno causato il ferimento di alcuni studenti, anche minorenni. A ritrovarsi in piazza sono stati per lo più giovani con l'intento di manifestare per la pace in Palestina; gli agenti di polizia in tenuta antisommossa sono intervenuti per bloccare il corteo. Il Presidente Mattarella: "l'autorevolezza delle Forze dell'ordine non si misura sui manganelli ma sulla capacità di assicurare sicurezza tutelando, al contempo, la libertà di manifestare pubblicamente opinioni". "Con i ragazzi i manganelli esprimono un fallimento".
    Continuano gli abusi sui popoli nativi per estendere le riserve naturali a scopo turistico, anche grazie ai finanziamenti della Banca Mondiale. Tanzania: il governo accanito contro i maasai. Nell'area di Ngorongoro il governo ha esteso gli sfratti a tutta l’area della riserva. Circa 100mila maasai dovranno lasciare le loro terre, 20mila entro la fine di marzo. All’ordine del giorno abusi e violenze per costringere le comunità ad andarsene.
    L'80% delle morti per parto prematuro avviene nei paesi a medio-basso reddito. Nel 2020, nel mondo, ogni 40 secondi un bambino è morto a causa delle complicazioni legate alla nascita prematura. Un dato di fatto allarmante, se si considera che l’80% dei parti prematuri avviene proprio in questi paesi, di cui il 60% in Africa. Malawi, Sudafrica, Etiopia, Repubblica Democratica del Congo e Botswana.
Signore, abbi cura di noi: Kyrie eleison...

Aiutaci a custodire la speranza

    La "Cattedra dell'Accoglienza". "Vulnerabilità e comunità. Tra accoglienza e inclusione”. Continua la sfida di educare all’accoglienza approfondendo i profili antropologici ed etici di una delle dimensioni fondamentali dell’essere umano. Incoraggiati da Papa Francesco gli enti promotori hanno programmato una quattro giorni di formazione a Sacrofano (RM)
    La violenza che da dieci mesi devasta il Sudan e che dilaga in Mozambico, e poi conflitti che insanguinano le altre parti del mondo, come la Palestina e l’Ucraina. Papa Francesco: "Non dimentichiamo: la guerra sempre è una sconfitta, sempre. Ovunque si combatte le popolazioni sono sfinite, sono stanche della guerra, che come sempre è inutile e inconcludente, e porterà solo morte, solo distruzione, e non porterà mai la soluzione del problema. Preghiamo invece senza stancarci, perché la preghiera è efficace, e chiediamo al Signore il dono di menti e di cuori che si dedichino concretamente alla pace".
    In Brasile sarà costruito il primo ospedale indigeno, per offrire servizi assistenziali specializzati, di alta e media complessità. La struttura, che sorgerà a Boa Vista, nello stato di frontiera del Roraima, nella regione amazzonica, è stato pensato anche per far fronte alle emergenze degli Yanomami e dei profughi provenienti dal Venezuela.

Per la bontà che abita nel cuore umano e per coloro che si mettono a disposizione del bene, a te la lode e la gloria, o Signore: Misericordias Domini in aeterno cantabo.



Donaci la fede, o Padre! Quella fede che è certezza di cose non dimostrabili, adesione consapevole alla tua infinita compassione, quella fede che sola può dare la forza di continuare il cammino. Amen


Gen 22,1-2.9.10-13.15-18 Rm 8,31-34;

Mc. 9, 2-10


Sei giorni dopo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse su un alto monte, in disparte, loro soli. Fu trasfigurato davanti a loro 3e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche. 4 E apparve loro Elia con Mosè e conversavano con Gesù. 5 Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Rabbì, è bello per noi essere qui; facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». 6 Non sapeva infatti che cosa dire, perché erano spaventati. 7 Venne una nube che li coprì con la sua ombra e dalla nube uscì una voce: «Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo!». 8 E improvvisamente, guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo, con loro. 9 Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non raccontare ad alcuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell’uomo fosse risorto dai morti. 10 Ed essi tennero fra loro la cosa, chiedendosi che cosa volesse dire risorgere dai morti.


***


Il racconto presenta parecchi elementi che evocano le manifestazioni del divino (teofanie): la trasformazione luminosa di Gesù, l'apparizione di Elia con Mosè, la nube che adombra, la voce dall'alto...

