Ricordiamo davanti a te, o Signore

    Ha raggiunto quota 1.003, il bilancio delle vittime delle alluvioni e delle frane che hanno colpito l’Indonesia, mentre 218 persone risultano ancora disperse,
    Gaza, sempre più vittime per il freddo e la tempesta Byron. Nella Striscia di Gaza almeno 16 morti per il gelo e le forti piogge che stanno devastando i campi profughi nei quali, dall'inizio della guerra, si sono rifugiate migliaia di persone. Bambini e neonati a rischio ipotermia. Intanto, mentre molti degli aiuti umanitari rimangono bloccati, continuano i raid israeliani nonostante la tregua.
    Iran, nuovo arresto per la premio Nobel Mohammadi. L’attivista iraniana, simbolo della lotta per i diritti delle donne, è stata fermata a Mashad mentre partecipava alla cerimonia di lutto per Khosrow Alikordi, un importante avvocato per i diritti umani la cui recente morte ha suscitato l'indignazione dell'opinione pubblica.
    Sono almeno 33 i morti e oltre 50 i feriti provocati dall’ennesimo attacco aereo sul Myanmar. Dal 2021, anno del colpo di Stato in Myanmar, più di 400 strutture sanitarie sono state distrutte o rese inagibili, mentre oltre 240 scuole sono state colpite dai bombardamenti o trasformate in basi militari.
    Non si ferma il bilancio della drammatica escalation al confine tra Thailandia e Cambogia: nelle ultime 24 ore sono stati registrati almeno 13 morti e oltre 100 feriti, mentre più di mezzo milione di civili è stato costretto a lasciare le proprie case.
    Sant’Egidio: in Italia crescono povertà e solitudine. Il 10% della popolazione è indigente e oltre 1,28 milioni di loro sono minori. E mentre gli affitti schizzano alle stelle, 100.000 case popolari potrebbero essere assegnate.. La Comunità di Trastevere ha presentato la nuova edizione della guida “Dove mangiare, dormire, lavarsi”, fornendo dati allarmanti sulla situazione.
    Sono 67 i giornalisti uccisi nel mondo in un anno, di cui quasi la metà nella Striscia di Gaza "sotto il fuoco delle forze israeliane". Lo rende noto Reporter senza frontiere nel suo bilancio annuale pubblicato oggi.
    Resta grave il bilancio di perdite di vite umane, con oltre 1.700 morti sulle rotte migratorie mediterranee che partono dal continente africano in direzione della Fortezza Europa. Al conto, occorre ricordarlo perché sfugge alla pur sommaria contabilità ufficiale, mancano i morti nel deserto del Sahara, che sono stimati dagli esperti essere un numero equivalente a quelli che hanno perso la vita tra i flutti.

Signore, abbi cura di noi: Kyrie eleison...
Autaci a custodire la speranza

    A Roma, Caritas Internationalis ha premiato sei iniziative comunitarie guidate da donne con il Women Weavers of Hope Award, un riconoscimento conferito nell’Anno Giubilare 2025 a progetti che rafforzano la speranza, la coesione sociale e la dignità umana in contesti di particolare vulnerabilità. Tra le iniziative premiate figura anche Fili di Pace, il progetto delle Suore Missionarie Comboniane a sostegno delle donne beduine della Cisgiordania, insieme a progetti provenienti da Bangladesh, Sierra Leone, Marocco, Malawi, Perù e Antille. 
    Un menù di speranza e fraternità, 80 "poveri di San Pietro" a pranzo in parrocchia. A San Gregorio VII, a due passi dalla Basilica Vaticana, uomini e donne indigenti legati a L’Osservatore di strada hanno pranzato insieme: un momento di serenità a persone in difficoltà. "Invitiamo alla cena di Natale una famiglia povera o anche solo una persona sola". Per il Pontefice, la povertà – materiale ed esistenziale – resta "un’urgenza non rinviabile", come richiamato anche nell’Esortazione apostolica Dilexi te.

Per la bontà che abita nel cuore umano e per coloro che si mettono a disposizione del bene, a te la lode e la gloria, o Signore: Maranatha


***


Is 35,1-6a.8a.10 Gc 5,7-10

Mt 11,2-11


2Giovanni, che era in carcere, avendo sentito parlare delle opere del Cristo,

per mezzo dei suoi discepoli mandò 3a dirgli:

«Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?».

4Gesù rispose loro:

«Andate e riferite a Giovanni ciò che udite e vedete:

5i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati,

i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo.

6E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!».


7Mentre quelli se ne andavano, Gesù si mise a parlare di Giovanni alle folle:

«Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento?

8Allora, che cosa siete andati a vedere? Un uomo vestito con abiti di lusso?

Ecco, quelli che vestono abiti di lusso stanno nei palazzi dei re!

9Ebbene, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, io vi dico, anzi, più che un profeta.

10Egli è colui del quale sta scritto:

Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero,

davanti a te egli preparerà la tua via.

11In verità io vi dico:

fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista;

ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui».


***


Giovanni, in carcere, mandò a dirgli…’. La domanda formulata dal Battista è basata su informazioni che ha ricevuto da altri. Egli appare principalmente interessato a capire la missione del Nazareno in riferimento a quelle che erano le sue aspettative messianiche, che abbiamo già visto esplicitate domenica scorsa in Matteo 3,11-12: un giudice inviato da Dio a stabilire con forza il suo Regno. Il problema emerge secondo due prospettive: la prima riguarderebbe l’idea di messianismo politico che anche il Battista abbracciava, ma che Gesù non sembra accogliere; la seconda si riferirebbe invece alla mancanza di quella religiosità ritenuta conforme agli schemi del giudaismo del tempo, (farisei, sadducei, Qumran), che Gesù non professa.


Gesù rispose’. Gesù non risponde direttamente alla domanda col parlare della sua identità, ma descrive ciò che sta facendo e che i discepoli di Giovanni possono vedere e udire. Qui troviamo un riferimento ai capitoli 8-9 del vangelo (i racconti dei prodigi da lui compiuti) e al Discorso della montagna (capp. 5-7). Tale rimando invita noi, lettori e lettrici, a ricordare ciò che è già stato narrato. Qui l’evangelista utilizza una citazione presa dal libro di Isaia (Is 35,5-6 e 61,1) che contiene le promesse per l’era messianica. Gesù è descritto come colui che mostra l’intervento di Dio in favore degli ultimi dell’umanità, con azioni evidenti nella loro concretezza e nella loro valenza sociale. Questo dovrebbe bastare per chiarire e convincere che è il Messia.


