Meditazione Domenica XXVIII C

 



Ricordiamo, o Signore, davanti a te

  Almeno 461 persone sono morte e 424 risultano disperse sulla rotta del Mediterraneo centrale dall'inizio dell'anno al 4 ottobre. I migranti intercettati in mare e riportati in Libia sono stati 20.017, di cui 17.313 uomini, 1.779 donne, 718 minori e 208 di cui non si conoscono i dati di genere.

 La diffusione delle malattie sta travolgendo gli ospedali di Khartoum, nel Sudan dilaniato dalla guerra: solo il mese scorso sono stati segnalati oltre 5.000 casi di malaria, tifo e febbre dengue con decine di morti.

 Le forze paramilitari sudanesi hanno ucciso 75 persone in un attacco con un drone che ha colpito una moschea in un campo per sfollati nel Darfur.

Oltre 5.000 soldati sono stati schierati dall'esercito ecuadoriano agli ingressi nord, sud ed est di Quito nel mezzo delle proteste organizzate da Conaie, la più grande organizzazione indigena del Paese, che ha minacciato "l'espugnazione" della capitale.

Il Cile si doterà di droni all'avanguardia con una gittata di 40 chilometri e di telecamere fisse ad alta portata per combattere l'immigrazione illegale.

L'11 ottobre in occasione della Giornata internazionale delle bambine e delle ragazze, l’Unicef ricorda che, a livello globale, una ragazza su cinque si sposa durante l’infanzia; 122 milioni di ragazze non frequentano la scuola; quasi quattro adolescenti e giovani donne su 10 non completano la scuola secondaria superiore; quasi una ragazza su quattro tra i 15 e i 19 anni ha subìto violenza da parte del partner; più di un terzo delle ragazze e dei ragazzi adolescenti tra i 15 e i 19 anni ritiene che un marito sia giustificato a picchiare la moglie in determinate circostanze.

Continua a prenderti cura di noi, o Signore: Kyrie eleison

Aiutaci a riconoscere e a coltivare i semi di speranza

Ratificato da Israele l’accordo di pace per Gaza. Decretata la tregua
Prende concretezza l’intesa di cessate-il-fuoco siglata a Sharm el Sheik con la mediazione di Stati Uniti, Qatar ed Egitto: il piano, approvato dal governo israeliano ha sancito la fine del conflitto nella Striscia e il rilascio incrociato di ostaggi e detenuti palestinesi.

Il cardinale Pizzaballa: l’accordo per Gaza è un primo passo verso la pace. Anche se ha affermato che "ci saranno tanti ostacoli e che non sarà semplice”.

Il premio Nobel per la pace è stato assegnato all'attivista venezuelana Maria Corina Machado. "Una donna che mantiene accesa la fiamma della democrazia in mezzo a un'oscurità crescente".

Dilexi te”, Leone XIV: non si può separare la fede dall’amore per i poveri
Pubblicata la prima esortazione apostolica. Un lavoro iniziato da Francesco sul tema del servizio ai poveri nel cui volto troviamo “la sofferenza degli innocenti”. Il Papa denuncia l’economia che uccide, la mancanza di equità, le violenze contro le donne, la malnutrizione, l'emergenza educativa. Fa suo l’appello di Bergoglio per i migranti e ai credenti chiede di far sentire “una voce che denunci" perché “le strutture d’ingiustizia vanno distrutte con la forza del bene”

Seconda ondata: medici in rotta verso Gaza. Nove imbarcazioni stanno avanzando nel Mediterraneo. Portano medicine, bisturi, garze e morfina. Portano medici, infermieri, operatori sanitari. Novanta in tutto, di cui sei italiani.

È un atto di disobbedienza umanitaria. Un’azione coperta dalla Convenzione di Ginevra, che protegge i sanitari impegnati nell’assistenza ai civili in guerra. Arrestarli significherebbe calpestare apertamente il diritto internazionale. “Se Israele arresterà professionisti della sanità protetti dalle convenzioni internazionali, i governi dei loro Paesi non potranno non intervenire con maggiore forza rispetto a quanto fatto con la Sumud”. Stanno andando a dare il cambio ai colleghi di lì, che fanno turni infiniti negli ospedali o vengono uccisi. Molti sono palestinesi e rischiano il doppio rispetto a
Ora puntiamo tutti gli occhi sulla Freedom Flotilla. Tutte le voci con loro.
Perché la vera frontiera non è il mare di Gaza: è la nostra coscienza.


Per la bontà che abita nei cuori e per coloro che si dedicano alla causa del bene: A te la lode e la Gloria, O Signore: Gloria in excelsis Deo


Guarisci anche noi, Signore, noi che abbiamo innalzato cartelli contro stranieri, contro diversi, contro immondi. Noi giudici di più ingiuste e spietate discriminazioni. Guariscici, facci ritornare alla tua Parola.


2Re 5,14-17    2Tm 2,8-13  


 Lc 17,11-19


11Lungo il cammino verso Gerusalemme, Gesù attraversava la Samaria e la Galilea. 12Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi, che si fermarono a distanza 13e dissero ad alta voce: «Gesù, maestro, abbi pietà di noi!». 14Appena li vide, Gesù disse loro: «Andate a presentarvi ai sacerdoti». E mentre essi andavano, furono purificati. 15Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce, 16e si prostrò davanti a Gesù, ai suoi piedi, per ringraziarlo. Era un Samaritano. 17Ma Gesù osservò: «Non ne sono stati purificati dieci? E gli altri nove dove sono? 18Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all’infuori di questo straniero?». 19E gli disse: «Alzati e va’; la tua fede ti ha salvato!».


***

Possiamo vedere questo testo da angolature differenti. Partiamo dai verbi che indicano movimento.

Nell’andare verso Gerusalemme avvenne … Attraversava per mezzo la Samaria … vennero incontro a lui … andate dai sacerdoti … nell’andare furono purificati … avendo visto che è guarito ritornò … cadde con la faccia presso i suoi piedi … alzati …

La narrazione di Luca intende presentarci Gesù nel suo ruolo di Profeta itinerante. Tutto avviene sulla strada. Come dire: la Parola di Dio di cui Gesù è portatore non è vincolata ad una regione, ad un territorio, ad una cultura, insomma, ad un sistema chiuso. Essa, come la semente gettata nel campo raggiunge tutti e in ognuno produce il frutto che deve produrre. Perciò, ora è in Samaria, regione notoriamente scomunicata, ora in Galilea. Sembra quasi un andare a zig-zag. Eppure la meta è precisa: Gerusalemme, laddove accadrà quanto si può intuire fin da questo momento: una condanna a morte; una conclusione violenta.

Il Regno di Dio, cioè il raggio della sua presenza e dell’azione di Dio nella vita delle persone, non è chiuso in un codice di un sistema monolitico di rigidi principi, non è un’istituzione politico sacrale visibilmente consistente e fortemente consolidata. Il Regno di Dio si muove e cammina secondo i movimenti della vita.

Il secondo punto di osservazioni è costituito dai soggetti del racconto. Gesù e i lebbrosi. Dal momento però che egli non si rivolge solo ai lebbrosi ma, nella seconda parte, fa delle considerazioni sul comportamento dei dieci lebbrosi, è lecito inserire nei soggetti del racconto anche il pubblico degli ascoltatori. E dunque, anche noi siamo tra i soggetti del racconto: cosa comprendiamo? Le cose dette in questo racconto, come ci riguardano?

Per avere più chiarezza circa i lebbrosi, è bene ascoltare i testi del Primo Testamento cui il nostro racconto allude.

  • Lv. 13, 45-46 Il lebbroso colpito da piaghe porterà vesti strappate e capo scoperto; velato fino al labbro superiore, andrà gridando: “Impuro, Impuro”. Sarà impuro finché durerà in lui il male; è impuro, se ne starà solo, abiterà fuori dell’accampamento.

