Meditazione Domenica XXXIIIa B

 


Ricordiamo davanti a te, o Signore

Guerre e cambiamenti climatici affamano sempre più persone. L’Indice globale della fame 2024 denuncia come siccità e alluvioni da una parte e conflitti dall’altra allontanano sempre più la possibilità di eliminare la fame entro il 2030. Il rischio è che per quel momento, 582 milioni di persone saranno cronicamente denutrite.

Sudafrica: la guerra sporca del governo contro i minatori illegali intrappolati da circa un mese in una miniera abbandonata a Stilfontein, non lontano da Johannesburg. Le autorità li lasciano senza viveri per farli uscire da sottoterra. Negli ultimi anni, la chiusura di numerosi siti minerari ha spinto ex minatori e migranti illegali, provenienti dai paesi vicini, a praticare l’estrazione illecita per poter sopravvivere.

Delitto Moussa: “È il nostro Regeni. Vogliamo capire cosa è accaduto”. Lo chiedono gli esponenti della comunità maliana nell’incontro avvenuto alla stazione di Verona, dove è stato assassinato, oltre 3 settimane fa, Moussa Diarra. L’avvocata della famiglia sottolinea la lentezza delle indagini.

Costa Rica, 2mila persone evacuate per le piogge. La Commissione nazionale di emergenza ha ricevuto almeno 190 segnalazioni di inondazioni.

Save the Children, 300mila bambini fuggiti da Libano verso Siria. Molti bambini viaggiano da soli, separati dai genitori o dalle famiglie, sono a rischio di abusi, malattie e soffrono per la carenza di cibo, com l'inverno che incombe.

Contro la volontà del Comune, si è svolta sabato 9 novembre una manifestazione della Rete dei Patrioti e di Casapound. Una circostanza che ha fatto mobilitare la rete antifascista bolognese, che ha definito una provocazione una manifestazione di gruppi dichiaratamente neofascisti vicino alla stazione dove c'è stata la strage del 2 agosto 1980, attuata dal terrorismo nero. È grave che chi ha la responsabilità di gestire l'ordine pubblico abbia permesso a 300 persone vestite con la camicia nera di entrare nella città e di sfilare di fronte alla stazione.

Cuamm, salute e vita di mamme e bambini hanno la priorità sulle guerre
Al Lingotto di Torino, ieri 16 novembre, si tenne l’Annual Meeting dell’organizzazione impegnata nella tutela della salute delle popolazioni africane. "Se vogliamo dare un futuro al nostro mondo e alla nostra umanità, deve essere rispettato il diritto sacrosanto alla salute e all’accesso alle cure di base per tutti. “Ci sono ancora tanti bambini che muoiono sotto i cinque anni e molti di loro addirittura entro il primo mese di vita", e poi ci sono molte mamme che muoiono di parto, “quando invece mettere al mondo un bambino senza perdere la vita è un diritto sacrosanto”. Sono 280mila le mamme che muoiono dando alla luce i loro bambini, quasi tutte concentrate nell’Africa subsahariana,

Signore, abbi cura di noi: Kyrie eleison...


Aiutaci a custodire la speranza

Cop29. Mentre l’Argentina di Milei abbandona i negoziati a Baku, la premier dello Stato caraibico delle Barbados invita il consesso internazionale a dialogare “nonostante le differenze: “Vogliamo tutti che l’umanità sopravviva”. i Paesi poveri hanno ritenuto sfidare il nord del mondo a rispettare l’accordo di Parigi con impegni economici più adeguati e concreti

Gli ex ostaggi israeliani a Roma: subito un accordo per liberare i prigionieri a Gaza. Dopo l'incontro con il Papa, sei uomini e donne detenuti da Hamas hanno incontrato in conferenza stampa giornalisti e rappresentanti dei media italiani presso la sede dell’Ucei. Da tutti la richiesta: “Si arrivi subito a un accordo per la liberazione di tutte le persone sequestrate”

Roma “R1pud1a” la guerra, il Campidoglio illuminato per la pace. L’iniziativa, organizzata da Emergency, si inserisce all’interno della campagna dell’associazione umanitaria in favore delle popolazioni colpite dai conflitti. La facciata del Palazzo Senatorio della piazza romana illuminata con la scritta ispirata all’articolo 11 della Costituzione Italiana.

Venerdì 15 novembre migliaia di universitari e liceali hanno manifestato in diverse città italiane il loro dissenso contro la manovra del governo rivendicando «un’istruzione pubblica gratuita e accessibile, svincolata dagli interessi privati, dalle logiche di profitto e dall’ambito bellico, la tutela del benessere psicologico nelle scuole e un sistema di rappresentanza che dia agli studenti reali possibilità di decidere nelle proprie scuole», ha spiegato Tommaso Martelli, coordinatore nazionale dell’Unione degli Studenti.

Respira aria di Concilio nella Basilica di San Paolo, dove il primo annuncio del Vaticano II venne dato da san Giovanni XXIII nel 1959. Ma si sente insieme anche il profumo del Giubileo della speranza, cioè del futuro. Di cui non bisogna avere paura, come scrive il Papa. Francesco ha inviato venerdì 15 novembre un suo messaggio alla prima assemblea sinodale delle Chiese in Italia, letto ai mille delegati dal cardinale presidente della Cei, Matteo Zuppi. I lavori, infatti, si sono aperti nel pomeriggio nel grande tempio romano dedicato all’Apostolo delle genti. Scrive dunque il Pontefice: «Non abbiate paura di alzare le vele al vento dello Spirito». E perciò i cattolici italiani sono «chiamati a guardare alla società in cui viviamo con uno sguardo di compassione per preparare il futuro, superando atteggiamenti non evangelici, quali la mancanza di speranza, il vittimismo, la paura, le chiusure. L’orizzonte si apre davanti a voi - esorta papa Bergoglio - continuate a gettare il seme della Parola nella terra perché dia frutto».

Per la bontà che abita nel cuore umano e per coloro che si mettono a disposizione del bene, a te la lode e la gloria, o Signore: Gloria, gloria in excelsis Deo…


Effondi il tuo Santo Spirito, o Signore, perché sappiamo vegliare con fede paziente. Donaci di essere noi stessi umile segno della tua venuta e tutti vedano che il nostro viaggio è verso la luce della fiducia. Amen


Dn 12,1-3    Eb 10,11-14.18


Mc 13,24-32

Gesù disse ai suoi discepoli:
«In quei giorni, dopo quella tribolazione,
il sole si oscurerà,
la luna non darà più la sua luce,
le stelle cadranno dal cielo
e le potenze che sono nei cieli saranno sconvolte.
Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria. Egli manderà gli angeli e radunerà i suoi eletti dai quattro venti, dall’estremità della terra fino all’estremità del cielo.
Dalla pianta di fico imparate la parabola: quando ormai il suo ramo diventa tenero e spuntano le foglie, sapete che l’estate è vicina. Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che egli è vicino, è alle porte.
In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto questo avvenga. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno.
Quanto però a quel giorno o a quell’ora, nessuno lo sa, né gli angeli nel cielo né il Figlio, eccetto il Padre».

***

Anche Marco, come gli altri sinottici, colloca questo discorso di Gesù prima del racconto di passione. Gesù prende lo spunto da una considerazione sul tempio:

vv. 1-2. Mentre usciva dal tempio, uno dei suoi discepoli gli disse: “Maestro guarda che pietre e che costruzioni!”. Gesù gli rispose: “Vedi queste costruzioni? Non sarà lasciata qui pietra su pietra che non venga distrutta”. La considerazione sulla fine del tempio richiama la forte tensione di Gesù stesso con l'apparato istituzionale religioso templare.

Il testo fa pure riferimento a due esperienze storiche di cui la prima generazione cristiana fu testimone:

  • la persecuzione: vv. 9-13: “Vi consegneranno ai sinedri, sarete percossi nelle sinagoghe e comparirete davanti a governatori...”.