E beato colui…’. Gesù ipotizza un possibile disorientamento di fronte alla sua persona e attività, dato il suo diverso modo di agire per la gente che lo vede e lo ascolta. Ma, se le si sa accettare e comprendere come disegno di Dio, allora si entra nella sua mentalità e si parteciperà della beatitudine già espressa all’inizio del Discorso della montagna (vedi 5,1-12). L’atteggiamento di Giovanni Battista qui non viene biasimato né condannato, anzi, trova la sua risposta, perché i suoi dubbi (come anche i nostri), se indirizzati alla ricerca della verità, sono punto di partenza per poi raggiungerla. In fondo, ciò che Gesù chiede è la capacità di fare esegesi della realtà alla luce della Parola di Dio. È interessante notare come Matteo non ci informi riguardo alla reazione finale del Battista: sarà rimasto soddisfatto della risposta? Avrà accettato la messianicità diversa di Gesù? A Matteo questo non importa, ma importa il coinvolgimento dei lettori, che sono invitati a dare la loro risposta.


Gesù si mise a parlare alle folle’. Con l’immagine delle canne presenti nei luoghi dove Giovanni battezzava, Gesù vuole indicare che egli non era la persona incline a cambiare opinione a seconda delle circostanze per essere popolare (v. 7). E neppure la persona sofisticata che viveva alla ricerca del lusso e all’ombra dei potenti, un profeta di corte stipendiato dai signori (v. 8). Qui Gesù si riferisce implicitamente al palazzo-fortezza di Erode a Macheronte, dove il Battista era prigioniero. L’identità del precursore si trova in un’altra citazione biblica (Malachia 3,1 e 3,23-24), cui Gesù fa riferimento: si tratta di una persona fondamentale nella storia del popolo di Dio. È colui che prepara la via del Messia con la sua predicazione, il suo stile di vita, il suo gruppo di discepoli, la sua testimonianza di sofferenza e la sua morte.


In verità (amen) vi dico…’. La sentenza finale (v. 11) incomincia con un amen, che conferisce un tono solenne a quanto sta per dire, ma che al lettore sembra un’esagerazione, nella contrapposizione fra grande e piccolo. Gesù non vuole minimizzare la figura di Giovanni battista, ma il suo intento è quello di esaltare coloro che credono in lui e che sono già partecipi del Regno di Dio, anche se inconsciamente.


Concludendo, possiamo dire che Giovanni, anche se non ha mai compiuto prodigi, è il più grande nel passato, grazie al suo impegno nel realizzare ciò che Malachia aveva preannunciato tre secoli prima di lui: un cambiamento d’epoca. Ma la presenza di Gesù rende presente il Regno di Dio e coloro che accolgono il suo messaggio ricevono una nuova dignità, quella di essere i piccoli e i beati che Matteo ha descritto nel Discorso della montagna e di cui parlerà anche nei capitoli 18 (il discorso sulla comunità) e 25 (la parabola delle pecore e dei capri).

Dal Sal 145 (146)


Il Signore rimane fedele per sempre

rende giustizia agli oppressi,

dà il pane agli affamati.

Il Signore libera i prigionieri.


Il Signore ridona la vista ai ciechi,

il Signore rialza chi è caduto,

il Signore ama i giusti,

il Signore protegge i forestieri.


Egli sostiene l’orfano e la vedova,

ma sconvolge le vie dei malvagi.

Il Signore regna per sempre,

il tuo Dio, o Sion, di generazione in generazione.

 

Meditazione Domenica II Avvento A

  


Ricordiamo davanti a te, o Signore
    

    Gaza. Nuove violazioni della tregua: sei i morti accertati, tra cui due bambini, a seguito del bombardamento dell'Idf sulle tende di sfollati a Khan Younis. Dall'inizio della tregua tra Hamas e Israele sono 354 le persone rimaste uccise e 906 quelle ferite nei raid e in quelle che l'Onu definisce "esecuzioni sommarie". I morti superano quota 70mila.
    Piogge torrenziali monsoniche associate a diversi cicloni tropicali, hanno provocato inondazioni, frane e smottamenti principalmente sull’isola di Sumatra, in Indonesia, ma anche in Sri Lanka, Thailandia e Malaysia. Il bilancio totale di queste ore è di oltre 1.500 morti e più di 1.000 persone ancora disperse a causa delle alluvioni. 
    Un'altra giornata di mobilitazione e proteste a Genova con il corteo per lo sciopero generale dei lavoratori metalmeccanici dell'ex-Ilva contro il fermo di tutti gli impianti. In piazza i lavoratori di tutte la grandi fabbriche del capoluogo ligure in solidarietà. "Stiamo scioperando per la dignità del lavoro".
    Giornata Internazionale sulla Disabilità: una riflessione del nostro amico Antonino.Ogni anno, il 3 dicembre si ripete la celebrazione della Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità. Tuttavia, al di là dei convegni, delle foto di rito e dei comunicati dai toni encomiastici, persiste un equivoco di fondo: la disabilità continua a essere rappresentata come condizione “altra”, separata dal resto della società, come se riguardasse solo una minoranza da assistere e proteggere. Dietro le parole di solidarietà, permane una narrativa che vede la persona con disabilità come “figlia di un dio minore”, un soggetto fragile da accogliere più per pietà che per riconoscimento di pari cittadinanza.
Questa visione contrasta profondamente con la definizione proposta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, secondo cui la disabilità è il risultato dell’interazione tra le limitazioni individuali e le barriere sociali, ambientali e culturali. In tale prospettiva, la disabilità non appartiene a “qualcuno”, ma riguarda potenzialmente chiunque nel corso della vita. È un’esperienza universale, incastonata nella condizione umana e nel nostro modo di organizzare gli spazi, i servizi, le relazioni.Finché continueremo a celebrare la disabilità come un tema “speciale”, senza interiorizzare questo principio di universalità, ogni iniziativa di inclusione resterà parziale, confinata in un linguaggio di eccezione. La vera maturità civile si misurerà solo quando la Giornata della Disabilità non sarà più un’occasione straordinaria, ma un richiamo quotidiano a costruire ambienti, politiche e culture realmente accessibili a tutte le persone.

Signore, abbi cura di noi: Kyrie eleison...
Autaci a custodire la speranza

    Migranti, dieci anni di soccorsi nel Mediterraneo: 180 mila persone salvate dalle Ong.  Le operazioni di Search and Rescue in mare sono operazioni umanitarie. È quanto ribadisce la presidente di Emergency, “Quello che la politica deve fare è garantire canali sicuri d’ingresso in Europa”.
    All'incontro annuale con i ministri della Giustizia di varie nazioni dal titolo “No Justice Without Life” ("Non c'è giustizia senza vita"), il presidente della Comunità di Sant'Egidio ha rilanciato l'appello a una moratoria internazionale delle esecuzioni capitali. "Per esercitare la giustizia non c’è bisogno di strappare la vita di nessuno. La vera giustizia non toglie mai la vita, ma è sempre a favore della vita".

