Meditazione Domenica XIIIa B

 


Ricordiamo davanti a te, o Signore

Striscia di Gaza. Metà dei campi agricoli devastati dalla guerra. La FAO lancia l’allarme per il futuro del territorio, danneggiato dalle operazioni belliche.

Giornata Onu contro la droga, in dieci anni aumentato il consumo del 20%. Sale l'allarme per i nuovi oppiacei sintetici. Solo una persona su undici dei 64 milioni che soffrono di disturbi di tossicodipendenza riceve trattamenti medici.

I numerosi casi di matrimoni forzati e precoci e di mutilazioni genitali femminili allarmano sempre più la comunità internazionale. A oggi, infatti, circa 650 milioni di ragazze nel mondo si sono sposate prima dei diciott’anni, mentre 230 milioni hanno subito mutilazioni genitali.

Kenya. Nonostante il presidente William Ruto abbia annunciato il ritiro della contestata legge finanziaria, le proteste per l'aumento delle tasse su pane e generi alimentari nella capitale Nairobi non si fermano e i giovani hanno commemorato le persone rimaste uccise in questi giorni di scontri. Immediata la reazione della polizia che ha sparato i gas lacrimogeni. 

Il Pantanal, uno dei biomi più ricchi di diversità al mondo, da giorni in preda a incendi che quest'anno hanno già devastato 677mila ettari. Se non vi sarà messo un freno, gli incendi potrebbero arrivare a distruggere due milioni di ettari del Pantanal, un'area grande 13 volte la città di San Paolo.

Due giovani operai sono morti sul luogo di lavoro. Uno nell'Agrigentino mentre si trovava in un capannone di un'impresa edile di Canicattì che produce manufatti in calcestruzzo: è stato travolto dal muletto che stava manovrando. Un altro ha perso la vita in provincia di Latina. Un uomo, poi, è morto: stava lavorando su un canale scolmatore della A4 ed è caduto da un cavalcavia in zona a Vaprio d'Adda, nel Milanese.

Inchiesta Fanpage. Omofobia, razzismo, nostalgia per Benito Mussolini, simpatie per Adolf Hitler e il nazismo, antisemitismo da parte di militanti di Gioventù nazionale.

Marangona. Il Comitato Verona Sud ci scrive: Basta con la politica del consumo di suolo! 1.500.000 mq di suolo che si vuole cementificare e il Coordinamento Verona Città Bosco ha invitato le associazioni e i comitati impegnati a Verona per la difesa dell'ambiente a dimostrare il proprio dissenso.

Signore, abbi cura di noi: Kyrie eleison...

Aiutaci a custodire la speranza

Le precipitazioni straordinarie che hanno colpito il Cile nelle ultime settimane oltre a provocare almeno un morto e portato danni a migliaia di persone hanno condotto anche alla rinascita di laghi e lagune scomparsi da anni per la crisi idrica dovuta al cambiamento climatico e allo sfruttamento minerario assicurando così l'approvvigionamento di acqua potabile per il resto dell'anno.

Un secolo fa nasceva Danilo Dolci: una vita nonviolenta. È stato definito il "Ghandi italiano". Figura rivoluzionaria, fu il primo a praticare la nonviolenza come forma di protesta. Visse a Trappeto, nella parte occidentale dell’isola, colpita dalle condizioni di degrado, di miseria e di pressione che caratterizzavano quella zona d’Italia vessata dalla mafia e dalle miserie del dopoguerra. Iniziò con loro una lunga campagna di resistenza nonviolenta che nel 1952 lo vide realizzare il primo digiuno gandhiano in Italia. Lo mise in atto sul letto di un bambino morto di fame e di stenti. Dedicò gli ultimi anni della sua vita ai temi educativi. "Qual è il tuo sogno?”, chiedeva ai ragazzi e ragazze durante i tanti incontri nelle scuole italiane.

"Menti in corto" contro lo stigma: ecco i lavori premiati. Il cinema scelto come espressione artistica per   andare oltre lo stigma della malattia mentale. I corti sono arrivati da 7 regioni italiane (Sicilia, Marche, Emilia Romagna, Puglia, Toscana, Molise e Lombardia). Al primo posto due cortometraggi: “Arrivederci Tommasino” e Il Confine di Vetro".

