Meditazione Domenica Commemorazione tutti i defunti

 

Ricordiamo, o Signore, davanti a te

  Il Partito della democrazia e dello sviluppo, principale forza di opposizione in Tanzania, denuncia un bilancio di 700 morti nelle proteste antigovernative scoppiate dopo le elezioni presidenziali di mercoledì.

Darfur, è strage di civili. Le Nazioni Unite denunciano esecuzioni sommarie. La crisi umanitaria peggiora giorno dopo giorno e le organizzazioni umanitarie non riescono a far fronte all'emergenza. Medici senza frontiere: chi arriva in ospedale è in condizioni disperate. La maggior parte ha bisogno di interventi chirurgici

Per l’UE investire in armi diventa "sostenibile". Il primo fondo europeo che investe esplicitamente in armi è stato autorizzato dall’Unione Europea a concentrarsi esclusivamente su investimenti in imprese del settore della difesa.

Caraibi, uragano Melissa: 10 bambini morti e altri 700 mila in pericolo di vita. Tra le 45 vittime della catastrofe naturale, ci sono anche i più piccoli, intrappolati in mezzo alla devastazione.

Ancora in bilico il cessate-il-fuoco nella Striscia con raid israeliani che ieri hanno colpito il sud dell’area. (104 il bilancio dei morti accertati, 46 bambini). Un altro raid è stato invece sferrato sull’area est di un campo profughi nel centro del territorio palestinese. E attacchi si sono verificati pure al sud.

L’annuncio del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, sull’avvio immediato di test di nuove armi nucleari, in risposta a quanto stanno facendo altri Paesi, fa riemergere lo spettro della proliferazione di armi atomiche e di una corsa al riarmo da parte delle principali potenze mondiali.

Da sabato scorso, il Vietnam centrale sta affrontando piogge torrenziali e inondazioni record, causate dal dodicesimo tifone della stagione, che ha messo in ginocchio intere province. Le acque hanno invaso case, strade e attività commerciali, costringendo migliaia di persone a evacuare

Continua a prenderti cura di noi, o Signore: Kyrie eleison


Aiutaci a riconoscere e a coltivare i semi di speranza

La "Dichiarazione di Belém sulla fame, la povertà e l'azione per il clima incentrata sulle persone" sarà presentata su iniziativa del governo brasiliano, in occasione del vertice dei leader della COP30. Il documento pone l'agenda della lotta alla fame e alla povertà al centro delle discussioni globali sul clima. La Dichiarazione si basa sulla consapevolezza che non esiste resilienza climatica senza giustizia sociale, né sviluppo sostenibile senza la garanzia del diritto umano all'alimentazione.

Il vescovo di Hiroshima, Monsignor Alexis Mitsuru Shirahama indica l’urgenza di lavorare per una umanità libera dal rischio nucleare, il cui uso “per motivi bellici è immorale”. È in atto una regressione, “non abbiamo imparato nulla dal passato, dobbiamo riscoprire la spiritualità dell’uomo, se non vogliamo essere distrutti”.

Si è svolta durante tutta la settimana l'iniziativa per ricordare i 30anni dell'Associazione Self Help. L'esposizione delle opere artistiche fra cui quella del Monastero di Sezano intitolata "Controvento" (contro le guerre) e le rappresentazioni teatrali (ricordiamo l'Elogio alle erbacce"), hanno fatto toccare con mano la vitalità e la creatività dei giovani e degli educatori di Self Help, Uno straordinario esempio di cittadinanza solidale e alternativa per la nostra città...


Per la bontà che abita nei cuori e per coloro che si dedicano alla causa del bene: A te la lode e la Gloria, O Signore: Gloria in excelsis Deo


Proteggimi, portami in salvo; che io non resti deluso, perché in te mi sono rifugiato. Amen


Is 25,6.7-9 Rm 8,14-23

Mt. 25, 31-46

31 Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria con tutti i suoi angeli,

si siederà sul trono della sua gloria.

32 E saranno riunite davanti a lui tutte le genti, ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri, 33 e porrà le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra.


34 Allora il re dirà a quelli che stanno alla sua destra:

Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo.

35 Perché

io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare,

ho avuto sete e mi avete dato da bere;

ero forestiero e mi avete ospitato,

36 nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato,

carcerato e siete venuti a trovarmi.


37 Allora i giusti gli risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo veduto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, assetato e ti abbiamo dato da bere? 38 Quando ti abbiamo visto forestiero e ti abbiamo ospitato, o nudo e ti abbiamo vestito? 39 E quando ti abbiamo visto ammalato o in carcere e siamo venuti a visitarti?


40 Rispondendo, il re dirà loro: In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me.


41 Poi dirà a quelli alla sua sinistra:

Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli.

42 Perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare;

ho avuto sete e non mi avete dato da bere;

43 ero forestiero e non mi avete ospitato,

nudo e non mi avete vestito,

malato e in carcere e non mi avete visitato.

44 Anch’essi allora risponderanno:

Signore, quando mai ti abbiamo visto affamato o assetato o forestiero o nudo o malato o in carcere e non ti abbiamo assistito?

45 Ma egli risponderà:

In verità vi dico: ogni volta che non avete fatto queste cose a uno di questi miei fratelli più piccoli, non l’avete fatto a me.

46 E se ne andranno, questi al supplizio eterno, e i giusti alla vita eterna”.



Il procedere delle azioni e delle parole, nonché la struttura del brano ci orientano a ritenere di trovarci davanti, ancora una volta, ad una parabola.

Al centro troviamo infatti il Re che emette la sua sentenza.

Tutti gli elementi infatti vanno a comporre una precisa drammatizzazione. Buona parte del testo è costituita da un parallelismo antitetico (rappresentato dalle categorie di quelli che stanno alla destra e da quelli che stanno alla sinistra).

Parliamo di parabola, vale a dire di una drammatizzazione che vuole mettere in evidenza un elemento fondamentale della vita dei discepoli i quali, dopo aver dato la loro adesione al Signore Gesù, cercano di sapere quale sia in sintesi quale sia il senso vero della loro appartenenza a Gesù Cristo.

Per giungere al cuore della verità, Gesù non ha pensato di meglio che mettere in scena un’istruttoria che ha come compito suo proprio quello di appurare la verità. E dove si giunge ad una verità definitiva se non in un dibattimento processuale? Ecco, la drammatizzazione parabolica trova qui, nell’ambito forense, il suo ambiente adatto.

