Meditazione Domenica V Quaresima C

 



Ricordiamo davanti a te, o Signore

Myanmar, emergenza per 20 milioni di persone. Sale intanto il bilancio del sisma, arrivato a oltre 3.100 vittime.

Gaza, nuova offensiva israeliana. Giornata di pesanti attacchi israeliani giovedì 3 aprile, nella Striscia: uccise 112 persone, molte delle quali in una scuola usata come rifugio.

A Gaza forni chiusi, la popolazione è senza pane. Intanto Israele espande le operazioni militari e bombarda una clinica dell’Unrwa a Jabalya provocando almeno 19 morti.

Etiopia: 8 milioni di bambini senza istruzione a causa dei conflitti. Più di 3.700 scuole sono chiuse o distrutte. Vengono perpetrati crimini contro insegnanti ed educatori: detenuti, cacciati e uccisi dai ribelli per impedire ai bambini di ricevere un’educazione da un governo che intendono sconfiggere.

L'Ong Mediterranea ha pubblicato sui social un video diffuso da Refugees in Libya di un bimbo che vaga solo nel deserto Sahara. Scalzo, cammina tra le dune in una zona fra Libia e Ciad. "Non era protetto tra le mura di casa né tra le braccia di un genitore ma solo in mezzo al deserto. Il bambino non ha commesso alcun crimine. La sua unica colpa è di essere nato con la pelle nera nel posto sbagliato, nel momento sbagliato. Il suo unico crimine è essere povero in un sistema progettato per cancellare i poveri", scrive l'Ong.

Conflitto tra minatori in Bolivia, sei morti in un attentato. Un cantiere attaccato con la dinamite, sei dispersi. "Ci hanno attaccato con la dinamite, volevano distruggere i nostri macchinari ma c'era anche un camion cisterna pieno di combustibile diesel che è esploso", ha dichiarato il testimone.

Migliaia di persone hanno manifestato nella capitale di Haiti, Port-au-Prince, contro gli attacchi delle gang e l'insicurezza generale, chiedendo alle autorità di adottare misure per contrastare la crescente ondata di violenza, che nel 2024 ha causato oltre 5mila morti secondo i dati dell'Onu.

   Signore, abbi cura di noi: Kyrie eleison

Aiutaci a custodire la speranza

Una neonata è stata trovata tra i rifiuti dagli spazzini nella Zona Nord di Rio de Janeiro e portata all'ospedale di maternità Herculano Pinheiro, a Madureira. Gli addetti alla nettezza urbana hanno filmato il momento in cui la piccola è stata salvata: nel video si vede il bidone della spazzatura che si trovava già nel compattatore del camion. Lo spazzino che l'ha trovata, Samuel da Silva Santos, ha raccontato che inizialmente aveva pensato che si trattasse di una Reborn Doll, una bambola molto popolare, e aveva pensato di portarla a sua figlia. Quando l'ha presa in braccio si è però reso conto che era una neonata viva. Ora ha intenzione di adottarla.

Usa. I movimenti in piazza per dire a Trump «giù le mani» da diritti e democrazia. Sabato la prima manifestazione nazionale di massa dall'insediamento del nuovo esecutivo. Promossa da oltre cento organizzazioni, ha ricevuto almeno 250mila adesioni. Eventi in tutti i 50 Stati. Riuniti nel movimento nazionale "Hands Off!", i movimenti si prefiggono di portare in piazza quegli americani che si ritengono lesi nei loro diritti di lavoratori, consumatori, cittadini immigrati, donne o minoranze

Il Gelsomino”, una casa a Roma in aiuto delle famiglie dei bambini malati

Una comunità di volontari si adopera per accogliere e sostenere famiglie che hanno i loro figli in cura all’Ospedale Bambino Gesù. “Ogni giorno i volontari sono qui se abbiamo bisogno di qualcosa. La speranza della guarigione sta sempre nel nostro cuore, ogni giorno, ogni minuto”, racconta la madre di un bambino malato di leucemia

Per la bontà che abita nel cuore umano e per coloro che si mettono a disposizione del bene, a te la lode e la gloria, o Signore: Misericordias Domini in aeternum cantabo



Effondi il tuo Santo Spirito sulla tua Chiesa, o Signore, affinché sappia dirti grazie con il cuore stesso dell'adultera e sentirci tutti come lei quando le dicesti: "Donna va' in pace". Amen


Is 43,16-21     Fil 3,8-14   


Gv 8,1-11

1 Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi. 2Ma al mattino si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui. Ed egli sedette e si mise a insegnare loro. 3Allora gli scribi e i farisei gli condussero una donna sorpresa in adulterio, la posero in mezzo e 4gli dissero: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. 5Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». 6Dicevano questo per metterlo alla prova e per avere motivo di accusarlo. Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra. 7Tuttavia, poiché insistevano nell'interrogarlo, si alzò e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei». 8E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra. 9Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani. Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo. 10Allora Gesù si alzò e le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». 11Ed ella rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù disse: «Neanch'io ti condanno; va' e d'ora in poi non peccare più».


