Meditazione Domenica . Esaltazione della Croce

 


Ricordiamo, o Signore, davanti a te

Sudan, 13 milioni di bambini non possono studiare a causa della guerra
Da due anni e mezzo, il Paese dell’Africa nord-orientale è al centro di un conflitto che si ripercuote sui più piccoli. Il loro diritto all’istruzione è inesistente, rischiano di essere vittime di abusi sessuali e reclutati dai gruppi armati.

Disordini e violenza in Nepal, 21 morti e governo dimissionario. Il blocco dei social media da parte del governo ha scatenato la rabbia dei cittadini, che sono scesi in piazza e si sono scontrati con la polizia.

Flotilla: un'altra barca colpita in un sospetto raid con drone. 'E' il secondo attacco in acque tunisine. Questo è il secondo attacco di questo tipo in due giorni. Questi ripetuti attacchi si verificano durante l'intensificarsi dell'aggressione israeliana contro i palestinesi a Gaza e sono un tentativo orchestrato per distrarre e far deragliare la missione.

Mille e 850 morti e oltre 1800 persone scomparse. Sono solo alcune delle cifre che caratterizzano la sanguinaria guerra tra fazioni narcos scoppiata esattamente un anno fa, il 9 settembre del 2024 nello stato messicano di Sinaloa. Tra le vittime si contano anche 57 bambini, oltre 600 famiglie sfollate

Parolin: dall'Europa al Medio Oriente c'è il rischio di un'escalation senza fine. Siamo sull’orlo del baratro perché c’è il rischio di un’escalation senza fine che fa paura. Il segretario di Stato vaticano, cardinale Pietro Parolin, non nasconde la sua preoccupazione per “il rischio di una guerra di più largo raggio”.

Continua a prenderti cura di noi, o Signore: Kyrie eleison


Aiutaci a riconoscere e a coltivare i semi di speranza

La Giornata internazionale dell'alfabetizzazione è stata celebrata l’8 settembre. Il Segretario dell'Unesco afferma: “Senza alfabetizzazione non si può pensare di tutelare quegli elementi tipici delle nostre società, del nostro mondo e quindi lo stato di diritto, l'uguaglianza, la solidarietà, la giustizia, la tolleranza, la non discriminazione. Tutti questi valori che per noi sono fondamentali richiedono evidentemente dei livelli importanti e significativi di alfabetizzazione e di educazione”, 

A Matera nasce il 'Manifesto' per la sostenibilità ambientale. I giovani della cooperativa “Oltre l’arte” di Matera e gli spagnoli di “Manos Unidas” hanno presentato il “Manifesto” per la sostenibilità ambientale”: un documento di buone pratiche per i giovani, ma da far leggere e attuare anche dagli enti Locali.

Il parroco della Sacra Famiglia di racconta, tramite un video condiviso con i media vaticani, la chiamata di con il Pontefice, dopo l'ordine di evacuazione di Israele ai residenti di Gaza City: "Gli abbiamo detto che stiamo bene, che la situazione continua ad essere difficile”. “La maggior parte della popolazione non vuole andarsene”, spiega il sacerdote argentino, “in parrocchia ci sono circa 450 rifugiati, tra anziani, malati, bambini. Noi continuiamo a stare accanto a loro"

Tutte le operazioni umanitarie se possono servire ad aiutare a risolvere le crisi umanitarie sono utili". Lo dice il segretario di Stato vaticano Pietro Parolin, a proposito della Global Sumud Flotilla. "Chiediamo al Governo italiano di tutelare dei cittadini italiani qualora dovessero essere prelevati, sequestrati o incarcerati dagli israeliani. Non vogliamo le scorte, ma una interlocuzione diplomatica con Israele".

Rio de Janeiro sarà teatro del Forum dei leader locali della Cop30 dal 3 al 5 novembre, con un evento strategico che anticipa il vertice, consolidando la città come un centro importante dei dibattiti sul clima. È prevista la partecipazione di oltre 300 sindaci, autorità locali ed esperti per discutere soluzioni climatiche, mobilitare impegni e rafforzare il ruolo delle città e delle regioni come partner strategici nell'azione contro la crisi climatica.

Per la bontà che abita nei cuori e per coloro che si dedicano alla causa del bene: A te la lode e la gloria, O Signore: Gloria in excelsis Deo

Donaci, o Padre, di tenere lo sguardo fisso su Gesù e imparare da lui a scendere nel cuore dell’umanità per amare, non per dominare. Amen

Nm 21, 4-9 Fil 2, 6-11

Gv 3, 13-17

Gesù disse a Nicodemo:

«Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna.

Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna.

Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui».

***

I pochi versetti si trovano nel contesto del dialogo notturno tra Nicodemo e Gesù.

Sviluppa il tema delle tenebre e della luce già annunciato nel prologo: “...e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre e tenebre non l'hanno vinta – e ancora – Nessuno ha mai visto Dio; l'unico Figlio, che è rivolto presso il Padre, è lui che lo ha rivelato”.

Inoltre, le parole di Gesù rivelano un aspetto marcatamente universalistico - Dio infatti ha tanto amato il mondo ... non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato – mentre Nicodemo è figura marcatamente ancorata al giudaismo, ne è uno dei rappresentanti istituzionali. Egli intende “reclutare” Gesù alla causa farisaica, cioè la realizzazione di un progetto teocratico.

Per Gesù, un simile sistema è dominio, tenebra, chiusura, non vita, morte, vecchiume, soprattutto assenza di amore.

I versetti iniziali presentano un movimento spaziale molto caro alla tradizione biblica: “Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo”. Sono parole che evocano la dichiarata intenzione di Dio di liberare il suo popolo secondo Es. 3, 7-8 “Ho osservato la miseria del mio popolo in Egitto e ho udito il suo grido a causa dei suoi sovrintendenti: conosco le sue sofferenze. Sono sceso per liberarlo dal potere dell'Egitto e per farlo salire da questa terra verso una terra bella e spaziosa, verso una terra dove scorrono latte e miele”.

Il movimento del Figlio dell'uomo – salito, perché i fatti della pasqua sono già accaduti quando Giovanni scrive il suo vangelo – rivela un Dio che scende per solidarizzare, per liberare, per dare vita, non a un gruppo particolare ma a tutti, al mondo

Si tratta infatti di un Dio che ha amato il mondo. Qui il verbo amare è tipico di una madre che ama la creatura che ha generato. Ci troviamo quindi sul versante opposto della tradizione rappresentata da Nicodemo che, anziché amare, sostenere, approvare, dare vita ecc. intende dominare, imporre, vincere, sottomettere seppure alla legge divina. Il Padre di Gesù vuole vita eterna per l'umanità, vale a dire una qualità di vita piena nell'amore e nell'intelligenza, insomma tutto ciò che di bello e di buono si può desiderare per un figlio, per una figlia. Una qualità luminosa che in Esodo era espressa con l'immagine di una terra bella e spaziosa, una terra dove scorrono latte e miele.

La differenza tra la prospettiva di Dio e quella chiusa del sistema teocratico è tale che fa ricorrere Gesù ad un'altra immagine che troviamo nella peregrinazione del deserto: Nm. 21, 8-9. “come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo”. L'avvenimento è noto: il popolo che mormora viene colpito dal castigo dei serpenti velenosi, ma grazie alla mediazione di Mosé viene offerta la guarigione se si guarda al serpente che tiene in mano Mosè. Guardare l’innalzato è la condizione di guarigione.

Ora la via è guardare all'innalzato Gesù. Nella lettera agli Ebrei si parla dello sguardo fisso su Gesù per affermare la centralità di Cristo, l'unicità del vangelo.

Qui il Gesù innalzato è il Gesù crocifisso. Il suo innalzamento è, per così dire il massimo dell'abbassamento. Il massimo della solidarietà, dell'amicizia verso l'umanità. E questa solidarietà è luce, amore leale, vita. Non è dominio, imposizione, dottrina, dover essere ecc.