Il processo ha quindi inizio secondo i canoni classici di ogni celebrazione giudiziaria: convocazione dei testimoni (tutte le genti) e proclamazione dello scopo del processo, vale a dire separare la verità dalla non verità (resa qui nell’espressione di “porre le pecore alla destra e i capri alla sinistra”). Dopo i preliminari è la volta di coloro che devono essere giudicati.

Il motivo che sostiene la ragion d’essere del processo, ovvero lo stabilire la verità delle cose, si fa cenno all’atto di separare in termini non solamente giudiziari ma pastorali, come, appunto il pastore separa le pecore dai capri. Il riferimento è ad Ez. 34, 15-17. laddove la separazione operata dal pastore corrisponde ad un prendersi cura; quasi a sottrarre le pecore dalla cupidigia degli avidi pastori.

Sarò io a condurre al pascolo le mie pecore e a radunarle, oracolo di Dio, mio Signore. Quella che s’è perduta andrò a cercare, quella che s’è allontanata la farò tornare, quella che s’è fratturata la fascerò, quella ammalata la farò ristabilire; veglierò sulla grassa e sulla robusta! Le pascolerò come si deve. Quanto a voi mie pecore, così dice Dio, mio Signore: Badate! Giudicherò pecora e pecora, tra montoni e capre”.


Il giudizio quindi che sta per essere celebrato è un momento in cui ai poveri, agli oppressi viene resa giustizia. Da sempre, secondo la migliore tradizione profetica, Dio è direttamente coinvolto nella causa dei miseri.

Tutto converge verso una duplice conclusione dell’istruttoria: lo avete fatto a me o non lo avete fatto a me. Da ciò ne deriva una duplice sentenza espressa nel chiasmo “E se ne andranno, questi, al supplizio eterno, e i giusti alla vita eterna”.

La drammatizzazione ha quindi fatto emergere il punto verso cui si scarica la tensione del racconto: lo avete fatto a me. A me chi? A Uno solo dei più piccoli. L’uno solo dei più piccoli è quindi il luogotenente del re, seduto in veste di giudice.

L’immagine che subentra contiene un’ironia sconcertante. In un baleno, il trono del re si trasforma in una mangiatoia e in una croce. L’una contiene l’altra perché entrambe sono dimora dei piccoli, degli schiacciati.

I piccoli sono lui! Il giudizio sulla verità delle cose è, secondo il Regno di Dio, prerogativa dei piccoli e degli impoveriti della terra, non delle cancellerie degli stati.


Per vedere veramente come stanno le cose occorre entrare in contatto con coloro che qui sono rappresentati in sei categorie di persone ripetuti due volte (6+6=12) sono la totalità.

La totalità dei suoi in cui si identifica perché ha scelto di condividerne le sorti, sono lui! Lui è i piccoli, fino all’ultimo, fino ad uno solo dei più piccoli, degli schiacciati.

Evocando il testo che precede questo brano, la parabola dei talenti, possiamo dire che lui è anche il talento consegnatoci.

Gesù Cristo, che nella lapidaria conclusione di questa parabola, “ogni volta che …lo avete fatto a me”, ci spiega con molto realismo cosa significhi trafficare il “talento”: farsi carico, come lui, e schierarsi dalla parte dei piccoli.

Tutti ci troviamo un po’ pecore e un po’ capri perché nel concreto dei nostri rapporti siamo ospitali ed escludenti al tempo stesso. Perciò abbiamo bisogno di purificazione grazie all’azione di quel grande Pastore buono che si prende cura di ognuno.

Tutti siamo anche piccoli e poveri, bisognosi gli uni degli altri. Far fruttificare il talento significa aprirci alla condivisione dei nostri doni e delle nostre ferite come ha fatto il Signore.


Salmo 24

Ricordati, Signore, della tua misericordia

e del tuo amore, che è da sempre.

Ricordati di me nella tua misericordia,

per la tua bontà, Signore.

Allarga il mio cuore angosciato,

liberami dagli affanni.

Vedi la mia povertà e la mia fatica

e perdona tutti i miei peccati.

Proteggimi, portami in salvo;

che io non resti deluso,

perché in te mi sono rifugiato.

Mi proteggano integrità e rettitudine,

perché in te ho sperato.

Meditazione Domenica XXX C

 



Ricordiamo, o Signore, davanti a te

Domenica Israele è tornato a bombardare la Striscia di Gaza, dopo avere accusato Hamas di avere violato il cessate il fuoco, causando almeno 45 morti.

In Sudan almeno 60 civili sono morti, secondo un bilancio provvisorio, per un attacco di droni contro un centro per gli sfollati nel Darfur, lanciati dai paramilitari.

La violenza in Myanmar non si ferma e il caos politico non aiuta certo ad arrestare la guerra tra l’esercito governativo e le milizie etniche che si oppongono alla giunta militare in un Paese messo in ginocchio da una perenne crisi umanitaria. Una situazione drammatica aggravatasi a causa delle recenti alluvioni e del devastante sisma di magnitudo.

Naufragio al largo della Turchia. Quattordici migranti hanno perso la vita dopo che l'imbarcazione sulla quale stavano viaggiando si è rovesciata a largo della costa Turca sul mare Egeo.

Al largo della Tunisia quaranta migranti subsahariani, inclusi alcuni neonati, sono morti dopo che la loro imbarcazione si è capovolta.

Brasile, Ong chiedono lo stop alle trivellazioni in Amazzonia. Secondo le Ong, la licenza ignora il potenziale impatto climatico e ambientale dell'attività estrattiva, tra cui l'aumento delle emissioni di gas serra e il rischio di sversamenti in un ecosistema considerato altamente sensibile. 

Ammanettate, legate ai sedili durante il trasporto, tenute in isolamento, private di vitamine e cure prenatali, malnutrite e costrette a interventi medici senza consenso. Non dovrebbero esserci donne incinte nei centri di detenzione dell’Ice (l’agenzia frontaliera americana). Ma da quando il Presidente è tornato alla Casa Bianca a gennaio con l’intento a realizzare la più grande espulsione di immigrati della storia americana, gli agenti non hanno avuto scrupoli ad arrestare donne gravide, ignorando le linee guida in vigore dal 2021. 

Avanza il consumo di suolo. Secondo il nuovo rapporto Ispra, nel 2024 in Italia sono stati coperti da nuove superfici artificiali quasi 84 chilometri. Si tratta del valore più alto dell’ultimo decennio

Continua a prenderti cura di noi, o Signore: Kyrie eleison


Aiutaci a riconoscere e a coltivare i semi di speranza

L’Onu e il diritto internazionale come linguaggio di speranza. 80 anni fa entrava in vigore la Carta delle Nazioni Unite. 

