Ricordiamo, o Signore, davanti a te
Il Partito della democrazia e dello sviluppo, principale forza di opposizione in Tanzania, denuncia un bilancio di 700 morti nelle proteste antigovernative scoppiate dopo le elezioni presidenziali di mercoledì.
Darfur, è strage di civili. Le Nazioni Unite denunciano esecuzioni sommarie. La crisi umanitaria peggiora giorno dopo giorno e le organizzazioni umanitarie non riescono a far fronte all'emergenza. Medici senza frontiere: chi arriva in ospedale è in condizioni disperate. La maggior parte ha bisogno di interventi chirurgici
Per l’UE investire in armi diventa "sostenibile". Il primo fondo europeo che investe esplicitamente in armi è stato autorizzato dall’Unione Europea a concentrarsi esclusivamente su investimenti in imprese del settore della difesa.
Caraibi, uragano Melissa: 10 bambini morti e altri 700 mila in pericolo di vita. Tra le 45 vittime della catastrofe naturale, ci sono anche i più piccoli, intrappolati in mezzo alla devastazione.
Ancora in bilico il cessate-il-fuoco nella Striscia con raid israeliani che ieri hanno colpito il sud dell’area. (104 il bilancio dei morti accertati, 46 bambini). Un altro raid è stato invece sferrato sull’area est di un campo profughi nel centro del territorio palestinese. E attacchi si sono verificati pure al sud.
L’annuncio del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, sull’avvio immediato di test di nuove armi nucleari, in risposta a quanto stanno facendo altri Paesi, fa riemergere lo spettro della proliferazione di armi atomiche e di una corsa al riarmo da parte delle principali potenze mondiali.
Da sabato scorso, il Vietnam centrale sta affrontando piogge torrenziali e inondazioni record, causate dal dodicesimo tifone della stagione, che ha messo in ginocchio intere province. Le acque hanno invaso case, strade e attività commerciali, costringendo migliaia di persone a evacuare
Continua a prenderti cura di noi, o Signore: Kyrie eleison
Aiutaci a riconoscere e a coltivare i semi di speranza
La "Dichiarazione di Belém sulla fame, la povertà e l'azione per il clima incentrata sulle persone" sarà presentata su iniziativa del governo brasiliano, in occasione del vertice dei leader della COP30. Il documento pone l'agenda della lotta alla fame e alla povertà al centro delle discussioni globali sul clima. La Dichiarazione si basa sulla consapevolezza che non esiste resilienza climatica senza giustizia sociale, né sviluppo sostenibile senza la garanzia del diritto umano all'alimentazione.
Il vescovo di Hiroshima, Monsignor Alexis Mitsuru Shirahama indica l’urgenza di lavorare per una umanità libera dal rischio nucleare, il cui uso “per motivi bellici è immorale”. È in atto una regressione, “non abbiamo imparato nulla dal passato, dobbiamo riscoprire la spiritualità dell’uomo, se non vogliamo essere distrutti”.
Si è svolta durante tutta la settimana l'iniziativa per ricordare i 30anni dell'Associazione Self Help. L'esposizione delle opere artistiche fra cui quella del Monastero di Sezano intitolata "Controvento" (contro le guerre) e le rappresentazioni teatrali (ricordiamo l'Elogio alle erbacce"), hanno fatto toccare con mano la vitalità e la creatività dei giovani e degli educatori di Self Help, Uno straordinario esempio di cittadinanza solidale e alternativa per la nostra città...
Per la bontà che abita nei cuori e per coloro che si dedicano alla causa del bene: A te la lode e la Gloria, O Signore: Gloria in excelsis Deo
Proteggimi, portami in salvo; che io non resti deluso, perché in te mi sono rifugiato. Amen
Is 25,6.7-9 Rm 8,14-23
Mt. 25, 31-46
31 Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria con tutti i suoi angeli,
si siederà sul trono della sua gloria.
32 E saranno riunite davanti a lui tutte le genti, ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri, 33 e porrà le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra.
34 Allora il re dirà a quelli che stanno alla sua destra:
Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo.
35 Perché
io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare,
ho avuto sete e mi avete dato da bere;
ero forestiero e mi avete ospitato,
36 nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato,
carcerato e siete venuti a trovarmi.
37 Allora i giusti gli risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo veduto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, assetato e ti abbiamo dato da bere? 38 Quando ti abbiamo visto forestiero e ti abbiamo ospitato, o nudo e ti abbiamo vestito? 39 E quando ti abbiamo visto ammalato o in carcere e siamo venuti a visitarti?
40 Rispondendo, il re dirà loro: In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me.
41 Poi dirà a quelli alla sua sinistra:
Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli.
42 Perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare;
ho avuto sete e non mi avete dato da bere;
43 ero forestiero e non mi avete ospitato,
nudo e non mi avete vestito,
malato e in carcere e non mi avete visitato.
44 Anch’essi allora risponderanno:
Signore, quando mai ti abbiamo visto affamato o assetato o forestiero o nudo o malato o in carcere e non ti abbiamo assistito?
45 Ma egli risponderà:
In verità vi dico: ogni volta che non avete fatto queste cose a uno di questi miei fratelli più piccoli, non l’avete fatto a me.