Sul crinale di questi due versanti, quello rappresentato da Nicodemo e quello rappresentato da Gesù, si gioca il crederci o il non crederci che, nel Vangelo, non corrisponde ad un'adesione della mente, significa invece posizionare la vita dalla parte di Gesù.

Allora il centro del testo da cui dipende tutto il resto è

Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna”.

Cioè, ha offerto la possibilità di una relazione basata sull'amore, su un incontro di vita, su una esistenza, non su un codice. È una relazione con il figlio perché tutti entrino nella figliolanza.

QUESTO FIGLIO CHE AMA E NON DOMINA (non toglie, non sottrae umanità ad alcuno, non chiede sacrificio della vita). Dà la vita per dare vita. In concreto, è un amore che tende alla promozione dell'altro. Nel Vangelo di Giovanni, questo amore che sostiene la piena promozione di umanità nelle persone è chiamato vita eterna.

Qui sta il giudizio, vale a dire il criterio di orientamento che, per chi lo accoglie è luce. Una comprensione delle cose totalmente altra rispetto a chi non l'accoglie, il quale, da solo si autoesclude dalla partecipazione a questa bella opportunità.

Gli illuminati da questa luce-visione, a loro volta ameranno (promuoveranno) gli altri, le cose, la terra. A tutto sanno dare vita affinché tutti e tutto esprimano il meglio della vita.

Salmo 77

Ascolta, popolo mio, la mia legge,

porgi l’orecchio alle parole della mia bocca.

Aprirò la mia bocca con una parabola,

rievocherò gli enigmi dei tempi antichi.

Quando li uccideva, lo cercavano

e tornavano a rivolgersi a lui,

ricordavano che Dio è la loro roccia

e Dio, l’Altissimo, il loro redentore.

Lo lusingavano con la loro bocca,

ma gli mentivano con la lingua:

il loro cuore non era costante verso di lui

e non erano fedeli alla sua alleanza.

Ma lui, misericordioso, perdonava la colpa,

invece di distruggere.

Molte volte trattenne la sua ira

e non scatenò il suo furore.

Meditazione Domenica XXIII C

 

Ricordiamo, o Signore, davanti a te

Afghanistan. Mentre nella nazione asiatica si susseguono le scosse di assestamento, cresce il numero delle vittime del drammatico terremoto dello scorso 31 agosto: oltre 2.200 morti e 4.000 feriti. Nelle aree montuose colpite dal sisma ancora in migliaia sotto le macerie mentre per le donne afghane vietate cure mediche ed ospedali

Onu, almeno 21.000 bambini a Gaza disabili a causa guerra. Circa 40.500 minori hanno subito ferite.

Il ministro della Sicurezza Nazionale israeliano Itamar Ben-Gvir ha presentato al governo un piano volto a fermare la Global Sumud Flotilla in base al quale tutti gli attivisti arrestati saranno trattenuti in detenzione prolungata - a differenza della precedente prassi - nelle prigioni israeliane di Ketziot e Damon, utilizzate per detenere i terroristi in condizioni rigorose tipicamente riservate ai prigionieri di sicurezza.

Disuguaglianze e repressione, l’Indonesia dei giovani in rivolta. Questa settimana la tensione è esplosa dando vita a un’ondata di disordini. Al centro della rabbia popolare ci sono le disuguaglianze crescenti e le prospettive economiche sempre più fragili Tutto questo nonostante l’Indonesia sia la più grande economia del Sud-Est asiatico

Emergenza nel Darfur. Tarasin tra frana e guerra. Nella regione del Sudan, dopo la catastrofe naturale che ha causato mille morti, continuano le ricerche dei dispersi tra difficoltà logistiche e mancanza di risorse. Un disastro “senza precedenti”, secondo le autorità locali, di cui c’è solo un superstite e che si inserisce nel contesto del conflitto in corso da due anni nel Paese

Nel 2024, la spesa per il riarmo dei 27 Stati membri dell’Unione europea ha raggiunto un livello record, toccando i 343 miliardi di euro. Una cifra senza precedenti. Lo evidenzia il rapporto annuale dell’Agenzia europea per la difesa (Eda). Il dato rappresenta un aumento significativo del 19% rispetto al 2023, portando la spesa complessiva all’1,9% del prodotto interno lordo europeo

Myanmar, la denuncia dell'Onu: escalation di violenze e distruzione

Un rapporto dell’Ufficio delle Nazioni Unite per i diritti umani rivela che, dal colpo di Stato del 2021, l’Arakan Army ha ucciso più di 7.000 persone, un terzo delle quali donne e bambini.

Continua a prenderti cura di noi, o Signore: Kyrie eleison


Aiutaci a riconoscere e a coltivare i semi di speranza

Colombe d’oro per la pace, premiati tre giornalisti palestinesi. Si è tenuta presso la Federazione Nazionale Stampa italiana la conferenza stampa relativa al Premio giornalistico internazionale Archivio Disarmo – Colombe d’oro per la p2025. Il prossimo 18 ottobre a Roma il Premio per la sezione mass media sarà consegnato a tre giornalisti palestinesi: Aya Ashour, Alhassan Selmi e Fatena Mohanna, tuttora a Gaza in attesa di visto per l’Italia

Malala: lottiamo tutti con coraggio per il diritto all’educazione. In un’intervista esclusiva ai media vaticani, il Premio Nobel per la Pace parla del suo impegno per l’istruzione delle ragazze attraverso il Malala Fund e riflette sul diritto ad andare a scuola per i bambini nei Paesi dilaniati dalla guerra. Malala sottolinea inoltre l’importanza del dialogo interreligioso nella promozione del diritto globale all’educazione.

Giornata internazionale della carità, l’impegno per i poveri nel ricordo di Madre Teresa. Il 5 settembre segna l’anniversario della morte della santa di Calcutta, onorata dalle Nazioni Unite con l’annuale ricorrenza. L’aiuto e il sostegno alle popolazioni indiane e pachistane stremate dalle alluvioni e ai profughi della Cambogia

Per la bontà che abita nei cuori e per coloro che si dedicano alla causa del bene: A te la lode e la gloria, O Signore: Gloria in excelsis Deo


Le tue parole, Signore, sono come pietre lanciate contro le più comuni e facili convenzioni! Grazie perché non illudi nessuno: il vangelo è una buona notizia che si paga con il sangue. Padre, che nessuno dimentichi mai che noi siamo seguaci dell'Ucciso perché fedele a sé stesso e a te. Amen.


Sap 9,13-18    Fm 1,9-10.12-17  


 Lc 14,25-33


In quel tempo, una folla numerosa andava con Gesù. Egli si voltò e disse loro:
«Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo.
Colui che non porta la propria croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo.
Chi di voi, volendo costruire una torre, non siede prima a calcolare la spesa e a vedere se ha i mezzi per portarla a termine? Per evitare che, se getta le fondamenta e non è in grado di finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo: “Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro”.
Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila? Se no, mentre l’altro è ancora lontano, gli manda dei messaggeri per chiedere pace.
Così chiunque di voi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo».

***

A stento ci raffiguriamo le cose terrestri, scopriamo con fatica quelle a portata di mano… Chi ha conosciuto il tuo pensiero, se tu non gli hai concesso la sapienza?” . Così si esprime un saggio ebreo che vive fuori dalla Palestina 40 – 50 anni prima di Cristo, l’autore della prima lettura. Egli ama confrontarsi con chi ha un altro punto di vista culturale e religioso diverso dal suo, su questioni importanti, come la conoscenza del senso delle cose e della vita. Naturalmente, quando i pensieri si muovono intorno a questi temi, sullo sfondo, affiora anche il senso religioso della vita. Ma qui, il nostro saggio ragiona in modo diverso dai suoi interlocutori: loro si ritengono capaci di spiegare come gira il mondo e il senso profondo delle cose, lui invece, avverte forte il senso del limite e perciò si apre ad una sapienza più grande e più profonda della sua. Come dire, se il Signore non accende il suo lume, noi restiamo nella notte. In altre parole, esiste una verità che sta oltre il senso e il buon senso comune; qualcosa che va contro corrente, che non appartiene spontaneamente al pensiero della maggioranza. Occorre compiere un salto di qualità.