Disarmo nucleare, l’appello di due premi Nobel: è una scelta di umanità. In un convegno presso l'università La Sapienza di Roma, Masashi Ieshima, sopravvissuto a Hiroshima, e Florian Eblenkamp dell’Ican, hanno incontrato gli studenti e i rappresentanti della società civile nell'ambito della campagna "Italia ripensaci". 

In Messico il Centro Social Católico Santiago Apóstol celebra i due anni dall’apertura. Siamo nell’area nord del Paese, terra arida e caldissima. Qui i migranti incrociano le strade che percorrono giorno e notte per raggiungere la frontiera USA. È in questo crocevia di autostrade e rotaie la comunità parrocchiale ha visto nascere il Centro Social Católico Santiago Apóstol.

Leone XIV riceve i Movimenti popolari venuti a Roma per il V Incontro internazionale e il pellegrinaggio giubilare. Ricordando il suo predecessore Francesco, ribadisce che "terra, casa e lavoro" sono "diritti sacri". Punta il dito, poi, contro l'aumento delle ingiustizie sociali.


Per la bontà che abita nei cuori e per coloro che si dedicano alla causa del bene: A te la lode e la Gloria, O Signore: Gloria in excelsis Deo


Insegnaci a pregare, o Signore, che non siano parole, soltanto parole,

aprici al colloquio dolce dei figli. Amen


Sir 35,15-17.20-22    2Tm 4,6-8.16-18   


Lc 18,9-14

9Disse ancora questa parabola per alcuni che avevano l’intima presunzione di essere giusti e disprezzavano gli altri: 10«Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l’altro pubblicano. 11Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: “O Dio, ti ringrazio perché non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adulteri, e neppure come questo pubblicano. 12Digiuno due volte alla settimana e pago le decime di tutto quello che possiedo”. 13Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: “O Dio, abbi pietà di me peccatore”. 14Io vi dico: questi, a differenza dell’altro, tornò a casa sua giustificato, perché chiunque si esalta sarà umiliato, chi invece si umilia sarà esaltato».

***

Il racconto evangelico viene subito introdotto dalla motivazione della parabola: “Disse ancora questa parabola per alcuni che avevano l'intima presunzione di essere giusti e disprezzavano gli altri”.

Questo incipit richiama quello delle parabole della misericordia secondo Lc. 15, 1-2: “Si avvicinarono a lui tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: “Costui accoglie i peccatori e mangia con loro”. Parla perciò per quelli che si sentono al sicuro nella giustizia

Occorre innanzitutto comprendere cosa intende la Scrittura con i termini “giustizia” e “giusto”. Nella Bibbia con il termine giustizia si intende una vita che realizza il volere di Dio, la strada giusta, quindi. Il giusto è appunto colui che non vacilla perché ha trovato il modo giusto di stare al mondo.

Se, in un primo momento, questo testo può indurci a considerarlo come un invito ad assumere atteggiamenti di umilismo, a ben guardare, intende soprattutto educare al giusto rapporto con Dio, con il prossimo, con la vita e ogni alterità.

Può esserci un paganesimo, o meglio, una sorta di ateismo religioso che si manifesta proprio in ciò che sembra essere preghiera, ma preghiera non è.

La parabola è molto lineare. I due soggetti hanno una cosa in comune: la preghiera. Salirono al tempio a pregare.

Man mano che il fariseo si esprime, suscita in noi una certa antipatia. Intuiamo fin dall'inizio dove vanno a parare le parole di Gesù e cosa sia per lui la giustizia.

Il Fariseo, avanzando titoli di merito davanti a Dio e di giudizio nei confronti di quello che sta in fondo, sposta la bilancia (dei pagamenti) verso se stesso.

Il pubblicano, confessando tutto se stesso come peccatore e affidandosi alla bontà del Signore, sa che la bilancia può essere portata a pareggio solo dal Signore. In altre parole, è solo lui che può fare giustizia, collocarci al giusto posto di fronte a lui e nel giusto rapporto con la vita.

La conclusione è che “il secondo viene giustificato a differenza del primo”. On altre parole potremmo dire: il secondo viene riconosciuto nella verità, il primo è entrato in un processo di autoinganno.

Osserviamo gli atteggiamenti interiori attraverso la postura dei due protagonisti.

Il primo, in piedi, sta davanti e quasi fa da maestro a Dio (Anche Marta, a differenza di Maria è una che “sta davanti”, esclude dalla sua vita l’atteggiamento esistenziale del discepolo che invece, “stando seduto ai piedi” si apre all’ascolto). Anche Pietro, quando vuole impedire a Gesù di proseguire la sua strada verso Gerusalemme, gli si para davanti.

Il secondo, è piegato, non osa alzare il capo, sente insomma di non avere altro che la sua piccolezza per rimanere col Signore.

Il primo, crede di pregare, ma, in realtà sta parlando tra sé e di sé. Lui diventa idolo di se stesso e così, è dominato dall’invadenza del suo io.

Il secondo, invece non è affatto in contemplazione di se stesso ma si espone a colui che lo può guarire.

Le parole di Gesù concludono il discorso parabolico con una dichiarazione:

Chiunque si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato”. Si tratta con ogni evidenza di un'affermazione paradossale.

La versione letterale è più fisica che psicologica: “Perché ognuno innalzante se stesso sarà abbassato, ma l'abbassante se stesso sarà innalzato”. Il testo dunque ci parla di movimenti verticali. Sono, a ben guardare i movimenti del fariseo e del pubblicano. Osservandoli superficialmente, colui che si pone in piedi sembrerebbe uno in posizione di apertura verso gli altri, mentre il pubblicano che si china fa pensare a uno che si ripiega si se stesso. Invece la realtà è paradossale. Il primo, a dispetto delle apparenze si chiude in se stesso, il secondo si apre all'altro, a Dio, fino ad abbandonarsi totalmente.

Sono gli stessi movimenti di Gesù: egli è piegato fino ad essere sceso al livello dell'umanità che sta più in basso. Questa è ritenuta la via giusta che anche il Padre fa sua fino ad assumerla per elevarla a riferimento per tutti.

Dal punto di vista evangelico, il mettersi al di sopra degli altri, distinguendosi, emergendo, per proporsi come modello di virtù è una via fallimentare. Non appartiene alla strada di Gesù. È via di ingiustiziaIl Vangelo di Giovanni chiama questa via di ingiustizia “il peccato del mondo”.

Salmo 33

Benedirò il Signore in ogni tempo,
sulla mia bocca sempre la sua lode.
Io mi glorio nel Signore:
i poveri ascoltino e si rallegrino.