  • Lv. 14, 2b-3 Egli (il lebbroso) sarà condotto al sacerdote. Il sacerdote uscirà dall’accampamento e lo esaminerà: se la piaga è guarita nel lebbroso …

I lebbrosi sono persone che stanno fuori. L’essere fuori è la loro condizione di vita.

Gesù sta camminando verso Gerusalemme dove sarà ucciso fuori dalla città, anche lui quindi tra i banditi dalla convivenza umana. Già a Nazareth (Lc. 4) dopo l’episodio della sinagoga, fu portato fuori dalla città dai suoi concittadini.

Luca vuole farci capire che Gesù è dalla parte degli estromessi e che lui pure è uno di loro. Il vangelo trova consistenza tra i paria. In effetti i lebbrosi si rivolgono a lui chiamandolo “maestro”, titolo usato solo dai suoi discepoli. Ciò sta ad indicare che i suoi veri discepoli, quelli che l’ascoltano, sono anch’essi degli estromessi, i buttati fuori.

Il brano insiste sul decentramento. Attraversata la Samaria e la Galilea”. Di per sé, il punto di partenza, secondo la geografia, dovrebbe essere la Galilea (da nord in direzione sud). La Samaria casomai viene dopo. Qui invece Luca pone come punto di partenza la Samaria. Non può non essere intenzionale. Si parte dalla Samaria, territorio eretico, perché il messaggio di Gesù prende le mosse da ciò che è considerato religiosamente lontano.

Anche i lebbrosi sono considerati lontani perché non possono partecipare al culto, sono dunque impuri. Secondo il pensiero religioso ufficiale dell’epoca, Dio è distante da loro. Fuori dalla città, fuori cioè dalla convivenza umana, e fuori dal tempio, fuori dalla religione, fuori dal raggio di azione di Dio … dis – graziati, fuori dalla grazia.

La questione si gioca tutta intorno al puro ed impuro. Il punto di forza della religione fissata su questi parametri è la separazione tra chi è degno di incontrare Dio e chi no.

La relazione con Gesù invece abilita tutti all’incontro diretto con Dio. Infatti mentre stanno obbedendo alla sua parola di andare a presentarsi al sacerdote, ancora prima di arrivare, si trovano già “purificati”. In poche parole, Luca vuole insegnarci che con Gesù non è più consentito creare separazione tra gli uomini in nome di Dio. Chi è discepolo di Gesù non ha bisogno di “visti” speciali per stare con Dio e, conseguentemente, con la comunità dei fratelli e sorelle.

L’ultima parte, incentrata attorno ai nove che non fanno ritorno e l’unico che invece ritorna da Gesù, il quale non va al tempio anche perché ne è già fuori essendo uno scomunicato, è il Samaritano. A pensarci bene, non è che la figura del discepolo, del cristiano!

Egli torna, cadde presso i piedi di Gesù (prostrazione adorazione), rende grazie (eucariston - fa eucaristia) viene rialzato (risorto), salvato dalla fede. Tutte espressioni che alludono alla vita battesimale ed eucaristica del cristiano. Il riferimento tipologico del cristiano è un samaritano scomunicato, uno che non può essere più fuori di così.

Qui dobbiamo prendere consapevolezza di un paradosso incredibile: I più vicini al Vangelo sono i più lontani, i meno inquadrati! Chi segue Gesù è destinato ad uscire dal tempio, da ogni tempio, per nutrirsi di vangelo nella vita concreta, quella che avviene lungo la strada.


Salmo 98 (97)

Cantate al Signore un canto nuovo,

perché ha compiuto meraviglie.

Gli ha dato vittoria la sua destra

e il suo braccio santo.

Il Signore ha fatto conoscere la sua salvezza,

agli occhi delle genti ha rivelato la sua giustizia.

Egli si è ricordato del suo amore,

della sua fedeltà alla casa d’Israele.

Tutti i confini della terra hanno veduto

la vittoria del nostro Dio.

Acclami il Signore tutta la terra,

gridate, esultate, cantate inni!

Cantate inni al Signore con la cetra,

con la cetra e al suono di strumenti a corde;

con le trombe e al suono del corno

acclamate davanti al re, il Signore.

Risuoni il mare e quanto racchiude,

il mondo e i suoi abitanti.

I fiumi battano le mani,

esultino insieme le montagne

davanti al Signore che viene a giudicare la terra:

giudicherà il mondo con giustizia

e i popoli con rettitudine.


Meditazione Domenica XXVII C

 




Ricordiamo, o Signore, davanti a te

  Le 41 imbarcazioni della Global Sumud Flotilla sono state abbordate e sequestrate da Israele a 70 miglia da Gaza, in acque internazionali. Arrestati 473 volontari, tra cui più di 40 italiani, poi trasferiti nel carcere di Ketziot e in quello di Saharonim, nel deserto del Negev, nel sud di Israele, in attesa del completamento delle procedure - espulsione o processo - e dell'eventuale trasferimento nei rispettivi Paesi. Le autorità israeliane hanno sottoposto agli attivisti un documento da firmare in cui ammettono di essere entrati illegalmente in Israele. Le autorità italiane chiedono notizie al Mossad. Il team legale della Flotilla denuncia: “Israele ha iniziato le udienze ad Ashdod senza assistenza legale”. Altre 45 barche sono salpate dalla Turchia, in rotta verso le coste di Gaza.

Mai così tante guerre nel mondo. Il rapporto del Centro di ricerca per una cultura di pace dell'Università autonoma di Barcellona mette in evidenza una generalizzata crescita delle tensioni internazionali e delle guerre nel mondo, con un aumento del numero dei morti e la diffusa violazione dei diritti umani. Preoccupazione per la svolta militarista dell'Unione Europea e il piano di riarmo da 800 miliardi di euro.

Tuvalu, il primo Paese al mondo a rischio sparizione. L’arcipelago nel Pacifico si appresta a spostare gran parte della sua popolazione prima di essere sommerso a causa dell’innalzamento del livello del mare dovuto ai cambiamenti climatici. 

Dalle piazze del Marocco il grido per salute, istruzione e lavoro. Le strade delle città marocchine si animano con giovani che chiedono dignità, giustizia sociale e migliori condizioni di vita. Le manifestazioni denunciano arresti, repressione e disuguaglianze. 

Il Madagascar in piazza per luce, acqua e libertà politiche. Il Madagascar ha vissuto una lunga giornata di proteste – con scontri, arresti e vittime.

Continua a prenderti cura di noi, o Signore: Kyrie eleison

Aiutaci a riconoscere e a coltivare i semi di speranza

Lampedusa, commozione nel ricordo della strage in mare del 2013. Nel giorno del dodicesimo anniversario del naufragio in cui persero la vita 368 migranti, si è conclusa l’edizione 2025 della “Giornata della Memoria,” promossa dal Comitato 3 ottobre, con la marcia verso la Porta d’Europa,

India, donne e bambine sfidano patriarcato ed emarginazione. La conquista dei diritti femminili è al centro del progetto della Fondazione Magis Ets che, da due anni, organizza degli incontri rivolti alla comunità in 20 villaggi per sensibilizzare sulla leadership e l’istruzione. Tra le “storie di successo” ripercorre quella di un gruppo di dieci donne Thakor di Malpur, nel Gujarat, che – sebbene analfabete e senza un’idea del concetto di risparmio – “hanno creato una cassa comune dove versare parte dei guadagni da reinvestire. Hanno acquistato dei bufali per il fabbisogno domestico e apriranno un forno per la produzione del papad, un tipico pane indiano, proseguendo sulla strada dell’indipendenza sociale ed economica.