“Se uno non odia suo padre, sua madre i suoi cari ecc…chiunque non rinunzia a tutti i suoi averi non può essere mio discepolo…”. Sono indubbiamente parole forti, che scuotono. Dette, tra l’altro, perché “molta gente andava con lui”. - Ma come. Tanti ti seguono e tu non sei contento? Non ti piace avere successo? Sembra che tu, invece di avvicinare, voglia allontanare le persone. Perché? - Verrebbe da chiedere proprio questo a Gesù.

Il Vangelo non è propaganda. Non è un prodotto del mercato religioso per gratificare il bisogno di sacralità. Di sacrale non c’è proprio nulla! C’è invece tutto di esistenziale.

Avere a che fare con Gesù, comporta un coinvolgimento radicale che esige il coraggio delle scelte fondate su priorità ben ponderate. In questa fase, il discepolo/a del Signore si sta incamminando verso l’adultità della fede. Non è una questione di poco conto, quindi!

È da questa prospettiva che possiamo comprendere “l’odio per il padre e la madre”. Il verbo usato non implica il sentimento di detestare i propri congiunti, come in un primo momento saremmo portati a credere. Qui, l’odio non ha una valenza emotiva. Indica piuttosto l’atteggiamento di chi tiene a distanza o di chi prende le distanze.

Non è forse profondamente vero che ogni processo di crescita verso la maturità necessita di distanziarsi da quei forti legami parentali che tendono inconsapevolmente a mantenerci chiusi in una relazione simbiotica?

È una proposta seria e liberante quella che ci propone Gesù.

Occorre interiorizzare la necessità di compiere un salto di qualità: “Se uno costruisce una torre…se un re deve affrontare una battaglia…”. Insomma, bisogna rendersi conto che appartenere a Cristo significa abbracciare una sapienza, una visione delle cose, delle scelte che hanno dei costi, che possono richiedere delle amputazioni. Ecco l’appello ad assumere la croce: “Chi non porta la propria croce e non viene dietro di me, non può essere mio discepolo”. La croce di cui parla Gesù non è la sofferenza fine a sé stessa, ma il prezzo che siamo chiamati a pagare per stare con il Vangelo. Davvero, quando queste parole venivano scritte per le comunità della chiesa delle origini, i cristiani venivano estromessi dalla società e perfino dalle famiglie e dai posti di lavoro. Allora uno si chiede: è sapiente, è saggio o è stupido accettare quest’ordine di cose? Gesù dice: apri gli occhi e valuta bene. Perché se mi appartieni soppeserai la vita in modo differente.

In fondo, quando Paolo rimanda indietro, all’amico Filemone, Onesimo e gli chiede di accoglierlo non più come schiavo ma come fratello (seconda lettura). Chiede a Filemone di valutare le cose in un modo differente dal pensiero comune che accettava un rapporto di lavoro modellato sui criteri della schiavitù. Se Filemone ha accettato il punto di vista di Paolo, cioè del Vangelo, cambia e ci rimette: non ha più uno schiavetto a suo servizio per disporre come crede. Perde uno schiavo, rimette in termini di produttività, ma guadagna un fratello. È passato ad una sapienza diversa dall’opinione corrente del suo tempo. Ci ha rimesso, ha portato la croce. Sono scelte per cui bisogna pensarci bene.


Salmo 89

Tu fai ritornare l’uomo in polvere,
quando dici: «Ritornate, figli dell’uomo».
Mille anni, ai tuoi occhi,
sono come il giorno di ieri che è passato,
come un turno di veglia nella notte.

Tu li sommergi:
sono come un sogno al mattino,
come l’erba che germoglia;
al mattino fiorisce e germoglia,
alla sera è falciata e secca.

Insegnaci a contare i nostri giorni
E acquisteremo un cuore saggio.
Ritorna, Signore: fino a quando?
Abbi pietà dei tuoi servi!

Saziaci al mattino con il tuo amore:
esulteremo e gioiremo per tutti i nostri giorni.
Sia su di noi la dolcezza del Signore, nostro Dio:
rendi salda per noi l’opera delle nostre mani,
l’opera delle nostre mani rendi salda.


 


Ricordiamo, O Signore, davanti a te

Nel Paese caraibico di Haiti i minori sono vittime dirette delle gang, con abusi, reclutamento e omicidi in aumento. È allarmante l’aumento quasi del 700 per cento dei casi di reclutamento e sfruttamento di bambini».

Sudan. La città sudanese di El Fasher è sotto assedio da oltre 500 giorni, con civili intrappolati senza aiuti. I bambini subiscono uccisioni, fame e mancanza di cure, mentre ospedali e scuole vengono bombardati. La crisi è aggravata da una grave epidemia di colera. In questo contesto un nuovo raid dei paramilitari ha causato almeno 24 morti e 55 feriti

Gaza, altri 5 giornalisti uccisi in un raid sull'ospedale Nasser. Almeno 20 i civili vittime dell'attacco alla struttura sanitaria nell'area di Khan Yunis. Fa discutere la campagna di Israele che ha inviato 10 influencer a Gaza per smentire con video postati sui social lo stato di carestia della popolazione, come invece ha denunciato l'Onu.

Sempre più critica la condizione delle donne nel Sahel (Africa subsahariana): Dai rapimenti ai matrimoni precoci, alle mutilazioni genitali, fino all'esclusione dalle scuole e dalla vita pubblica, le loro opportunità vengono costantemente ridotte.

Naufragio in Mauritania, i morti accertati salgono a 69. A bordo 160 persone, 17 sopravvissuti tratti in salvo.

Pakistan, 150mila evacuati per le inondazioni. Gli ultimi due mesi, le piogge monsoniche hanno ucciso 799 persone e ne hanno ferite altre 1080 in diverse parti del Paese.

Almeno 841 persone sono state giustiziate in Iran dall'inizio dell'anno fino al 28 agosto. "L'elevato numero di esecuzioni indica un modello sistematico di utilizzo della pena di morte come strumento di intimidazione da parte dello Stato.

Coprifuoco per i minori di 14 anni a Casal di Principe. Lo stabilisce un’ordinanza che invita «i genitori, tutori legali o altri adulti responsabili ad evitare che i minori di anni 14 circolino, sostino o frequentino spazi pubblici e luoghi aperti al pubblico all’interno del territorio comunale senza essere accompagnati dalle ore 24 alle 6». Per i ragazzi nel paese di don Diana è una sconfitta. Fa dunque molto male leggere del “coprifuoco” destinato proprio a loro.

Continua a prenderti cura di noi, o Signore: Kyrie eleison


Aiutaci a riconoscere e a coltivare i semi di speranza

A fine agosto decine di imbarcazioni civili si stanno preparando a salpare da diversi porti del Mediterraneo per raggiungere la Striscia. Si tratta della “Global Sumud Flotilla”, la più vasta flottiglia civile e non violenta mai organizzata, un’azione di solidarietà che vuole essere anche una dichiarazione forte e chiara della società civile: l’assedio di Gaza è un crimine e il massacro in corso è un genocidio e le donne e gli uomini del mondo non intendono esserne complici.

Cristiani, musulmani ed ebrei per la pace: "Bisogna arginare l'odio". Da Roma un appello che risuona soprattutto per il Medio Oriente, teatro di conflitti e tensioni, con la proposta di un incontro tra vescovi, rabbini e imam in Italia che sia “diretto, non convenzionale né confessionale, per testimoniare insieme una responsabilità comune”. Con queste parole che prende avvio l’appello interreligioso diffuso a Roma e promosso dai rappresentanti delle comunità ebraiche, cristiane e musulmane di tutta Italia. 

Sant'Egidio, al via il Global Friendship dei giovani per la pace. Fino al 30 agosto, a Roma, oltre 1200 ragazzi e ragazze da tutta Europa e dalle zone più estreme di conflitto vivranno momenti di incontro, dibattito e riflessione incentrati sulla riconciliazione e la speranza. Domenica sera previsto uno spettacolare flashmob al Pantheon e sabato il pellegrinaggio alla Basilica di San Pietro.