Il volto del Signore contro i malfattori,
per eliminarne dalla terra il ricordo.
Gridano e il Signore li ascolta,
li libera da tutte le loro angosce.

Il Signore è vicino a chi ha il cuore spezzato,
egli salva gli spiriti affranti.
Il Signore riscatta la vita dei suoi servi;
non sarà condannato chi in lui si rifugia.


Meditazione Domenica XXIX C

 



Ricordiamo, o Signore, davanti a te

      11 membri di una famiglia sono stati uccisi dopo che Israele ha attaccato un veicolo a Zeitoun, nella città di Gaza, accusandolo di aver attraversato la cosiddetta "linea gialla", che delimita le aree sotto il controllo dell'esercito israeliano. Israele ha ucciso 28 persone All'entrata in vigore del cessate il fuoco.

    Il Ministero della Sanità di Gaza ha dichiarato di aver ricevuto, tramite il Comitato Internazionale della Croce Rossa, le salme di 45 palestinesi detenuti da Israele, portando a 90 il numero totale di corpi restituiti nell’ambito di un accordo di cessate il fuoco mediato dagli Stati Uniti. Alcuni dei corpi palestinesi erano bendati e ammanettati, il che indica che potrebbero aver avuto luogo “esecuzioni sul campo”.

        Perù, stato d’emergenza a Lima dopo le proteste. Almeno un morto e più di 100 feriti durante le manifestazioni di massa guidate dai giovani della Generazione Z. Le proteste sono iniziate un mese fa, con richieste di migliori pensioni e salari per i giovani, e si sono ampliate includendo il malcontento dei peruviani per il dilagare di criminalità, corruzione

        Cresce la fame nel mondo, utilizzata come arma di guerra. Nel 2024 oltre 295 milioni di persone hanno sofferto di fame acuta, 13,7 milioni in più rispetto all’anno precedente. L’obiettivo “fame zero entro il 2030”, fissato dalle Nazioni Unite, appare ormai irraggiungibile.

        Bangladesh, emergenza Rohingya: in fuga dal più grande campo di rifugiati. La riduzione del sostegno economico destinato alla minoranza etnica nell’insediamento Kutupalong ha costretto oltre mille persone, inclusi quasi cento bambini, a scappare via mare per sopravvivere.

    La pesante intimidazione che ha colpito Sigfrido Ranucci ha anche colpito tutta la redazione di "Report", ogni anno a rischio tagli. Tra querele e richieste danni, sono tanti i nemici di una trasmissione tv diventata scomoda. «Il nostro è un Paese dove è molto faticoso esercitare la libertà di stampa. Questo perché nell’agenda politica il tema non è mai il presente, non lo è neppure nelle campagne elettorali…»,

Continua a prenderti cura di noi, o Signore: Kyrie eleison

Aiutaci a riconoscere e a coltivare i semi di speranza

Un fiume di pace da Perugia ad Assisi. In marcia oltre 200mila persone arrivate da tutta Italia e da 35 Paesi del mondo. La benedizione del Papa Leone XIV. «Oggi la pace ha almeno cinque nemici – ha gridato a gran voce il coordinatore della manifestazione Lotti -. I killer, i loro complici, gli indifferenti, i cinici e gli ipocriti. Siamo qui e siamo felici, ma abbiamo ancora dolore dentro di noi. Papa Francesco diceva che dobbiamo fare rumore, ma non ne abbiamo fatto abbastanza».

Ridistribuire il cibo per sconfiggere la fame nel mondo “Non serve produrre di più, ma ridistribuire meglio ciò che abbiamo”. Parole che rimandano al cuore della missione della Fao, Il manifesto dei giovani agricoltori, elaborato da cinque giovani rappresentanti di diversi continenti propone politiche che consentono agli agricoltori di portare nelle città il frutto del proprio lavoro, rafforzando così filiere locali sostenibili e comunità più giuste in ogni parte del mondo.

Basel Adra che ha vinto il Premio Oscar nel 2024. con il docu-film "No Other Land" nella giornata conclusiva del Festival della Missione, ha detto "è tempo di rispettare la dignità del popolo palestinese" “Certamente questi sono giorni di speranza, soprattutto per noi che assistiamo a questa tragedia, ma sono anche giorni di rabbia per il popolo palestinese che sta subendo da due anni un genocidio, perché questa tragedia avrebbe potuto essere fermata ben prima”.

Verità e giustizia a un anno dall'uccisione di Moussa Diarra Ieri, sabato 18 ottobre la manifestazione nazionale a Verona in ricordo del giovane maliano ucciso alla stazione di Verona Porta Nuova da un agente della polfer. "A un anno di distanza e con una dinamica dei fatti poco chiara, continuiamo con forza a chiedere verità e giustizia e un processo che restituisca a Moussa e alla sua famiglia la dignità che gli è stata tolta in una vita di diritti negati".

Per la bontà che abita nei cuori e per coloro che si dedicano alla causa del bene: A te la lode e la Gloria, O Signore: Gloria in excelsis Deo

O Padre, che hai accolto l'intercessione di Mosè, donaci di perseverare nella fede e nella preghiera.

Es 17,8-13    2Tm 3,14-4,2

Lc 18,1-8


Diceva loro una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai:

2«In una città viveva un giudice, che non temeva Dio né aveva riguardo per alcuno. 3In quella città c’era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: “Fammi giustizia contro il mio avversario”. 4Per un po’ di tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: “Anche se non temo Dio e non ho riguardo per alcuno, 5dato che questa vedova mi dà tanto fastidio, le farò giustizia perché non venga continuamente a importunarmi”».

6E il Signore soggiunse: «Ascoltate ciò che dice il giudice disonesto.

7E Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di lui? Li farà forse aspettare a lungo? 8Io vi dico che farà loro giustizia prontamente.

Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?».


***


Questi pochi versetti sono comprensibili alla luce del contesto, in particolare di quanto precede. Gesù, nel suo discorso, introduce la parabola della vedova che chiede giustizia al giudice spregiudicato, attraverso un discorso dal sapore apocalittico. Parla degli ultimi giorni in una visione panoramica della storia che va “dai giorni di Noè” per poi passare alla fuga di Lot dalla città di Sodoma, per concludere poi in uno scenario riepilogativo che lascia intravvedere i giorni della grande distruzione della Città Santa, Gerusalemme.

In questa visione panoramica, Gesù fa emergere come gli uomini di ogni tempo, spesso vivono gli eventi con incoscienza, passivamente, senza discernimento e senza capacità di scegliere. Sono come travolti da ciò che accade perché non vedono oltre, non hanno prospettive, non sono capaci di superare le difficoltà attraverso uno sguardo di fiducia e di speranza. Sono inchiodati alle difficoltà del momento oppure si lasciano prendere dalle nostalgie del passato.