Per la bontà che abita nel cuore umano e per coloro che si mettono a disposizione del bene, a te la lode e la gloria, o Signore: Maranatha


***


Is 11,1-10, Rm 15,4-9

Mt 3, 1-12

1 In quei giorni venne Giovanni il Battista e predicava nel deserto della Giudea 2dicendo: "Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino!". 3Egli infatti è colui del quale aveva parlato il profeta Isaia quando disse:

Voce di uno che grida nel deserto:

Preparate la via del Signore,

raddrizzate i suoi sentieri!

4E lui, Giovanni, portava un vestito di peli di cammello e una cintura di pelle attorno ai fianchi; il suo cibo erano cavallette e miele selvatico. 5Allora Gerusalemme, tutta la Giudea e tutta la zona lungo il Giordano accorrevano a lui 6e si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati. 7Vedendo molti farisei e sadducei venire al suo battesimo, disse loro: "Razza di vipere! Chi vi ha fatto credere di poter sfuggire all'ira imminente? 8Fate dunque un frutto degno della conversione, 9e non crediate di poter dire dentro di voi: "Abbiamo Abramo per padre!". Perché io vi dico che da queste pietre Dio può suscitare figli ad Abramo. 10Già la scure è posta alla radice degli alberi; perciò ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco. 11Io vi battezzo nell'acqua per la conversione; ma colui che viene dopo di me è più forte di me e io non sono degno di portargli i sandali; egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. 12Tiene in mano la pala e pulirà la sua aia e raccoglierà il suo frumento nel granaio, ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile".


Nel Vangelo secondo Matteo la predicazione di Giovanni Battista assomiglia a quella che Gesù più tardi praticherà (cf. 4,17) e a quella che i discepoli saranno chiamati a praticare (cf. 10,7). Si può dunque pensare che Gesù prenda dal suo precursore alcuni temi, per poi svilupparli in maniera diversa.


venne Giovanni il battista’. Giovanni Battista appare improvvisamente nel vangelo e la sua predicazione è ambientata nel di Giuda, luogo che richiama il cammino del popolo di Dio dopo la liberazione dalla schiavitù egiziana. Quello fu un tempo necessario per un autentico ritorno a Dio: dall’essere, atteggiarsi e comportarsi da schiavi, per vivere come figli e figlie, liberi di credere e di adorare il Signore.

La conversione qui non è semplice attività penitenziale, ma è strettamente legata alla presenza del Regno dei cieli, concetto tipicamente giudaico, che esprime la regalità di Dio, ossia una realtà dinamica, efficace, operativa, la sua presenza nel mondo. Convertirsi allora diventa un cambiamento prodotto dall’incontro con un progetto divino che sorpassa le aspettative umane.


preparate la via del Signore’. La citazione del profeta Isaia (40,3) ci richiama il fatto che di fronte a questa iniziativa divina occorre una risposta umana (preparargli una strada), cioè, accogliere ed impegnarsi nell’andare incontro alle esigenze che questa presenza divina comporta. Siamo nella dinamica dell’alleanza, in cui ad un intervento divino si reagisce con una decisione di fedeltà. Giovanni è il primo testimone di questo impegno concreto, visibile nel suo stile di vita essenziale che rivela la supremazia di Dio su tutto. È una scelta radicale di povertà e precarietà e di servizio al progetto di Dio. La popolarità del Battista, attestata da varie fonti storiche, è basata su questa sua esperienza di vita coerente con i valori in cui egli crede.


si facevano battezzare’. Quel gesto non era semplicemente un atto religioso di purificazione, ma aveva anche un forte valore sociale. Per il popolo di Dio significava tornare alle fonti della loro fede, perché si trattava di un pellegrinaggio sui luoghi dove gli antichi erano entrati nella terra promessa. Scendere nella valle del Giordano e bagnarsi nelle sue acque significava rifare quell’esperienza di passaggio (esodo) per tornare rinnovati (lavati) e tentare di ricostruire quella società ideale sperimentata nel deserto: un Dio vicino, amico provvidente e fedele che accompagnava una comunità egalitaria e solidale. In altre parole, Giovanni non voleva che le persone rimanessero nel deserto come lui faceva, ma che tornassero nel loro contesto di vita, quotidiano ed ordinario, rinnovate e consapevoli del valore sociale e relazionale che quel gesto comportava.


disse loro…’. Ciò che segue è un esempio del contenuto della predicazione di Giovanni. Innanzitutto, egli si rivolge ai sadducei e ai farisei, due gruppi di spicco del giudaismo del tempo. Il suo tono è duro e fortemente critico, probabilmente perché non venivano per farsi battezzare, ma per vedere e controllare il suo operato (cf. 21,25-32). Le immagini utilizzate – vipere e alberi che non danno frutto – indicano un giudizio pesantemente negativo, a cui seguirà l’ira che Dio manifesta attraverso il fuoco e l’abbattimento degli alberi.

La vera conversione non è questione di riti, abluzioni o parole, ma di opere. I figli di Abramo sono tutti coloro che appartengono al popolo di Dio ma, per esserlo, è necessario compiere vere opere di giustizia. Infatti, Dio può ricreare il suo popolo a suo piacimento. Nella lingua originale di Gesù, questo discorso risulta ancora più incisivo grazie al gioco di parole: figli si dice ‘benayà’ e pietre ‘abnayà’, affermando così che le pietre hanno più possibilità di salvezza dei credenti di stretta osservanza.

Il Battista presenta dunque un’immagine di un Dio adirato per il peccato generalizzato: Egli è il giusto giudice che punisce chi non si converte. L’idea di Messia soggiacente è quella di un nuovo Davide che ristabilisce la giustizia ed elimina il male senza pietà. Queste sue convinzioni verranno scosse quando Giovanni dovrà confrontarsi con il messianismo di Gesù, la cui predicazione non muoverà dalla giusta collera di Dio, ma dal suo amore per i poveri e gli emarginati (cf. 11,2-11). In questo caso, egli ricalca perfettamente il cliché dei profeti del passato.


io vi battezzo…’. La seconda parte dell’insegnamento del Battista riguarda colui che deve venire. Si riscontrano qui due temi, il primo legato al significato della qualificazione più forte; il secondo si riferisce al battesimo in Spirito santo e fuoco. L’espressione dopo di me può essere intesa in senso temporale o di sequela, introducendo l’idea del discepolo che diventa maestro. In entrambi i casi, Gesù è presentato come superiore a Giovanni Battista (cf. cap. 11): egli è più forte in riferimento alla capacità trasformante che porta con sé.

Sul particolare dei sandali, si suppone che ci si riferisca all’immagine dei rabbini che, nonostante il divieto della tradizione rabbinica, si facevano servire dai loro discepoli come se fossero degli schiavi.