***

Cinque volte troviamo nel Vangelo di Giovanni questa parola “Donna”: alle nozze di Cana, nell'incontro con la samaritana, qui al capitolo 8, al momento della croce così si rivolge alla madre ed infine così viene chiamata Maria di Magdala quando lo incontra nel giardino come Signore risorto. Mi sembra tipico di Giovanni indicare con questo termine sia la comunità del popolo d'Israele, sia la comunità umana, l'umanità, sia la Chiesa. Quella “Donna” allora va considera, in dissolvenza, come l’immagine simbolica della comunità umana.

Sullo sfondo di questo racconto sta il confronto sempre più teso e conflittuale tra Gesù e l’apparato teologico-religioso del tempio.

L’alternativa è proposta dall’autore in modo scenico nel presentare la persona di Gesù “seduto che ammaestrava” e tutto ciò all’interno di quello spazio religioso che è il tempio.

È dunque evidente l’intenzione teologica di chi scrive: Gesù è come Mosè, Gesù è il compimento del tempio, ossia il nuovo spazio esistenziale per incontrare Dio. D’accordo. Ma come?

Prima di tutto non va trascurato una particolarità di tipo cronologico: “di buon mattino”. Immediatamente attraverso questo particolare veniamo immessi nel clima pasquale della risurrezione, il clima della vita nuova. Tutti i racconti pasquali, dall’esodo a quelli del Nuovo Testamento, offrono sempre questa coordinata temporale “di buon mattino”, ossia quel momento in cui la notte sta per cedere il posto alla luce del giorno. Al di là della simbologia poetica, i testi descrivono l’esperienza esistenziale di un passaggio dalla cupa tristezza di una vita oppressa alla luminosa gioia di una vita liberata. La testimonianza dei Vangeli è concorde nel presentare così il nuovo e ottavo giorno della risurrezione. Dunque l’evangelista attraverso la narrazione di questo episodio intende metterci in contatto con la novità dell’esperienza cristiana.

Ogni religiosità impiantata sulla vecchia rigidità della regola senza partire dall’esistenza delle persone si manifesta ipocrita fin dall’inizio. È infatti la donna soltanto ad essere condotta nel centro di quell’assembramento per essere lapidata. Ma, fino a prova contraria, per commettere un adulterio occorre essere in due, tanto più se il fatto è stato registrato in flagrante. E il maschietto dove sta?

L’intenzione di un confronto tipo disputa è esplicita ed è pure sottolineata dal collocare nel centro la donna trovata colpevole. È infatti al centro che viene collocato l’oggetto della discussione sia esso una persona o un argomento o una cosa. (Quando, ad esempio, Gesù vuole dare la norma sulla piccolezza dei discepoli colloca al centro, ossia in mezzo a loro, un bambino quale misura di grandezza di coloro che fanno propria la logica del Regno).

Giungono dunque con pietre nelle mani e lui invece si sporca le mani con la terra: scrive per terra. Per terra, la stessa terra con cui Dio nell’atto creatore ha usato per impastare l’essere umano. L’uomo, l’umano, l’Adam, ossia il terreste.

Loro invece hanno solo le pietre. La stessa pietra su cui è stata scritta la legge: su tavole di pietra. Piano piano però, come afferma il profeta Ezechiele, anche il loro cuore è divenuto di pietra. Far funzionare cioè solo le dinamiche della pietra induce l’uomo a pietrificarsi, a diventare duro di cuore. Duro con gli altri e duro con se stesso nel senso di chiudere gli occhi perfino sulle proprie debolezze.

Gesù invece parla – scrive una legge – Parola che ha a che fare con l’essere umano – terra… la sua parola è una parola umana che accoglie le storie dure e sbagliate degli uomini e delle donne per rigenerarli a nuove prospettive di vita. Scrive per terra, non sulla pietra.

Il brano ci aiuta a comprendere la nostra stessa esistenza sotto il profilo dell’effetto terra o dell’effetto pietra. Vale a dire che intende educarci a comprendere che le pietre dei giudizi che coviamo dentro verso gli altri sono dei pesi anche per noi.