Un passaggio importante che troviamo nei versetti che precedono il nostro brano è il riferimento alla moglie di Lot: “Ricordatevi della moglie di Lot”. Lei guardò indietro e divenne una statua di sale. Rivolgersi al passato senza la tensione per il futuro equivale a pietrificarsi.


Anche la comunità dei discepoli/e, a cui l’evangelista Lc. scriveva per ricordare le parole di Gesù, viveva momenti difficili: emarginazione, perdita del lavoro, ostilità e sospetto da parte dei pubblici poteri, talvolta, rottura dei rapporti persino con la propria famiglia d’origine o parentela. E tutto questo a motivo della loro adesione al Vangelo. Se parliamo di situazioni difficili, vediamo che le cose non sono molto cambiate anche per noi.

In simili situazioni è normale chiedersi: Ne vale la pena? Sarà poi giusta questa strada? E se ci fossimo ingannati? Come si fa ad andare avanti? Come si fa a guardare in avanti quando in noi e attorno a noi non si vede che buio?

Ecco allora la narrazione di questa breve parabola della vedova insistente.

La parabola, se male interpretata, ci potrebbe portare a concludere che il cuore di Dio è insensibile e duro come quel giudice disonesto. La parabola ha come finalità quella di creare una tensione su un punto, su un atteggiamento: nonostante le difficoltà la vedova non desiste. Si noti che il giudice è disonesto, quindi si crea una situazione narrativa in cui è evidente che la relazione di preghiera verso il Padre a fortiori esige una preghiera fiduciosa: se nonostante la disonestà del giudice la vedova ha ottenuto ciò che reclamava, a maggior ragione occorre aver fiducia nel Padre che disonesto non è ma, invece, veglia sui suoi figli con atteggiamento di cura. È come se Gesù dicesse alla gente delle sue Comunità e a noi: “Nonostante gli ostacoli che incontrerete, voi continuate a tendere le braccia al cielo. Non lasciatevi scoraggiare dai contrattempi, dalle tentazioni, dai cattivi esempi di qualcuno, dai cedimenti ecc.

La preghiera è proprio questo guardare oltre con lungimiranza.

Il Signore ci troverà in questa gioiosa perseveranza?

Pregare senza stancarsi non è per ottenere soluzioni magiche di fronte alle più strane esigenze. È invece una forma di resistenza nella speranza di fronte alle più complesse difficoltà. La risposta alla domanda di Gesù circa la fede dipende solo dal decidersi o per la fiducia o per il tornare indietro (Come la moglie di Lot).

Forse, possiamo essere aiutati da un fondamentale distinzione: una cosa sono le preghiere e le pratiche rituali, altra cosa è la Preghiera con la P maiuscola. Le preghiere possono diventare strumenti per la preghiera. Ma talvolta appartengono alle molte parole dalle quali Gesù ci mette in guardia.

quando pregate, non sprecate molte parole come fanno i pagani i quali credono di essere ascoltati a furia di parole. Dite: Padre…”

La Preghiera, invece, è quell’anelito, quel gemito, quel desiderio che è già presente in noi perché lo Spirito dal di dentro dei nostri cuori “con gemiti inesprimibili, grida ‘Abba’- Padre”

In realtà la Preghiera altro non è che nutrire la vita rimanendo in relazione con Dio. È questo contatto che ci dispone a rimanere nella realtà con speranza e lungimiranza perché le vicende del “frattempo” vengono viste alla luce di Dio. Alla luce del loro compimento.

Occorre avere la fiducia che la Preghiera ci lavora nel profondo e ci cambia. Forse sta in questo la pronta risposta del Signore alle nostre attese. “risponderà prontamente”.


La preghiera per perdere...


Un giorno, a un monaco anziano fu chiesto:

«Cosa ottieni pregando Dio regolarmente?».

Egli rispose:

«In generale non ottengo nulla, ma perdo delle cose».

E elencò tutto ciò che aveva perso pregando Dio regolarmente:

«Ho perso l'orgoglio, l'arroganza, l'avidità, l'invidia.

Ho perso la rabbia, la falsità, l'ingratitudine, l'impazienza, la disperazione e lo scoraggiamento.

Preghiamo, non per ottenere qualcosa, ma

per perdere le cose che ci impediscono di crescere spiritualmente.

La preghiera educa alla gratitudine e rende più forti,

perché ci pone in diretta relazione con Dio.


Salmo 121 (120)

Alzo gli occhi verso i monti:

da dove mi verrà l’aiuto?

Il mio aiuto viene dal Signore:

egli ha fatto cielo e terra.

Non lascerà vacillare il tuo piede,

non si addormenterà il tuo custode.

Non si addormenterà, non prenderà sonno

il custode d’Israele.

Il Signore è il tuo custode,

il Signore è la tua ombra

e sta alla tua destra.

Di giorno non ti colpirà il sole,

né la luna di notte.

Il Signore ti custodirà da ogni male:

egli custodirà la tua vita.

Il Signore ti custodirà quando esci e quando entri,

da ora e per sempre.


Meditazione Domenica XXVIII C

 



Ricordiamo, o Signore, davanti a te

  Almeno 461 persone sono morte e 424 risultano disperse sulla rotta del Mediterraneo centrale dall'inizio dell'anno al 4 ottobre. I migranti intercettati in mare e riportati in Libia sono stati 20.017, di cui 17.313 uomini, 1.779 donne, 718 minori e 208 di cui non si conoscono i dati di genere.

 La diffusione delle malattie sta travolgendo gli ospedali di Khartoum, nel Sudan dilaniato dalla guerra: solo il mese scorso sono stati segnalati oltre 5.000 casi di malaria, tifo e febbre dengue con decine di morti.

 Le forze paramilitari sudanesi hanno ucciso 75 persone in un attacco con un drone che ha colpito una moschea in un campo per sfollati nel Darfur.

Oltre 5.000 soldati sono stati schierati dall'esercito ecuadoriano agli ingressi nord, sud ed est di Quito nel mezzo delle proteste organizzate da Conaie, la più grande organizzazione indigena del Paese, che ha minacciato "l'espugnazione" della capitale.

Il Cile si doterà di droni all'avanguardia con una gittata di 40 chilometri e di telecamere fisse ad alta portata per combattere l'immigrazione illegale.