Per quanto riguarda il tema del battesimo, la differenza tra quello di Giovanni e quello di Gesù è fondamentale per Matteo. Egli scrive a cristiani provenienti dal giudaismo, per i quali Gesù è il Messia atteso. Il Battista predica ed esorta a compiere un’immersione che ha come obiettivo la purificazione per la conversione dal male. Il battesimo cristiano è invece immersione e vita nuova grazie al Signore morto e risorto; è un atto, potremmo dire, energizzante, perché operato nello Spirito di Gesù che fa essere nuova creatura.

Il fuoco, elemento ripetuto per tre volte in questi versetti, simboleggia la presenza dello Spirito. Spirito e fuoco potrebbero venire intesi come un’endiadi, da leggere in questi termini: Spirito infuocato oppure fuoco spirituale. Anche i profeti della Bibbia ebraica parlavano dello Spirito di Dio come realtà purificatrice, insieme all’acqua e al fuoco.


La funzione del racconto è dunque quella di presentare la figura di Giovanni Battista che, come Gesù, ebbe modo di scontrarsi con farisei e sadducei sulla questione della conversione. Ricordando questi fatti, Matteo intende anche denunciare e condannare una certa mentalità presente nella sua comunità di credenti in Cristo. D’altra parte, questo brano invita ad essere, come il Battista, comunità profetica nel deserto delle situazioni umane e sociali, annunciando la presenza e il messaggio di Gesù, soprattutto con la coerenza di chi ha compreso come Dio abbia un progetto di giustizia e pace per tutta l’umanità.


Dal Sal 71 (72)


O Dio, affida al re il tuo diritto,

al figlio di re la tua giustizia;

egli giudichi il tuo popolo secondo giustizia

e i tuoi poveri secondo il diritto.


Nei suoi giorni fiorisca il giusto

e abbondi la pace,

finché non si spenga la luna.

E dòmini da mare a mare,

dal fiume sino ai confini della terra.


Perché egli libererà il misero che invoca

e il povero che non trova aiuto.

Abbia pietà del debole e del misero

e salvi la vita dei miseri.


Il suo nome duri in eterno,

davanti al sole germogli il suo nome.

In lui siano benedette tutte le stirpi della terra

e tutte le genti lo dicano beato.

Meditazione Domenica I Avvento A



Ricordiamo davanti a te, o Signore

Sudest asiatico, imperversa la tempesta tropicale Senyar: oltre 240 vittime. In Indonesia, in Malesia e in Thailandia si registrano centinaia di morti ma anche migliaia di persone isolate e intrappolate, ed evacuate in scuole e rifugi. Ponti danneggiati e strade interrotte dai detriti delle frane complicano i soccorsi

Cisgiordania, l'esercito israeliano prende d'assalto città e villaggi. Continuano i pesanti attacchi militari a Tubas, Tamun e Aqaba, in Cisgiordania, da parte dell'esercito israeliano che proprio ieri aveva annunciato una nuova vasta operazione "antiterrorismo". Arrestate già oltre 100 persone, 25 i feriti. Ancora raid anche su Gaza: altri due morti registrati

In Libano tregua sempre a rischio. I timori per una nuova escalation militare. Il pesante raid israeliano di domenica su uno dei sobborghi meridionali di Beirut riaccende i timori per una nuova escalation militare. "La popolazione è di nuovo in ansia, ma questi attacchi non sono giunti inattesi". Anche a Gaza ancora bombe e morti

Unesco, le montagne in Messico hanno perso l'80% del ghiaccio. 'Situazione allarmante per la stabilità degli ecosistemi'. In America Latina e nei Caraibi, una regione in cui le montagne generano più acqua per unità di superficie che in qualsiasi altra parte del pianeta, la situazione è poi particolarmente complicata, Molti ghiacciai sono scomparsi o sono in procinto di farlo, con ripercussioni sulla produzione agricola di alto valore e sulla generazione di energia idroelettrica.

Il rapporto delle Nazioni Unite, diffuso in occasione della Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, mette in luce le conseguenze più devastanti della violenza di genere: ogni 10 minuti lo scorso anno una donna da qualche parte nel mondo è stata uccisa. In totale sono circa cinquantamila le vittime di femminicidio in dodici mesi, il 60 per cento delle quali, secondo l’indagine, è stata vittima di partner o parenti come padri, zii, madri e fratelli.

Caracas, protesta davanti all'Onu per le 180 detenute politiche. La manifestazione nella Giornata contro la violenza di genere. "Abbiamo alzato la voce per le donne detenute, vittime di violenza istituzionale, trattamenti crudeli, sparizioni forzate, negazione delle cure mediche e rappresaglie perpetrate dagli organi dello Stato"

COP30 brasiliana: lo stop ai combustibili fossili segna il passo. La delusione degli esponenti dei popoli indigeni e del Sud Globale: “Senza il coinvolgimento e la partecipazione delle popolazioni non ci sarà soluzione alla crisi climatica”. Nelle sue dichiarazioni il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres, ha definito come “negligenza mortale” l’atteggiamento di alcuni stati nel non impegnarsi a mantenere il limite di riscaldamento del pianeta a 1,5 gradi, che invece “deve rimanere la linea rossa dell’umanità”.

Signore, abbi cura di noi: Kyrie eleison...

Aiutaci a custodire la speranza

Il Papa a Nicea: il mondo chiede riconciliazione. Mai la religione è per la guerra. Nicea è legata al primo Concilio della storia della Chiesa. Quello che aveva riunito l’intera cristianità nel 325 per volere dell’imperatore Costantino. Quello in cui tutte le Chiese si riconoscono ancora per il Credo che qui è stato scritto.

RD Congo. Semi di Pace, un faro di speranza nel buio di Mikondo. "La scuola è il grande faro di speranza che illumina Mokondo: un quartiere da “inferno dantesco” dove prostituzione e violenza sono all’ordine del giorno". In questa zona vivono centinaia di famiglie con gravi difficoltà economiche e questa scuola è il loro punto di riferimento in tutti i sensi. Per tante persone, infatti, l’istruzione costituisce il vero processo di liberazione dai rischi dello sfruttamento, della povertà e dell’emarginazione sociale

Somalia, sensibilizzazione e dialogo contro la piaga delle mutilazioni genitali femminili. Nel Puntland, uno dei cinque Stati federati del Paese africano, il 70% delle bambine con meno di 9 anni è stata sottoposta alla pratica. Per contrastare questo tipo di violenza, Cefa - Il seme della solidarietà ha realizzato due iniziative Libere! e Free.“Ci sono stati dei passi in avanti. Gli uomini chiamati in causa nelle nostre iniziative hanno compreso l’importanza della questione e sono consci della loro responsabilità".