Infine, se all’inizio, attraverso la coordinata temporale del “mattino presto”, siamo stati indotti ad assaporare il clima pasquale, ora, alla fine il rimarco di tipo pasquale è affidato alla coordinata di ordine spaziale: Gesù si china e poi si alza. Si tratta dei movimenti tipici di abbassamento nella morte e di esaltazione nella risurrezione. Siamo in pieno mistero della pasqua. Mistero che è capace di rimettere in piedi e di riorientare ancora nella vita: “Va e non più peccare”; vai in modo sciolto e libero, senza pesi e condanne. È la parola che Gesù dice, non solo alla donna peccatrice ma anche alla donna – comunità – peccatrice, alla donna- umanità – peccatrice.

Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?”. Nessuno, se ne sono andati. Si sono lasciati sfuggire una formidabile occasione, infatti, se fossero rimasti, una volta lasciate cadere le pietre, pure loro potevano presentarsi con le loro colpe, le loro ferite, i loro peccati e godere di un perdono che rimette sempre in piedi, un perdono che fa vivere nuovamente. Peccato, davvero peccato per loro essersene andati. Se ne sono andai in fila indiana, dal più vecchio al più giovane, eppure avrebbero avuto la possibilità di alleggerirsi; di slanciarsi verso un’esperienza di vita più sciolta; di dilatare la propria umanità.

Il Signore recupera e rilancia nella vita. Una religione (un tempio) che non è capace di reintegrare nella vita è insipida e superata.



Salmo 125

Quando il Signore ristabilì la sorte di Sion,
ci sembrava di sognare.
Allora la nostra bocca si riempì di sorriso,
la nostra lingua di gioia.

Allora si diceva tra le genti:
«Il Signore ha fatto grandi cose per loro».
Grandi cose ha fatto il Signore per noi:
eravamo pieni di gioia.

Ristabilisci, Signore, la nostra sorte,
come i torrenti del Negheb.
Chi semina nelle lacrime
mieterà nella gioia.

Nell’andare, se ne va piangendo,
portando la semente da gettare,
ma nel tornare, viene con gioia,
portando i suoi covoni.


Meditazione Domenica IV di Quaresima C

  


Ricordiamo davanti a te, o Signore

Devastante terremoto in Myanmar e Thailandia. Un sisma di magnitudo 7.7 si è registrato nel sud-est asiatico. Si temono «migliaia» di morti, L’epicentro è stato individuato nel centro del Myanmar. Nella capitale thailandese Bangkok crollato un grattacielo. Scosse avvertite in Cina.

Fame, privazioni, escalation di violenza. Quella in Yemen è una delle peggiori crisi umanitarie «prolungate» al mondo. L’Unicef ora rivela che un bambino su due sotto i cinque anni è gravemente malnutrito. Altrettanto allarmante è il fatto che 1,4 milioni di donne in gravidanza e in allattamento siano malnutrite.

Medio Oriente, dalla fine della tregua 430 raid israeliani sulla Striscia. sono stati condotti attacchi anche contro 10 obiettivi in Siria e 40 in Libano. La ripresa della guerra a Gaza va caratterizzandosi in queste ore per l’alto numero di minori uccisi. Arreca un dolore enorme pensare ai segni che moltissimi di loro, pur essendo rimasti in vita, porteranno sul corpo, nel cuore e nella mente, per tutta la loro esistenza. Inoltre, le stime parlano di circa 20.000 bambini rimasti orfani.

Dal 2 marzo nessun aiuto umanitario giunto a Gaza'.  "Niente cibo, niente acqua, niente medicine, niente forniture".  "Tutto questo minaccia la vita e la sopravvivenza dei civili". 

In Sudan strage in un mercato in Darfur, centinaia di morti. Il massacro è stato causato da un attacco aereo delle forze armate sudanesi.

Il governo sudcoreano è finito sotto accusa per gli abusi rilevati nelle adozioni internazionali di bambini locali, tra cui la falsificazione di documenti e il consenso inadeguato. Il Paese, quarta economia più grande dell'Asia rimane uno dei maggiori esportatori di bambini al mondo, avendo inviato oltre 140.000 bambini all'estero tra il 1955 e il 1999.

Il presidente della Bolivia dichiara l'emergenza nazionale per le piogge. "Ci sono 209 comuni colpiti, 2.596 abitazioni danneggiate, 818 abitazioni distrutte che dovremo ricostruire, 51 morti e otto persone disperse.

Tre incidenti mortali sul lavoro in poche ore, il più giovane aveva 22 anni. Queste tragedie, che affondano le loro cause nel risparmio ad ogni costo, nella fretta, nella mancanza di investimenti e di controlli, non possono essere fermate con interventi più o meno burocratici". 