"Fratelli tutti", 5 anni fa la firma dell’Enciclica di Papa Francesco. Il 3 ottobre 2020, Papa Francesco ad Assisi siglava il testo dedicata alla fratellanza e all’amicizia sociale. «L’obiettivo del dialogo è stabilire amicizia, pace, armonia e condividere valori ed esperienze morali e spirituali in uno spirito di verità e amore»

Il Giubileo apre "alla speranza di una diversa distribuzione delle ricchezze, alla possibilità che la terra sia di tutti, perché in realtà non è così. In questo anno dobbiamo scegliere chi servire, se la giustizia o l'ingiustizia, se Dio o il denaro. Sperare è scegliere". Lo ha detto Papa Leone nell'udienza giubilare sottolineando che "il mondo cambia se noi cambiamo". 

Per la bontà che abita nei cuori e per coloro che si dedicano alla causa del bene: A te la lode e la Gloria, O Signore: Gloria in excelsis Deo


Signore, noi ti ringraziamo perché ci hai riuniti alla tua presenza per farci ascoltare la tua Parola:

in essa ci riveli il tuo amore e ci fa conoscere la tua volontà. Amen


Ab 1,2-3; 2, 2-4 2Tim 1,6-8.13-14

Lc 17, 5-10

5Gli apostoli dissero al Signore: 6"Accresci in noi la fede!". Il Signore rispose: "Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: "Sradicati e vai a piantarti nel mare", ed esso vi obbedirebbe.
7Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà, quando rientra dal campo: "Vieni subito e mettiti a tavola"? 8Non gli dirà piuttosto: "Prepara da mangiare, stringiti le vesti ai fianchi e servimi, finché avrò mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai tu"? 9Avrà forse gratitudine verso quel servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti? 10Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: "Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare"".

***

Fino a quando, Signore, implorerò e non ascolti…Perché mi fai vedere l’iniquità e resti spettatore dell’oppressione”?

Il profeta che sta assistendo a drammatici avvenimenti di ingiustizie, guerre e violenze. Egli osa porre a Dio un interrogativo che sa di sfida e di accusa. “Dio, dove sei?”. La risposta, non è meno problematica: “attendi perché l’empio si fida dei suoi disegni, il giusto, invece vivrà di fede”. Come se Dio dicesse:

E tu, uomo, dove sei? Cosa sta facendo per guarire la tua comunità dalla violenza distruttrice? Pretendi forse che anch’io diventi violento distruttore? – se non parti dalla fiducia nella promessa di bene con cui Dio ti raggiunge con la sua parola, non puoi stare in piedi. Deve cambiare il tuo approccio alle situazioni difficili. Perciò:

Il giusto vivrà per la fede”. A partire dalla fiducia.


Le parole del Vangelo appartengono al discorso di Gesù di fronte alla questione degli ostacoli del male che l’umanità incontra nel suo cammino.

È inevitabile che avvengano gli scandali”. Tanto a dire: gli ostacoli ci sono e vanno affrontati. Tra questi, le offese, le aggressioni, le ingiustizie che gli uomini si fano gli uni contro gli altri. Ma c’è modo e modo di affrontare ciò.

Nel pensiero comune sembra logico e legittimo rispondere al male con un gradiente di male maggiore di quello messo in atto dall’avversario.

La violenza, lo sterminio, il genocidio di cui si parla in questi giorni e di tutti quelli registrati dalla storia funzionano proprio così. Ed è per questo che la distruzione e la violenza non finiscono mai.

Di fronte al male che ci facciamo reciprocamente, Gesù invece parla della strategia del perdono. Sette volte al giorno. Ossia in ogni momento. Il cosiddetto buon senso dice che è da sprovveduti. Per Gesù si tratta di sostituire la logica della violenza che merita violenza, cioè il criterio di ciò che uno o un gruppo merita, con quella del dono, del per-dono, ossia il dono per il dono. Il dono che prescinde dal merito.

Su questa strada indicata da Gesù, per noi discepoli e discepole che vogliamo seguirlo, è necessario un supplemento di fiducia. Proprio perché la proposta della mentalità mondana è diametralmente opposta, i discepoli sentono la necessità di fare una esplicita richiesta: “Accresci in noi la fede”. Essa, la fede, consiste nella fiducia di chi si appoggia su una parola che sembra contraddire le evidenze. E allora, anche solo un po’ di fiducia, ‘come un granello di senape’, insomma basta crederci un po’, basta osare anche solo un po’, per constatare che i cambiamenti improbabili sono invece divenuti possibili come ‘il gelso trapiantato nel mare’.

Questa caratteristica della fiducia è talmente radicata nel discepolo del Regno da diventare in lui un’esigenza vitale, tanto che se non vi si dedicasse, egli semplicemente perderebbe la sua stessa ragion d’essere. Assumerne i paradossi del Regno per lui è come l’aria che respira. Quello che fa non è che l’esito della fiducia che ha dentro di sè, non è un eroe che merita un titolo di merito, semplicemente agisce in base a ciò che è.

Forse, nella comunità delle origini, alcuni su sentivano al di sopra degli altri, più meritevoli di rispetto e di considerazione. Ritenevano di essere particolarmente impegnati e questo loro impegno diventava motivo per racchiudersi in una casta.

Allora le parole di Gesù “Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare” risultano molto significative. Non sei e non fai nulla si straordinario: il tuo impegno non è che un nobile servizio che ti onora, cioè un modo positivo di stare al mondo, per te stesso e per gli altri. Il discepolo della “via” trova senso, gioia, stabilità nel dedicarsi al bene che la parola promette. In ciò trova motivi validi per vivere e per dare la vita.





 



Ricordiamo, o Signore, davanti a te

  Ancora raid israeliani nella Striscia: almeno 50 i morti. Attacchi anche vicino alla parrocchia della Sacra Famiglia. Medici Senza Frontiere: 'Siamo costretti a sospendere le attività a Gaza City'
'Incessante offensiva israeliana, deterioramento della sicurezza'.

Colpita e danneggiata un'altra imbarcazione della Flotilla nelle acque internazionali a sud di Creta: la barca sulla quale viaggia, fra gli altri, la portavoce italiana della Global Sumud Flotilla Maria Elena Delia.

Proteste dentro e fuori dal Palazzo di Vetro prima del discorso di Netanyahu alla 80.ma assemblea generale dell'Onu. Il premier israeliano rivendica l’operazione militare contro Hamas e dichiara di non volersi fermare:

I figli dell'Asia in rivolta: giovani voci da Filippine e Indonesia. Le proteste che in queste settimane stanno animando diversi Paesi orientali non possono passare inosservate. Sono indice anzitutto di un malessere diffuso tra le nuove generazioni, radicato nell’incapacità della politica di dare alle nuove generazioni una prospettiva di vita.

Quasi la metà dei bambini somali sotto i cinque anni potrebbe soffrire di malnutrizione acuta entro il 2026. La combinazione di guerre locali, carestie dovute al clima e drastici tagli ai finanziamenti internazionali sta aggravando una situazione.

In occasione della Giornata mondiale per l’eliminazione totale delle armi nucleari, celebrata ogni 26 settembre, occorre dare nuovo impulso al Trattato per la non proliferazione. Dal 2023 ad oggi le spese per rafforzare gli arsenali nucleari sono cresciute dell'11%

El Fasher, bombe sul mercato della città sudanese assediata. Decine le vittime tra le quali donne e bambini. Nella capitale del Darfur nessuno può entrare o uscire: la popolazione è sempre più allo stremo. E a complicare la situazione ora c'è anche la diffusione di malaria, colera e febbre dengue.

Sabato scorso, 20 settembre, alcuni bambini stavano partecipando a una festa di compleanno e ricevendo dei regali a Port-au-Prince, la capitale di Haiti, quando i droni hanno ucciso otto di loro. Si sono ritrovati nel vortice della violenza tra le bande criminali.

Almeno 16 casi di tortura, tra cui episodi di violenza sessuale, 31 sparizioni forzate e 75 detenuti politici fino a giugno 2025.

Violenti scontri a Lima, tra la polizia peruviana e i manifestanti, per lo più giovani della cosiddetta 'Generazione Z'. Il tema centrale della protesta è la riforma delle pensioni, che obbliga i giovani maggiorenni ad aderire a un fondo pensione.