Per la bontà che abita nel cuore umano e per coloro che si mettono a disposizione del bene, a te la lode e la gloria, o Signore: Maranatha

Verbo di Dio, Parola creatrice, vieni e fa' di noi la tua casa vivente. Amen



Is 2,1-5 Rm 13,11-14a

Mt: 24,37-44


[Gesù disse ai suoi discepoli:]

37Come furono i giorni di Noè, così sarà la venuta del Figlio dell’uomo.

38Infatti, come nei giorni che precedettero il diluvio mangiavano e bevevano,

prendevano moglie e prendevano marito,

fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca,

39e non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e travolse tutti:

così sarà anche la venuta del Figlio dell’uomo.


40Allora due uomini saranno nel campo: uno verrà portato via e l’altro lasciato.

41Due donne macineranno alla mola: una verrà portata via e l’altra lasciata.


42Vegliate, dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà.

43Cercate di capire questo:

se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro,

veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa.

44Perciò anche voi tenetevi pronti

perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo.

***

Il vangelo, che la liturgia di questa prima domenica di Avvento ci presenta, fa parte del discorso escatologico (Matteo 24,4 – 25,46), l’ultimo discorso fatto da Gesù nel Vangelo secondo Matteo, che riguarda gli eventi ultimi della storia umana. Ma non si tratta di un semplice preannuncio della fine, ma una profezia che concerne il fine della storia, cioè la descrizione del progetto di Dio per l’umanità. Questo discorso precede immediatamente le due parabole del cap. 25: le dieci vergini (25,1-13) e i talenti (25,14-30), con il cosiddetto giudizio finale (25,31-46). In 24,3 i discepoli avevano chiesto quando arriverà la parusia, cioè quando avverrà il giorno del giudizio con la manifestazione piena della volontà di Dio - di condanna o di salvezza - e quali saranno i segni premonitori. In 24,27.36, Gesù risponde che avverrà improvvisamente: ci saranno segni nel cielo che i discepoli potranno percepire e cogliere nel loro significato profetico (24,33). In questo brano di inizio avvento, viene proposto il tema dell’attenzione e dello stare pronti, questione che sarà poi ulteriormente chiarificata dal seguito del discorso nel cap. 25.


come furono i giorni di Noè’. Gesù descrive la venuta del Figlio dell’Uomo attraverso un paragone con il diluvio dei tempi di Noè, precisando in tal modo le caratteristiche di una tale venuta, che si presenta come: universale (includerà tutti), imprevedibile (nessuno sa quando), inevitabile (nessuno potrà sfuggirvi).

Interessante appare la precisazione fatta sullo stile di vita di quel tempo lontano: ‘mangiavano e bevevano, prendevano moglie e prendevano marito’. Benché quanto presentato non abbia un connotato negativo o peccaminoso, vi trapela una certa noncuranza, un’incapacità di vedere i segni premonitori del diluvio, celati nella violenza e nel disordine disgustoso che pervadeva la terra e che portò alla decisione di Dio di sterminare tutto ciò che aveva creato.

Si coglie, qui, l’invito a vivere la vita con senso, accorgendosi di quanto accade, di ciò che avviene. Ciò significa riscoprire nell’oggi la presenza dell’azione divina.

Un altro interessante aspetto qui suggerito è quello della presenza del maschile e del femminile che così descrive l’umanità tutta intera, pienamente ed ugualmente responsabile.


allora due uomini… due donne’. Sono due esempi di normale occupazione, che potremmo definire maschile e femminile e che risultano alquanto enigmatici: perché uno/a verrà preso/a e l’altro/a lasciato/a? Potrebbe trattarsi di un passivo divino, ma a quale scopo? I due versetti ci invitano forse a guardare al giudizio finale come salvezza o dannazione? In realtà, una tale frase così raddoppiata potrebbe riferirsi ad una sciagura naturale simile a quella del diluvio: c’è chi ne rimarrà vittima e chi si salverà. Tale lettura è confermata dal fatto che non c’è alcuna nota morale nella descrizione dei lavori, nei campi e alla macina: l’importante è essere preparati. Noè si è salvato perché si era organizzato, costruendo l’arca, il mezzo per la salvezza. La sciagura crea divisione e l’arbitrarietà degli eventi, specialmente quando sono negativi, riscontra una sola possibile soluzione: essere pronti, perché la separazione che avverrà nel giorno del Figlio dell’Uomo sarà certa e definitiva.


vegliate…’. Si può notare come il Figlio dell’Uomo diventi qui il vostro Signore: l’immagine è dunque positiva e sottolinea il legame voluto prima di tutto da Gesù stesso. Il vegliare rimanda all’immagine della sentinella, metafora di coloro che, svegli e attenti, sanno percepire gli interventi di Dio nella storia.

Segue la parabola del padrone alle prese con il ladro, e ci si potrebbe chiedere come mai Gesù utilizzi un’immagine negativa per descrivere della venuta del Figlio dell’Uomo. L’aneddoto potrebbe riguardare un fatto di cronaca che Gesù riprende ed utilizza, come spesso accade con le parabole. Qui si sottolinea che la vigilanza deve essere impegnativa e continua.


Gesù, dunque, ci invita a vegliare, cioè ad essere pronti. Questo non significa un atteggiamento di ansia o di paura, ma di attenzione e responsabilità. Gesù ci vuole mettere di fronte alla realtà dei fatti che possono avvenire e all’importanza dell’uso del tempo e delle occasioni a disposizione. Vigilare non è tremare di paura, ma aspettare come l’amministratore saggio a cui il padrone ha affidato la sua casa (Mt 24,45-47) e che si dà da fare; o come le ragazze che attendono la venuta dello sposo e che, anche se si addormentano, sono responsabilmente pronte ad accoglierlo per fargli festa (Mt 25,1-13).

Vigilare è l’atteggiamento della mamma incinta che aspetta per nove mesi, si prepara e prepara un luogo accogliente per la venuta del bimbo o della bimba che nascerà.



Dal Sal 121 (122)


Quale gioia, quando mi dissero:

«Andremo alla casa del Signore!».

Già sono fermi i nostri piedi

alle tue porte, Gerusalemme!

È là che salgono le tribù,

le tribù del Signore,

secondo la legge d’Israele,

per lodare il nome del Signore.

Là sono posti i troni del giudizio,

i troni della casa di Davide.

Chiedete pace per Gerusalemme:

vivano sicuri quelli che ti amano;

sia pace nelle tue mura,

sicurezza nei tuoi palazzi.

Per i miei fratelli e i miei amici

io dirò: «Su di te sia pace!».

Per la casa del Signore nostro Dio,

chiederò per te il bene.