Per chi è abituato a frequentare il Primo Testamento, non trova in questa narrazione un'assoluta novità. Gli elementi descritti costituiscono, per così dire, l'espressione classica di quasi tutti i racconti delle manifestazioni divine. Pertanto, non dobbiamo ricercare l'esattezza cronologica dell’evento ma il messaggio che passa necessariamente attraverso una mediazione simbolica.

Dobbiamo, prima di tutto, predisporci alla comprensione del testo attraverso uno sguardo semplice del contesto.

Ci troviamo oltre la metà del racconto di Marco, esattamente dopo il momento in cui la crisi nel gruppo dei discepoli si fa più esplicita perché Gesù ha dichiarato apertamente di voler essere fedele alla sua strada che lo porterà a pagare col prezzo della vita la fedeltà alla sua vocazione.

Pietro, ma per certi versi anche i fratelli Giacomo e Giovanni, sono i portavoce del malcontento del gruppo: non sono d'accordo che Gesù paghi con la condanna, quindi col fallimento, il prezzo di fedeltà al cammino intrapreso. Di questo passo, temono, si troveranno sempre dalla parte dei perdenti, con il rischio che per loro le cose non cambieranno mai.

Questo è il punto: Gesù obbedendo alla parola di Dio, ovvero assimilando il senso profondo della testimonianza della Parola, ha orientato la sua esistenza a mettersi dalla parte dei perdenti divenendo lui stesso un perdente. La Parola di Dio gli ha rivelato nella sua coscienza che la sua strada vincente è di essere un perdente. Gesù vince perdendo. Perché l’amore per la gente non sta dalla parte di chi domina.

Gesù non dirige il traffico ma si muove incrociando storie umane. È questa l’essenza della crisi del gruppo degli apostoli. Non sono d’accordo che egli sia un perdente. Si fidano di lui solo se diventa un leader.

Talvolta anche le chiese non accettano di stare come Gesù dalla parte dei perdenti e divenire loro stesse perdenti; non accettano di portare avanti le cose in questo modo. Amano vincere, pianificano concordati, siedono ai tavoli dei potenti.

Questo era anche il pensiero di Pietro, Giacomo, Giovanni e di tutti gli altri.

Noi sappiamo bene che quando ci fissiamo su un’idea non vediamo il resto, soprattutto non vediamo oltre; siamo come presi dentro la nebbia di una nube. Si chiudono le prospettive.

Rimanere nella logica mondana della volontà di potenza, sia pure a fin di bene, toglie visione evangelica. Anche questo racconto, come altri che troviamo nei vangeli, è la storia di un cambiamento: dal non vedere alla visione.

L'articolazione del testo è sostanzialmente in due parti: la salita sul monte e la discesa.

Il monte molto alto evoca certamente il Sinai. Laddove Israele ha ricevuto l'alleanza, la legge e quindi la forza di essere popolo secondo la parola. Il monte, luogo di vicinanza al divino, è uno spazio teologico: sul monte avvengono le rivelazioni. È sul monte che si apprende la volontà di Dio e il suo piano.

Gesù prende con sé i tre. Come a dire che li separa dalla logica del malcontento che in quel momento domina il loro cuore e quello del gruppo. Devono imparare a guardare oltre, devono imparare a vedere il senso delle cose secondo lo sguardo di Dio. È un po' per questo che la scena centrale è costituita da una visione: vedere la prospettiva di Dio su Gesù Cristo, prospettiva che nulla ha a che fare con le aspettative di potenza, tipiche della religione e dei suoi rappresentanti ufficiali.

Da questo punto di vista comprendiamo anche la precisazione cronologica dei 6 giorni:

lo sviluppo narrativo che va dal complotto, all'arresto, poi alla passione fino alla risurrezione è organizzato sullo schema dei 6 giorni, dopo i quali abbiamo il settimo, la Pasqua. Insomma, Marco vuole conferire una prospettiva pasquale al nostro brano. Possiamo allora comprendere la simbologia delle vesti straordinariamente bianche come espressione della vita nella sua pienezza: vittoria della vita su ogni forma di morte, nonostante questa vita sia sotto l'incubo della morte.