  • La distruzione di Gerusalemme: vv. 14ss “Quando vedrete l'abominio della devastazione...”

Marco, nel suo vangelo, le unisce. Egli vede nelle comunità del vangelo il prolungamento di Gesù Cristo. Quello che egli ha vissuto lo vivranno anche i suoi dopo di lui. Perciò sono chiamati a dare alle loro esperienze, sofferte a causa del vangelo, il valore che lui stesso ha dato alla sua stessa vicenda.

Il discorso di Gesù si articola poi in tre momenti:


  • Delle affermazioni di carattere profetico, secondo il linguaggio apocalittico (rivelativo).

  • La breve parabola del fico quale snodo interpretativo tra “i giorni della grande tribolazione” e la situazione concreta della comunità credente “anche voi quando vedrete...”.

  • Infine, un insegnamento in applicazione della parabola.


La tribolazione.

Recuperando un immaginario addirittura cosmico dalla tradizione apocalittico-profetica, in particolare di Daniele, gli eventi vengono interpretati in termini di sconvolgimento, la realtà è capovolta.

Il sole, che dovrebbe illuminare, è oscuro

la luna, che dovrebbe riflettere la luce, non splende più

le stelle, che dovrebbero essere fisse nel cielo, cadono a terra

le potenze dei cieli, che dovrebbero essere le più stabili, sono scosse


La tonalità di questa scena è decisamente oscura e il movimento degli elementi che la compongono è in caduta verso il basso. In altre parole, gli eventi della fine di Gerusalemme, del tempio e le contrarietà che la comunità incontra nel vivere il vangelo, cadono dentro un orizzonte oscuro, incerto, fallimentare.

Nel racconto di Daniele, a cui le parole di Gesù si ispirano, tutto viene trascinato verso il basso, ma sollevando lo sguardo, non più rasoterra ma verso l'alto, sopraggiunge una nuova speranza.

Passando all’applicazione concreta (v.29ss), Gesù afferma: Così anche voi, quando vedrete queste cose, (cioè la distruzione, la persecuzione, le difficoltà a causa della testimonianza ecc.) sappiate che egli è vicino, è alle porte.

Invece di trarre le conclusioni al negativo, cioè secondo la logica dello sconvolgimento depressivo, sappiate che si apre per voi il cantiere della speranza di cui la parabola del fico ne costituisce il paradigma.

Nell'economia del discorso, questa piccola parabola ha la funzione di farci passare dall'orizzonte catastrofico del fallimento alla visione più profonda della pasqua.

Quando il ramo diventa tenero... spuntano le foglie v. 28

I segni che Dio consegna nella storia sono piccoli ma inequivocabili. Al grande scenario della catastrofe cosmica si sostituisce la semplicità di un alberello. Contrariamente alla scena della tribolazione in cui tutto precipitava verso il basso, qui abbiamo un delicatissimo movimento verso l'alto: dal ramo spuntano le foglioline. Una speranza sottile, leggera, quasi impercettibile si fa strada, avanza. Pertanto, l'oscurità che dominava la scena precedente lascia ora lo spazio alla luminosità di una nova stagione: sta per arrivare la stagione dei frutti.

La comunità del Vangelo è così istruita a leggere le proprie fatiche e tribolazioni come momenti in cui prepara l'inedito, il nuovo, il cambiamento. Questa è la vera esperienza di Cristo. EGLI è VICINO, è ALLE PORTE. Sono i momenti personali e storici più difficili che esigono il lavoro della speranza, non quando tutto fila liscio senza problemi. E il lavoro consiste nell’audacia di cercare l’irrompere del Regno di Dio proprio dal di dentro delle assurdità della storia. Il Vangelo non è una droga che ti fa vedere tutto roseo, è invece una luce che illumina in misura direttamente proporzionale all’intensità del buio.

Con la dichiarazione conclusiva, viene ripreso il tema caro alla tradizione profetica del “Giorno del Signore” “nessuno conosce quel giorno...se non il Padre. Nel giorno del Signore, secondo i profeti, le cose vengono purificate nel crogiolo della storia (la grande tribolazione) e tutto acquista la sua vera dimensione... Gesù sembra spazzare via la smania di conoscere cosa succederà in futuro. Egli piuttosto invita a vivere ogni giorno come l’occasione per aiutare la germinazione delle foglioline dell’albero.


Salmo 15

Il Signore è mia parte di eredità e mio calice:
nelle tue mani è la mia vita.
Io pongo sempre davanti a me il Signore,
sta alla mia destra, non potrò vacillare.

Per questo gioisce il mio cuore
ed esulta la mia anima;
anche il mio corpo riposa al sicuro,
perché non abbandonerai la mia vita negli inferi,
né lascerai che il tuo fedele veda la fossa.

Mi indicherai il sentiero della vita,
gioia piena alla tua presenza,
dolcezza senza fine alla tua destra
.


Meditazione Domenica XXXIIa B

 



Ricordiamo davanti a te, o Signore

In Africa occidentale, siccità, alluvioni e insicurezza alimentare senza precedenti. Negli ultimi mesi le gravi inondazioni che hanno colpito 16 Paesi hanno peggiorato la già critica situazione alimentare delle popolazioni stremate da una lunga siccità. Sono sette milioni in totale le persone coinvolte. A ciò si aggiungono i conflitti armati che dilagano nella regione. 

Libano, decine di morti nei raid israeliani sulla valle della Bekaa. È salito a 60 vittime il bilancio degli attacchi di Israele sulla regione libanese di Baalbek. Le forze israeliane fanno sapere che intensificheranno le operazioni anche su Gaza La Knesset approva una nuova legge che prevede la deportazione nella Striscia. 

Tanzania: i Maasai di Loliondo hanno perso la causa per la loro terra. Secondo la Corte suprema non potranno tornare nel loro territorio di origine, destinato alla riserva di caccia di Pooleti ad uso esclusivo della famiglia reale degli Emirati arabi uniti.

Oltre 66mila cubani evacuati per il rischio di inondazioni. Dopo l'uragano Oscar, in arrivo nuove tempeste su Guantanamo che ha causato la morte di otto persone e il danneggiamento di 12.000 abitazioni e 600 edifici pubblici.

Violenze. Il dramma e il dolore di Napoli: tre ragazzini uccisi in 17 giorni. "C’è il tema di questi scontri tra bande di giovani che avvengono anche nell’ambito di un ambiente camorristico.

Signore, abbi cura di noi: Kyrie eleison...


Aiutaci a custodire la speranza

Viene da Brindisi, ha 29 anni e dà voce all’Italia nel Consiglio dei giovani del Mediterraneo. «Aprite le vostre case». Nicholle Salerno cita l’appello che sua madre le ha raccontato. «L’accoglienza non può essere delegata: spetta a ciascuno di noi». Una proposta concreta di “speranza”, come chiede il Giubileo alle porte, che ha per trampolino Brancaccio, il quartiere di Palermo che lega il suo nome al martirio di padre Pino Puglisi.

Associazionismo sociale, “Italia in trasformazione, capace di reinventare partecipazione e impegno civico”. Presentato il decimo rapporto Iref delle Acli. Sebbene la partecipazione civica tradizionale sia in calo, esistono numerose piccole associazioni tematiche, spesso animate da giovani. “Questi nuovi gruppi rispondono ai bisogni specifici delle comunità locali, diventando punti di riferimento per la coesione sociale”.

Finalmente anche le persone senza fissa dimora potranno avere un medico di famiglia. Si colma così un vuoto di tutela, che contrastava con gli articoli 3 e 32 della Costituzione e con i principi ispiratori del Servizio Sanitario Nazionale, in base ai quali l'assistenza sanitaria va garantita in maniera uguale a tutti coloro che risiedono o dimorano nel territorio della Repubblica, senza distinzione di condizioni individuali o sociali". Così il presidente della Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, Filippo Anelli, accoglie la notizia dell'approvazione, in via definitiva, da parte del Senato avvenuta all'unanimità.