Gaza, padre Romanelli: restiamo accanto a chi soffre come ci chiede il Signore. Il parroco e gli altri religiosi della Sacra Famiglia nella Striscia scelgono di continuare a “servire chi è nel bisogno, gli anziani, i malati”. La guerra prosegue e i bombardamenti non cessano, le persone hanno bisogno di tutto, ma, dice ai media vaticani il religioso, “siamo nelle mani del Signore e abbiamo fiducia che, con l’aiuto di tante persone buone nel mondo, questo si fermerà”

Per la bontà che abita nei cuori e per coloro che si dedicano alla causa del bene: A te la lode e la gloria, O Signore: Gloria in excelsis Deo

Tu che, nella notte dell'ultima cena, hai detto: “Non siate come i capi di queste nazioni che signoreggiano e dominano e poi si fanno chiamare perfino benefattori”, almeno chi siede al banchetto della tua mensa nella Chiesa sia immune da questa epidemia di titoli, onorificenze e carriere, ma sia come un fanciullo gioioso di seguirti. Amen

Sir. 3,17-18.20.28-29; Eb. 12,19-20.22-24;

Lc.14,1.7-14

Avvenne che un sabato Gesù si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano a osservarlo.
Diceva agli invitati una parabola, notando come sceglievano i primi posti: «Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché non ci sia un altro invitato più degno di te, e colui che ha invitato te e lui venga a dirti: “Cedigli il posto!”. Allora dovrai con vergogna occupare l’ultimo posto. Invece, quando sei invitato, va’ a metterti all’ultimo posto, perché quando viene colui che ti ha invitato ti dica: “Amico, vieni più avanti!”. Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali. Perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato».
Disse poi a colui che l’aveva invitato: «Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici né i tuoi fratelli né i tuoi parenti né i ricchi vicini, perché a loro volta non ti invitino anch’essi e tu abbia il contraccambio. Al contrario, quando offri un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti».

***

È una parola che invita alla sapienza quella di Ben Sira, l’autore della prima lettura. Sapienza di chi sa conoscere la realtà delle cose, delle persone e di sé stessi per ciò che è. In fondo, questo atteggiamento di “verità” viene anche chiamato “umiltà”. L’umiltà non è una visione minimale e cupa di noi stessi e della realtà, ma autentica; deriva da “humus” terreno. È un sapere la vita terra terra.

È invece più facile di quanto pensiamo entrare nei processi di autoinganno; sia perché ci abbandoniamo ad immaginazioni non vere di noi, sia perché altri, attraverso ruoli o titoli che ci attribuiscono, ci fanno indossare un vestito che non corrisponde alla nostra taglia. In realtà non siamo né nani, né giganti. In noi esseri umani c’è il bene e c’è il male, l’armonia e la disarmonia, aspetti riusciti e aspetti feriti, la pienezza della maturità e l’immaturità radicale.

Quando questa nostra verità la viviamo davanti al Signore, nel senso che lui e noi sappiamo come stanno realmente le cose, l’umiltà diventa un atteggiamento religioso perché si apre a colui ti salva. È la base della relazione con Dio. Se infatti dal medico esponi la tua situazione con chiarezza, è probabile individuare la terapia adeguata; se invece vuoi sentirti confermato nella tua immaginazione di essere un atleta quando non lo sei affatto, le conseguenze sono facilmente immaginabili.

Sii modesto…così troverai grazia davanti al Signore”.

Infine è questa sapienza del cuore che rende l’uomo attento – “Una mente saggia medita le parabole, un orecchio attento è quanto desidera il saggio – e sensibile agli altri: “L’elemosina espia i peccati”. Sono espressioni semplici e forse semplicistiche, se vogliamo, ma nella loro semplicità, stanno ad indicare chela persona umile, cioè vera, è più umana.

Ecco tracciato così il solco per un’adeguata comprensione della parola evangelica.

Ancora una volta, Gesù parte da una circostanza concreta per manifestare l’azione di Dio nella vita dell’uomo, cioè il Regno e la sua logica. Non si tratta di una lezione di galateo per chi è invitato a cena. A partire da ciò che vede, Gesù fa un paragone tra la mentalità mondana e lo stile di Dio. La prima, sceglie di primeggiare; sceglie il “primo posto”; Dio, compie un capovolgimento radicale e sceglie l’ultimo posto.

Dietro queste espressioni e soprattutto in “chi si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato”, Noi intravediamo il cammino stesso di Gesù, l’umiliato, e perciò esaltato dal Padre.

Occupare l’ultimo posto diventa anche il cammino di colui che vuole essere di Cristo. Il posto della comunità cristiana è “in fondo la fila, in compagnia degli uomini e delle donne che camminano”. Non nelle sale dei bottoni, non nelle lobby dei politici, delle finanze, non ai grandi tavoli dell’intelligencija…ma in compagnia di chi non ha voce in capitolo perché tanto non viene ascoltato. Il Vangelo è estremamente chiaro: Dio compie una scelta preferenziale per chi è in difficoltà di fronte alla vita.

La seconda parabola, quella di chi si trova ad essere non più invitato ma invitante, rivela l’altra faccia della medaglia dell’amore di Dio per l’umanità: non solo la sua scelta cade sull’ultimo posto, ma è sostenuta da criteri assolutamente gratuiti. Il criterio del merito è assolutamente bandito nel Regno. È falso. Infatti, anche quelle cose che noi chiamiamo meriti, a pensarci bene, non sono che doni ricevuti. La gratuità appartiene alla logica del Regno, non la meritocrazia.

Sentiamo che questa parola ci consola, perché annunciandoci un Dio che sceglie come area preferenziale le zone dell’umanità ferita, abbiamo un posto di onore nel cuore di Dio. Tuttavia, è anche una parola che ci giudica, che ci chiama a conversione perché mette in crisi quella mentalità mondana che si alimenta di competizione, di apparenze, di ricerca di successo e di volontà di potenza. Questo avviene sia nei rapporti sociali, sia a livello di relazioni interpersonali.

Verso quali di questi due versanti ci sentiamo maggiormente attratti? Forse a parole approviamo le scelte evangeliche ma, col cuore, seguiamo ben altre strade.

Chiediamo al Signore di liberarci e di liberare la sua Chiesa dalle ingannevoli strade mondane.

Ritorna anche questa domenica l’immagine della mensa. È la mensa dell’eucaristia che celebriamo. In essa ci nutriamo, oltre che della parola della vita, anche del corpo e sangue di Gesù. Enfaticamente la seconda lettura direbbe: “Vi siete avvicinati al monte Sion, alla città del Dio vivente, all’assemblea dei primogeniti…” Di fatto ci nutriamo di Gesù, cioè comprendiamo la vita di Gesù e i suoi criteri di vita. Preghiamo allora perché lo Spirito santo ci dia di assimilare in noi i pensieri, i sentimenti e gli atteggiamenti del Signore.


Salmo 67

I giusti si rallegrano,

esultano davanti a Dio

e cantano di gioia.

Cantate a Dio, inneggiate al suo nome:

Signore è il suo nome.

Padre degli orfani e difensore delle vedove

è Dio nella sua santa dimora.

A chi è solo, Dio fa abitare una casa,

fa uscire con gioia i prigionieri.

Pioggia abbondante hai riversato, o Dio,

la tua esausta eredità tu hai consolidato

e in essa ha abitato il tuo popolo,

in quella che, nella tua bontà,

hai reso sicura per il povero, o Dio.


Meditazione Domenica XXI C

 


Ricordiamo, O Signore, davanti a te

Il Premier israeliano, Benjamin Netanyahu, ha fatto sapere di aver approvato, in via definitiva, il piano d’occupazione di Gaza City. Almeno 800.000 persone migreranno progressivamente a sud, un esodo che si ingrosserà all’intensificarsi dei bombardamenti, allo stringersi dell’assedio. 