Ora, nella scena centrale troviamo Elia e Mosè che parlano con Gesù, meglio, sono rivolti a Gesù. Nel racconto di Esodo, Mosè entrava nella tenda del convegno e si rivolgeva a Dio per capire e riferire al popolo la volontà divina sul da farsi. Ora Sono Elia e Mosè, ossia i rappresentanti della Parola, la legge e i profeti, che si rivolgono a Gesù perché il suo cammino di dono fino alla morte è la chiave interpretativa di tutto il cammino della Parola di Dio fin dai tempi antichi.

La cosa strana è che Pietro parla di tre tende 1+1+1. Il riferimento è alla festa delle capanne, festa che ricorda la peregrinazione del popolo nel deserto e la sua liberazione (la festa di Sukot). In altre parole, sembra che Pietro ponga le tre testimonianze: quella di Gesù, quella di Mosè e quella di Elia, tutte e tre sullo stesso piano. Non ha compreso che le due antiche trovano compimento e pienezza nel cammino di Gesù.

A questo punto vi è la discesa dal monte e la conseguente ingiunzione al silenzio, almeno fino a quando il Figlio dell'uomo non sarebbe risuscitato da morte, vale a dire: almeno fino a quando la sua vittoria non sarebbe sata manifesta.

Dal punto di vista di Gesù, è bene che non parlino di lui se non lo hanno capito e se nemmeno dopo l'esperienza del monte non hanno avuto l'onestà di rettificare la loro visione.

Avrebbero certamente trasmesso un'informazione sbagliata: un messaggio di messia potente. Fin che non comprendono GESU' SOLO, è bene che non parlino di lui.

Che poi non lo abbiano compreso è evidente dal fatto che, tra loro (si noti bene), discutono e si interrogano sul significato di risorgere dai morti, in questo caso riferito a Gesù. Sembra che l’incomprensione dei discepoli sottenda questo interrogativo: Che senso ha che risorga dai morti se, secondo il nostro modo di intendere, egli non deve affatto morire? Che senso ha che vinca facendosi perdente se, secondo noi egli deve soltanto vincere?

Ancora una volta Gesù spiazza le posizioni, rompe con gli schemi scontati, manda all’aria il buonsenso di chi calcola di vincere e di ottenere potere. Il Vangelo ci dice che l’amore per l’umanità e per ogni essere è altra cosa! Possiamo chiedere di vedere oltre? Se ancora non abbiamo visione evangelica della vita, è bene non riempirsi la bocca di dottrina su Gesù. Prima di tutto c’è l’imperativo del Padre: “Ascoltatelo!”.


Salmo 115


Ho creduto anche quando dicevo:

«Sono troppo infelice».

Agli occhi del Signore è preziosa

la morte dei suoi fedeli.


Ti prego, Signore, perché sono tuo servo;

io sono tuo servo, figlio della tua schiava:

tu hai spezzato le mie catene.

A te offrirò un sacrificio di ringraziamento

e invocherò il nome del Signore.


Adempirò i miei voti al Signore

davanti a tutto il suo popolo,

negli atri della casa del Signore,

in mezzo a te, Gerusalemme.


Meditazione 1a Domenica di Quaresima B

 


Ricordiamo davanti a te, o Signore

Il Brasile ha raggiunto 512.353 casi probabili di dengue, secondo gli ultimi dati diffusi dal ministero della Salute. Solo quest'anno sono stati confermati 75 decessi dovuti alla malattia e altri 350 sono sotto inchiesta.

La situazione nell'ospedale Nasser di Khan Yunis attaccato dalle forze israeliane è "catastrofica e molto pericolosa". Lo ha detto alla Bbc il direttore del nosocomio, Nahed Abu-Teima. Gli unici pazienti rimasti, spiega, sono "ammucchiati nei reparti" e "in estremo pericolo". questi pazienti non possono muoversi o non possono camminare", aggiunge, lanciando un appello all'Onu e alla Croce Rossa affinché "salvino questi pazienti malati" e gli operatori ospedalieri rimasti intrappolati.

La polizia indiana ha usato i gas lacrimogeni per cercare di disperdere migliaia di agricoltori che stanno marciando su New Delhi in una protesta per chiedere un prezzo minimo per i prodotti agricoli dopo il fallimento dei colloqui con il governo federale.