Quattro arresti per l'omicidio del sindaco Angelo Vassallo. Delitto a Pollica nel 2010, in manette anche due carabinieri coinvolti nel traffico di sostanze stupefacenti sulla rotta Acciaroli-Napoli.

Per la bontà che abita nel cuore umano e per coloro che si mettono a disposizione del bene, a te la lode e la gloria, o Signore: Gloria, gloria in excelsis Deo…


Signore Dio, ti chiediamo di liberare noi e le Chiese dall’ossessione narcisista di considerare tutto e tutti in funzione di sé. Aiutaci ad imparare da chi sa mettere la vita a disposizione per un’umanità più umana, più fraterna, capace di crescere nella giustizia della condivisione.


1Re 17,10-16    Eb 9,24-28


Mc 12,38-44


38 Diceva loro mentre insegnava: "Guardatevi dagli scribi, che amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze,

39 avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti.


40 Divorano le case delle vedove e ostentano di fare lunghe preghiere; essi riceveranno una condanna più grave".


41 E sedutosi di fronte al tesoro, osservava come la folla gettava monete nel tesoro.

E tanti ricchi ne gettavano molte.

42 Ma venuta una povera vedova vi gettò due spiccioli, cioè un quattrino.

43 Allora, chiamati a sé i discepoli, disse loro: "In verità vi dico: questa vedova ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri

44 Poiché tutti hanno dato del loro superfluo, essa invece, nella sua povertà, vi ha messo tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere".

***

Due vedove assumono un ruolo magisteriale nei testi della Parola di Dio di questa domenica. La prima, quella con cui ha a che fare Elia, è di Sarepta di Sidone, una pagana dunque. L’altra, quella del racconto evangelico, no. Appartiene alla tradizione giudaica, come Gesù. Ma le appartenenze a specifiche tradizioni, per la Parola di Dio non contano. L’importanza è quello che queste due donne rappresentano, ossia la parte più debole e indifesa dell’umanità.

Prima della vedova di Sarepta, Elia ha dovuto fare i conti con un’altra donna, anche lei proveniente dalle parti di Sidone, la potente Gezabele, moglie del re Acab, ricca, spregiudicata e crudele. Da lei Elia deve fuggire perché lo vuole morto.

Elia è il portaparola per eccellenza, eppure dalla Parola stessa, di cui è portatore, è istruito a comprendere che sono i poveri come la vedova di Sarepta a sostenere e a dare vita. I potenti, invece, la tolgono. È una costante nella storia biblica e…nella storia umana! La parola di Dio insegnò ad Elia questa verità.

D’altra parte, la vedova e tutta l’umanità da lei rappresentata, attraverso il segno della farina che non si consuma, comprende che la parola di Dio è un nutrimento sempre nuovo, non si ripete e non si consuma. Un codice o un regolamento invecchiano; diventano obsoleti, monotoni. La parola di vita apre sempre a nuovi orizzonti, a nuove esperienze.

Il brano evangelico, dal canto suo, si trova all’interno del confronto serrato tra Gesù e le componenti più rappresentative della società e della religione ufficiale.

Sarebbe riduttivo limitare la questione a Gesù con gli uomini del suo tempo.

Nel momento in cui Gesù esprime alcune considerazioni sul comportamento dei soggetti che sta osservando, cioè gli scribi, i ricchi e la povera vedova, il testo annota:

E avendo chiamato a sé i discepoli…”.

Quando Gesù chiama interpella una risposta in termini di scelte di vita, di modi d’essere ecc.

Si tratta quasi di parole tecniche per indicare che Gesù sta insegnando ai suoi a come intende il discepolato. Quindi sono parole rivolte alle comunità cristiane di tutti i tempi. Infatti egli comunica il suo pensiero dopo un’altra annotazione dell’evangelista assai importante perché è anch’essa un’espressione tecnica: “E sedutosi…”. Questo modo di esprimere la postura di Gesù viene normalmente usato per presentare solennemente il Maestro che, posto al centro della comunità credente, consegna ad essa la Parola eterna.

Dunque, cosa vuole affermare Gesù di tanto decisivo per chi lo vuole seguire come discepolo, come discepola?

Quello che esce dalla sua bocca, mentre sta ad osservare il comportamento delle persone intorno al tesoro del Tempio, è un’esemplificazione di come non deve deve essere il rapporto del discepolo con Dio, come deve essere la religione dal punto di vista di Gesù.

Sinteticamente la narrazione fotografa due atteggiamenti opposti:

La religione vissuta dagli scribi è basata su un rapporto con Dio funzionale all’affermazione di sé. Il loro ego, si manifesta nella vita pubblica (le piazze) – nella forma religiosa (le sinagoghe) e nella vita sociale (i banchetti), sta al centro di tutto. Il mondo è in funzione dell’ego. Si tratta della forma più bieca di idolatria: IO AL CENTRO DELL’UNIVERSO.

Il loro atteggiamento è l’esatto opposto di quello di Dio che è un atteggiamento salvifico. Quando infatti nell’A.T. si parla di Dio salvatore, viene sempre identificato come il protettore degli orfani e delle vedove. Questi personaggi invece “divorano le case delle vedove”. Quando insomma persino la religione viene asservita all’egoismo personale e/o di gruppo, si nutre di violenza e produce violenza.

C’è poi un’altra forma di religiosità, quella dei ricchi. Ancora una volta, non si tratta di una questione di censo, uno può essere ricco anche di conoscenze, di potere, di titoli di merito e quant’altro. Viene esibito il superfluo. Eppure, a proposito del centro di tutto era stato detto da Gesù che l’esperienza dell’amore esige tutto il cuore, tutta la mente, tutte le forze e tutta l’anima. Insomma, senza coinvolgimento affettivo, mentale, etico e concreto la religiosità è una commedia o un mercato…

In altre parole, il discepolo è posto davanti alla scelta: Garantirsi o coinvolgersi?


Della vedova viene rimarcato il “tutto quanto aveva per vivere”. È l’atteggiamento religioso di chi mette in gioco se stesso

In mezzo ai due momenti del racconto, esattamente tra i ricchi e la vedova, sta lo sguardo di Gesù. Gesù osservava. Il termine usato fa pensare ad un modo di vedere che è secondo il cuore ed il pensiero di Dio. Che il nostro modo di essere discepoli e discepole di Gesù corrisponda al modo di vedere le cose secondo Dio.


Salmo 145

Il Signore rimane fedele per sempre
rende giustizia agli oppressi,
dà il pane agli affamati.
Il Signore libera i prigionieri.

Il Signore ridona la vista ai ciechi,
il Signore rialza chi è caduto,
il Signore ama i giusti,
il Signore protegge i forestieri.

Egli sostiene l’orfano e la vedova,
ma sconvolge le vie dei malvagi.
Il Signore regna per sempre,
il tuo Dio, o Sion, di generazione in generazione.


 



Ricordiamo davanti a te, o Signore

A tre giorni dalla catastrofe provocata da Dana nella regione di Valencia, che ha provocato finora oltre 200 morti, continuano senza sosta le ricerche dei dispersi, il cui numero resta ancora imprecisato. L'emergenza resta alta dopo che circa 366.000 abitanti di una ventina di municipi sono ancora senza acqua potabile mentre 50.000 sono al buio. 

Terra Santa, niente pellegrini e tanta povertà. Hani al-Hayek, ministro del Turismo e dei Beni culturali dello Stato palestinese, racconta la drammatica situazione economica in cui versano gli abitanti soprattutto di Betlemme e Gerusalemme a causa della guerra che sta bloccando i pellegrinaggi. Almeno 12000 operatori turistici sono stati licenziati, a Betlemme hanno perso il lavoro almeno 6000 impiegati del turismo ricettivo.