Gli operatori umanitari uccisi nel mondo nell’anno 2024, viene ufficializzato che il numero più alto dei morti, 185 su un totale globale di 383, si registra proprio a Gaza, nella guerra tra Israele e Hamas.

Nigeria, sono più di 50 i morti dell'attentato alla moschea. Nel Paese africano si susseguono gli attacchi legati alla lotta tra allevatori e contadini per il controllo delle risorse naturali.

Curtis Windom, condannato a morte: “Ti dico che sono vivo ma non so per quanto". L’uomo, afroamericano con accertata disabilità mentale, è detenuto nel carcere della Florida e per il 28 agosto è attesa la sua esecuzione.

 Piogge torrenziali e alluvioni senza precedenti stanno devastando il Pakistan e la regione intera. Mancano cibo e acqua potabile, mentre gli interventi di soccorso sono ostacolati dai danni alle infrastrutture viarie.  Dall’inizio della stagione, il 26 giugno, almeno 748 persone sono morte e 978 sono rimaste ferite.

In Tunisia aumentano le discriminazioni di genere'. Lo denuncia associazione per i diritti nella Festa della Donna. L’associazione denuncia l'aumento della discriminazione, della violenza e delle violazioni delle libertà, in particolare con l'incarcerazione di numerose attiviste per le loro opinioni o il loro impegno civico.

Continua a prenderti cura di noi, o Signore: Kyrie eleison


Aiutaci a riconoscere e a coltivare i semi di speranza

La pace non è meramente un conseguimento umano, bensì un segno della presenza del Signore tra noi” e “ciò è sia una promessa sia un compito, poiché i seguaci di Cristo sono chiamati a diventare artefici di riconciliazione”. Leone XIV inquadra in questo modo la missione comune di tutti i cristiani in un mondo che “presenta le cicatrici profonde del conflitto, della disuguaglianza, del degrado ambientale e di un crescente senso di disconnessione spirituale”. I cristiani sono chiamati “ad affrontare la divisione con coraggio, l’indifferenza con la compassione, e a portare guarigione dove ci sono state ferite”.

Il cardinale Pizzaballa: anche in Terra Santa i cuori possono cambiare. La speranza del patriarca di Gerusalemme dei Latini espressa alla vigilia della giornata di digiuno e preghiera indetta dal Papa per venerdì 22 agosto: la forza della preghiera è quella di aprire le persone alla fiducia, al desiderio di costruire il bene, anche in un luogo dove in questo momento riconoscere l’altro è quasi impossibile.

Nel ricordo di frère Roger, "esempio di riconciliazione ancora attuale per il mondo". Ucciso nel 2005 durante la preghiera serale, il fondatore della comunità cristiana monastica ecumenica internazionale continua ad essere un esempio di pace e riconciliazione. Il priore, frère Matthew: "La nostra realtà fu fondata durante il secondo conflitto mondiale e questo ci ha insegnato a farci vicini a tutti i popoli che soffrono, come quelli dell’Ucraina e della Terra Santa”

Una nuova nave per "migliorare le missioni di soccorso in mare". Così don Mattia Ferrari, cappellano di Mediterranea Saving Humans, descrive Mediterranea Ship, la nuova imbarcazione dell'ong, che ha iniziato ufficialmente la sua missione sabato 16 agosto. Si tratta di una nave più grande di quella usata precedentemente, che permette di ospitare sia più equipaggio e sia di salvare più persone. A bordo della nave è presente, inoltre, un ospedale per prestare dunque il primo soccorso ai migranti che vengono recuperati dalle acque.


Per la bontà che abita nei cuori e per coloro che si dedicano alla causa del bene: A te la lode e la gloria, O Signore: Gloria in excelsis Deo

Signore, Dio grande e buono, donaci di coltivare una visione grande di te: tu sei capace di far diventare vicini tutti i lontani. Nessuno è escluso dalla gioia di sedere con tutti gli altri alla mensa della vita. Allontana dal nostro cuore ogni sentimento che ci possa separare dagli altri. Donaci di entrare nella mentalità del vangelo. Amen.



Is. 66,18-21; Eb. 12,5-7.11-13;

Lc.13, 22-30


Gesù passava insegnando per città e villaggi, mentre era in cammino verso Gerusalemme.

Un tale gli chiese: «Signore, sono pochi quelli che si salvano?».

Disse loro: «Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, io vi dico, cercheranno di entrare, ma non ci riusciranno.

Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, voi, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: “Signore, aprici!”. Ma egli vi risponderà: “Non so di dove siete”. Allora comincerete a dire: “Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze”. Ma egli vi dichiarerà: “Voi, non so di dove siete. Allontanatevi da me, voi tutti operatori di ingiustizia!”.

Là ci sarà pianto e stridore di denti, quando vedrete Abramo, Isacco e Giacobbe e tutti i profeti nel regno di Dio, voi invece cacciati fuori.

Verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e siederanno a mensa nel regno di Dio. Ed ecco, vi sono ultimi che saranno primi, e vi sono primi che saranno ultimi».


***


Passava per città e villaggi, insegnando, mentre camminava verso Gerusalemme”. Con queste parole si apre il brano evangelico di questa domenica. In questa sezione del Vangelo secondo Luca, più volte viene richiamata la meta conclusiva del cammino di Gesù: Gerusalemme. Là egli darà compimento al suo cammino e, strada facendo, insegna ai discepoli certe cose per indicare che anche per loro la vita evangelica è un cammino nel quale avvengono certi cambiamenti. Così è anche per noi.

A Gerusalemme infatti assistiamo, non solo ad un cambiamento, ma ad un capovolgimento: l’escluso, l’eretico, il senza Dio, secondo la religione ufficiale, è stato scelto da Dio come manifestazione della sua presenza che salva e della sua gloria. Un capovolgimento dunque dovrà pur avvenire anche nella vita di coloro che si dicono di Cristo perché suoi discepoli e discepole.

L’occasione, come già altre volte, prende l’avvio da una domanda che parte da uno dei presenti: “Signore, sono pochi quelli che si salvano?”. È una domanda circa la salvezza. La risposta non corrisponde alla domanda e, da buon orientale, Gesù ricorre all’uso dell’immagine e della drammatizzazione: la porta stretta, il padrone che si alza a chiuderla, gli altri che presentano le credenziali ecc.

La porta stretta dunque, non viene ad esprimere un’alta percentuale di selezione ma l’esortazione ad entrare in uno sforzo (sforzatevi), in una tensione, in un supplemento di impegno per accogliere la nuova mentalità di cambiamento – capovolgimento dell’agire di Dio.

Al di là della porta infatti ci sta una mensa. Gente che viene da tutte le parti, da tutte le culture, da tutti gli usi e costumi, quindi tantissimi!

Nel regno, ovvero nel modo di vedere ed agire di Dio, non esiste la logica dell’esclusione ma dell’inclusione: attorno a questa mensa c’è posto per tutti.

Invece, la proiezione di Dio secondo le persone religiose, talvolta, fa porre dei paletti di confine tra meritevoli e non meritevoli, buoni e cattivi, santi e peccatori, religiosi e senza Dio. Sono i controlli su Dio messi in atto dagli apparati religiosi attraverso la dottrina, i codici di comportamento, i riti e le loro regole, i sistemi di mediazione e il potere esercitato sulle coscienze. Naturalmente, queste persone o le istituzioni religiose si collocano tra i vicini a Dio e gli altri, quelli che non appartengono alla loro cerchia, sono i lontani.

Ma a Gerusalemme, esattamente fuori dalle mura, morirà uno per tutti quelli che stanno fuori dalle mura.

Già il profeta della prima lettura aveva intuito questo agire inclusivo di Dio: perfino tra i pagani mi sceglierò leviti e sacerdoti! È un’affermazione molto ardita perché viene ad affermare che nessuno può considerarsi mediatore tra Dio e l’uomo perché egli troverà comunque le vie per entrare in contatto con tutti.