46 E se ne andranno, questi al supplizio eterno, e i giusti alla vita eterna”.
Il procedere delle azioni e delle parole, nonché la struttura del brano ci orientano a ritenere di trovarci davanti, ancora una volta, ad una parabola.
Al centro troviamo infatti il Re che emette la sua sentenza.
Tutti gli elementi infatti vanno a comporre una precisa drammatizzazione. Buona parte del testo è costituita da un parallelismo antitetico (rappresentato dalle categorie di quelli che stanno alla destra e da quelli che stanno alla sinistra).
Parliamo di parabola, vale a dire di una drammatizzazione che vuole mettere in evidenza un elemento fondamentale della vita dei discepoli i quali, dopo aver dato la loro adesione al Signore Gesù, cercano di sapere quale sia in sintesi quale sia il senso vero della loro appartenenza a Gesù Cristo.
Per giungere al cuore della verità, Gesù non ha pensato di meglio che mettere in scena un’istruttoria che ha come compito suo proprio quello di appurare la verità. E dove si giunge ad una verità definitiva se non in un dibattimento processuale? Ecco, la drammatizzazione parabolica trova qui, nell’ambito forense, il suo ambiente adatto.
Il processo ha quindi inizio secondo i canoni classici di ogni celebrazione giudiziaria: convocazione dei testimoni (tutte le genti) e proclamazione dello scopo del processo, vale a dire separare la verità dalla non verità (resa qui nell’espressione di “porre le pecore alla destra e i capri alla sinistra”). Dopo i preliminari è la volta di coloro che devono essere giudicati.
Il motivo che sostiene la ragion d’essere del processo, ovvero lo stabilire la verità delle cose, si fa cenno all’atto di separare in termini non solamente giudiziari ma pastorali, come, appunto il pastore separa le pecore dai capri. Il riferimento è ad Ez. 34, 15-17. laddove la separazione operata dal pastore corrisponde ad un prendersi cura; quasi a sottrarre le pecore dalla cupidigia degli avidi pastori.
“Sarò io a condurre al pascolo le mie pecore e a radunarle, oracolo di Dio, mio Signore. Quella che s’è perduta andrò a cercare, quella che s’è allontanata la farò tornare, quella che s’è fratturata la fascerò, quella ammalata la farò ristabilire; veglierò sulla grassa e sulla robusta! Le pascolerò come si deve. Quanto a voi mie pecore, così dice Dio, mio Signore: Badate! Giudicherò pecora e pecora, tra montoni e capre”.
Il giudizio quindi che sta per essere celebrato è un momento in cui ai poveri, agli oppressi viene resa giustizia. Da sempre, secondo la migliore tradizione profetica, Dio è direttamente coinvolto nella causa dei miseri.
Tutto converge verso una duplice conclusione dell’istruttoria: lo avete fatto a me o non lo avete fatto a me. Da ciò ne deriva una duplice sentenza espressa nel chiasmo “E se ne andranno, questi, al supplizio eterno, e i giusti alla vita eterna”.
La drammatizzazione ha quindi fatto emergere il punto verso cui si scarica la tensione del racconto: lo avete fatto a me. A me chi? A Uno solo dei più piccoli. L’uno solo dei più piccoli è quindi il luogotenente del re, seduto in veste di giudice.
L’immagine che subentra contiene un’ironia sconcertante. In un baleno, il trono del re si trasforma in una mangiatoia e in una croce. L’una contiene l’altra perché entrambe sono dimora dei piccoli, degli schiacciati.
I piccoli sono lui! Il giudizio sulla verità delle cose è, secondo il Regno di Dio, prerogativa dei piccoli e degli impoveriti della terra, non delle cancellerie degli stati.
Per vedere veramente come stanno le cose occorre entrare in contatto con coloro che qui sono rappresentati in sei categorie di persone ripetuti due volte (6+6=12) sono la totalità.
La totalità dei suoi in cui si identifica perché ha scelto di condividerne le sorti, sono lui! Lui è i piccoli, fino all’ultimo, fino ad uno solo dei più piccoli, degli schiacciati.
Evocando il testo che precede questo brano, la parabola dei talenti, possiamo dire che lui è anche il talento consegnatoci.
Gesù Cristo, che nella lapidaria conclusione di questa parabola, “ogni volta che …lo avete fatto a me”, ci spiega con molto realismo cosa significhi trafficare il “talento”: farsi carico, come lui, e schierarsi dalla parte dei piccoli.
Tutti ci troviamo un po’ pecore e un po’ capri perché nel concreto dei nostri rapporti siamo ospitali ed escludenti al tempo stesso. Perciò abbiamo bisogno di purificazione grazie all’azione di quel grande Pastore buono che si prende cura di ognuno.
Tutti siamo anche piccoli e poveri, bisognosi gli uni degli altri. Far fruttificare il talento significa aprirci alla condivisione dei nostri doni e delle nostre ferite come ha fatto il Signore.
Salmo 24
Ricordati, Signore, della tua misericordia
e del tuo amore, che è da sempre.
Ricordati di me nella tua misericordia,
per la tua bontà, Signore.
Allarga il mio cuore angosciato,
liberami dagli affanni.
Vedi la mia povertà e la mia fatica
e perdona tutti i miei peccati.
Proteggimi, portami in salvo;
che io non resti deluso,
perché in te mi sono rifugiato.
Mi proteggano integrità e rettitudine,
perché in te ho sperato.