Ancora vittime per i disordini post-elettorali In Mozambico. Non si placa la protesta dopo i risultati che il 9 ottobre scorso hanno dato la vittoria al Frelimo, al potere da 49 anni. Finora 11 le vittime e oltre 50 i feriti, più di 450 persone sono state arrestate a margine delle proteste che si sono diffuse in tutto il Paese.
Una vita intera, per una persona media, non basta per produrre tante emissioni di carbonio quante ne producono i miliardari in soli 90 minuti. Le emissioni dei più ricchi alimentino disuguaglianze globali devastanti, minacciando intere popolazioni.

L'inquinamento atmosferico a Lahore, la seconda città del Pakistan, ha raggiunto il massimo storico, più di 80 volte il livello ritenuto accettabile dall'Organizzazione Mondiale della Sanità. 

Sette fiumi che attraversano la riserva indigena Yanomami, nell'Amazzonia brasiliana, sono risultati altamente contaminati dal mercurio, metallo tossico per l'uomo e per l'ambiente utilizzato illegalmente per l'estrazione dell'oro da parte di minatori abusivi attivi nella regione. 

Signore, abbi cura di noi: Kyrie eleison...

Aiutaci a custodire la speranza

Venti giovani oncologi provenienti da varie regioni del Paese hanno conseguito il mese scorso il diploma finale del primo Corso di umanizzazione della Scuola Cipomo (Collegio italiano primari oncologi medici ospedalieri). divenendo gli “apripista” di una medicina che vede non solo nel curare ma nel “prendersi cura” la vera ragione del proprio esistere.

Un appartamento per i detenuti a fine pena che escono dal carcere e hanno bisogno di un posto dove abitare e iniziare a ricostruirsi una vita. È Casa Mimosa, inaugurata nel condominio solidale Corelli gestito da Fondazione Solidarietà Caritas di Firenze.

Al termine del loro noviziato, domani, alle ore 18,00, nella Chiesa delle Stimmate, Piazza Cittadella – Verona, Giuseppe, Ilia e Francesco emetteranno la loro prima professione religiosa nella Congregazione degli Stimmatini.

Per la bontà che abita nel cuore umano e per coloro che si mettono a disposizione del bene, a te la lode e la gloria, o Signore: Gloria, gloria in excelsis Deo…


Signore Dio, amante degli uomini e delle donne, la tua amorevolezza è sorgente di ogni vita e non c'è altro dio all'infuori di te: il tuo Spirito ci doni la grazia dell'ascolto, perché i cuori, i sensi e le menti si aprano al primato dell'amore per te e per ogni essere

Dt 6,2-6    Eb 7,23-28

Mc 12, 28-34

Si avvicinò a Gesù uno degli scribi e gli domandò: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?».
Gesù rispose: «Il primo è: “Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza”. Il secondo è questo: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Non c’è altro comandamento più grande di questi».
Lo scriba gli disse: «Hai detto bene, Maestro, e secondo verità, che Egli è unico e non vi è altri all’infuori di lui; amarlo con tutto il cuore, con tutta l’intelligenza e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso vale più di tutti gli olocausti e i sacrifici».
Vedendo che egli aveva risposto saggiamente, Gesù gli disse: «Non sei lontano dal regno di Dio». E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo
.

***

Cerchiamo di cogliere il messaggio di questo testo a partire dalla cornice entro cui è collocato. In questa sezione, che inizia con l'ingresso di Gesù in Gerusalemme e prepara la narrazione della passione, il racconto riferisce del momento di massima tensione tra Gesù e le categorie dei rappresentanti ufficiali della società del suo tempo.

Durante l'ingresso in Gerusalemme il popolo proclama: Benedetto il regno che viene del nostro padre Davide. Osanna nel più alto dei cieli.

La chiusura dell'inclusione la troviamo immediatamente dopo il nostro brano dove Gesù ridimensiona l’importanza di Davide; si smarca da lui. Gesù non ha mai desiderato realizzare il Regno di Dio alla maniera di Davide!

È all'interno di questa parte del racconto evangelico, si consuma la tensione tra Gesù e i rappresentanti ufficiali della sua società e della religione.

  • In un primo momento, i farisei e gli erodiani, per coglierlo in fallo, lo provocano sul terreno della politicaÈ lecito pagare il tributo a Cesare?...

  • Poi, è la volta degli aristocratici sadducei, su una questione di carattere dottrinaleC'è o non c'è una risurrezione? Un mondo altro? Sono loro a farsi avanti con la parabola trabocchetto della vedova dei sette mariti. Ma egli ribadisce che il loro modo di vedere l'altro mondo non è che una proiezione dei loro interessi terreni.

  • Infine, lo scriba del nostro brano.


Qui il soggetto che entra in scena, appartiene alla categoria degli scribi, che potremmo paragonare ai teologi di professione. Lo scriba, a motivo della sua competenza, ha molto a che fare con le Scritture. Anche il dialogo che intrattiene con Gesù rivela questo suo specifico ambito in cui è specializzato.

Tuttavia, non si appressa a Gesù per metterlo alla prova come tutti gli altri; lui è interessato ad approfondire.

Il testo inizia con un significativo “Si avvicinò a lui”. È un avvicinamento che esprime un desiderio di condivisione o quanto meno di ricerca, un desiderio di approfondimento. Come teologo di professione sente che una religiosità che si sostiene dalla mera esecuzione di prescrizioni non sta in piedi, o meglio, non è all’altezza di occupare le esigenze del cuore umano.

Qual è il primo dei comandamenti, tanto a dire, qual è quella Parola religiosa che riscalda il cuore, quella Parola religiosa che alimenta il mio essere credente nella fiducia; quella Parola religiosa che illumina i momenti bui della vita; qual è la Parola religiosa che sostiene le speranze? La questione da lui posta è radicale: chiede che cosa deve essere considerato come assolutamente prioritario. Per lui è decisivo cogliere il punto focale per collocare tutto il resto al suo vero posto. È questione vitale! Questo scriba è sinceramente in ricerca. È attratto dalle parole di Gesù. Vuole saperne di più, vuole confrontarsi con lui, non intende confliggere con lui.

In altre parole, è un teologo di professione che vuole andare oltre la sua professione, perché la fede non è questione di mettere bene in riga un pacchetto di verità o di regole. La fede è questione di coinvolgimento e ogni coinvolgimento è AMORE.

Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza”.

Cita il testo del Deuteronomio (prima lettura). La scrittura non dice fai questo, non fare quello ecc. ma semplicemente “Ascolta”; non è l’organo dell’azione, la mano, ad essere chiamata in causa, ma l’orecchio. L’ascolto, il prestare ascolto e attenzione è tipico di chi si sente attratto per qualcosa e vuole andare oltre l’abitudinarietà perciò ogni ascolto smuove tutta l’anima, cioè la vita in tutte le sue componenti; tutto il cuore, la coscienza nella sua capacità di compiere scelte di valore etico; tutta la mente, cioè nell’evolversi come visione sempre più profonda e completa delle cose e infine, da ultimo, tutte le forze, vale a dire il modo di agire concreto.

Ma tutto questo ha il suo esito concreto; la sua verifica, se gli stessi atteggiamenti raggiungono anche le relazioni con gli altri, altrimenti ci siamo semplicemente raccontati di essere bravi!

Lo scriba ha finalmente trovato ciò che cercava. Ora è davvero un teologo che è riuscito ad andare oltre il suo mestiere: è un credente!

Nel Vangelo di Marco Gesù inizia la sua vita pubblica dichiarando che “il Regno di Dio è vicino”. Questo scriba, che si è avvicinato a Gesù, non è lontano dal regno di Dio, lo sta per incontrare.

Qui, evidentemente ci troviamo di fronte ad un bivio: come tutte le domande, anche le risposte possono essere differenti. Se ad essere interrogato fosse stato un altro: un maestro della legge, un erodiano, o un sadduceo avrebbe dato la medesima risposta di Gesù? Non è detto!

I farisei, gli erodiani, i sadducei e quelli della casta sacerdotale avrebbero risposto che prima di tutto occorre sostenere il sistema, altri avrebbero puntato sull’economia. Gesù è consapevole che può esserci una religiosità che si fonda sull'egoismo. Gesù e lo scriba concordano sul primato dell'amore perché amare non è uno dei tanti doveri ma un modo di essere davanti a Dio e davanti agli altri.