Meditazione Domenica XXXIV C - Cristo Re dell'Universo

 


Ricordiamo, o Signore, davanti a te

  Gaza, sempre più drammatica la situazione di giovani e sfollati, almeno 67 vittime tra i bambini dall'entrata in vigore della tregua. Quasi 6.900 su cui è stato fatto uno screening soffrono di malnutrizione acuta. Intanto un milione di persone continua a vivere sfollata nelle tende. Sempre tesa la situazione in Libano, con nuovi raid dell'Idf nel sud. Almeno 33 palestinesi, di cui 12 bambini e 8 donne, sono rimasti uccisi nelle ultime 24 ore a Gaza in attacchi dell'esercito israeliano (Idf). Altre 88 persone sono rimaste ferite Alcune vittime degli attacchi si troverebbero ancora sotto macerie, per cui il bilancio riportato potrebbe cambiare.

Sono 315 le persone, tra studenti ed insegnanti, sequestrati il 21 novembre nella una scuola cattolica della comunità di Papiri, nello Sato del Niger. Un gruppo di circa 60 miliziani armati, a bordo di auto e motociclette ha fatto irruzione nell’edificio scolastico assaltando i dormitori.

Sarebbero circa 20 le vittime del brutale attacco terroristico da parte delle ADF nel villaggio di Byambwe nella Repubblica Democratica del Congo. I miliziani hanno preso di mira un ospedale.

Panama, indigeni denunciano militarizzazione dei loro territori. In un'udienza alla Commissione interamericana dei diritti umani. accusano le autorità del Paese centroamericano di portare avanti una "chiusura severa e progressiva dello spazio civico" nelle comunità. Gli abitanti, hanno spiegato, sono stati circondati con l'impiego di armi, attacchi alle abitazioni e restrizioni di ogni genere.

Colombia, almeno 15 minori uccisi in operazioni anti-narcos. Le organizzazioni per i diritti umani e l'ufficio del difensore pubblico hanno espresso forte preoccupazione per il numero crescente di minori coinvolti e chiesto verifiche sul rispetto del diritto internazionale umanitario.

Mentre alla COP30 si discute delle terre indigene, il 16 novembre, alcuni aggressori si sono scagliati contro una comunità indigena nel sud del Brasile aprendo il fuoco e uccidendo un leader Guarani Kaiowá e ferendone altri quattro. "Gli assalitori hanno anche bruciato le case e gli effetti personali della comunità".

Iran ha chiesto urgentemente aiuti esteri per spegnere un vasto incendio che da diversi giorni divampa nel nord del Paese, distruggendo foreste dichiarate Patrimonio dell'Umanità dall'Unesco. Queste foreste, che si estendono per circa 1.000 chilometri lungo il Mar Caspio in Iran e nel vicino Azerbaigian, costituiscono un complesso forestale "unico" per la sua età, stimata tra i 25 e i 50 milioni di anni, e per la sua biodiversità, con oltre 3.200 specie vegetali.

Alluvione record in Vietnam, oltre 50 tra morti e dispersi. Le abitazioni sommerse sono circa 68.000 e sono già state evacuate oltre 70.000 persone. L'agricoltura ha subito gravi perdite, con 15.000 ettari di riso e altri raccolti distrutti, e migliaia di animali da allevamento morti o dispersi.

Continua a prenderti cura di noi, o Signore: Kyrie eleison

Aiutaci a riconoscere e a coltivare i semi di speranza

Guatemala, il progetto "Sulla Strada" per proteggere i piccoli dal lavoro minorile fin dai cinque anni, i bambini sono costretti ad assemblare e confezionare petardi e fuochi d'artificio. Un lavoro pericoloso che svolgono per alimentare l'economia di sopravvivenza della famiglia. "Abbandonati, li accogliamo in classe e garantiamo loro il cibo. Non li lasceremo mai".

Opposizioni e società civile in piazza a Tunisi. Marcia di 'unità nazionale contro l'ingiustizia. Centinaia di partecipanti hanno sfilato nel centro della capitale, senza alcuna bandiera di partito, vestiti di nero, in segno di lutto per lo stato della giustizia e dei diritti in Tunisia.

A margine della Conferenza Onu in corso in Brasile, il vescovo di Kaloocan porta la voce di tutti i filippini che vivono le drammatiche conseguenze del cambiamento climatico. “È quasi come la Pentecoste. Veniamo da vari Paesi di tutto il mondo, parliamo lingue diverse eppure ci capiamo. Se ascoltiamo davvero il grido della Terra c'è ancora speranza”.

Per la bontà che abita nei cuori e per coloro che si dedicano alla causa del bene: A te la lode e la Gloria, O Signore: Gloria in excelsis Deo


Nella tua tenerezza, ascolta la nostra preghiera e dà pace a tutti coloro che ti affidano la loro miseria. Quando la nostra coscienza ci accusa, la tua misericordia, più grande della nostra coscienza, ci assicuri il tuo perdono in Gesù Cristo, nostro Signore vivente ora e nei secoli dei secoli. Amen


2Sam 5,1-3      Col 1,12-20


Lc 23,35-43

35 Il popolo stava a vedere,

i capi invece lo schernivano dicendo: “Ha salvato gli altri, salvi se stesso, se è il Cristo di Dio, il suo eletto”.

36 Anche i soldati lo schernivano, e gli si accostavano per porgergli dell’aceto, e dicevano: 37 “Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso”.

38 C’era anche una scritta, sopra il suo capo: Questi è il re dei Giudei.

39 Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: “Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e anche noi!”.

40 Ma l’altro lo rimproverava: “Neanche tu hai timore di Dio e sei dannato alla stessa pena? 41 Noi giustamente, perché riceviamo il giusto per le nostre azioni, egli invece non ha fatto nulla di male”.

42 E aggiunse: “Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno”.

43 Gli rispose: “In verità ti dico, oggi sarai con me nel paradiso”.

***


È un quadretto all’interno del racconto di passione che si presenta davanti a noi per essere contemplato nella sua drammaticità. L’inizio infatti si apre collocando il punto di osservazione a partire dal popolo che sta a guardare.


Il verbo usato dall’evangelista suggerisce un contemplare, un guardare tipico come di chi assiste ad una sacra rappresentazione. Tu osservi ciò che viene messo in scena e, quasi senza accorgertene ti trovi partecipe. Quello che sta avvenendo ti raggiunge dentro. Senti che ti riguarda sempre di più.

È precisamente questo l'effetto scenico che vuole ottenere l’evangelista. Egli desidera che ognuno prenda parte, o meglio, guardando con occhio da spettatore i singoli attori, si riconosca in quelli che lo esprimono meglio.

Se stai con i capi è forse perché ritieni fallimentare il percorso di Gesù?

Se ti riconosci nei discepoli, in quale momento: quando erano con lui o quando si sono lasciati vincere dalla paura come è accaduto a Pietro?

Se nei soldati, in quale momento: della crocifissione o sotto la croce come il centurione ecc.