Per la bontà che abita nel cuore umano e per coloro che si mettono a disposizione del bene, a te la lode e la gloria, o Signore: Gloria, gloria in excelsis Deo…

Signore Dio, noi ti preghiamo per l'umanità alle prese con molteplici forme di morte. Tu non sei un Dio che mortifica. Concedici di trovare in te la vera vita. Amen



Sap 1, 13-15.2, 23-24 2Cor 8, 7.9.13-15

Mc 5, 21-43

In quel tempo, essendo Gesù passato di nuovo in barca all’altra riva, gli si radunò attorno molta folla ed egli stava lungo il mare. E venne uno dei capi della sinagoga, di nome Giàiro, il quale, come lo vide, gli si gettò ai piedi e lo supplicò con insistenza: «La mia figlioletta sta morendo: vieni a imporle le mani, perché sia salvata e viva». Andò con lui. Molta folla lo seguiva e gli si stringeva intorno.
Ora una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni e aveva molto sofferto per opera di molti medici, spendendo tutti i suoi averi senza alcun vantaggio, anzi piuttosto peggiorando, udito parlare di Gesù, venne tra la folla e da dietro toccò il suo mantello. Diceva infatti: «Se riuscirò anche solo a toccare le sue vesti, sarò salvata». E subito le si fermò il flusso di sangue e sentì nel suo corpo che era guarita dal male.
E subito Gesù, essendosi reso conto della forza che era uscita da lui, si voltò alla folla dicendo: «Chi ha toccato le mie vesti?». I suoi discepoli gli dissero: «Tu vedi la folla che si stringe intorno a te e dici: “Chi mi ha toccato?”». Egli guardava attorno, per vedere colei che aveva fatto questo. E la donna, impaurita e tremante, sapendo ciò che le era accaduto, venne, gli si gettò davanti e gli disse tutta la verità. Ed egli le disse: «Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va’ in pace e sii guarita dal tuo male».
Stava ancora parlando, quando dalla casa del capo della sinagoga vennero a dire: «Tua figlia è morta. Perché disturbi ancora il Maestro?». Ma Gesù, udito quanto dicevano, disse al capo della sinagoga: «Non temere, soltanto abbi fede!». E non permise a nessuno di seguirlo, fuorché a Pietro, Giacomo e Giovanni, fratello di Giacomo.
Giunsero alla casa del capo della sinagoga ed egli vide trambusto e gente che piangeva e urlava forte. Entrato, disse loro: «Perché vi agitate e piangete? La bambina non è morta, ma dorme». E lo deridevano. Ma egli, cacciati tutti fuori, prese con sé il padre e la madre della bambina e quelli che erano con lui ed entrò dove era la bambina. Prese la mano della bambina e le disse: «Talità kum», che significa: «Fanciulla, io ti dico: àlzati!». E subito la fanciulla si alzò e camminava; aveva infatti dodici anni. Essi furono presi da grande stupore. E raccomandò loro con insistenza che nessuno venisse a saperlo e disse di darle da mangiare.

***

Attraverso il linguaggio parabolico, Gesù ci ha parlato del Regno come una realtà dinamica che inarrestabilmente cresce secondo il rapporto che esiste tra il seme, l'albero e il frutto: nel Regno (cioè nella storia secondo Dio) tutti ne ricevono beneficio, sia i figli d'Israele che i pagani. Tra i rami di quell'albero c'è davvero posto per tutti. È in fondo questo il motivo per cui Marco, in questa parte del suo Vangelo ci presenta Gesù che si sposta da una sponda all'altra del mare di Galilea: ora sulla sponda d'Israele e ora sulla sponda del territorio pagano. Sia da una parte che dall'altra, la sua azione è sempre un'azione liberante.

Questo racconto è ambientato nel territorio di Israele.

I soggetti che entrano in scena sono parecchi: Giairo, la folla, la donna, i discepoli, Pietro, Giacomo e Giovanni, la moglie di Giairo e la fanciulla. Ma ad emergere da quest'insieme di personaggi sono senz'altro la donna e la fanciulla.

I dodici anni di inutile terapia della donna e i dodici di età della fanciulla inducono a considerare l’una e l’altra come figure che rappresentano l’intera comunità. Infatti è il numero che rappresenta tutto Israele. Pertanto, ciascuno di noi si può riconoscere nell’emorroissa e nella fanciulla, allo stesso modo, pure le differenti reazioni degli altri personaggi ci rappresentano.

Il racconto è presentato in tre momenti:

  • Giairo incontra Gesù e gli espone la sua situazione. Egli ha un ruolo ma nel confidarsi con il maestro non presenta la sua richiesta accreditandola con i titoli del ruolo che ricopre: capo della sinagoga. Egli è semplicemente uomo, anzi, Giairo, nome che significa “egli risveglia”. Nell'esporre il suo caso, questo padre parla della figlia come una persona ancora piccolina, una bambina che non ha potuto godere dei risvegli della crescita. Si tratta di una persona radicalmente bloccata allo stadio infantile. La richiesta del padre della bimba, ricorre ad un lessico che va oltre la guarigione vera e propria, egli formula una domanda di salvezza, salvezza da qualcosa di catastrofico, qualcosa di esistenzialmente fallimentare.