Continua a prenderti cura di noi, o Signore: Kyrie eleison

Aiutaci a riconoscere e a coltivare i semi di speranza

I frutti della Laudato si' a dieci anni dalla sua pubblicazione. La Caritas Ticino, promuove un convegno a dieci anni dall’enciclica Laudato sì, per capire come è cambiata la visione di ecologia integrale e di emergenza ambientale.

Concluso a Gorizia il Consiglio permanente della Conferenza Episcopale. italiana. Nel documento finale i vescovi chiedono con forza che cessi ogni forma di violenza inaccettabile contro un intero popolo e che siano liberati gli ostaggi.

Il Messico ha formalizzato l'adesione al Trattato di protezione della biodiversità marina delle Nazioni Unite in occasione dell'assemblea generale in corso a New York. Tra le sue disposizioni chiave figurano la creazione di aree marine protette, la valutazione dell'impatto ambientale e la promozione della cooperazione internazionale.

Per la bontà che abita nei cuori e per coloro che si dedicano alla causa del bene: A te la lode e la Gloria, O Signore: Gloria in excelsis Deo


Dio, vogliamo insieme lodarti e cantarti per la gioia di saperti umile e amico degli umili. Amen

Am. 6,1.4-7; 1Tim. 6,11-16

Lc 16,19-31

Il profeta Amos ci sta accompagnando in queste domeniche. È un uomo che cerca di comprendere i messaggi di Dio attraverso gli avvenimenti di carattere sociale. Così, la situazione di ricchezza sfrenata di alcuni sfaccendati latifondisti, a fronte della situazione degli impoveriti, non può non riguardare una storia di salvezza che Dio vuole portare avanti con il suo popolo e con l’umanità. Ecco, direi che Amos vuole ridestare in noi il senso “sociale” della storia di salvezza. Ascoltando, insomma, le sue parole di fuoco, ci rendiamo facilmente conto che la questione della fede non si gioca tutta “nel salvarsi l’anima”.

“Gli spensierati, quelli che si sentono sicuri sulla montagna di Samaria – il palazzo dei poteri forti – mangiano, canterellano, bevono…”. Che c’è di male in queste cose? Eppure sentiamo insorgere in noi un profondo senso di indignazione. La dignità viene offesa quando manca l’insensibilità verso gli altri, o peggio, quando fonda la propria fortuna sulla sfortuna degli altri. Ed è proprio qui il male: l’ottundimento del cuore. “…Della rovina di Giuseppe non si preoccupano”.

Quando consegniamo il cuore all’idolo del profitto e della ricchezza, diventiamo talmente ciechi da non saper distinguere nemmeno ciò che rappresenta il nostro vero bene da ciò che rappresenta il nostro male. Amos si accorge che un sistema marcio porta alla rovina, non occorre essere degli indovini per comprendere che le scelte sbagliate hanno delle conseguenze, e così, Israele non è capace di vedere nemmeno il proprio immediato futuro: “Andranno in esilio, in testa ai deportati e cesserà l ‘orgia dei buontemponi”. Nel 722, a pochi anni quindi di distanza dalle parole di Amos, Israele verrà totalmente disperso nel tremendo esilio degli Assiri.

Il problema quindi è quello dell’insensibilità e dell’accecamento, del non vedere oltre perché stiamo scoppiando di sazietà. Se poi alla sazietà si uniscono l’ignoranza e l’orgoglio, la miscela può diventare davvero esplosiva. Occorre quindi guardare oltre; avere uno sguardo ampio, profondo lungo.

Ed eccoci quindi al senso di questo racconto evangelico. Non si tratta come altre volte di una parabola. È invece un racconto di sapore rabbinico. Un quadretto folkloristico dell’aldilà, …il seno di Abramo…, una fiaba raccontata dai rabbini. Non intende perciò essere una spiegazione sul premio e sul castigo della vita oltre la morte, né una condanna del ricco perché ricco. È piuttosto la drammatizzazione di un capovolgimento che è meglio attuare finché ne abbiamo la possibilità.

Ciò che consideriamo valori a cui dedicare le nostre migliori energie, come la ricchezza, l'eleganza, la reputazione, il successo, il benessere, non sono valori; non sono tali da meritare la consegna del nostro cuore; devono essere messi a K.O. perché non possono essere assoluti in quanto segnati dalla fine. Infatti: “morì anche il ricco”. E qui Luca si ricollega con l’altro racconto, quello del Capitolo 12 dove anche là il ricco si propone di godere dei beni per molti anni e non si lasciava misurare dal limite: il morire, la fine. Se, infatti, non vengono collocati al loro posto, possono provocare danni irreparabili. Le parole “anche se uno risorgesse dai morti…” oppure “i grandi tormenti di cui parla il racconto esprimono efficacemente il senso della irreparabilità della catastrofe dell’esistenza che si regge su valori vuoti.

Allora, ascoltando Mosè ed i profeti, ovvero la Parola di Dio, i cinque fratelli che come noi talvolta se ne stanno spensierati e rimbecilliti, con questa parola di Gesù veniamo drasticamente riportati alla realtà: Abbiamo una sola vita e questa, a dispetto di tutte le logiche dominanti, deve servire perché ci facciamo del bene gli uni gli altri senza cadere nell’abisso della disumanità.


Considero valore ogni forma di vita: la neve, la fragola, la mosca.

Considero valore il regno minerale,

l'assemblea delle stelle.

Considero valore il vino finché dura il pasto

il sorriso involontario

la stanchezza di chi non si è risparmiato

e due vecchi che si amano.

Considero valore quello che domani non varrà più niente

e quello che oggi vale ancora poco.

Considero valore tutte le ferite

Considero valore risparmiare acqua

riparare un paio di scarpe

tacere in tempo

accorrere a un grido

chiedere permesso prima di sedersi

provare gratitudine senza ricordarsi di che

Considero valore sapere in una stanza dov'è il Nord

qual è il nome del vento che asciuga il bucato

Considero valore il viaggio del vagabondo

la clausura della monaca

la pazienza del condannato, qualunque colpa sia

Considero valore l'uso del Verbo “amare”

e l'ipotesi che esista un creatore.

Molti di questi valori non ho conosciuto.

(Erri De Luca)



Salmo 145

Il Signore rimane fedele per sempre
rende giustizia agli oppressi,
dà il pane agli affamati.
Il Signore libera i prigionieri.

Il Signore ridona la vista ai ciechi,
il Signore rialza chi è caduto,
il Signore ama i giusti,
il Signore protegge i forestieri.

Egli sostiene l’orfano e la vedova,
ma sconvolge le vie dei malvagi.
Il Signore regna per sempre,
il tuo Dio, o Sion, di generazione in generazione.


Meditazione domenica XXV C

 


Ricordiamo, o Signore, davanti a te

  Prosegue l’intensa offensiva di terra delle forze israeliane nella Striscia. L’Onu parla di genocidio e arriva la condanna unanime all’operazione militare da parte della comunità internazionale. Protestano anche le famiglie degli ostaggi ancora nelle mani di Hamas.

Padre Romanelli: dall'altare di Gaza, chiediamo la pace. Il parroco della Sacra Famiglia testimonia la forza della preghiera, mentre l’offensiva israeliana avanza. “Non si è sicuri da nessuna parte. Il numero dei bombardamenti sale ogni giorno, e ogni giorno salgono i numeri della distruzione, dei morti, dei dispersi sotto le macerie e dei feriti”.

Sudan, 75 morti per un attacco contro un campo profughi in Darfur. Nel Paese africano, le forze paramilitari hanno attaccato gli sfollati raccolti in una moschea nei pressi di el-Fasher.

Un grido dall'est congolese: "Fermare i massacri e portare la pace". Non si fermano le violenze in Repubblica Democratica del Congo: l'ultimo attacco, nel Nord Kivu, attribuito al gruppo armato delle Forze democratiche alleate, è di un bilancio di almeno 89 vittime.