Se con gli esclusi, con chi pur condannato attende una rivincita o con l'escluso che nel momento estremo diventa il prototipo del discepolo?

Lo sfondo della scena è dominato dal tema della regalità (Sopra di lui c'era la scritta: Costui è il re dei Giudei) o, se si preferisce, dal rovesciamento dei criteri. Gesù entrò nella sua passione destrutturando il codice del potere, criterio che poi doveva accompagnare il cammino dei discepoli:

Lc. 22,25-27

25 Egli disse: “I re delle nazioni le governano, e coloro che hanno il potere su di esse si fanno chiamare benefattori. 26 Per voi però non sia così; ma chi è il più grande tra voi diventi come il più piccolo e chi governa come colui che serve. 27 Infatti chi è più grande, chi sta a tavola o chi serve? Non è forse colui che sta a tavola? Eppure io sto in mezzo a voi come colui che serve.

Gesù, Dunque, entra nella passione con un criterio regale che non è quello del potere mondano.

Ora questo criterio lo vediamo messo in pratica nella resistenza alla “Tentazione” che accompagnò Gesù durante tutto il suo percorso: per tre volte, come nelle tre tentazioni (Lc. 4, 13: Dopo aver esaurito ogni tentazione, il diavolo si allontanò da lui fino al momento fissato – allora, Gesù aveva rifiutato la tentazione della forza del potere, ora è di nuovo tentato di abbandonare la forza della non violenza, la forza del servizio e dell'amore), chi interviene gli fa la medesima proposta di allora: SALVA TE STESSO! SALVA TE STESSO! SALVA TE STESSO!

Evidentemente questo è il criterio che soggiace ad ogni forma di potere mondano!

Il regno di Dio, obbedisce invece ad un altro parametro:

OFFRI TE STESSO – DONA TE STESSO

È per questo che, come sempre, si trova a condividere la sorte degli esclusi.

Uno di loro comprende la via di Gesù: “Gesù, ricordati di me quando andrai verso il tuo regno”. Così il condannato riconosce a Gesù la sua signoria: Comprende la logica del regno: l’amore capace di farsi compagnia con gli ultimi, con i condannati e gli esclusi.

La risposta di Gesù corrisponde ad un’accoglienza immediata: Oggi.

Anche a Nazareth espresse con vigore che il Regno si compie oggi e in ogni momento (Lc. 4,21): Allora cominciò a dire loro: Oggi si è compiuta questa scrittura che voi avete ascoltato – Così pure in casa di Zaccheo (Lc. 19,9): “Gesù gli rispose: Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch'egli è figlio di Abramo”). Fin da adesso è possibile la novità e dà una risposta che qualifica il ladrone come discepolo.

A questa categoria di discepoli Gesù aveva detto in precedenza: Voi siete quelli che avete perseverato con me.


Salmo 121

Quale gioia, quando mi dissero:

«Andremo alla casa del Signore!».

Già sono fermi i nostri piedi

alle tue porte, Gerusalemme!


È là che salgono le tribù,

le tribù del Signore,

secondo la legge d’Israele,

per lodare il nome del Signore.

Là sono posti i troni del giudizio,

i troni della casa di Davide.


Al ladrone ora dice: Oggi tu sarai con me!


Meditazione Domenica XXXIII C

 

 Ricordiamo, o Signore, davanti a te

  Cisgiordania, impennata di attacchi da parte di coloni israeliani. Venerdì è stata incendiata una moschea in una località della Cisgiordania, a sud di Nablus. Ma è solo l'ultimo di una serie di numerosi attacchi di coloni israeliani: violenze fisiche, aggressioni armate, espropriazione di terreni e case.

Naufragio al largo della Libia, 42 dispersi e sette superstiti. Dopo essere rimasti alla deriva per sei giorni, solo sette uomini – quattro sudanesi, due nigeriani e un camerunense – sono stati tratti in salvo.

Teheran. La capitale iraniana vive il sesto anno consecutivo di siccità. Rilevati inoltre livelli altissimi di inquinamento atmosferico. Nel Paese l’inquinamento atmosferico ha ucciso quasi 60.000 persone tra il marzo 2024 e il marzo 2025.

Inondazioni e frane, strade interrotte dai detriti, tetti delle case sollevati in aria come fossero fuscelli, intere province senza più energia elettrica per diverse ore. Il super tifone Fung-wong, si è abbattuto sulla parte nord occidentale delle Filippine.

Cop30. L’inadeguatezza delle azioni per il clima negli ultimi anni, parallelamente al continuo aumento delle emissioni di gas serra, ha reso "quasi inevitabile" lo sforamento della soglia del grado e mezzo di riscaldamento globale. Ogni anno 48 milioni di bambini vengono colpiti da disastri climatici che li costringono ad abbandonare le proprie case, interrompere l’istruzione e soffrire la fame.

Sudan Doctors Network, un'organizzazione medica sudanese, ha accusato le Forze paramilitari in Sudan di aver portato avanti un "tentativo disperato" di nascondere le prove delle uccisioni di massa nel Darfur bruciando i corpi o seppellendoli in fosse comuni dopo la sanguinosa presa di controllo della città il 26 ottobre.

Una flottiglia composta di circa 200 imbarcazioni ha sfilato nello specchio d'acqua davanti alla città di Belém - dove è in corso la Cop30 - per denunciare lo sfruttamento dei fiumi amazzonici e l'impatto dell'espansione del settore agricolo sulla foresta. Un gruppo di ambientalisti arrivati dal Messico ha protestato pacificamente davanti alla Zona blu a Belem denunciando gli omicidi e le persecuzioni degli ambientalisti in America latina.

Continua a prenderti cura di noi, o Signore: Kyrie eleison


Aiutaci a riconoscere e a coltivare i semi di speranza

Le navi ospedale che portano avanti l'eredità di Papa Francesco in Amazzonia. Sono ormeggiate lungo il fiume Guajará e offrono assistenza medica a chi ne ha più bisogno. Le tre imbarcazioni, ispirate all’ecologia integrale del Pontefice argentino, e da lui donate, navigano lungo il Rio delle Amazzoni raggiungendo le comunità indigene fin dentro la Foresta pluviale.

Michela Piccoli delle Mamme NoPfas è intervenuta alla Coop 30 rivolgendosi a tutti i popoli del mondo. Ha presentato il problema e invitato le persone a stare attenti alle aziende chimiche perchè vanno nei luoghi dove la gente non sa niente. Queste molecole creano infertilità, abbassamento delle difese immunitarie, cancro.

Gli studenti di tutta Italia venerdì mattina si sono fermati. I motivi dello sciopero erano molti: «Investimenti nell’istruzione pubblica», «riforma della scuola-lavoro per la sicurezza degli studenti», «blocco del riarmo europeo», «riconoscimento italiano della Palestina» e «maggiore attenzione della politica alla crisi climatica».