Cosa ci dice allora questa parola? Ci dice che possiamo aver due atteggiamenti religiosi. Uno, è ideologico più che religioso perché si preoccupa di stabilire bene i confini sicuri della dottrina. E così, viene fissato ciò che è giusto, santo, retto, religioso, ortodosso. Chi è al di fuori appartiene alla massa dannata a cui vengono offerte poche possibilità di salvezza, se non quella controllata dal sistema religioso codificato! Stiamo attenti, perché la storia ci ha ampiamente dimostrato che l’ideologia, anche l’ideologia religiosa non solo quella atea, tende a mettere in croce gli altri. Gesù invece, non ha messo in croce nessuno, ma lui ha donato se stesso per le moltitudini!

L’altro atteggiamento è quello di fede. Aperto al mistero di un Dio che si rivela sorprendente in Gesù Cristo, eccedente nella tenerezza. Un Dio che fa diventare vicini tutti i lontani:

” Verrò a radunare tutti i popoli”.

È l’atteggiamento di chi coltiva una grande opinione di Dio perché egli è capace di entrare in quelle situazioni, che umanamente reputiamo impossibili e lontane, per riscattarle e trasformarle.

Questo brano del vangelo veniva proclamato nella comunità di Luca, una chiesa tutta attenta alla missione e, proprio perché attenta, sapeva coltivare questi atteggiamenti di apertura, di dialogo e di confronto; capace di ascoltare tutti e di accogliere la storia di tutti.

Noi oggi, giorno del Signore in cui celebriamo il capovolgimento che Dio ha operato nella Pasqua del Cristo, vorremmo trovarci oltre la porta stretta, ovvero attorno alla mensa. Da questa mensa non vogliamo uscire con la mentalità di chi esclude gli altri; di chi si accaparra il piccolo dio della civiltà occidentale, tutto per sè e a sostegno dei propri interessi, di chi divide il mondo in giusti ed ingiusti per collocarci nella falsa sicurezza di essere dalla parte della giustizia. In altre parole, non vorremmo trovarci laddove vi è “pianto e stridore di denti”. Un’espressione tipica della Bibbia (cfr. salmo 37) per indicare il sentimento di invidia degli empi verso quegli onesti e retti di cuore che hanno capito e accolto nella loro esperienza di vita i “rovesciamenti del Vangelo”.


Salmo 116 (117)

1 Lodate il Signore, genti tutte

terre tutte, cantate la sua lode.

2 È forte il suo amore per noi

la fedeltà del Signore è per sempre.

Alleluja!


Meditazione Domenica XX C

 


Ricordiamo, O Signore, davanti a te

       Gaza, cento Ong contro Israele: basta usare la fame come arma. Aumenta il numero di morti palestinesi per attacchi e per malnutrizione, mentre un gruppo di organizzazioni non governative denuncia l’impossibilità di consegnare gli aiuti umanitari. Intanto, il ministro israeliano Smotrich dà il via a 3.400 insediamenti in Cisgiordania.

       Non è definitivo il bilancio che parla di almeno 20 morti per l’ultimo drammatico naufragio a largo di Lampedusa, a circa 14 miglia a sud-sud-ovest dell’isola siciliana, quando un barchino con a bordo 97 persone si sarebbe ribaltato dopo aver imbarcato per ore acqua.

Sono più di trecento, secondo le autorità locali, le morti accertate nel nord-ovest del Pakistan dopo due giorni di intense piogge. Centinaia i dispersi, anche in zone remote.

Indignazione della comunità internazionale per l’uccisione di sei giornalisti a Gaza
Dopo le accuse di Israele sulla presenza di terroristi nel gruppo dei reporter uccisi, l'Onu chiede un’indagine indipendente su quanto accaduto.

Afghanistan, l'incubo taleban compie 4 anni. Le donne? Nel Paese c'è un vero e proprio apartheid di genere. Gli ex studenti coranici hanno vietato l’istruzione femminile dalla fine delle elementari. Soraya impartiva ugualmente lezioni alle studentesse delle superiori in una “scuola clandestina”. per un po’ ci hanno lasciato fare per non irritare il consiglio degli anziani che ci proteggeva. Poi, un anno fa sono cambiate le autorità locali. E un mese dopo hanno fatto irruzione ei hanno arrestati tutti».

Continua a prenderti cura di noi, o Signore: Kyrie eleison


Aiutaci a riconoscere e a coltivare i semi di speranza

Intervento del Cardinale e Arcivescovo di Napoli: Domenico Battaglia.

"E voi che sprofondate nelle poltrone rosse dei parlamenti, abbandonate dossier e grafici: attraversate, anche solo per un’ora, i corridoi spenti di un ospedale bombardato; odorate il gasolio dell’ultimo generatore; ascoltate il bip solitario di un respiratore sospeso tra vita e silenzio, e poi sussurrate – se ci riuscite – la locuzione «obiettivi strategici».

Il Vangelo – per chi crede e per chi non crede – è uno specchio impietoso: riflette ciò che è umano, denuncia ciò che è disumano.

Se un progetto schiaccia l’innocente, è disumano.

Se una legge non protegge il debole, è disumana.

Se un profitto cresce sul dolore di chi non ha voce, è disumano.

E se non volete farlo per Dio, fatelo almeno per quel poco di umano che ancora ci tiene in piedi.

Quando i cieli si riempiono di missili, guardate i bambini che contano i buchi nel soffitto invece delle stelle. Guardate il soldato ventenne spedito a morire per uno slogan. Guardate i chirurghi che operano al buio in un ospedale sventrato. Il Vangelo non accetta i vostri comunicati “tecnici”. Scrosta ogni vernice di patria o interesse e ci lascia davanti all’unica realtà: carne ferita, vite spezzate.

Non chiamate «danni collaterali» le madri che scavano tra le macerie.

Non chiamate «interferenze strategiche» i ragazzi cui avete rubato il futuro.

Non chiamate «operazioni speciali» i crateri lasciati dai droni.

Togliete pure il nome di Dio se vi spaventa; chiamatelo coscienza, onestà, vergogna. Ma ascoltatelo: la guerra è l’unico affare in cui investiamo la nostra umanità per ricavarne cenere. Ogni proiettile è già previsto nei fogli di calcolo di chi guadagna sulle macerie. L’umano muore due volte: quando esplode la bomba e quando il suo valore viene tradotto in utile.

Finché una bomba varrà più di un abbraccio, saremo smarriti. Finché le armi detteranno l’agenda, la pace sembrerà follia. Perciò, spegnete i cannoni. Fate tacere i titoli di borsa che crescono sul dolore. Restituite al silenzio l’alba di un giorno che non macchi di sangue le strade.

Tutto il resto – confini, strategie, bandiere gonfiate dalla propaganda – è nebbia destinata a svanire. Rimarrà solo una domanda:

«Ho salvato o ho ucciso l’umanità che mi era stata affidata?».

Che la risposta non sia un’altra sirena nella notte.

Convertite i piani di battaglia in piani di semina, i discorsi di potenza in discorsi di cura. Sedete accanto alle madri che frugano tra le macerie per salvare un peluche: scoprirete che la strategia suprema è impedire a un bambino di perdere l’infanzia. Portate l’odore delle pietre bruciate nei vostri palazzi: impregni i tappeti, ricordi a ogni passo che nessuno si salva da solo e che l’unica rotta sicura è riportare ogni uomo a casa integro nel corpo e nel cuore.

A noi, popolo che legge, spetta il dovere di non arrenderci. La pace germoglia in salotto – un divano che si allunga; in cucina – una pentola che raddoppia; in strada – una mano che si tende. Gesti umili, ostinati: “tu vali” sussurrato a chi il mondo scarta. Il seme di senape è minimo, ma diventa albero. Così il Vangelo: duro come pietra, tenero come il primo vagito. Chiede scelta netta: costruttori di vita o complici del male. Terze vie non esistono".

Per la bontà che abita nei cuori e per coloro che si dedicano alla causa del bene: A te la lode e la gloria, O Signore: Gloria in excelsis Deo


Spirito Santo, presente in ogni essere, tu ci doni la libertà e la spontaneità. Tu ridoni il gusto della vita a quelli che lo perdono.