Gesù e lo scriba si trovano in sintonia con la più genuina tradizione profetica. Lo scriba nell’affermare che l’amore “Vale più di tutti gli olocausti e sacrifici”, cita il profeta Amos e il profeta Osea:

Anche se voi mi offrite olocausti, io non gradisco le vostre offerte, e le vittime grasse come pacificazione io non le guardo” - Amos 5, 22

Voglio l'amore e non il sacrificio, la conoscenza di Dio più degli olocausti” - Osea 6,6

Nel Regno, cioè nella visione delle cose secondo Gesù, non è possibile una religiosità, un rapporto con Dio, che in nome di Dio escluda e non ami e non si curi dell'umano.

Ancora una volta, e in modo esplicito, questi testi rivelano il volto dell'umanissimo Dio di Gesù Cristo.

Salmo 17

Ti amo, Signore, mia forza,
Signore, mia roccia,
mia fortezza, mio liberatore.

Mio Dio, mia rupe, in cui mi rifugio;
mio scudo, mia potente salvezza e mio baluardo.
Invoco il Signore, degno di lode,
e sarò salvato dai miei nemici.

Viva il Signore e benedetta la mia roccia,
sia esaltato il Dio della mia salvezza.
Egli concede al suo re grandi vittorie,
si mostra fedele al suo consacrato.


Meditazione Domenica XXXa B

 


Ricordiamo davanti a te, o Signore

Moussa Diarra, il ragazzo originario del Mali, ucciso la mattina del 20 ottobre alla stazione di Porta Nuova a Verona da un agente della PolFer, la polizia ferroviaria. Le trecento persone accorse lunedi sera sul luogo hanno mostrato che c‘è un pezzo di società civile cui Moussa mancherà, eccome.

Nella notte di sabato gli israeliani hanno lanciato attacchi missilistici contro gli iraniani. Colpite diverse basi militari a Teheran e in altre città. Il segretario generale dell'Onu Antonio Guterres ha lanciato un nuovo "appello a tutte le parti affinché cessino tutte le azioni militari, comprese quelle a Gaza e in Libano, e affinché esercitino il massimo sforzo per impedire una guerra regionale totale e tornino sulla strada della diplomazia".

Medici senza Frontiere, 'nel nord di Gaza è una catastrofe'. 'Nell'ospedale di Kamal Adwan ci sono 30 morti e 130 feriti'. "Non riusciamo a raggiungere i feriti in strada c'è morte dappertutto, di ogni tipo e forma" è la testimonianza del dottor Mohammed Obeid, chirurgo ortopedico di Medici senza frontiere.

Oim (Organizzazione internazionale per le migrazioni) 531 morti e 731 dispersi nel Mediterraneo centrale da gennaio al 19 ottobre 2024. Riportati in Libia 19.010 i migranti.

Gaza. «Aiuti fermi per gli assalti delle gang: Israele garantisca l'ordine pubblico». Il responsabile Fao di Gerusalemme: «Non riusciamo a scaricare 136,5 tonnellate di soccorsi in attesa dal 10 ottobre a Kerem Shalom». Il 68 per cento dei campi è distrutto. La gran parte degli animali è morta. Il saccheggio è diventato il modus operandi di gang criminali, sempre più strutturate.

Bologna. Esplosione in fabbrica. Lo scoppio che ha ucciso due lavoratori sarebbe partito dall'impianto di climatizzazione. La procura apre un'inchiesta. Toyota annuncia la sospensione della produzione nello stabilimento emiliano.

    Signore, abbi cura di noi: Kyrie eleison...

                Aiutaci a custodire la speranza

In occasione della Giornata delle Nazioni Unite i movimenti pacifisti hanno indetto una conferenza per rilanciare il primato del diritto internazionale e dei diritti umani sui sovranismi. “Oggi l'ONU è uno strumento per difendere quel bene comune globale che è estremamente concreto e quotidiano nella vita di tutti quanti”.


Il Brasile delimita sette nuove terre indigene Guaraní: 'Ora possiamo stare tranquilli nel nostro territorio'. "Porto questo decreto firmato nel mio territorio molto volentieri e con il cuore più tranquillo, perché avremo un po' di pace, contro la speculazione immobiliare, contro gli invasori, la persecuzione, la discriminazione e la violenza" ha dichiarato Jandira Paramirim della terra indigena Jaraguá, la più piccola del Brasile.

Giornata di mobilitazione nazionale “Fermiamo le guerre, il tempo della Pace è ora” indetta per sabato 26 ottobre in 7 città italiane: Bari, Cagliari, Firenze, Milano, Palermo, Roma, Torino. Più di 300 associazioni hanno aderito alla mobilitazione nazionale promossa da Europe for Peace, Rete italiana Pace e Disarmo, Fondazione PerugiAssisi per la cultura della pace, AssisiPaceGiusta e Sbilanciamoci. In un periodo di allargamento internazionale delle guerre in corso e della minaccia di una guerra totale e nucleare sabato 26 ottobre la società civile farà sentire forte la propria voce contro la guerra - dichiara Rossella Miccio presidente nazionale di Emergency -. Contro la propaganda dell’inevitabilità della guerra saremo tantissimi. Gino Strada diceva “la tragedia delle vittime è la sola verità della guerra”.

Per la bontà che abita nel cuore umano e per coloro che si mettono a disposizione del bene, a te la lode e la gloria, o Signore: Gloria, gloria in excelsis Deo…


Da secoli, da sempre, la nostra mano è tesa: siamo tutti mendicanti di luce. Ti attendiamo, o Cristo. Anche se c'è sempre qualcuno che tenta di impedire l'incontro. Ti preghiamo per i fratelli e le sorelle di tutte le chiese e per tutta la famiglia umana: di farci vedere. Amen


Gr. 31, 7-9; Eb. 5,1-6;


Mc. 10, 46-52


In quel tempo, mentre Gesù partiva da Gerico insieme ai suoi discepoli e a molta folla, il figlio di Timeo, Bartimèo, che era cieco, sedeva lungo la strada a mendicare. Sentendo che era Gesù Nazareno, cominciò a gridare e a dire: «Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!».
Molti lo rimproveravano perché tacesse, ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!».
Gesù si fermò e disse: «Chiamatelo!». Chiamarono il cieco, dicendogli: «Coraggio! Àlzati, ti chiama!». Egli, gettato via il suo mantello, balzò in piedi e venne da Gesù.
Allora Gesù gli disse: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». E il cieco gli rispose: «Rabbunì, che io veda di nuovo!». E Gesù gli disse: «Va’, la tua fede ti ha salvato». E subito vide di nuovo e lo seguiva lungo la strada.

***

Le parole di Geremia, il profeta della prima lettura, rivelano una visione delle cose che sa andare al di là delle evidenze immediate.

Attraverso la realtà di un “piccolo resto” di popolo, per lo più formato da persone che sono in difficoltà di fronte alla vita (il cieco, lo storpio, la donna incinta e la partoriente…) , né in grado di esercitare azioni di forza per difendersi o farsi valere, piccolo resto di popolo provato dalla guerra, dalla distruzione e dalla deportazione, attraverso questa realtà, il profeta vede , come da una feritoia, ciò che secondo le evidenze immediate non si può cogliere: i momenti di durezza si trasformano in tenerezza, la poca gente in una grande folla, la depressione in esultanza (esultate…gioiosamente giubilate… giubilate ed esultate).

Quando è la Parola a risuonare nelle comunità, e non le parole vuote della propaganda, allora le persone possono vedere nella propria storia ciò che la visione comune non registra: il senso ultimo, ovvero, al di là delle cose.