Tragedia del lavoro in un cantiere di Firenze: tre morti, tre feriti e due persone non ancora ritrovate. È il terribile bilancio del crollo verificatosi ieri mattina alle alla periferia nord della città, dove è in corso la costruzione di un supermercato. Uno degli operai scampati con le lacrime agli occhi dice con la voce rotta: «Ho avuto tanta paura, Ho visto il crollo, non ho voglia di parlare, so solo che stasera almeno un padre di famiglia non tornerà a casa». Sotto accusa il sistema degli appalti. Da gennaio 2024 sono 145 le morti sul lavoro nel nostro Paese.

Costretti a lavorare undici ore al giorno, per tutta la settimana, picchiati con la cinghia se per la fatica si sedevano un attimo o lasciati senza cure dopo un malore. Così lavoravano “in avvilenti condizioni”, dieci braccianti immigrati, veri e propri schiavi della terra, senza diritti, scoperti dai carabinieri dai carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Caserta. Indagati quattro imprenditori agricoli di Marano di Napoli.

Signore, abbi cura di noi: Kyrie eleison...


Aiutaci a custodire la speranza

Martedì 13 febbraio, al termine dell’incontro per celebrare i Patti Lateranensi, il cardinale Parolin su ciò che sta accadendo a Gaza ha ribadito la «condanna netta e senza riserve di ogni tipo di antisemitismo», ma al tempo stesso ha reiterato la «richiesta perché il diritto alla difesa di Israele che è stato invocato per giustificare questa operazione sia proporzionato e certamente con 30 mila morti non lo è». «Credo che tutti siamo sdegnati per quanto sta succedendo, per questa carneficina, ma dobbiamo avere il coraggio di andare avanti e di non perdere la speranza».

Sport e fratellanza, a un giovane della Tanzania la Zanzibar Cup, Il 16.enne Lukman Mohamm. Cinque le nazioni partecipanti - Tanzania, Italia, Francia, Repubblica Ceca e Lituania - che si sono sfidate in segno di fraternità.

Camerun, le suore della Carità in lotta contro povertà, prostituzione, malaria, tbc e portano avanti un centro di formazione femminile “la scuola apre gli occhi a queste ragazze, che cominciano a riflettere”, a quel punto a casa non riescono più a farle sposare prima del tempo, inoltre, una volta resesi indipendenti, è difficile farle cadere nella prostituzione.

Per la bontà che abita nel cuore umano e per coloro che si mettono a disposizione del bene, a te la lode e la gloria, o Signore: Misericordias Domini in aeterno cantabo.


Figlio di Dio tentato come noi, donaci la forza di resistere come te alle nere aggressioni del male e salvaci dagli scoraggiamenti: ti chiediamo un cuore nuovo e una mente nuova per credere nel Vangelo: Il tempo si compia anche in noi e venga finalmente il Regno. Amen


Gen. 9, 8-15; 1Pt. 3, 18-22

Mc. 1, 12 -15

lo Spirito sospinse Gesù nel deserto e nel deserto rimase quaranta giorni, tentato da Satana. Stava con le bestie selvatiche e gli angeli lo servivano.
Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo».

***

I racconti che precedono la narrazione biblica del diluvio (prima lettura) evidenziano una progressiva degenerazione dei rapporti dell’umanità con Dio. Il linguaggio e l’immagine del diluvio sottendono la convinzione che in certe situazioni non rimanga altra soluzione che azzerare tutto. Ecco il diluvio che “copre ed annienta ogni carne”.

Di fronte ai problemi e alle sfide collettive e personali che ogni giorno si affacciano al nostro orizzonte, le scorciatoie delle soluzioni radicali ci sembrano le più adatte. La più evidente è sotto gli occhi di tutti: alla violenza si risponde con azioni di forza. L’altro che rappresenta un male per me va possibilmente eliminato. Così, nei rapporti interpersonali si rischia di cedere alla tentazione dei diktat, del qui ci vuole un capo che metta ordine punto e basta, piuttosto che percorrere la faticosa via del dialogo che sembra produrre solo inutili lungaggini.