Vieni a liberare dallo scoraggiamento. Amen


Gr. 38,4-6.8-10 Eb. 12,1-4

Lc. 12,49-57

Gesù disse ai suoi discepoli:

«Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso! Ho un battesimo nel quale sarò battezzato, e come sono angosciato finché non sia compiuto!

Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione. D’ora innanzi, se in una famiglia vi sono cinque persone, saranno divisi tre contro due e due contro tre; si divideranno padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera».

***

Si metta a morte Geremia, appunto perché quest’uomo scoraggia i guerrieri che sono rimasti in città…”. Dev’esserci stata una tensione che si tagliava col coltello se, per farlo tacere l’hanno calato giù nella cisterna, nella melma.

La retorica della guerra non è solo dei nostri giorni, anche ai suoi giorni ci si riempiva la bocca di parole come combattere, vittoria, eroismo, difesa ecc. Geremia aveva la colpa di dire come stavano veramente le cose: “Il pericolo non è Nabucodonosor, ma l’ingiustizia e la corruzione del nostro sistema. È inutile attribuire la colpa all’esterno quando la causa della catastrofe l’abbiamo prodotta noi assecondando le scelte scellerate di chi comanda”.

Gli uomini di Dio, i profeti, non annunciano lo stare in pace nel senso della tranquilla spensieratezza, ma quella pace che scaturisce dalla giustizia e dalla verità.

La Parola di Dio non promette balocchi. Ci chiede invece di prendere parte alla tensione insita in ogni processo di trasformazione e di liberazione.

Veramente la tensione attraversa tutti i testi della Parola che la liturgia di questa domenica ci consegna.

Correre con lo sguardo fisso su Gesù” (2lettura). La corsa è un’immagine di movimento che toglie quasi il respiro. Non c’è nulla di tranquillo. Toglie quasi il respiro. Non puoi lasciarti distrarre da nulla per avere lo sguardo fisso su Gesù. Tanto a dire che l’esperienza del Vangelo suscita una forza di attrazione irresistibile.

Eppoi, “Sono venuto a gettare il fuoco”. Gettare, non appiccare, non portare il fuoco, ma “gettare”. Avvertiamo quasi una forza d’urto che s’impatta contro qualcosa.

Secondo me questa parola mette in evidenza quale è il nostro rapporto con la Parola, con il Vangelo, con Gesù. Gesù e il suo Vangelo non sono una dottrina che tu assimili e magari memorizzi, oppure la ritualizzi. Gesù ti scotta, ti brucia, ti scompone, ti metti a nudo come persona e come società, come modo di pensare. Ti scompone, ti mette in discussione. Contaminarci, raggiungerci in profondità, prendere sul serio la nostra vicenda umana e coinvolgerci nella sua stessa passione per l’umano e la sua storia è ciò che appassiona Gesù. Gesù sa che quando si sceglie ci sono delle conseguenze da cui non ci si può chiamare fuori. Si deve entrarci dentro: Nel linguaggio di Gesù tutto ciò viene chiamato battesimo che, appunto, significa immersione. “Ho un battesimo nel quale sarò battezzato (ho una situazione da affrontare nella quale intendo immergermi totalmente e come sono in apprensione fino che non mi ci immergo) e come sono angosciato finché non sia compiuto”.

È un’esigenza profonda del suo cuore.

In una casa saranno due contro tre e tre contro due…”. Sono parole che nella loro semplice immediatezza ci dicono, e vogliono farci comprendere, che il Vangelo non è una cosina che i cristiani ascoltano nelle chiese, tanto per prendere parte ad una consuetudine religiosa e poi si passa ad altro.

Implica delle prese di posizione, delle scelte, dei confronti che possono essere anche molto dolorosi persino sotto il profilo dei legami familiari.

Il Card. N’zapalainga Diuedonné, di Bangui – Centrafrica, che fu ospite a Sezano, ci testimoniava che il suo dedicarsi alla causa della pace nel suo tormentato paese, significa per lui inimicarsi gruppi e persone che vivono e prosperano grazie alla guerra e la violenza.

Stare con il Vangelo non comporta dei vantaggi economici o il successo nella soluzione dei problemi, ma aspettati diffidenze e incomprensioni persino all’interno dei legami famigliari.

Se esistono reazioni e forse anche divisioni, è segno che il Vangelo è una realtà viva. Dietro questi linguaggi, non è difficile intravedere la realtà della chiesa delle origini in cui coloro che aderivano al vangelo si trovavano spesso emarginati, non solo dalla società, ma dalla stessa parentela. Oggi Gesù ci direbbe: voi conoscete tante cose; conoscete le tendenze dei mercati; sapete cosa conviene fare e chi adulare per fare carriera; dove stanno i vostri interessi o le perdite. Perché, se siete tanto esperti in queste cose, non sapete compiere scelte di felicità, di positività, di relazioni autentiche, di pace, di dialogo, di rispetto, di speranza…perché non avete il coraggio di accendere il fuoco per riscaldare e illuminare l’umanità. No. Voi dite invece che scegliere queste cose è contro la modernità...contro il realismo...Quando diventerete capaci di ragionare e assumere i criteri del Regno?



Salmo 39

Ho sperato, ho sperato nel Signore,
ed egli su di me si è chinato,
ha dato ascolto al mio grido.

Mi ha tratto da un pozzo di acque tumultuose,
dal fango della palude;
ha stabilito i miei piedi sulla roccia,
ha reso sicuri i miei passi.

Mi ha messo sulla bocca un canto nuovo,
una lode al nostro Dio.
Molti vedranno e avranno timore
e confideranno nel Signore.

Ma io sono povero e bisognoso:
di me ha cura il Signore.
Tu sei mio aiuto e mio liberatore:
mio Dio, non tardare.


Meditazione Domenica XIX C

 


Ricordiamo, O Signore, davanti a te

Sudan, oltre 1.500 morti nel massacro di Zamzam. Bambini a rischio fame. La strage, che si sarebbe consumata tra l’11 il 14 aprile scorsi nel Darfur settentrionale e di cui si è avuta conferma solo in questi giorni.

In diversi paesi dell’Asia i monsoni hanno provocato la morte di oltre 130 bambini e nelle Filippine, oltre 1.350 aule scolastiche sono state completamente distrutte.

Gaza. Ancora decine di morti mentre attendevano la distribuzione degli aiuti. Intanto si infiamma lo scontro tra governo israeliano ed esercito in merito all'approvazione del piano di occupazione di Gaza.

Caracas, arrestata e scomparsa l’attivista Martha Lía Grajales, dopo aver partecipato a una protesta di fronte alla sede dell'Onu in sostegno delle madri dei prigionieri politici. Grajales era già stata aggredita da paramilitari chavisti tre giorni fa.

L'imponente ghiacciaio Perito Moreno, un vero e proprio monumento naturale che costituisce oggi la maggiore attrazione turistica della Patagonia argentina, affronta seri rischi a causa del cambiamento climatico. Il ghiacciaio, dichiarato patrimonio dell'umanità dall'Unesco, si è ritirato in alcuni punti fino a 800 metri mentre anche il suo spessore si va assottigliando.

Sono almeno 68 i morti da maggio in diversi ospedali dell'Argentina per la somministrazione di fentanyl contaminato con un micidiale batterio. Decine di decessi occorsi negli ultimi mesi sono ancora allo studio delle autorità mentre proseguono anche le ricerche di partite possibilmente ancora in circolazione prodotte da Hlb Pharma, il laboratorio sotto accusa.

Milano. Maltrattamenti e torture al Beccaria: indagate 3 ex direttrici. Saranno sentiti 33 giovani detenuti. 42 gli indagati, 30 dei quali agenti. Sotto inchiesta oltre la dirigenza del carcere degli ultimi 4 anni, anche comandanti della penitenziaria e operatori sanitari.