Una nuova strage nel Mediterraneo si è verificata domenica scorsa. Un'imbarcazione, con a bordo 75 sudanesi in fuga dalla terribile guerra che dilania il loro Paese, ha preso fuoco dopo essere partita dalle coste libiche: almeno 50 i morti

Quasi 15mila scuole chiuse in Africa centrale e occidentale. Per UNICEF e Consiglio norvegese per i rifugiati oltre 3 milioni di bambini sono privati dell’istruzione a causa di conflitti, terrorismo e effetti della crisi climatica. Tra le aree di maggiore crisi ci sono i paesi del Sahel centrale (Burkina Faso, Mali, Niger e Ciad).

Maduro ordina ai militari di insegnare ai civili a usare le armi. "Le caserme, le Forze armate bolivariane (istituzione militare al servizio della difesa del Venezuela), andranno dalla gente, dalle comunità per schierarle, per ispezionarle, per insegnare a tutti coloro che si sono arruolati, ai residenti e alle residenti, come maneggiare il sistema di armi",

Tragedia alla Ecopartenope di Marcianise, azienda della provincia di Caserta specializzata nel trattamento dei rifiuti. A causa di un'esplosione, tre operai sono morti mentre due sono stati feriti. Continua a prenderti cura di noi, o Signore: Kyrie eleison

Aiutaci a riconoscere e a coltivare i semi di speranza

Pace per Gaza, la veglia di preghiera promossa da Sant’Egidio insieme ad altre realtà e associazioni promuove per lunedì 22 settembre, alle ore 19.30 in piazza Santa Maria in Trastevere a Roma, un grande incontro di preghiera invitando alla partecipazione per implorare la fine dei bombardamenti su Gaza.

Il coordinamento di “Preti contro il genocidio” ha raccolto mille firme, ma nonostante il link sia stato cancellato da Google, si daranno appuntamento domani in piazza del quirinale per manifestare e poi raccogliersi nella Chiesa di S. Andrea al Quirinale e in alcuni luoghi della capitale.

Dire basta alla guerra è l’unica via per risolvere i conflitti”: “Non è da sognatori ma da realisti” ed è anche “la migliore consegna a chi verrà dopo di noi”. È quanto affermato dal cardinale Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Conferenza episcopale italiana (Cei), in un video messaggio diffuso oggi a Ginevra alla conferenza “Basta guerre! Costruire la pace attraverso i diritti umani, lo sviluppo e la solidarietà internazionale”,

15 settembre abbiamo ricordato p. Pino Puglisi. “La vita non è fatta semplicemente di violenza, di degrado ma ci sono valori come pace, fraternità e collaborazione”: è quanto ripeteva spesso don Pino Puglisi, il sacerdote siciliano ucciso dalla mafia il 15 settembre del 1993. Togliendo dalla strada ragazzi e bambini — che senza il suo aiuto sarebbero stati risucchiati dalla vita mafiosa e impiegati per rapine e spaccio — voleva riaffermare la cultura della legalità

Per la bontà che abita nei cuori e per coloro che si dedicano alla causa del bene: A te la lode e la gloria, O Signore: Gloria in excelsis Deo

Donaci lo spirito di discernimento, Signore, perché apriamo gli occhi sulla grande ricchezza che tu ci doni nel farci vivere assieme da fratelli e sorelle. Amen


Am 8,4-7    1Tm 2,1-8

Lc. 16, 1-13

Gesù diceva ai discepoli:

«Un uomo ricco aveva un amministratore, e questi fu accusato dinanzi a lui di sperperare i suoi averi. Lo chiamò e gli disse: “Che cosa sento dire di te? Rendi conto della tua amministrazione, perché non potrai più amministrare”.

L’amministratore disse tra sé: “Che cosa farò, ora che il mio padrone mi toglie l’amministrazione? Zappare, non ne ho la forza; mendicare, mi vergogno. So io che cosa farò perché, quando sarò stato allontanato dall’amministrazione, ci sia qualcuno che mi accolga in casa sua”.

Chiamò uno per uno i debitori del suo padrone e disse al primo: “Tu quanto devi al mio padrone?”. Quello rispose: “Cento barili d’olio”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta, siediti subito e scrivi cinquanta”. Poi disse a un altro: “Tu quanto devi?”. Rispose: “Cento misure di grano”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta e scrivi ottanta”.

Il padrone lodò quell’amministratore disonesto, perché aveva agito con scaltrezza. I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce.

Ebbene, io vi dico: fatevi degli amici con la ricchezza disonesta, perché, quando questa verrà a mancare, essi vi accolgano nelle dimore eterne.

Chi è fedele in cose di poco conto, è fedele anche in cose importanti; e chi è disonesto in cose di poco conto, è disonesto anche in cose importanti. Se dunque non siete stati fedeli nella ricchezza disonesta, chi vi affiderà quella vera? E se non siete stati fedeli nella ricchezza altrui, chi vi darà la vostra?

Nessun servitore può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e (mammona) la ricchezza».

***

Occorre precisare che il testo è ben lontano dall'affermazione qualunquista secondo cui la ricchezza è neutra, basta solo che sia bene orientata. Naturalmente questa è un'affermazione saggia, ma abbastanza scontata. il presente testo evangelico non ha nulla a che vedere con la banalità delle cose scontate.

Benché sullo sfondo della scena ci sia la presenza dei farisei, questa parte del discorso parabolico (16,1-13) è rivolta ai discepoli: 1 “Diceva poi anche ai discepoli”. Pertanto, è la comunità del vangelo ad essere interessata a queste parole di Gesù.

Il brano è strutturato in due parti. Nella prima, abbiamo la parabola e nella seconda, alcune dichiarazioni conseguenti alla parabola.

Come in ogni parabola, per coglierne il messaggio occorre osservare l'insieme, cioè l'efficacia della drammatizzazione creata dalle immagini. Dunque, dall'insieme possiamo osservare che il testo intende suscitare ammirazione per uno che, guardando in avanti, ossia per uno che sa fare un discernimento intelligente, fino a riuscire a cambiare i riferimenti su cui precedentemente aveva impostato la sua vita.

Pertanto, ecco lo scopo della parabola, ascoltando questa parabola, la comunità dei discepoli/e dovrebbe saper guardare in avanti e scoprire i veri riferimenti di valore su cui contare.

Quanto alla parabola, ciò che mette in scena riflette una situazione abbastanza normale nel mondo economico del tempo di Gesù (ma anche nel nostro mondo, almeno fino agli anni '60-70): un latifondista, non residente, affida ad un amministratore il compito di riscuotere dai lavoratori mezzadri la parte di raccolto che spetta alla proprietà. Può anche capitare che l'amministratore, arrotondi un 15-25 % a suo vantaggio. Evidentemente la cosa non lo rende simpatico o amico agli occhi dei lavoratori dipendenti, ma questo a lui non importa. Sono loro infatti a subirne le conseguenze più svantaggiose, non lui.

A uno così non interessa l'amicizia degli altri, le buone relazioni con i dipendenti non fanno parte dei suoi obiettivi. La sua fortuna e il suo futuro, invece, dipendono dall'accumulo di possesso che poco alla volta riesce a raggiungere. Questa è la sua filosofia!

Tuttavia, ora si trova in una situazione nuova, quella, appunto, di cui parla la drammatizzazione della parabola. Riflettendo su questa nuova situazione, se fino a questo momento aveva inteso come ricchezza (= sicurezza per il futuro) l'accumulo di beni accaparrati, da questo momento in poi, appare ai suoi occhi un'altra ricchezzal'amicizia, la condivisione di vita con gli altri. Gli altri cominciano ad essere per lui una ricchezza, benché continui a muoversi dentro una logica di interesse e scaltrezza. Perciò abbiamo due ricchezze a confronto. Quale delle due è quella vera?