L'11 ottobre in occasione della Giornata internazionale delle bambine e delle ragazze, l’Unicef ricorda che, a livello globale, una ragazza su cinque si sposa durante l’infanzia; 122 milioni di ragazze non frequentano la scuola; quasi quattro adolescenti e giovani donne su 10 non completano la scuola secondaria superiore; quasi una ragazza su quattro tra i 15 e i 19 anni ha subìto violenza da parte del partner; più di un terzo delle ragazze e dei ragazzi adolescenti tra i 15 e i 19 anni ritiene che un marito sia giustificato a picchiare la moglie in determinate circostanze.

Continua a prenderti cura di noi, o Signore: Kyrie eleison

Aiutaci a riconoscere e a coltivare i semi di speranza

Ratificato da Israele l’accordo di pace per Gaza. Decretata la tregua
Prende concretezza l’intesa di cessate-il-fuoco siglata a Sharm el Sheik con la mediazione di Stati Uniti, Qatar ed Egitto: il piano, approvato dal governo israeliano ha sancito la fine del conflitto nella Striscia e il rilascio incrociato di ostaggi e detenuti palestinesi.

Il cardinale Pizzaballa: l’accordo per Gaza è un primo passo verso la pace. Anche se ha affermato che "ci saranno tanti ostacoli e che non sarà semplice”.

Il premio Nobel per la pace è stato assegnato all'attivista venezuelana Maria Corina Machado. "Una donna che mantiene accesa la fiamma della democrazia in mezzo a un'oscurità crescente".

Dilexi te”, Leone XIV: non si può separare la fede dall’amore per i poveri
Pubblicata la prima esortazione apostolica. Un lavoro iniziato da Francesco sul tema del servizio ai poveri nel cui volto troviamo “la sofferenza degli innocenti”. Il Papa denuncia l’economia che uccide, la mancanza di equità, le violenze contro le donne, la malnutrizione, l'emergenza educativa. Fa suo l’appello di Bergoglio per i migranti e ai credenti chiede di far sentire “una voce che denunci" perché “le strutture d’ingiustizia vanno distrutte con la forza del bene”

Seconda ondata: medici in rotta verso Gaza. Nove imbarcazioni stanno avanzando nel Mediterraneo. Portano medicine, bisturi, garze e morfina. Portano medici, infermieri, operatori sanitari. Novanta in tutto, di cui sei italiani.

È un atto di disobbedienza umanitaria. Un’azione coperta dalla Convenzione di Ginevra, che protegge i sanitari impegnati nell’assistenza ai civili in guerra. Arrestarli significherebbe calpestare apertamente il diritto internazionale. “Se Israele arresterà professionisti della sanità protetti dalle convenzioni internazionali, i governi dei loro Paesi non potranno non intervenire con maggiore forza rispetto a quanto fatto con la Sumud”. Stanno andando a dare il cambio ai colleghi di lì, che fanno turni infiniti negli ospedali o vengono uccisi. Molti sono palestinesi e rischiano il doppio rispetto a
Ora puntiamo tutti gli occhi sulla Freedom Flotilla. Tutte le voci con loro.
Perché la vera frontiera non è il mare di Gaza: è la nostra coscienza.


Per la bontà che abita nei cuori e per coloro che si dedicano alla causa del bene: A te la lode e la Gloria, O Signore: Gloria in excelsis Deo


Guarisci anche noi, Signore, noi che abbiamo innalzato cartelli contro stranieri, contro diversi, contro immondi. Noi giudici di più ingiuste e spietate discriminazioni. Guariscici, facci ritornare alla tua Parola.


2Re 5,14-17    2Tm 2,8-13  


 Lc 17,11-19


11Lungo il cammino verso Gerusalemme, Gesù attraversava la Samaria e la Galilea. 12Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi, che si fermarono a distanza 13e dissero ad alta voce: «Gesù, maestro, abbi pietà di noi!». 14Appena li vide, Gesù disse loro: «Andate a presentarvi ai sacerdoti». E mentre essi andavano, furono purificati. 15Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce, 16e si prostrò davanti a Gesù, ai suoi piedi, per ringraziarlo. Era un Samaritano. 17Ma Gesù osservò: «Non ne sono stati purificati dieci? E gli altri nove dove sono? 18Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all’infuori di questo straniero?». 19E gli disse: «Alzati e va’; la tua fede ti ha salvato!».


***

Possiamo vedere questo testo da angolature differenti. Partiamo dai verbi che indicano movimento.

Nell’andare verso Gerusalemme avvenne … Attraversava per mezzo la Samaria … vennero incontro a lui … andate dai sacerdoti … nell’andare furono purificati … avendo visto che è guarito ritornò … cadde con la faccia presso i suoi piedi … alzati …

La narrazione di Luca intende presentarci Gesù nel suo ruolo di Profeta itinerante. Tutto avviene sulla strada. Come dire: la Parola di Dio di cui Gesù è portatore non è vincolata ad una regione, ad un territorio, ad una cultura, insomma, ad un sistema chiuso. Essa, come la semente gettata nel campo raggiunge tutti e in ognuno produce il frutto che deve produrre. Perciò, ora è in Samaria, regione notoriamente scomunicata, ora in Galilea. Sembra quasi un andare a zig-zag. Eppure la meta è precisa: Gerusalemme, laddove accadrà quanto si può intuire fin da questo momento: una condanna a morte; una conclusione violenta.

Il Regno di Dio, cioè il raggio della sua presenza e dell’azione di Dio nella vita delle persone, non è chiuso in un codice di un sistema monolitico di rigidi principi, non è un’istituzione politico sacrale visibilmente consistente e fortemente consolidata. Il Regno di Dio si muove e cammina secondo i movimenti della vita.

Il secondo punto di osservazioni è costituito dai soggetti del racconto. Gesù e i lebbrosi. Dal momento però che egli non si rivolge solo ai lebbrosi ma, nella seconda parte, fa delle considerazioni sul comportamento dei dieci lebbrosi, è lecito inserire nei soggetti del racconto anche il pubblico degli ascoltatori. E dunque, anche noi siamo tra i soggetti del racconto: cosa comprendiamo? Le cose dette in questo racconto, come ci riguardano?

Per avere più chiarezza circa i lebbrosi, è bene ascoltare i testi del Primo Testamento cui il nostro racconto allude.

  • Lv. 13, 45-46 Il lebbroso colpito da piaghe porterà vesti strappate e capo scoperto; velato fino al labbro superiore, andrà gridando: “Impuro, Impuro”. Sarà impuro finché durerà in lui il male; è impuro, se ne starà solo, abiterà fuori dell’accampamento.