Il vescovo di Hiroshima, monsignor Alexis Mitsuru Shirahama, a ottant'anni dal disastro atomico che colpì il Giappone, ha dichiarato: "Sentiamo profondamente questa responsabilità e continuiamo a interrogarci sulla nostra missione: la potenza distruttiva delle armi nucleari oggi supera di gran lunga quella delle bombe sganciate 80 anni fa". Parole coraggiose di fronte a un contesto geopolitico che racconta l’erosione del regime di non proliferazione: nel 2024, per la prima volta, le spese delle nove potenze nucleari mondiali hanno superato la soglia dei cento miliardi di dollari.

Continua a prenderti cura di noi, o Signore: Kyrie eleison


Aiutaci a riconoscere e a coltivare i semi di speranza

La Giornata dei popoli indigeni. Ieri, 9 agosto si è celebrata la ricorrenza indetta dalle Nazioni Unite, che mirata anche alla tutela ambientale. Un concentrato di biodiversità senza precedenti, è quello che si trova nei territori abitati da popolazioni indigene, che nel mondo, oggi, si contano in oltre 470 milioni distribuiti in circa 90 Paesi del mondo. Nel tema di quest’anno, “Popoli indigeni e intelligenza artificiale: difendere i diritti, plasmare il futuro”, spicca proprio quello della tutela ambientale, intesa anche come esperienze dei popoli indigeni utili per affrontare la cura della biodiversità e gli effetti derivanti dal cambiamento climatico.

L'arcivescovo di Buenos Aires, Jorge García Cuerva, ha espresso dure critiche al governo argentino per le politiche nei confronti dei ceti più poveri, dei pensionati e dei disabili. "Siamo protettori e guardiani dei poveri, degli anziani che si aspettano una pensione degna e dei disabili", ha affermato il prelato nominato nel 2023 alla guida della diocesi di Buenos Aires da Papa Francesco invocando successivamente alla costruzione di "una società più umana".

Donne alla guardia del pianeta per la difesa della Terra. Questo il titolo della prima 'Conferenza Nazionale delle Donne Indigene' che ha preso il via nella capitale del Brasile e che prevede la partecipazione di almeno 5000 donne provenienti dai sei diversi biomi del Paese.

Per la bontà che abita nei cuori e per coloro che si dedicano alla causa del bene: A te la lode e la gloria, O Signore: Gloria in excelsis Deo



Donaci, o Signore, di vivere come in una continua Veglia Pasquale: sempre pronti e disponibili a compiere un passo in avanti nella liberazione verso il compimento del Regno, custodiscici sulla strada di un continuo cambiamento. Sia questa, o Signore, la vigilanza delle comunità del Vangelo. Amen

Sap 18,6-9    Eb 11,1-2.8-19   

Lc. 12,32- 48


Gesù disse ai suoi discepoli: «Non temere, piccolo gregge, perché al Padre vostro è piaciuto dare a voi il Regno.

Vendete ciò che possedete e datelo in elemosina; fatevi borse che non invecchiano, un tesoro sicuro nei cieli, dove ladro non arriva e tarlo non consuma. Perché, dov’è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore.

Siate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese; siate simili a quelli che aspettano il loro padrone quando torna dalle nozze, in modo che, quando arriva e bussa, gli aprano subito. Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità io vi dico, si stringerà le vesti ai fianchi, li farà mettere a tavola e passerà a servirli. E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dell’alba, li troverà così, beati loro!

Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. Anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo»

Allora Pietro disse: «Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?».


Il Signore rispose: «Chi è dunque l’amministratore fidato e prudente, che il padrone metterà a capo della sua servitù per dare la razione di cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così. Davvero io vi dico che lo metterà a capo di tutti i suoi averi. Ma se quel servo dicesse in cuor suo: “Il mio padrone tarda a venire”, e cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi, il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se l’aspetta e a un’ora che non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli infedeli. Il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito secondo la sua volontà, riceverà molte percosse; quello invece che, non conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverà poche.

A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più».


***

Non temere”. Potremmo dire che in questa breve espressione troviamo la sintesi dell’evangelo. Gesù dice ai suoi di non temere nell’osare la giustizia, la dignità, il rispetto, la promessa delle beatitudini. Chi teme è preso dalla pavidità. È l’equilibrismo curiale che annacqua il Vangelo.

Non temere piccolo gregge”. Sono parole che ci rivelano come, nel pensiero di Gesù, la realtà del discepolato sia in qualche modo minoritaria. La piccolezza, la non visibilità, la non considerazione da parte di altri gruppi di potere ecc. sono le caratteristiche della Comunità che fa capo al Signore Gesù. Piccolo gregge.

Proprio perché l’esperienza della fede non è un movimento politico o ideologico, ma un’esperienza che coinvolge nella profondità delle scelte, proprio per questo, la Parola fa appello agli atteggiamenti profondi che abbiamo dentro, soprattutto agli atteggiamenti solidali verso gli altri:

Vendete ciò che possedete e datelo in elemosina; fatevi borse che non invecchiano, un tesoro sicuro nei cieli, dove ladro non arriva e tarlo non consuma. Perché, dov’è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore”.

È a questa Comunità identificata come piccolo gregge, ossia non destinata diventare movimento di massa, a cui la Parola di Gesù si volge per interpellarla in profondità, là dove

è il vostro tesoro”.

L’immagine del tesoro richiama concretamente una riserva di risorse che servono ad affrontare il futuro. Ossia, su ciò a cui si fa affidamento per guardare in avanti. E quella di “cuore”, in senso biblico, richiama la coscienza, ossia il luogo interiore dove si compiono le scelte decisive. Avere il cuore nel tesoro quindi, è un'espressione assai forte. Insomma, Gesù domanda di attingere al bagaglio delle proprie motivazioni, delle convinzioni e questo è il contenuto della vigilanza.

Le tre piccole parabole del padrone che torna dalle nozze, del ladro che giunge ma non si sa a quale ora aspettarlo e dell’amministratore-gestore della casa, non fanno che rimarcare ciò.

Come chi fa la guardia non può permettersi di addormentarsi, così chi accoglie il Vangelo nella sua vita non può trascurare le motivazioni e le convinzioni che sostengono la sua fiducia.

Dopo la seconda piccola parabola, Pietro pone la domanda se le cose che Gesù va dicendo valgono per il piccolo gruppo dei suoi uditori o per tutti. La risposta contenuta nella terza parabola propende per la seconda delle ipotesi.

Questo ci fa capire che il racconto di Luca è anche una riflessione destinata alla seconda o terza generazione cristiana le quali, pur non vedendo l’imminente ritorno del Signore, non dovevano rinunciare a vivere nello spirito dell'attesa; appunto, come se la vita del discepolo/a fosse una lunga veglia pasquale, veglia nella quale non si sta certo con le braccia conserte. Infatti il Signore raccomanda di essere sempre con "i fianchi cinti e le lucerne accese". Si tratta dell'abbigliamento tipico dell'esodo. In altre parole, Gesù vede la sua comunità coinvolta in un continuo processo di liberazione; in un permanente processo di cambiamento.

Ma in concreto, cosa si dovrebbe fare? Chiuderci nei laboratori delle facoltà teologiche per approfondire sempre di più il messaggio?

La vigilanza, le convinzioni, le motivazioni si alimentano di servizio. Vale a dire di condivisione comunitaria dei doni che il Signore ci ha lasciato: la carità, la comunione, il perdono, la giustizia, la dignità, la liberazione da ogni schiavitù …in una parola, il regno di Dio che, appunto ci è stato consegnato proprio a noi, piccolo gregge.


Salmo 32


Esultate, o giusti, nel Signore;

per gli uomini retti è bella la lode.

Beata la nazione che ha il Signore come Dio,

il popolo che egli ha scelto come sua eredità.

Ecco, l’occhio del Signore è su chi lo teme,

su chi spera nel suo amore,

per liberarlo dalla morte

e nutrirlo in tempo di fame.

L’anima nostra attende il Signore:

egli è nostro aiuto e nostro scudo.

Su di noi sia il tuo amore, Signore,

come da te noi speriamo.