Il vangelo non è un mercato dove possiamo acquistare a prezzo scontato facili soluzioni di fronte alle sfide del vivere: preghiamo e superiamo le difficoltà, facciamo un pellegrinaggio e guariamo dalle malattie, una novena di preghiere e troviamo il posto di lavoro, cantiamo inni e gratifichiamo il senso religioso … Il regno di Dio e la testimonianza di Gesù non sono un mercato del sacro né un baraccone da circo; il Signore non gioca su illusioni per presentarci una realtà sfigurata. La Parola entra nelle profondità dell’esistenza perché la realtà sia invece trasfigurata. Dunque: sguardo profondo e penetrante come quello del profeta quando vediamo

  • nel dolore, un’occasione di amore condiviso

  • nelle asprezze dei conflitti, una sfida per la riconciliazione e la pace

  • nelle ingiustizie, delle chiamate per un supplemento di impegno

  • nei brandelli di umanità ferita, un’occasione per prenderci cura gli uni degli altri

  • nelle aridità dello spirito, nuovi gemiti di preghiera


Il quadretto evangelico è collocato dall’evangelista a questo punto della narrazione, cioè dopo le reiterate resistenze dei discepoli agli annunci di passione che indicavano, nel destino del Cristo, un messianismo di servizio e non di trionfo. Pietro si oppone, poi esige a nome di tutti di sapere cosa ne ricaverà ed infine, Giacomo e Giovanni che esigono un posto eminente nel prossimo regno.

Tutti non vedenti i discepoli di allora come quelli di oggi. Tutti mendicanti di briciole di gratificazione. Tutti seduti, quasi immobilizzati, ai bordi della strada in attesa di nuove prospettive.

Noi, che cerchiamo di garantirci la vita attraverso la logica dell’accumulo per interesse, siamo disposti a non riconoscerci più come figli dell’umanità fino al punto di riconoscere come legittima la violenza della guerra, siamo cechi. Le chiese che cedono alla fornicazione con i poteri, pur di recuperare frammenti di rilevanza sociale, sono cieche. Tutti abbiamo bisogno di aprire gli occhi per vedere nuovamente come stanno le cose.

Senza la luce della Parola, siamo tutti rannicchiati ai bordi delle strade ad elemosinare come Bartimeo, ma il Signore, pur circondato dalla folla, vede e ci vede, si prende il tempo per Bartimeo, per me per te e per tutti.

Ci fa chiamare, ci chiama. La sua parola ha il potere di risvegliare in noi il sussulto della dignità. Allora, come il cieco, possiamo sbarazzarci del mantello del nostro passato o delle pesantezze del presente e cominciare a considerare la realtà della vita sotto una visione nuova, la visione dei seguaci del Signore.

Spero che ascoltando e accogliendo la Parola del Signore che da più generazioni ci convoca ogni domenica per la preghiera, ad ognuno sia dato uno sguardo lungo per compenetrare la realtà della vita secondo la stessa visione del Cristo. Ma spero anche che dopo aver ascoltato, e accolto, e visto secondo la parola, come Bartimeo, il luogo preferenziale della sequela non sia che la strada.

Nelle nostre assemblee di preghiera possiamo gridare con il clamore dell’umanità: Signore, abbi pietà. Gridare e lodare. Ma il luogo dove possiamo seguire Gesù è la strada. Essa dice cammino, novità, gente, laicità, incontri, missione, vittorie e sconfitte.


Salmo 125

Quando il Signore ristabilì la sorte di Sion,
ci sembrava di sognare.
Allora la nostra bocca si riempì di sorriso,
la nostra lingua di gioia.

Allora si diceva tra le genti:
«Il Signore ha fatto grandi cose per loro».
Grandi cose ha fatto il Signore per noi:
eravamo pieni di gioia.

Ristabilisci, Signore, la nostra sorte,
come i torrenti del Negheb.
Chi semina nelle lacrime
mieterà nella gioia.

Nell’andare, se ne va piangendo,
portando la semente da gettare,
ma nel tornare, viene con gioia,
portando i suoi covoni.


Meditazione Domenica XXIXa B

  


Ricordiamo davanti a te, o Signore

L’escalation del conflitto in Libano ha generato centinaia di migliaia di sfollati: più di 400.000 bambini hanno dovuto lasciare le proprie case nelle ultime tre settimane.

La Croce Rossa ha lanciato l'allarme sul rapido aumento della grave malnutrizione infantile nel nord-est della Nigeria. In un anno, il numero di bambini finiti nelle cliniche della Croce Rossa per grave malnutrizione nel nord-est nigeriano è passato da 6.842 a 8.470.

Il "fallimento" dei dialoghi di pace tra il governo colombiano e i dissidenti delle estinte Farc ha fatto aumentare "drammaticamente" il tasso di deforestazione in Amazzonia.

Il Consiglio per le relazioni con l'Islam nato nel 2015 per progettare insieme al Ministero dell'Interno iniziative nelle scuole, percorsi di formazione nello spirito della Costituzione italiana, incontri tra giovani musulmani e non, ha presentato in blocco le dimissioni perchè da oltre un anno sono stati sospesi gli incontri.

Il laboratorio autogestito Paratodos ha annunciato con una lettera aperta la chiusura dell'edificio noto come Ghibellin Fuggiasco, dove sono ospitati circa 40 lavoratori migranti che non riescono a trovare una casa. Con il suo messaggio, Paratodos ha lanciato un appello alle istituzioni locali per dare alloggio a chi presto si troverà senza un tetto.

Aumenta la povertà alimentare in Italia, nel 2023 quasi 5 milioni di italiani non aveva un pasto completo ogni due giorni. Roma, Palermo e Catania sono le città con maggior numero di persone che richiedono i pacchi alimentari. 

Signore, abbi cura di noi: Kyrie eleison...


Aiutaci a custodire la speranza

Rientrano tutti i migranti trasferiti in Albania. La sezione immigrazione del Tribunale di Roma ha stabilito che le 12 persone portate nel centro di Gjder debbano essere condotte al Cara di Bari-Polese perchè i Paesi dai quali fuggivano non erano sicuri, per questo non dovevano essere trasferiti in Albania.

A Quinzano, frazione di Verona, nel grande complesso edilizio composto da un ex villa padronale con terreno ed altri edifici attigui. L’intera struttura è di proprietà dell'ICISS, un’istituzione pubblica di assistenza e beneficenza in stato d’abbandono da 20 anni. Qui si sono dati appuntamento associazioni, movimenti e cittadini per ripulire lo spazio e creare un'occasione di riflessione e confronto sugli spazi pubblici abbandonati e sulla questione abitativa, che riguarda soprattutto chi è in condizioni marginalità o fragilità e, in particolare, i per 40 migranti (lavoratori regolari) attualmente ospiti del Ghibellin fuggiasco che stanno per rimanere senza casa.

Sabato si sono incontrati a Sezano i consiglieri, gli assessori e il sindaco della lista civica "Valdagno bene comune". La nuova amministrazione comunale ha come riferimento le linee guida dell'Economia del bene comune e dell'Economia di Francesco. Auguriamo loro di realizzare politiche per il bene comune degli abitanti e dell'ambiente sostenendoli con la nostra amicizia e solidarietà.