  • Lv. 14, 2b-3 Egli (il lebbroso) sarà condotto al sacerdote. Il sacerdote uscirà dall’accampamento e lo esaminerà: se la piaga è guarita nel lebbroso …

I lebbrosi sono persone che stanno fuori. L’essere fuori è la loro condizione di vita.

Gesù sta camminando verso Gerusalemme dove sarà ucciso fuori dalla città, anche lui quindi tra i banditi dalla convivenza umana. Già a Nazareth (Lc. 4) dopo l’episodio della sinagoga, fu portato fuori dalla città dai suoi concittadini.

Luca vuole farci capire che Gesù è dalla parte degli estromessi e che lui pure è uno di loro. Il vangelo trova consistenza tra i paria. In effetti i lebbrosi si rivolgono a lui chiamandolo “maestro”, titolo usato solo dai suoi discepoli. Ciò sta ad indicare che i suoi veri discepoli, quelli che l’ascoltano, sono anch’essi degli estromessi, i buttati fuori.

Il brano insiste sul decentramento. Attraversata la Samaria e la Galilea”. Di per sé, il punto di partenza, secondo la geografia, dovrebbe essere la Galilea (da nord in direzione sud). La Samaria casomai viene dopo. Qui invece Luca pone come punto di partenza la Samaria. Non può non essere intenzionale. Si parte dalla Samaria, territorio eretico, perché il messaggio di Gesù prende le mosse da ciò che è considerato religiosamente lontano.

Anche i lebbrosi sono considerati lontani perché non possono partecipare al culto, sono dunque impuri. Secondo il pensiero religioso ufficiale dell’epoca, Dio è distante da loro. Fuori dalla città, fuori cioè dalla convivenza umana, e fuori dal tempio, fuori dalla religione, fuori dal raggio di azione di Dio … dis – graziati, fuori dalla grazia.

La questione si gioca tutta intorno al puro ed impuro. Il punto di forza della religione fissata su questi parametri è la separazione tra chi è degno di incontrare Dio e chi no.

La relazione con Gesù invece abilita tutti all’incontro diretto con Dio. Infatti mentre stanno obbedendo alla sua parola di andare a presentarsi al sacerdote, ancora prima di arrivare, si trovano già “purificati”. In poche parole, Luca vuole insegnarci che con Gesù non è più consentito creare separazione tra gli uomini in nome di Dio. Chi è discepolo di Gesù non ha bisogno di “visti” speciali per stare con Dio e, conseguentemente, con la comunità dei fratelli e sorelle.

L’ultima parte, incentrata attorno ai nove che non fanno ritorno e l’unico che invece ritorna da Gesù, il quale non va al tempio anche perché ne è già fuori essendo uno scomunicato, è il Samaritano. A pensarci bene, non è che la figura del discepolo, del cristiano!

Egli torna, cadde presso i piedi di Gesù (prostrazione adorazione), rende grazie (eucariston - fa eucaristia) viene rialzato (risorto), salvato dalla fede. Tutte espressioni che alludono alla vita battesimale ed eucaristica del cristiano. Il riferimento tipologico del cristiano è un samaritano scomunicato, uno che non può essere più fuori di così.

Qui dobbiamo prendere consapevolezza di un paradosso incredibile: I più vicini al Vangelo sono i più lontani, i meno inquadrati! Chi segue Gesù è destinato ad uscire dal tempio, da ogni tempio, per nutrirsi di vangelo nella vita concreta, quella che avviene lungo la strada.


Salmo 98 (97)

Cantate al Signore un canto nuovo,

perché ha compiuto meraviglie.

Gli ha dato vittoria la sua destra

e il suo braccio santo.

Il Signore ha fatto conoscere la sua salvezza,

agli occhi delle genti ha rivelato la sua giustizia.

Egli si è ricordato del suo amore,

della sua fedeltà alla casa d’Israele.

Tutti i confini della terra hanno veduto

la vittoria del nostro Dio.

Acclami il Signore tutta la terra,

gridate, esultate, cantate inni!

Cantate inni al Signore con la cetra,

con la cetra e al suono di strumenti a corde;

con le trombe e al suono del corno

acclamate davanti al re, il Signore.

Risuoni il mare e quanto racchiude,

il mondo e i suoi abitanti.

I fiumi battano le mani,

esultino insieme le montagne

davanti al Signore che viene a giudicare la terra:

giudicherà il mondo con giustizia

e i popoli con rettitudine.


Meditazione Domenica XXVII C

 




Ricordiamo, o Signore, davanti a te

  Le 41 imbarcazioni della Global Sumud Flotilla sono state abbordate e sequestrate da Israele a 70 miglia da Gaza, in acque internazionali. Arrestati 473 volontari, tra cui più di 40 italiani, poi trasferiti nel carcere di Ketziot e in quello di Saharonim, nel deserto del Negev, nel sud di Israele, in attesa del completamento delle procedure - espulsione o processo - e dell'eventuale trasferimento nei rispettivi Paesi. Le autorità israeliane hanno sottoposto agli attivisti un documento da firmare in cui ammettono di essere entrati illegalmente in Israele. Le autorità italiane chiedono notizie al Mossad. Il team legale della Flotilla denuncia: “Israele ha iniziato le udienze ad Ashdod senza assistenza legale”. Altre 45 barche sono salpate dalla Turchia, in rotta verso le coste di Gaza.

Mai così tante guerre nel mondo. Il rapporto del Centro di ricerca per una cultura di pace dell'Università autonoma di Barcellona mette in evidenza una generalizzata crescita delle tensioni internazionali e delle guerre nel mondo, con un aumento del numero dei morti e la diffusa violazione dei diritti umani. Preoccupazione per la svolta militarista dell'Unione Europea e il piano di riarmo da 800 miliardi di euro.

Tuvalu, il primo Paese al mondo a rischio sparizione. L’arcipelago nel Pacifico si appresta a spostare gran parte della sua popolazione prima di essere sommerso a causa dell’innalzamento del livello del mare dovuto ai cambiamenti climatici. 

Dalle piazze del Marocco il grido per salute, istruzione e lavoro. Le strade delle città marocchine si animano con giovani che chiedono dignità, giustizia sociale e migliori condizioni di vita. Le manifestazioni denunciano arresti, repressione e disuguaglianze. 

Il Madagascar in piazza per luce, acqua e libertà politiche. Il Madagascar ha vissuto una lunga giornata di proteste – con scontri, arresti e vittime.