Con il linguaggio del mito dalle tinte arditamente umane, la Scrittura ci presenta una situazione nella quale anche Dio sembra cedere alla tentazione di risolvere i problemi con il ricorso alla forza del potere. Perciò, di fronte ai mali dell’umanità, non trova di meglio che azzerare tutto o quasi tutto con l’intenzione di ricominciare una nuova storia. Solo alla fine, secondo modi di dire piuttosto poetici, egli si rende conto che “azzerare” non è la strada giusta.

La via giusta invece è quella dell’alleanza, del cercare e creare sempre nuovi legami. Come dire: di fronte ad umanità corrotta, persa nei sentieri della degenerazione, comprende che un’azione di forza non porta da nessuna parte. L’umanità invece, di forte al suo male, necessita di un sempre rinnovato supplemento di amore, di prossimità, di cura. Questo è lo stile di Dio... che alla fine esce dalla prima lettura. Perciò, la Parola giudica tale strategia talmente efficace da rendere bella e armoniosa anche la realtà che circonda l’uomo: “la mia alleanza con voi e con ogni essere vivente che è con voi”.

Quando Israele medita e fissa per iscritto queste parole, ha al suo attivo l’esperienza molto dolorosa di un esilio e di una faticosissima ricostruzione, paragonabili ad un vero e proprio diluvio. Si attraversano a volte delle prove che ti mettono sottosopra, che ti sconvolgono, ti disorientano: tutto sembra perduto: cose, valori, persone, rapporti, istituzioni…sono quei momenti in cui è facile buttare tutto all’aria, azzerare tutto.

Ma proprio in quei momenti, la voce dei profeti, veri angeli messaggeri del Signore, ha ridato forza al popolo per vivere nuovi legami con Dio e con gli altri. Il ministero dei profeti maturerà nel cuore della gente l’attesa della Nuova alleanza, l’attesa di rapporti rinnovati dal di dentro, dal cuore.

Dio quindi ha scelto la via della promozione umana, non la forza della costrizione, né la minaccia, ma la forza dell’amore che dal di dentro guarisse le durezze dell’umanità.

E Gesù che sceglie?

Gesù viene “sospinto” dallo Spirito nel deserto. È un’espressione che indica un’urgenza fortemente avvertita interiormente da lui.

La tentazione di Gesù non è identificabile con le inclinazioni verso le passioni quali espressioni dell’umana debolezza. Gesù viene sospinto nel deserto “per essere tentato” - il verbo ha anche il significato di “essere esaminato”. La tentazione, allora, consiste in una decisione da prendere: se stare dalla parte di Dio oppure dall’altra parte, quella di chi vuole dominare sugli altri, magari in nome di Dio a fin di bene.

Gesù è in un deserto popolato da presenze. C’è Satana, l’avversario per eccellenza, la personificazione dell’opposizione al piano di Dio. Se il piano di Dio è compassione e vicinanza all’uomo, l’azione di Satana fa leva sulle proposte di potere e di dominio.

È a questa ideologia di potenza che s’aggiunge l’altro elemento simbolico delle “fiere”. Nel libro di Daniele, al capitolo 7°, si parla di bestie terribili, una più feroce dell’altra. Esse rappresentano le superpotenze mondiali dell’epoca che dominano, vincono, uccidono e stritolano pur di mantenere la loro posizione di predomino e di forza. Sono immagini che descrivono molto acutamente anche i dinamismi delle potenze odierne. Satana dunque per opporsi al piano di Dio ha degli emissari: i poteri forti che riscontriamo nella struttura sociale e religiosa del tempo di Gesù e di ogni epoca.

Se così, va da sé che il deserto, il deserto che esprime una costante tentazione nella vita di Gesù altro non è che il contesto nel quale si trova a lottare e portare avanti la sua vicenda. È il mondo con cui egli ha a che fare. È un deserto perché non c’è spazio per la vita. Proprio quel mondo, infatti, distribuisce morte e, con la morte, raggiungerà anche Gesù.

Ma, accanto alle fiere, ci sono anche gli angeli che lo servono. È una delicata pennellata dell’evangelista per anticiparci la presenza di discepoli e discepole che fin dall’inizio e lungo i secoli sono al servizio dell’opera di Gesù.