  • La vicenda ed il cammino di Giairo con Gesù si interrompe per lasciare spazio al racconto della donna emorroissa. Anche questa parte evoca un processo salvifico che si estende oltre l'aspetto della salute fisica. È salvezza da un pericolo. Tanto che, al termine, Gesù rivolge alla donna l'invito a camminare verso la pace – shalom – ossia verso la vita in tutte le sue possibilità buone e positive. In questa fase della narrazione è molto presente il verbo toccare, nel senso di entrare in contatto diretto non mediato, un contatto reso con una particolare efficacia dal fatto che la folla “comprimeva” Gesù. Da lui esce una potenza. Potremmo dire una risposta di amore a quel contatto che lo porterà a svuotarsi totalmente per amore dell'umanità.

  • Siamo nella casa di Giairo con il trambusto, i discepoli, la madre e, finalmente la fanciulla restituita alla vita. La gente della sinagoga è decisamente scomposta di fronte alla morte. Piange, urla e al tempo stesso deride. È la scompostezza di tutte le situazioni senza vi di uscita: nella disperazione dell'impotenza piangere o ridere è la stessa cosa. In ogni caso, è proprio in questa situazione limite che esplode la visione di Gesù di fronte a tutte le situazioni di morte. Per lui non è che un sonno, vale a dire una situazione transitoria. Nel Regno non ci sono vicoli ciechi, strade senza uscita, è questo che le chiese devono fermamente credere. Verso questa umanità bloccata nell'infantilismo e ben simboleggiata dalla fanciulla, Gesù si comporta come lo sposo del cantico dei cantici, la prende per mano. Egli, Gesù, è colui che fa vivere l'umanità perché vuole veramente bene, un bene da sposo! Così, quella fanciulla si scopre che ha dodici anni, l’età per essere promessa sposa. Donna deve diventare. Deve crescere. Non è possibile che non raggiunga la pienezza adulta, perciò: Datele da mangiare!

Due storie intrecciate di donne: una donna adulta e una giovane ragazza. Due donne quindi.

La prima non è in grado di custodire la crescita perché in lei la vita se ne va momento dopo momento, la seconda non ha conosciuto crescita.

La tradizione religiosa e l’apparato che le due figure rappresentano (Cfr. numero 12) non sono in grado di custodire la vita (il sangue è la vita secondo la concezione del tempo), né di far crescere la vita.

Ogni apparato, religioso o civile che sia, che emargina o che infantilizza le persone non può rappresentare Dio.

Occorre prima di tutto essere seri di fronte alla nostra stessa umanità nel riconoscerla per quello che è: incapace di autosalvazione. Senza aprirci al dono di Dio non siamo in grado di dare crescita e bontà alla vita nostra e altrui. Il padre della ragazza lo comprende molto bene. Egli non si presenta a Gesù con i titoli che derivano dal suo ruolo. La donna… porta con sé la consapevolezza di inutili terapie.

L’uno e l’altra sanno di non avere con sé altro che la loro umanità. Entrambi la portano al Signore. Per la donna è importante entrare in contatto con Gesù.

Ma per Gesù che si avvicina all’umanità con amore e non con il calcolo di chi la sottomette o la emargina, non è vero che non possiamo trovare strade di crescita e sviluppo di vita. Per lui morire non è che un sonno, al sonno poi, lo sappiamo bene, segue il risveglio. Possiamo passare oltre. Ed ecco che il contatto guarisce.

A conclusione, non dimentichiamo che l’evangelista Marco destina il suo racconto a tutti coloro che, attratti dalla figura di Gesù, si trovano a camminare insieme come discepoli e discepole, formando così la Chiesa, ovvero la comunità del Vangelo. Ebbene, la vitalità della chiesa dipende dalla sua decisione di mettersi in contatto con Gesù e dal suo lasciarsi raggiungere dal suo amore per tutta l’umanità. Senza questo contatto diretto e senza provare, attraverso la sua amorevolezza, amore, cura e nutrimento per l’umanità, la Chiesa assomiglia alla gente che comprimeva, che schiacciava Gesù. Pretendere di contenere Gesù dentro gli schemi istituzionali di una dottrina o di un apparato, significa impedire che il suo flusso di vita arrivi alle persone. Possiamo quindi pregare per diventare sempre più uomini e donne del contatto e non dell’ingombro.


Salmo 29

Ti esalterò, Signore, perché mi hai risollevato,
non hai permesso ai miei nemici di gioire su di me.
Signore, hai fatto risalire la mia vita dagli inferi,
mi hai fatto rivivere perché non scendessi nella fossa.

Cantate inni al Signore, o suoi fedeli,
della sua santità celebrate il ricordo,
perché la sua collera dura un istante,
la sua bontà per tutta la vita.
Alla sera ospite è il pianto
e al mattino la gioia.

Ascolta, Signore, abbi pietà di me,
Signore, vieni in mio aiuto!
Hai mutato il mio lamento in danza,
Signore, mio Dio, ti renderò grazie per sempre.