Il governo dell'Honduras ha iniziato a restituire le terre alla comunità Garifuna, popolazione di origini africane, caraibiche e arabe che vive a Punta Piedra. La riconsegna era stata ordinata dalla Corte interamericana dei diritti umani in una sentenza del 2015. "Oggi è un giorno storico, perché da nove anni aspettiamo che inizi questo processo di sanificazione, di restituzione" 

Per la bontà che abita nel cuore umano e per coloro che si mettono a disposizione del bene, a te la lode e la gloria, o Signore: Gloria, gloria in excelsis Deo…



Dio di tenerezza, tu vieni a fare di noi gli umili del Vangelo. Noi vorremmo tanto comprendere che il meglio si costruisce attraverso una fiducia tanto semplice che anche un bambino la può comprendere. Amen


Is. 53,2-11 Eb. 4, 14-16


Mc. 10, 35-45


Si avvicinarono a Dio Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedeo, dicendogli: «Maestro, vogliamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemo». Egli disse loro: «Che cosa volete che io faccia per voi?». Gli risposero: «Concedici di sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistra».
Dio disse loro: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io bevo, o essere battezzati nel battesimo in cui io sono battezzato?». Gli risposero: «Lo possiamo». E Dio disse loro: «Il calice che io bevo, anche voi lo berrete, e nel battesimo in cui io sono battezzato anche voi sarete battezzati. Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo; è per coloro per i quali è stato preparato».
Gli altri dieci, avendo sentito, cominciarono a indignarsi con Giacomo e Giovanni. Allora Dio li chiamò a sé e disse loro: «Voi sapete che coloro i quali sono considerati i governanti delle nazioni dominano su di esse e i loro capi le opprimono. Tra voi però non è così; ma chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti. Anche il Figlio dell’uomo infatti non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti»


Il testo della prima lettura segna il punto d’arrivo di una persona che nella sua vita è stato attraversato dalla sofferenza. Nella sua drammaticità, questa figura risulta davvero sconcertante perché, a differenza di altre vicende che hanno conosciuto una conclusione a lieto fine, il Servo Sofferente di Jhwh alla fine muore; sofferenza e morte, vale a dire fallimento. La stranezza consiste nel fatto che la Parola di Dio vede nella sua vicenda una via di salvezza. La parola profetica ci introduce sulla via del paradosso: la salvezza nel fallimento.


L’autore sacro non nasconde l’aspetto scandaloso che occorre superare per entrare nella logica di Dio, presenta dunque due linee interpretative:


  • il fallito è uno che ha percorso un cammino sbagliato. È uno da lasciar perdere, un disgraziato, cioè una vita senza grazia in quanto si svolge al di fuori dell’agire divino.


Davanti ai nostri occhi scorrono le immagini di “sottoprodotti di umanità”: uomini e donne marchiati dall’ignoranza, dalla marginalità, dallo scarto, dalla devianza. Sono quelle persone che non le facciamo entrare spontaneamente nelle nostre relazioni umane. Tuttalpiù le consideriamo oggetto di beneficenza. Persone che anche nella Chiesa, nelle nostre Comunità e persino nelle nostre famiglie non godono di alcuna considerazione. Loro potrebbero anche non esistere che tanto fa lo stesso.


  • l’altra linea interpretativa, quella nuova e audace conforme alla parola profetica, è che queste persone fanno da specchio alle nostre storture.


C’è un’ingiustizia che le ha generate: la nostra ingiustizia. C’è una violenza che ha prodotto tanta sofferenza: la nostra violenza. C’è un’offesa che le ha umiliate: la nostra prepotenza.


Allora, se sappiamo guardare loro con occhi sinceri, le loro ferite diventano occasione per farci desistere dall’ingiustizia, dalla prepotenza e dalla superbia che offende ed emargina; diventano la nostra guarigione, la guarigione di tutti. “Per le sue piaghe noi siamo stati guariti”.


Il soffrire del servo e di tutti i servi della storia non è un fallimento ma un servizio, il servizio che fa da specchio per la nostra conversione.


Questa figura, il Servo di Jhwh, che può essere un personaggio, un profeta o addirittura tutta la Comunità del popolo che ha conosciuto la sofferenza e l’umiliazione dell’esilio…è una realtà con la quale Gesù di Nazareth si è intensamente confrontato ed identificato.

Alcuni versetti che precedono il nostro brano evangelico riferiscono quanto egli disse ai discepoli circa il suo andare a Dio: là mi uccideranno, mi rinnegheranno, mi disprezzeranno ecc. poche pennellate per dire che il suo cammino è quello del Servo.

Ecco perché alla richiesta di stare alla destra e alla sinistra nel momento del successo dei due “Boanèrghes” (figli del tuono) ossia di avere il controllo del potere, la risposta di Gesù è: “Voi non sapete quello che chiedete” proprio a fronte di ciò che sapete, “sapete infatti che i capi …dominanoTra voi però non così!”

Tra voi vi sia il servizio come paradigma. Servizio non significa svolgere mansioni di bassa professionalità ma è quel modo di intendere la vita alla maniera del servo, vale a dire facendosi carico delle ferite e delle fatiche dell’umanità, per fare da specchio o per mettersi a disposizione del cammino della liberazione delle persone.

I grandi prendono la vita degli altri. I discepoli, invece, non vivono in funzione di sé ma danno vita, sostengono i più deboli, fanno crescere il Regno, si mettono a disposizione.

Come ogni domenica, noi vivremo intensamente e sacramentalmente il momento che ci spinge in questa direzione: prenderemo del pane e, facendo memoria viva di Dio, ripeteremo le sue parole: Mangiate tutti perché questo è il corpo (la persona) quello dato per voi.

Allora trovarsi alla destra e alla sinistra nel Regno, vale a dire, essere vicini o lontani da Dio, significa essere o non essere nel suo Regno, nel suo pensiero, nel suo modo di intendere le cose; trovarsi alla destra e alla sinistra dipende non da Gesù ma dall’ascolto dello Spirito di Dio che suscita in noi la decisione: dominare o servire?


Salmo 32

Retta è la parola del Signore
e fedele ogni sua opera.
Egli ama la giustizia e il diritto;
dell’amore del Signore è piena la terra.

Ecco, l’occhio del Signore è su chi lo teme,
su chi spera nel suo amore,
per liberarlo dalla morte
e nutrirlo in tempo di fame.

L’anima nostra attende il Signore:
egli è nostro aiuto e nostro scudo.
Su di noi sia il tuo amore, Signore,
come da te noi speriamo.


Meditazione Domenica XXVIII B

 

Ricordiamo davanti a te, o Signore

Nicaragua: calpestata la dignità dei detenuti. La Commissione interamericana per i diritti umani lancia l’allarme per gli abusi fisici e psicologici perpetrati, nel Paese dell’America centrale, nei confronti di persone private della libertà.

India. Il matrimonio forzato, un abuso che tocca oltre 200 milioni di minorenni.

Giornata Salute Mentale, un adolescente su sette soffre di disturbi di ansia e depressione. "sono aumentate le richieste di consulenza per i più giovani.

Quell'orribile 7 ottobre, a Gaza e sulla parrocchia della Sacra Famiglia terrore e angoscia sono piombati come una furia. Quando si riferisce a Gaza City devastata dalle bombe, padre Romanelli la definisce «una città tritata» e mettendo in comparazione la vita della popolazione nella Striscia prima e dopo l’apocalisse dice: «Un anno fa, la gente cercava di vivere dignitosamente ora fa una vita miserabile tra abitazioni e scuole spazzate via, lavoro perduto e vita sociale azzerata».

In Libano uccisi in un anno 100 medici e operatori sanitari.  "Abbiamo ricevuto anche diverse segnalazioni di attacchi aerei che hanno preso di mira altri centri medici e di paramedici e vigili del fuoco uccisi".

Deportazioni di massa dalla Repubblica Dominicana, Haiti denuncia «pulizia etnica» Mentre nel paese proseguono la violenza delle bande armate, l’instabilità politica e la critica mancanza di servizi alla popolazione, ormai stremata, le autorità della vicina Repubblica Dominicana hanno dichiarato di aver deportato la settimana scorsa più di 10 mila haitiani privi di documenti.

Nell'appello di numerosi attivisti di tutto il mondo indirizzata al Presidente della Repubblica Dominicana viene richiesto che «Fermi questa violenza razzista» e che la deportazione di massa di una comunità emarginata è una pratica condannata dal diritto internazionale.

Somalia, crisi alimentare per quasi 4 milioni e mezzo di persone. 1,6 milioni di bambini a rischio malnutrizione acuta. "Almeno 3,6 milioni di persone stanno attualmente vivendo livelli di crisi di fame in Somalia. Si prevede che questo numero salga a 4,4 milioni di persone tra ottobre e dicembre, quando si prevedono piogge inferiori alla media".