Continua a prenderti cura di noi, o Signore: Kyrie eleison

Aiutaci a riconoscere e a coltivare i semi di speranza

Lampedusa, commozione nel ricordo della strage in mare del 2013. Nel giorno del dodicesimo anniversario del naufragio in cui persero la vita 368 migranti, si è conclusa l’edizione 2025 della “Giornata della Memoria,” promossa dal Comitato 3 ottobre, con la marcia verso la Porta d’Europa,

India, donne e bambine sfidano patriarcato ed emarginazione. La conquista dei diritti femminili è al centro del progetto della Fondazione Magis Ets che, da due anni, organizza degli incontri rivolti alla comunità in 20 villaggi per sensibilizzare sulla leadership e l’istruzione. Tra le “storie di successo” ripercorre quella di un gruppo di dieci donne Thakor di Malpur, nel Gujarat, che – sebbene analfabete e senza un’idea del concetto di risparmio – “hanno creato una cassa comune dove versare parte dei guadagni da reinvestire. Hanno acquistato dei bufali per il fabbisogno domestico e apriranno un forno per la produzione del papad, un tipico pane indiano, proseguendo sulla strada dell’indipendenza sociale ed economica.

"Fratelli tutti", 5 anni fa la firma dell’Enciclica di Papa Francesco. Il 3 ottobre 2020, Papa Francesco ad Assisi siglava il testo dedicata alla fratellanza e all’amicizia sociale. «L’obiettivo del dialogo è stabilire amicizia, pace, armonia e condividere valori ed esperienze morali e spirituali in uno spirito di verità e amore»

Il Giubileo apre "alla speranza di una diversa distribuzione delle ricchezze, alla possibilità che la terra sia di tutti, perché in realtà non è così. In questo anno dobbiamo scegliere chi servire, se la giustizia o l'ingiustizia, se Dio o il denaro. Sperare è scegliere". Lo ha detto Papa Leone nell'udienza giubilare sottolineando che "il mondo cambia se noi cambiamo". 

Per la bontà che abita nei cuori e per coloro che si dedicano alla causa del bene: A te la lode e la Gloria, O Signore: Gloria in excelsis Deo


Signore, noi ti ringraziamo perché ci hai riuniti alla tua presenza per farci ascoltare la tua Parola:

in essa ci riveli il tuo amore e ci fa conoscere la tua volontà. Amen


Ab 1,2-3; 2, 2-4 2Tim 1,6-8.13-14

Lc 17, 5-10

5Gli apostoli dissero al Signore: 6"Accresci in noi la fede!". Il Signore rispose: "Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: "Sradicati e vai a piantarti nel mare", ed esso vi obbedirebbe.
7Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà, quando rientra dal campo: "Vieni subito e mettiti a tavola"? 8Non gli dirà piuttosto: "Prepara da mangiare, stringiti le vesti ai fianchi e servimi, finché avrò mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai tu"? 9Avrà forse gratitudine verso quel servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti? 10Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: "Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare"".

***

Fino a quando, Signore, implorerò e non ascolti…Perché mi fai vedere l’iniquità e resti spettatore dell’oppressione”?

Il profeta che sta assistendo a drammatici avvenimenti di ingiustizie, guerre e violenze. Egli osa porre a Dio un interrogativo che sa di sfida e di accusa. “Dio, dove sei?”. La risposta, non è meno problematica: “attendi perché l’empio si fida dei suoi disegni, il giusto, invece vivrà di fede”. Come se Dio dicesse:

E tu, uomo, dove sei? Cosa sta facendo per guarire la tua comunità dalla violenza distruttrice? Pretendi forse che anch’io diventi violento distruttore? – se non parti dalla fiducia nella promessa di bene con cui Dio ti raggiunge con la sua parola, non puoi stare in piedi. Deve cambiare il tuo approccio alle situazioni difficili. Perciò:

Il giusto vivrà per la fede”. A partire dalla fiducia.


Le parole del Vangelo appartengono al discorso di Gesù di fronte alla questione degli ostacoli del male che l’umanità incontra nel suo cammino.

È inevitabile che avvengano gli scandali”. Tanto a dire: gli ostacoli ci sono e vanno affrontati. Tra questi, le offese, le aggressioni, le ingiustizie che gli uomini si fano gli uni contro gli altri. Ma c’è modo e modo di affrontare ciò.

Nel pensiero comune sembra logico e legittimo rispondere al male con un gradiente di male maggiore di quello messo in atto dall’avversario.

La violenza, lo sterminio, il genocidio di cui si parla in questi giorni e di tutti quelli registrati dalla storia funzionano proprio così. Ed è per questo che la distruzione e la violenza non finiscono mai.

Di fronte al male che ci facciamo reciprocamente, Gesù invece parla della strategia del perdono. Sette volte al giorno. Ossia in ogni momento. Il cosiddetto buon senso dice che è da sprovveduti. Per Gesù si tratta di sostituire la logica della violenza che merita violenza, cioè il criterio di ciò che uno o un gruppo merita, con quella del dono, del per-dono, ossia il dono per il dono. Il dono che prescinde dal merito.

Su questa strada indicata da Gesù, per noi discepoli e discepole che vogliamo seguirlo, è necessario un supplemento di fiducia. Proprio perché la proposta della mentalità mondana è diametralmente opposta, i discepoli sentono la necessità di fare una esplicita richiesta: “Accresci in noi la fede”. Essa, la fede, consiste nella fiducia di chi si appoggia su una parola che sembra contraddire le evidenze. E allora, anche solo un po’ di fiducia, ‘come un granello di senape’, insomma basta crederci un po’, basta osare anche solo un po’, per constatare che i cambiamenti improbabili sono invece divenuti possibili come ‘il gelso trapiantato nel mare’.

Questa caratteristica della fiducia è talmente radicata nel discepolo del Regno da diventare in lui un’esigenza vitale, tanto che se non vi si dedicasse, egli semplicemente perderebbe la sua stessa ragion d’essere. Assumerne i paradossi del Regno per lui è come l’aria che respira. Quello che fa non è che l’esito della fiducia che ha dentro di sè, non è un eroe che merita un titolo di merito, semplicemente agisce in base a ciò che è.

Forse, nella comunità delle origini, alcuni su sentivano al di sopra degli altri, più meritevoli di rispetto e di considerazione. Ritenevano di essere particolarmente impegnati e questo loro impegno diventava motivo per racchiudersi in una casta.

Allora le parole di Gesù “Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare” risultano molto significative. Non sei e non fai nulla si straordinario: il tuo impegno non è che un nobile servizio che ti onora, cioè un modo positivo di stare al mondo, per te stesso e per gli altri. Il discepolo della “via” trova senso, gioia, stabilità nel dedicarsi al bene che la parola promette. In ciò trova motivi validi per vivere e per dare la vita.