Forse la comunità di Luca, nella seconda metà del primo secolo e anche successivamente, viveva un momento di difficoltà per penuria di risorse, difficoltà economica o di altro tipo. Può essere che in una situazione del genere, la grande tentazione fosse quella di lavorare all'accumulo di beni così da raggiungere una certa serenità nel guardare in avanti.

Alle comunità, alle chiese, che attraversano questo tipo di crisi, l'evangelista ricorda le parole di Gesù affinché facciano discernimento sulla vera ricchezza che hanno e non sanno di avere: la fraternità, la condivisione, l'essere insieme. Questa è la risorsa fondamentale, la ricchezza vera che scaturisce dalla memoria viva del Signore nella Santa Cena... Appunto, qual è la ricchezza vera? Chi può dare questa ricchezza? Chi può decidersi veramente per essa?

L'amministratore protagonista della parabola, pur rimanendo dentro una motivazione astuta, ha saputo cambiare registro, pertanto, a maggior ragione, la comunità del vangelo (i figli della luce), dovrebbe far suo questo nuovo criterio di ricchezza per costruire futuro: Il criterio della fraternità e della comunione!

nella seconda parte del racconto, come abbiamo rilevato, troviamo delle dichiarazioni di Gesù che sono come le conseguenze tratte dal racconto della parabola. Il termine, attorno cui si muove il discorso, è “fedele” (pistòs): chi è fedele nel poco lo è anche nelle cose importanti e così via… Fedele, nel linguaggio biblico, significa uno che si appoggia. La parola biblica che traduce l'appoggiarsi fiducioso ad una promessa, ad una persona, ad una convinzione ecc. è amen.

Nel linguaggio scritto della bibbia non esistevano le vocali ma solo le consonanti, cosicché, Amen risulta avere la stessa radice di Mammona: m....n; mm...n.

Ora, decidere su quale ricchezza appoggiarsi, su quella derivante dall'avere o su quella della fraternità, corrisponde a decidere se appoggiarsi sull'Amen (la ricchezza della parola evangelica) o su Mammona (la ricchezza inconsistente dell'idolatria di possesso).

Infine, occorre considerare la chiusura dell'inclusione, cioè il v. 16,14 che va letto in parallelo con il v. 15,2.

a) 15,1-2 Gli esattori delle tasse e i peccatori si avvicinavano a lui per ascoltarlo. I farisei e i dottori della legge mormoravano dicendo: Costui accoglie i peccatori e mangia con essi.

b) 16,14: I farisei, che erano attaccati al denaro, ascoltavano tutte queste cose e si facevano beffe di lui.

Dunque, l'unità narrativa apre con l'atteggiamento di chi si sente sicuro, ricco, nella sua verità. Si conclude con l'atteggiamento di chi si sente sicuro, ricco, di ciò che possiede. Sono le due facce della stessa medaglia. Esiste una ricchezza, un accumulo di perbenismo e un accumulo di denaro, l'uno e l'altro escludono la fraternità, la vita insieme agli altri, il camminare insieme, che, per il Vangelo, è l’unica vera ricchezza!




Salmo 112

Lodate, servi del Signore,

lodate il nome del Signore.

Sia benedetto il nome del Signore,

da ora e per sempre.

Su tutte le genti eccelso è il Signore,

più alta dei cieli è la sua gloria.

Chi è come il Signore, nostro Dio,

che siede nell’alto

e si china a guardare

sui cieli e sulla terra?

Solleva dalla polvere il debole,

dall’immondizia rialza il povero,

per farlo sedere tra i prìncipi,

tra i prìncipi del suo popolo.


Meditazione Domenica . Esaltazione della Croce

 


Ricordiamo, o Signore, davanti a te

Sudan, 13 milioni di bambini non possono studiare a causa della guerra
Da due anni e mezzo, il Paese dell’Africa nord-orientale è al centro di un conflitto che si ripercuote sui più piccoli. Il loro diritto all’istruzione è inesistente, rischiano di essere vittime di abusi sessuali e reclutati dai gruppi armati.

Disordini e violenza in Nepal, 21 morti e governo dimissionario. Il blocco dei social media da parte del governo ha scatenato la rabbia dei cittadini, che sono scesi in piazza e si sono scontrati con la polizia.

Flotilla: un'altra barca colpita in un sospetto raid con drone. 'E' il secondo attacco in acque tunisine. Questo è il secondo attacco di questo tipo in due giorni. Questi ripetuti attacchi si verificano durante l'intensificarsi dell'aggressione israeliana contro i palestinesi a Gaza e sono un tentativo orchestrato per distrarre e far deragliare la missione.

Mille e 850 morti e oltre 1800 persone scomparse. Sono solo alcune delle cifre che caratterizzano la sanguinaria guerra tra fazioni narcos scoppiata esattamente un anno fa, il 9 settembre del 2024 nello stato messicano di Sinaloa. Tra le vittime si contano anche 57 bambini, oltre 600 famiglie sfollate

Parolin: dall'Europa al Medio Oriente c'è il rischio di un'escalation senza fine. Siamo sull’orlo del baratro perché c’è il rischio di un’escalation senza fine che fa paura. Il segretario di Stato vaticano, cardinale Pietro Parolin, non nasconde la sua preoccupazione per “il rischio di una guerra di più largo raggio”.

Continua a prenderti cura di noi, o Signore: Kyrie eleison


Aiutaci a riconoscere e a coltivare i semi di speranza

La Giornata internazionale dell'alfabetizzazione è stata celebrata l’8 settembre. Il Segretario dell'Unesco afferma: “Senza alfabetizzazione non si può pensare di tutelare quegli elementi tipici delle nostre società, del nostro mondo e quindi lo stato di diritto, l'uguaglianza, la solidarietà, la giustizia, la tolleranza, la non discriminazione. Tutti questi valori che per noi sono fondamentali richiedono evidentemente dei livelli importanti e significativi di alfabetizzazione e di educazione”, 

A Matera nasce il 'Manifesto' per la sostenibilità ambientale. I giovani della cooperativa “Oltre l’arte” di Matera e gli spagnoli di “Manos Unidas” hanno presentato il “Manifesto” per la sostenibilità ambientale”: un documento di buone pratiche per i giovani, ma da far leggere e attuare anche dagli enti Locali.

Il parroco della Sacra Famiglia di racconta, tramite un video condiviso con i media vaticani, la chiamata di con il Pontefice, dopo l'ordine di evacuazione di Israele ai residenti di Gaza City: "Gli abbiamo detto che stiamo bene, che la situazione continua ad essere difficile”. “La maggior parte della popolazione non vuole andarsene”, spiega il sacerdote argentino, “in parrocchia ci sono circa 450 rifugiati, tra anziani, malati, bambini. Noi continuiamo a stare accanto a loro"

Tutte le operazioni umanitarie se possono servire ad aiutare a risolvere le crisi umanitarie sono utili". Lo dice il segretario di Stato vaticano Pietro Parolin, a proposito della Global Sumud Flotilla. "Chiediamo al Governo italiano di tutelare dei cittadini italiani qualora dovessero essere prelevati, sequestrati o incarcerati dagli israeliani. Non vogliamo le scorte, ma una interlocuzione diplomatica con Israele".

Rio de Janeiro sarà teatro del Forum dei leader locali della Cop30 dal 3 al 5 novembre, con un evento strategico che anticipa il vertice, consolidando la città come un centro importante dei dibattiti sul clima. È prevista la partecipazione di oltre 300 sindaci, autorità locali ed esperti per discutere soluzioni climatiche, mobilitare impegni e rafforzare il ruolo delle città e delle regioni come partner strategici nell'azione contro la crisi climatica.

Per la bontà che abita nei cuori e per coloro che si dedicano alla causa del bene: A te la lode e la gloria, O Signore: Gloria in excelsis Deo

Donaci, o Padre, di tenere lo sguardo fisso su Gesù e imparare da lui a scendere nel cuore dell’umanità per amare, non per dominare. Amen

Nm 21, 4-9 Fil 2, 6-11

Gv 3, 13-17

Gesù disse a Nicodemo:

«Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna.

Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna.

Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui».

***

I pochi versetti si trovano nel contesto del dialogo notturno tra Nicodemo e Gesù.

Sviluppa il tema delle tenebre e della luce già annunciato nel prologo: “...e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre e tenebre non l'hanno vinta – e ancora – Nessuno ha mai visto Dio; l'unico Figlio, che è rivolto presso il Padre, è lui che lo ha rivelato”.

Inoltre, le parole di Gesù rivelano un aspetto marcatamente universalistico - Dio infatti ha tanto amato il mondo ... non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato – mentre Nicodemo è figura marcatamente ancorata al giudaismo, ne è uno dei rappresentanti istituzionali. Egli intende “reclutare” Gesù alla causa farisaica, cioè la realizzazione di un progetto teocratico.

Per Gesù, un simile sistema è dominio, tenebra, chiusura, non vita, morte, vecchiume, soprattutto assenza di amore.

I versetti iniziali presentano un movimento spaziale molto caro alla tradizione biblica: “Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo”. Sono parole che evocano la dichiarata intenzione di Dio di liberare il suo popolo secondo Es. 3, 7-8 “Ho osservato la miseria del mio popolo in Egitto e ho udito il suo grido a causa dei suoi sovrintendenti: conosco le sue sofferenze. Sono sceso per liberarlo dal potere dell'Egitto e per farlo salire da questa terra verso una terra bella e spaziosa, verso una terra dove scorrono latte e miele”.

Il movimento del Figlio dell'uomo – salito, perché i fatti della pasqua sono già accaduti quando Giovanni scrive il suo vangelo – rivela un Dio che scende per solidarizzare, per liberare, per dare vita, non a un gruppo particolare ma a tutti, al mondo

Si tratta infatti di un Dio che ha amato il mondo. Qui il verbo amare è tipico di una madre che ama la creatura che ha generato. Ci troviamo quindi sul versante opposto della tradizione rappresentata da Nicodemo che, anziché amare, sostenere, approvare, dare vita ecc. intende dominare, imporre, vincere, sottomettere seppure alla legge divina. Il Padre di Gesù vuole vita eterna per l'umanità, vale a dire una qualità di vita piena nell'amore e nell'intelligenza, insomma tutto ciò che di bello e di buono si può desiderare per un figlio, per una figlia. Una qualità luminosa che in Esodo era espressa con l'immagine di una terra bella e spaziosa, una terra dove scorrono latte e miele.

La differenza tra la prospettiva di Dio e quella chiusa del sistema teocratico è tale che fa ricorrere Gesù ad un'altra immagine che troviamo nella peregrinazione del deserto: Nm. 21, 8-9. “come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo”. L'avvenimento è noto: il popolo che mormora viene colpito dal castigo dei serpenti velenosi, ma grazie alla mediazione di Mosé viene offerta la guarigione se si guarda al serpente che tiene in mano Mosè. Guardare l’innalzato è la condizione di guarigione.

Ora la via è guardare all'innalzato Gesù. Nella lettera agli Ebrei si parla dello sguardo fisso su Gesù per affermare la centralità di Cristo, l'unicità del vangelo.

Qui il Gesù innalzato è il Gesù crocifisso. Il suo innalzamento è, per così dire il massimo dell'abbassamento. Il massimo della solidarietà, dell'amicizia verso l'umanità. E questa solidarietà è luce, amore leale, vita. Non è dominio, imposizione, dottrina, dover essere ecc.

Sul crinale di questi due versanti, quello rappresentato da Nicodemo e quello rappresentato da Gesù, si gioca il crederci o il non crederci che, nel Vangelo, non corrisponde ad un'adesione della mente, significa invece posizionare la vita dalla parte di Gesù.

Allora il centro del testo da cui dipende tutto il resto è

Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna”.

Cioè, ha offerto la possibilità di una relazione basata sull'amore, su un incontro di vita, su una esistenza, non su un codice. È una relazione con il figlio perché tutti entrino nella figliolanza.

QUESTO FIGLIO CHE AMA E NON DOMINA (non toglie, non sottrae umanità ad alcuno, non chiede sacrificio della vita). Dà la vita per dare vita. In concreto, è un amore che tende alla promozione dell'altro. Nel Vangelo di Giovanni, questo amore che sostiene la piena promozione di umanità nelle persone è chiamato vita eterna.

Qui sta il giudizio, vale a dire il criterio di orientamento che, per chi lo accoglie è luce. Una comprensione delle cose totalmente altra rispetto a chi non l'accoglie, il quale, da solo si autoesclude dalla partecipazione a questa bella opportunità.

Gli illuminati da questa luce-visione, a loro volta ameranno (promuoveranno) gli altri, le cose, la terra. A tutto sanno dare vita affinché tutti e tutto esprimano il meglio della vita.

Salmo 77

Ascolta, popolo mio, la mia legge,

porgi l’orecchio alle parole della mia bocca.

Aprirò la mia bocca con una parabola,

rievocherò gli enigmi dei tempi antichi.

Quando li uccideva, lo cercavano

e tornavano a rivolgersi a lui,

ricordavano che Dio è la loro roccia

e Dio, l’Altissimo, il loro redentore.

Lo lusingavano con la loro bocca,

ma gli mentivano con la lingua:

il loro cuore non era costante verso di lui

e non erano fedeli alla sua alleanza.

Ma lui, misericordioso, perdonava la colpa,

invece di distruggere.

Molte volte trattenne la sua ira

e non scatenò il suo furore.

Meditazione Domenica XXIII C

 

Ricordiamo, o Signore, davanti a te

Afghanistan. Mentre nella nazione asiatica si susseguono le scosse di assestamento, cresce il numero delle vittime del drammatico terremoto dello scorso 31 agosto: oltre 2.200 morti e 4.000 feriti. Nelle aree montuose colpite dal sisma ancora in migliaia sotto le macerie mentre per le donne afghane vietate cure mediche ed ospedali

Onu, almeno 21.000 bambini a Gaza disabili a causa guerra. Circa 40.500 minori hanno subito ferite.

Il ministro della Sicurezza Nazionale israeliano Itamar Ben-Gvir ha presentato al governo un piano volto a fermare la Global Sumud Flotilla in base al quale tutti gli attivisti arrestati saranno trattenuti in detenzione prolungata - a differenza della precedente prassi - nelle prigioni israeliane di Ketziot e Damon, utilizzate per detenere i terroristi in condizioni rigorose tipicamente riservate ai prigionieri di sicurezza.

Disuguaglianze e repressione, l’Indonesia dei giovani in rivolta. Questa settimana la tensione è esplosa dando vita a un’ondata di disordini. Al centro della rabbia popolare ci sono le disuguaglianze crescenti e le prospettive economiche sempre più fragili Tutto questo nonostante l’Indonesia sia la più grande economia del Sud-Est asiatico

Emergenza nel Darfur. Tarasin tra frana e guerra. Nella regione del Sudan, dopo la catastrofe naturale che ha causato mille morti, continuano le ricerche dei dispersi tra difficoltà logistiche e mancanza di risorse. Un disastro “senza precedenti”, secondo le autorità locali, di cui c’è solo un superstite e che si inserisce nel contesto del conflitto in corso da due anni nel Paese

Nel 2024, la spesa per il riarmo dei 27 Stati membri dell’Unione europea ha raggiunto un livello record, toccando i 343 miliardi di euro. Una cifra senza precedenti. Lo evidenzia il rapporto annuale dell’Agenzia europea per la difesa (Eda). Il dato rappresenta un aumento significativo del 19% rispetto al 2023, portando la spesa complessiva all’1,9% del prodotto interno lordo europeo

Myanmar, la denuncia dell'Onu: escalation di violenze e distruzione

Un rapporto dell’Ufficio delle Nazioni Unite per i diritti umani rivela che, dal colpo di Stato del 2021, l’Arakan Army ha ucciso più di 7.000 persone, un terzo delle quali donne e bambini.