Venti operai sono stati uccisi in un attacco a una miniera di carbone nella provincia pakistana sudoccidentale del Belucistan. "Circa 35-40 uomini pesantemente armati e in abiti civili hanno aperto il fuoco sui lavoratori della miniera per circa 30 minuti, prima di fuggire. 

India. Le mense scolastiche sono sempre più povere. L'inflazione sta erodendo il budget per il programma che coinvolge 120 milioni di studenti bisognosi. Mentre cresce la spesa per le armi del gigante asiatico.

Signore, abbi cura di noi: Kyrie eleison...


Aiutaci a custodire la speranza

Pianosa, un’isola che rinasce grazie ai detenuti. Sono una ventina, compongono la sezione distaccata della casa di reclusione di Porto Azzurro, all’Elba, e sulla piccola isola che è parte del Parco naturale dell’arcipelago toscano si occupano dell’accoglienza dei turisti lavorando in diverse cooperative. Nell’estate 2024, la prima in cui il carcere Agrippa è stato riaperto per le visite guidate, registrato il record di oltre seimila presenze

Carceri, Premio Castelli 2024: il domani possibile. Si è svolta nella casa circondariale di Verona Montorio la XVII edizione del concorso letterario rivolto ai detenuti degli istituti di pena di tutta Italia, compresi i minorili. Il tema scelto per la riflessione di quest’anno era: “Perché? Ti scrivo perché ho scoperto che c’è ancora un domani.

Israele. I 130 che hanno detto «signornò» perché «questa non è più guerra di difesa» Con una lettera aperta, un gruppo di riservisti ha dichiarato il rifiuto a combattere fino a quando non ci sarà un accordo per liberare gli ostaggi. Rischiano fino a un anno di carcere.

13 ottobre è la Giornata Nazionale delle Persone con Sindrome di Down. Lavoro, autonomia, dignità dei gesti quotidiani: A “Il pane di Sandro”, una panetteria di Como gestita dalla cooperativa La Cometa l'inclusione che passa da brioche e cappuccini.

Per la bontà che abita nel cuore umano e per coloro che si mettono a disposizione del bene, a te la lode e la gloria, o Signore: Gloria, gloria in excelsis Deo…

Signore Dio, che conosci i sentimenti e i pensieri del cuore,
donaci di amare Gesù di Nazareth, il Cristo tuo Figlio, perché, valutando con sapienza ogni cosa,
diventiamo liberi e poveri per il tuo regno. Amen


Sap. 7, 7-11; Eb. 4, 12-13;

Mc. 10, 17-30


Mentre Gesù andava per la strada, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: «Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?». Gesù gli disse: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. Tu conosci i comandamenti: “Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, non frodare, onora tuo padre e tua madre”».
Egli allora gli disse: «Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza». Allora Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò e gli disse: «Una cosa sola ti manca: va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!». Ma a queste parole egli si fece scuro in volto e se ne andò rattristato; possedeva infatti molti beni.
Gesù, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: «Quanto è difficile, per quelli che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio!». I discepoli erano sconcertati dalle sue parole; ma Gesù riprese e disse loro: «Figli, quanto è difficile entrare nel regno di Dio! È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio». Essi, ancora più stupiti, dicevano tra loro: «E chi può essere salvato?». Ma Gesù, guardandoli in faccia, disse: «Impossibile agli uomini, ma non a Dio! Perché tutto è possibile a Dio».
Pietro allora prese a dirgli: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito». Gesù gli rispose: «In verità io vi dico: non c’è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa mia e per causa del Vangelo, che non riceva già ora, in questo tempo, cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà».

***

Gesù, cercando di educare i suoi a lasciarsi alle spalle ogni illusione di potenza, mostra progressivamente il suo volto di Messia destinato all'onnidebolezza della croce.

Il presente brano fa parte di una triade collocata tra il secondo ed il terzo annuncio di passione: le dichiarazioni sul tema del ripudio della donna e dell’uomo, l’affermazione di Gesù sulla necessità di accogliere il regno come i bambini per entrare nel regno, infine, l’incontro col ricco. Poi, il terzo annuncio di passione chiude l’inclusione della triade.

La chiave di lettura dell’insieme sta sempre nella dichiarazione sulla necessità di accogliere il regno come i bambini per “entrarvi” (10, 13-16). Come il bambino, il discepolo, per accogliere il regno deve essere uno che non cerca alcuna forma di potere. Il regno di Dio infatti è l’esatto opposto del regno dei potenti.

Entrare o non entrare nel regno significa entrare o non entrare nella mentalità del Vangelo, più precisamente, essere o non essere suoi discepoli e sue discepole.

L’uomo ricco pone la domanda sul come raggiungere la vita eterna; Gesù risponde su come far parte del regno. Nel testo, le due cose, regno e vita eterna, sono chiaramente distinte. Si potrebbe dire che, per avere la Vita eterna, basta una serie di osservanze che potrebbero essere riassunte nel tentativo di condurre una vita onesta verso gli altri (tra i comandamenti ricordati infatti vengono omessi quelli che riguardano il rapporto con Dio mentre sono presentati invece quelli dei doveri verso il prossimo. E tutti, tranne quello dell’onorare i genitori, sono alla forma negativa: non fare.

Entrare nel regno, ossia nella logica del sogno di Gesù, comporta orientare la vita e le sue risorse in una prospettiva di amore: quello che hai e quello che sei donalo. Questo passare dalla mera esecuzione del dovere all’attitudine dell’amore di rendere partecipi gli altri dei propri doni equivale a “entrare nel regno”.

Forse, tra le ricchezze che quest'uomo possiede, ci sono proprio quelle buone osservanze della legge che lo fa sentire tra le persone per bene. Anche il vivere i doveri in funzione del proprio benessere è una ricchezza da abbandonare o da trasformare nel dono per il bene di tutti. Probabilmente la sequela di Gesù, ossia l'entrare nel Regno, comporta un passaggio dal moralismo all’etica: dalla vita “buona” per se stessi (moralismo) alla vita buona per e con gli altri (etica).

L’incontro di Gesù con l’uomo ricco offre lo spunto di un chiarimento importante tra Gesù ed i suoi di cui Pietro, come già altre volte, si fa portavoce. Nelle parole di Gesù troviamo l’approfondimento di cosa significhi coinvolgersi nel regno. La sua proposta non è affatto disancorata dalla realtà, valida solo per anime eccelse e distaccate da tutto. Semplicemente il brano mette in scacco la mentalità idolatrica dell’avere e del vivere in modo autocentrato: tutto per sé, in funzione di sé, a garanzia di sé. In fondo, anche i discepoli sono ancorati a questo modo di pensare. “Se non provvediamo ad accumulare per garantirci – sembrano chiedere con quel “allora chi si potrà salvare” – come potremo guardare in avanti con sicurezza? Come potremo sopravvivere e sfuggire all’indigenza?”.

L’interrogativo di Pietro è funzionale alla risposta di Gesù: chi ha lasciato l’idolatria del possesso di beni e di persone, ritroverà tutto centuplicato dentro una prospettiva di gratuità e di fraternità. Se smettiamo di possedere per noi, avremo molto nel condividere con gli altri. Chi perde il possesso delle cose trova la gioia della fraternità con le persone.

Si tratta di vivere concretamente il passaggio dalla tristezza alla gioia, assieme a sfide e a persecuzioni perché la mentalità mondana mal digerisce questo modo di vedere e di agire tipico del regno.

Salmo 89

Insegnaci a contare i nostri giorni
e acquisteremo un cuore saggio.
Ritorna, Signore: fino a quando?
Abbi pietà dei tuoi servi!

Saziaci al mattino con il tuo amore:
esulteremo e gioiremo per tutti i nostri giorni.
Rendici la gioia per i giorni in cui ci hai afflitti,
per gli anni in cui abbiamo visto il male.

Si manifesti ai tuoi servi la tua opera
e il tuo splendore ai loro figli.

Sia su di noi la dolcezza del Signore, nostro Dio:
rendi salda per noi l’opera delle nostre mani,
l’opera delle nostre mani rendi salda.