Cop30. Le Chiese dei cinque continenti hanno di nuovo lanciato l’appello ad «ascoltare il grido dei poveri e della Terra» soggiogati, e spesso devastati, dai cambiamenti climatici che avrebbero bisogno di risposte politiche efficaci e tempestive.

Il cardinale Luis Antonio Tagle in dialogo coi liceali di Gorizia. A chi gli chiedeva quali azioni mettere in atto, come giovani, per costruire la pace ed essere più empatici con gli altri nel mondo di oggi, Tagle ha sottolineato con preoccupazione il diffondersi di una indifferenza che è chiusura e che rende ciechi alla realtà ed alle sofferenze del prossimo. Abbiamo tutti bisogno di risvegliare il cuore: “Per i giovani - ha evidenziato - è importante riuscire ad immergersi nelle sofferenze degli altri, attraverso esperienze che aprano e tocchino il loro cuore per farlo battere ancora più forte dinanzi alle situazioni di disagio”.

Per la bontà che abita nei cuori e per coloro che si dedicano alla causa del bene: A te la lode e la Gloria, O Signore: Gloria in excelsis Deo

Donaci, o Padre, lo Spirito del discernimento e il calore del cuore.

I discepoli e le discepole di Gesù abbiano senso critico per non seguire idoli muti e ingannatori. Non siano ministri di una religione della conservazione. Abiti in loro lo slancio vitale del vangelo. Amen


Ml 3,19-20    2Ts 3,7-12 


Lc. 21, 5-19

5Mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, disse: 6«Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta».

7Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?». 8Rispose: «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”. Non andate dietro a loro! 9Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine».

10Poi diceva loro: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, 11e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo.

12Ma prima di tutto questo metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. 13Avrete allora occasione di dare testimonianza. 14Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; 15io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere. 16Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; 17sarete odiati da tutti a causa del mio nome. 18Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto. 19Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita.


***

Il dialogo che Gesù intrattiene con i suoi interlocutori riguarda il modo di vedere e rapportarsi alle cose della vita. In un primo momento, essi accorciano la loro visuale posando semplicemente lo sguardo sulle pietre: Il tempio è molto bello, nuovo, appena ricostruito da Erode il Grande (19 a. C.). L'apparenza s'impone in modo che l'apparato religioso acquista rilevanza.

La parola di Gesù demitizza una realtà che sta per trasformarsi in idolo. Collegandosi alla tradizione profetica, che nell'annunciare la rovina del tempio denunciava l'infedeltà del popolo (vedi Geremia 7), Gesù denuncia la religione ufficiale di infedeltà all'alleanza: sta trasformando in un idolo se stessa e le sue apparenze. Da un lato quindi, c'è una parte dei suoi uditori che tende ad enfatizzare la forma esteriore, dall'altro, c'è chi tende ad enfatizzare gli eventi della storia: “quale sarà il segno...”. Probabilmente il rischio di aggrapparsi o all'esteriorità o a eventi sensazionali era ed è sempre presente non solo tra i contemporanei di Gesù, ma anche tra i membri della comunità di Luca, così pure ai nostri giorni.

Gesù opera una demitizzazione degli uni e degli altri, secondo la narrazione che ne fa Luca, egli distingue nettamente tra gli eventi che appartengono alla storia dai segni relativi alla sua conclusione finale. Con la sua parola poi, aiuta chi lo ascolta a concentrarsi sulla situazione storica concreta.

Dunque, il tempio non è tutto, non è un assoluto, ha avuto un inizio ed avrà una fine. Gli eventi vanno presi sul serio, attraversati, senza fughe in avanti che non tengono conto della realtà per quello che è:

"Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo".

I segni nel cielo sono altra cosa... "non è subito la fine”.

Occorre discernimento: non si può porre speranza nelle pietre e non si può consegnare il cuore a facili ai leader (… “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”).

Tra l'altro, l’espressione “Sono Io” è quasi una formula tecnica che richiama l'auto presentazione del Dio nel Primo Testamento. Ci sono delle realtà storiche (personaggi del potere, del pensiero, del mondo militare, dell'economia, della religione, del mercato) che hanno la pretesa di sostituirsi a Dio nel senso che propongono se stessi e i loro prodotti come via di salvezza.

Gesù è molto chiaro: non andateci dietro, non è quella la strada della sequela...

Ogni assoluto storico ha in sé il principio attivo della dissoluzione. DIETRO QUESTE COSE SI PERDE LA VITA. Qui Gesù presenta la vita dei discepoli come un'esperienza che prende le mosse da un'istanza critica. Chi segue Gesù, assume il suo spirito profetico fino a negare la fiducia agli idoli, cioè ai grandi di questo mondo.

Dopo quest'operazione di ancoraggio alla realtà, Gesù fa un passo avanti verso un maggiore radicamento nella realtà degli eventi della storia:

Metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. ... Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome”. Sono delle situazioni che possiamo poi riscontrare nella vicenda della chiesa delle origini così come ne parla il libro di Atti degli Apostoli. Qui il Vangelo ci sta a dire che la realtà faticosa, difficoltosa e negativa va vista come un'opportunità per dare concretezza al Vangelo:

Avrete allora occasione di dare testimonianza”. Non serve assumere un atteggiamento apologetico di difesa o di attacco perché il Regno avanza con una forza sua propria: "Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere”.

Questi linguaggi, che possiamo chiamare "apocalittici", nel senso che sono rivelatori di significati, concepiscono la vita del credente sempre dentro una tensione, o meglio, uno slancio verso un non ancora compiuto; un qualcosa che viene offerto come dono inedito di Dio e che supera tutti i prodotti delle culture umane, spesso forgiate dagli interessi dei potentati. Per Gesù è inconcepibile la via del Vangelo senza slancio, senza tensione.

Le apparenze dell'esteriorità quindi (il tempio e le pietre...) e le promesse di riuscita (sono io … il tempo è vicino … compra da me...) sono solo false promesse, in realtà, gli idoli ti prendono la vita, te la sequestrano, ti sfruttano... ti alienano e ti uccidono dentro e fuori.

La tensione del vangelo di Gesù, invece, ti dà vita... “...nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto. "Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita”.


Salmo 97

Cantate al Signore un canto nuovo,

perché ha compiuto meraviglie.

Cantate inni al Signore con la cetra,

con la cetra e al suono di strumenti a corde;

con le trombe e al suono del corno

acclamate davanti al re, il Signore.

Risuoni il mare e quanto racchiude,

il mondo e i suoi abitanti.

I fiumi battano le mani,

esultino insieme le montagne

davanti al Signore che viene a giudicare la terra:

giudicherà il mondo con giustizia e i popoli con rettitudine.