Continua a prenderti cura di noi, o Signore: Kyrie eleison


Aiutaci a riconoscere e a coltivare i semi di speranza

Colombe d’oro per la pace, premiati tre giornalisti palestinesi. Si è tenuta presso la Federazione Nazionale Stampa italiana la conferenza stampa relativa al Premio giornalistico internazionale Archivio Disarmo – Colombe d’oro per la p2025. Il prossimo 18 ottobre a Roma il Premio per la sezione mass media sarà consegnato a tre giornalisti palestinesi: Aya Ashour, Alhassan Selmi e Fatena Mohanna, tuttora a Gaza in attesa di visto per l’Italia

Malala: lottiamo tutti con coraggio per il diritto all’educazione. In un’intervista esclusiva ai media vaticani, il Premio Nobel per la Pace parla del suo impegno per l’istruzione delle ragazze attraverso il Malala Fund e riflette sul diritto ad andare a scuola per i bambini nei Paesi dilaniati dalla guerra. Malala sottolinea inoltre l’importanza del dialogo interreligioso nella promozione del diritto globale all’educazione.

Giornata internazionale della carità, l’impegno per i poveri nel ricordo di Madre Teresa. Il 5 settembre segna l’anniversario della morte della santa di Calcutta, onorata dalle Nazioni Unite con l’annuale ricorrenza. L’aiuto e il sostegno alle popolazioni indiane e pachistane stremate dalle alluvioni e ai profughi della Cambogia

Per la bontà che abita nei cuori e per coloro che si dedicano alla causa del bene: A te la lode e la gloria, O Signore: Gloria in excelsis Deo


Le tue parole, Signore, sono come pietre lanciate contro le più comuni e facili convenzioni! Grazie perché non illudi nessuno: il vangelo è una buona notizia che si paga con il sangue. Padre, che nessuno dimentichi mai che noi siamo seguaci dell'Ucciso perché fedele a sé stesso e a te. Amen.


Sap 9,13-18    Fm 1,9-10.12-17  


 Lc 14,25-33


In quel tempo, una folla numerosa andava con Gesù. Egli si voltò e disse loro:
«Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo.
Colui che non porta la propria croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo.
Chi di voi, volendo costruire una torre, non siede prima a calcolare la spesa e a vedere se ha i mezzi per portarla a termine? Per evitare che, se getta le fondamenta e non è in grado di finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo: “Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro”.
Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila? Se no, mentre l’altro è ancora lontano, gli manda dei messaggeri per chiedere pace.
Così chiunque di voi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo».

***

A stento ci raffiguriamo le cose terrestri, scopriamo con fatica quelle a portata di mano… Chi ha conosciuto il tuo pensiero, se tu non gli hai concesso la sapienza?” . Così si esprime un saggio ebreo che vive fuori dalla Palestina 40 – 50 anni prima di Cristo, l’autore della prima lettura. Egli ama confrontarsi con chi ha un altro punto di vista culturale e religioso diverso dal suo, su questioni importanti, come la conoscenza del senso delle cose e della vita. Naturalmente, quando i pensieri si muovono intorno a questi temi, sullo sfondo, affiora anche il senso religioso della vita. Ma qui, il nostro saggio ragiona in modo diverso dai suoi interlocutori: loro si ritengono capaci di spiegare come gira il mondo e il senso profondo delle cose, lui invece, avverte forte il senso del limite e perciò si apre ad una sapienza più grande e più profonda della sua. Come dire, se il Signore non accende il suo lume, noi restiamo nella notte. In altre parole, esiste una verità che sta oltre il senso e il buon senso comune; qualcosa che va contro corrente, che non appartiene spontaneamente al pensiero della maggioranza. Occorre compiere un salto di qualità.

“Se uno non odia suo padre, sua madre i suoi cari ecc…chiunque non rinunzia a tutti i suoi averi non può essere mio discepolo…”. Sono indubbiamente parole forti, che scuotono. Dette, tra l’altro, perché “molta gente andava con lui”. - Ma come. Tanti ti seguono e tu non sei contento? Non ti piace avere successo? Sembra che tu, invece di avvicinare, voglia allontanare le persone. Perché? - Verrebbe da chiedere proprio questo a Gesù.

Il Vangelo non è propaganda. Non è un prodotto del mercato religioso per gratificare il bisogno di sacralità. Di sacrale non c’è proprio nulla! C’è invece tutto di esistenziale.

Avere a che fare con Gesù, comporta un coinvolgimento radicale che esige il coraggio delle scelte fondate su priorità ben ponderate. In questa fase, il discepolo/a del Signore si sta incamminando verso l’adultità della fede. Non è una questione di poco conto, quindi!

È da questa prospettiva che possiamo comprendere “l’odio per il padre e la madre”. Il verbo usato non implica il sentimento di detestare i propri congiunti, come in un primo momento saremmo portati a credere. Qui, l’odio non ha una valenza emotiva. Indica piuttosto l’atteggiamento di chi tiene a distanza o di chi prende le distanze.

Non è forse profondamente vero che ogni processo di crescita verso la maturità necessita di distanziarsi da quei forti legami parentali che tendono inconsapevolmente a mantenerci chiusi in una relazione simbiotica?

È una proposta seria e liberante quella che ci propone Gesù.

Occorre interiorizzare la necessità di compiere un salto di qualità: “Se uno costruisce una torre…se un re deve affrontare una battaglia…”. Insomma, bisogna rendersi conto che appartenere a Cristo significa abbracciare una sapienza, una visione delle cose, delle scelte che hanno dei costi, che possono richiedere delle amputazioni. Ecco l’appello ad assumere la croce: “Chi non porta la propria croce e non viene dietro di me, non può essere mio discepolo”. La croce di cui parla Gesù non è la sofferenza fine a sé stessa, ma il prezzo che siamo chiamati a pagare per stare con il Vangelo. Davvero, quando queste parole venivano scritte per le comunità della chiesa delle origini, i cristiani venivano estromessi dalla società e perfino dalle famiglie e dai posti di lavoro. Allora uno si chiede: è sapiente, è saggio o è stupido accettare quest’ordine di cose? Gesù dice: apri gli occhi e valuta bene. Perché se mi appartieni soppeserai la vita in modo differente.

In fondo, quando Paolo rimanda indietro, all’amico Filemone, Onesimo e gli chiede di accoglierlo non più come schiavo ma come fratello (seconda lettura). Chiede a Filemone di valutare le cose in un modo differente dal pensiero comune che accettava un rapporto di lavoro modellato sui criteri della schiavitù. Se Filemone ha accettato il punto di vista di Paolo, cioè del Vangelo, cambia e ci rimette: non ha più uno schiavetto a suo servizio per disporre come crede. Perde uno schiavo, rimette in termini di produttività, ma guadagna un fratello. È passato ad una sapienza diversa dall’opinione corrente del suo tempo. Ci ha rimesso, ha portato la croce. Sono scelte per cui bisogna pensarci bene.


Salmo 89

Tu fai ritornare l’uomo in polvere,
quando dici: «Ritornate, figli dell’uomo».
Mille anni, ai tuoi occhi,
sono come il giorno di ieri che è passato,
come un turno di veglia nella notte.

Tu li sommergi:
sono come un sogno al mattino,
come l’erba che germoglia;
al mattino fiorisce e germoglia,
alla sera è falciata e secca.

Insegnaci a contare i nostri giorni
E acquisteremo un cuore saggio.
Ritorna, Signore: fino a quando?
Abbi pietà dei tuoi servi!

Saziaci al mattino con il tuo amore:
esulteremo e gioiremo per tutti i nostri giorni.
Sia su di noi la dolcezza del Signore, nostro Dio:
rendi salda per noi l’opera delle nostre mani,
l’opera delle nostre mani rendi salda.