Uomini e donne che si avvicinano alla gente non con spirito dominio, ma di servizio per far crescere in tutti la dignità, il rispetto, la giustizia, l’amore, in una parola, il Regno Dio.

Se abbiamo occhi per vedere, sono questi i segni evidenti che il Signore ci ama, non ci lascia in balia di noi stessi; i segni che “il tempo s’è fatto pieno”, vale a dire opportuno per aderire al disegno e allo stile di Dio con una rinnovata passione.


Salmo 24

Fammi conoscere, Signore, le tue vie,

insegnami i tuoi sentieri.

Guidami nella tua fedeltà e istruiscimi,

perché sei tu il Dio della mia salvezza.

Ricordati, Signore, della tua misericordia

e del tuo amore, che è da sempre.

Ricordati di me nella tua misericordia,

per la tua bontà, Signore.


Buono e retto è il Signore,

indica ai peccatori la via giusta;

guida i poveri secondo giustizia,

insegna ai poveri la sua via.


Meditazione Domenica VI B

 


Ricordiamo, o Signore, davanti a te


Diversi Paesi donatori, tra cui anche l’Italia, hanno sospeso i finanziamenti all'Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l'occupazione dei rifugiati palestinesi in Medio Oriente. Prendendo ipocritamente pretesto da accuse che hanno investito l'Agenzia stessa, Secondo le quali nell’agenzia ci sarebbero degli infiltrati di Hamas. In realtà si vuole screditare l’ONU che chiede di fermare la guerra a Gaza perché si sta consumando un genocidio. "Se i donatori non cambieranno la loro decisione, entro la fine di febbraio non saremo più in grado di fornire assistenza salvavita a oltre 2,2 milioni di persone".

Il Servizio medico legale cileno a Valparaíso ha fornito l'ultimo aggiornamento delle persone morte negli incendi boschivi, sviluppatisi la settimana scorsa, portando il loro numero a 131.

Nella Repubblica democratica del Congo le peggiori inondazioni degli ultimi 60 anni lasciano bisognose di assistenza umanitaria più di 2 milioni di persone, di cui quasi il 60 per cento sono bambini.

Unicef chiede urgentemente alle parti di astenersi da un'escalation militare nel Governatorato di Rafah a Gaza dove oltre 600.000 bambini e le loro famiglie sono sfollati, molti dei quali più di una volta. Un'escalation dei combattimenti a Rafah, che è già in difficoltà per il numero straordinario di persone sfollate da altre parti di Gaza, sarà un'altra fase devastante in una guerra che, secondo le notizie, ha ucciso oltre 27.000 persone, la maggior parte delle quali donne e bambini".

Tredici migranti sudanesi sono morti, mentre altri 27 risultano dispersi, in un naufragio avvenuto al largo delle coste tunisine.

Il Ghana è tra le prime destinazioni del traffico illecito di rifiuti elettronici – parliamo di computer, stampanti, elettrodomestici. Container pieni di rifiuti pericolosi continuano ad arrivare anche dall’Italia. 

Oltre 28mila persone allontanate ai confini d’Europa. Anche coloro che hanno diritto alla protezione di arrivarvi. Invece, a ogni passaggio di confine, vengono respinti con metodi disumani, diventando oggetto di abusi e violenze di ogni tipo.

 Continua a prenderti cura di noi, o Signore: Kyrie eleison

Aiutaci a riconoscere e a coltivare i semi di speranza

L’Orchestra del mare, i cui strumenti musicali sono stati realizzati dai detenuti del carcere Opera di Milano con i legni delle navi dei migranti approdati a Lampedusa, suoneranno per la prima volta alla Scala. Si tratta di un nuovo punto d’arrivo per il “progetto Metamorfosi”, nato alla fine del 2021.

Lo Zimbabwe è a un passo dall’abolire la pena di morte per tutti i tipi di reati. E dal diventare quindi il 26esimo paese africano a rimuovere la pena capitale dal proprio ordinamento, l’undicesimo negli ultimi sette anni. Quasi metà dei paesi del continente ha quindi smesso di impiegare questa pratica.

L’ospedale Bambino Gesù di Roma, in un'economia condizionata dalle spese militari ha fatto la scelta etica non facile di rinunciare a una donazione di un milione e mezzo di euro arrivata da Leonardo, la principale industria bellica italiana.

«Io, volontario in carcere dopo il lutto». Il fratello di Emanuela, moglie del generale Dalla Chiesa uccisa dalla mafia nel 1982, si impegna nel recupero umano e sociale di chi vorrebbe uscire dalle gabbie della propria coscienza, prima ancora che dal carcere. "Così ha superato le logiche dell'odio contro gli autori di quella strage. Non è un’utopia, cambiare è possibile, per i mafiosi, come lo è stato per me".

Per la bontà che abita nei cuori e per coloro che si dedicano alla causa del bene: A te la lode e la gloria, O Signore: Gloria in excelsis Deo

In un momento come questo, o Signore, in cui la strategia dell'esclusione sembra vincente, donaci di umanizzare le relazioni secondo il vangelo della fraternità; donaci di non rinunciare alla promessa del Regno. Amen


Lv. 13, 1-2.45-46 1Cor. 10, 31-11,1

Mc. 1, 40-45


40Venne da lui un lebbroso, che lo supplicava in ginocchio e gli diceva: «Se vuoi, puoi purificarmi!». 41Ne ebbe compassione, tese la mano, lo toccò e gli disse: «Lo voglio, sii purificato!». 42E subito la lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato. 43E, ammonendolo severamente, lo cacciò via subito 44e gli disse: «Guarda di non dire niente a nessuno; va', invece, a mostrarti al sacerdote e offri per la tua purificazione quello che Mosè ha prescritto, come testimonianza per loro». 45Ma quello si allontanò e si mise a proclamare e a divulgare il fatto, tanto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma rimaneva fuori, in luoghi deserti; e venivano a lui da ogni parte.

***


Il lebbroso colpito da lebbra porterà vesti strappate e il capo scoperto, si coprirà la barba e andrà gridando: Immondo! Immondo! Sarà immondo finché avrà la piaga.” Queste sono le parole del libro del Levitico (Ia lettura)

Per capire bene queste parole ed il senso dell’azione di Gesù, occorre sapere che la condizione di immondo e di impuro, non esprimeva uno stigma morale ma umano, sociale, cultuale. Vale a dire che il colpito dalle piaghe della lebbra o di qualsiasi altra malattia della pelle, proprio per lo spettacolo repellente e per la paura di contaminazione infettiva, era considerato come un essere da tenere lontano.

Lontano dagli altri, dal gruppo, dalla comunità e, nello stesso tempo, lontano dalla preghiera, dalla religione, in una parola, da Dio perché uno in quelle condizioni, secondo quel modo di vedere, non era degno di pregare Dio. Come si vede, la logica dell’esclusione e dello scarto raggiunge quasi tutti, per non dire tutti, gli ambiti della vita, compreso quello religioso. Gesù lo sa molto bene, per questo, nel suo modo di relazionarsi alle persone non prende giri larghi: desacralizza tutto ciò che in nome di Dio è contro l’umano.

Il lebbroso di cui si parla nel testo di Marco poteva essere uno moralmente corretto ma il suo essere segnato nel corpo lo qualificava come meno uomo degli altri e, di conseguenza nemmeno adatto a stare in rapporto con Dio. Erano regole che, secondo la mentalità antica servivano per esprimere ed onorare la “santità di Dio”. Sarebbe interessante interrogarsi su quale immagine di Dio si reggeva dunque una simile concezione religiosa.

Ora, il mettersi in questa posizione rispetto a consuetudini sociali stigmatizzate dall’autorità religiosa, non è una passeggiata, c’è da tremare perché, dare ascolto alla voce della coscienza e trarne conseguenze è tutt’altro che conveniente. Lo sarebbe di più assecondare i costrutti dati per scontati, cioè assolutizzati attraverso la sacralità rituale.

Tuttavia, non dobbiamo sorprenderci più di tanto. Gli uomini di tutti i tempi, specialmente se religiosi, hanno qualificato i diversi da sé come qualcosa di negativo, in un certo senso come dei lontani da Dio. Una volta erano i protestanti, eretici destinati alla rovina eterna per il fatto che non appartenevano alla nostra gente, poi i comunisti bolscevichi, poi gli extracomunitari, gli slavi, gli albanesi, poi i musulmani, poi le ragazze madri, poi i divorziati, gli omosessuali…

Quando l’altro lo identifichiamo con un’etichetta sociale, religiosa o di storia personale come detenuto, drogato, alcolista, psichiatrico, ecc., noi dimentichiamo che è una persona appartenente alla nostra stessa umanità e lo allontaniamo dalla nostra vita. Ecco su che cosa si reggevano le categorie del puro e dell’impuro. Categorie mentali che Gesù è venuto a fracassare.

È interessante che nel testo originale sia lebbroso a prendere l’iniziativa di avvicinarsi a Gesù per esporgli il suo problema. Egli non dice “se vuoi puoi guarirmi” ma: “Se vuoi puoi purificarmi”. Cioè puoi farmi sentire ancora persona umana, parte dell’umanità.

E Gesù, disobbedendo a precise norme religiose ufficiali secondo cui un lebbroso non solo doveva essere tenuto lontano ma nemmeno toccato, altrimenti diventava impuro anche chi lo tocca, entra in contatto fisico: lo tocca; compie coscientemente un’azione eretica. Riprende cioè i contatti con un’umanità ridotta a larva; la considera, la reintegra nella vita; gli si mostra solidale.

È a tal punto preso dentro la passione per la dignità della persona che arriva persino a indignarsi perché lo stesso lebbroso, pur subendo le conseguenze dell’esclusione, in fin dei conti, accetta quelle sporche regole di una religiosità che crea emarginazione: “Si indigna contro di…” È molto più forte di “Ammonendolo severamente”. L’indignazione non va confusa con la rabbia. L’indignazione ha a che fare con la dignità; è l’irrompere di un fortissimo senso della dignità delle persone e della dignità di Dio. “…e subito lo scacciò fuori…” Fuori? Dove? Fuori dal mondo chiuso di una religiosità che esclude l’uomo.

Le sue parole e i suoi gesti sono semplicemente sconvolgenti. Preludio di altre parole ed altri gesti destinati a mettere in crisi il comune senso religioso.

Gesù dunque ha un’altra immagine Dio e della sua santità: il Dio solidale con l’umanità sofferente ed esclusa. Per essere davvero vicini a questo Dio di Gesù Cristo occorre essere vicini all’uomo, non separati. Per essere degni di lui occorre avere il senso della dignità della gente, per essere puri occorre sporcarsi con le miserie umane; toccare, entrare in contatto come ha fatto lui col lebbroso. Gesù, anziché prendere le distanze, si commuove, ossia si muove insieme.

In effetti, da questo momento Gesù entrerà in serio conflitto con la religione ufficiale. Conflitto che fin dall’inizio lo collocherà in un destino di persecuzione e di morte. Chi vuole dare vita all’umanità deve prepararsi a perdere la sua: questo è il cammino di Gesù e questo è il cammino di chi lo segue.

Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma rimaneva fuori, in luoghi deserti; e venivano a lui da ogni parte”. Ora, colui che prima non poteva entrare nella città, vi può entrare, mentre Gesù rimane fuori, in luoghi deserti. In un certo senso, per ricollocare il lebbroso nel consesso degli umani, Gesù va a situarsi nei luoghi della marginalità. Mi sembra di intuire che, per comprendere davvero la sofferenza dell’escluso, occorre mettersi nella sua situazione. Entrare in contatto, mettersi al posto di, farsi carico …sono le condizioni per operare il cambiamento dell’accoglienza e dell’inclusione.

Intanto colui che fu toccato dal Cristo e restituito a se stesso, non si arresta a contemplare narcisisticamente la sua nuova situazione, ma si trasforma anche lui in un annunciatore. Anche lui si appassiona all’umanità e racconta a tutti che d’ora in poi è possibile rinascere.


Salmo 31

Beato l’uomo a cui è tolta la colpa

e coperto il peccato.

Beato l’uomo a cui Dio non imputa il delitto

e nel cui spirito non è inganno.

Ti ho fatto conoscere il mio peccato,

non ho coperto la mia colpa.

Ho detto: «Confesserò al Signore le mie iniquità»

e tu hai tolto la mia colpa e il mio peccato.

Rallegratevi nel Signore ed esultate, o giusti!

Voi tutti, retti di cuore, gridate di gioia!