   Signore, abbi cura di noi: Kyrie eleison


Aiutaci a custodire la speranza

Verona. Con oltre 600 persone si è festeggiato l'Iftar (la fine del Ramadan) alla Gran Guardia. L'iniziativa è stata organizzata dalle comunità islamiche di Verona per offrire alla città un'esperienza culturale e gastronomica all'insegna del dialogo e dell'inclusione.

Cuamm, nel Centrafrica rurale una scuola per ostetriche. La Ong italiana, che aiuta le popolazioni più povere del pianeta, sta realizzando un centro di formazione per garantire assistenza medica e un servizio di qualità alle gestanti. La morte per parto è qualcosa che si può azzerare senza avere cose sofisticate. Purtroppo, la morte da parto non fa notizia. L’obiettivo è dare una chance a tutte le donne che hanno una complicazione da parto.


Per la bontà che abita nel cuore umano e per coloro che si mettono a disposizione del bene, a te la lode e la gloria, o Signore: Misericordias Domini in aeternum cantabo


Signore, per quanto bella e grande sia la tua casa, molti vi si trovano a disagio; ma non è tanto per la tua presenza quanto per l'assenza di amore tra fratelli e sorelle, è per questo che molti se ne vanno: Signore, fa che finalmente i fratelli e le sorelle si incontrino e si parlino. Amen.


Gs 5,9-12    2Cor 5,17-21 

Lc15, 1-3. 11-32


1 Si avvicinavano a lui tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. 2 I farisei e gli scribi mormoravano: “Costui riceve i peccatori e mangia con loro”.

3 Allora egli disse loro questa parabola:

11 Disse ancora: “Un uomo aveva due figli. 12 Il più giovane disse al padre: Padre, dammi la parte del patrimonio che mi spetta. E il padre divise tra loro le sostanze. 13 Dopo non molti giorni, il figlio più giovane, raccolte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò le sue sostanze vivendo da dissoluto.

14 Quando ebbe speso tutto, in quel paese venne una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. 15 Allora andò e si mise a servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei campi a pascolare i porci. 16 Avrebbe voluto saziarsi con le carrube che mangiavano i porci; ma nessuno gliene dava.

17 Allora rientrò in se stesso e disse: Quanti salariati in casa di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! 18 Mi leverò e andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te; 19 non sono più degno di esser chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi garzoni. 20 Partì e si incamminò verso suo padre.

Quando era ancora lontano il padre lo vide e commosso gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò.

21 Il figlio gli disse: Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te; non sono più degno di esser chiamato tuo figlio. 22 Ma il padre disse ai servi: Presto, portate qui il vestito più bello e rivestitelo, mettetegli l’anello al dito e i calzari ai piedi. 23 Portate il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, 24 perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato. E cominciarono a far festa.

25 Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; 26 chiamò un servo e gli domandò che cosa fosse tutto ciò. 27 Il servo gli rispose: È tornato tuo fratello e il padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo.

28 Egli si arrabbiò, e non voleva entrare. Il padre allora uscì a pregarlo.

29 Ma lui rispose a suo padre: Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai trasgredito un tuo comando, e tu non mi hai dato mai un capretto per far festa con i miei amici. 30 Ma ora che questo tuo figlio che ha divorato i tuoi averi con le prostitute è tornato, per lui hai ammazzato il vitello grasso.

31 Gli rispose il padre: Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; 32 ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”.

***

Abbiamo già visto altre volte che Luca, nel suo Vangelo, ci presenta Gesù come la carezza di Dio per l’umanità. La sensibilità missionaria dell’evangelista lo porta ad evidenziare quei tratti della persona di Gesù che favoriscono l’incontro e l’accoglienza. La misericordia fa parte di questo stile.

Il contesto immediato, ovvero la situazione che offre a Gesù l’occasione di dire esprimersi è fornito da un particolare che troviamo nei primi due versetti del 15° capitolo:

1 Si avvicinavano a lui tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. 2 I farisei e gli scribi mormoravano: “Costui riceve i peccatori e mangia con loro”.


Dunque l’umanità ferita e moralmente fallita di questi soggetti considerati peccatori s’avvicina a Gesù. I “puliti” invece, non vogliono confondersi con la “sporcizia”. Per loro, è bene mantenere le distanze! Mettere insieme giusti ed ingiusti è fonte di confusione; la mela marcia… Alla fin fine, Dio stesso potrebbe uscirne danneggiato.

I rappresentanti ufficiali della religione “Mormoravano”. Con questo verbo Luca allude alle mormorazioni d’Israele durante la peregrinazione dell’esodo. Sappiamo che esse significano ben più di un malcontento. Mormorare per la Bibbia vuol dire mettere in dubbio l’azione di Dio e la sua presenza: “Il Signore è in mezzo a noi si o no?

In altre parole, il Dio accogliente, manifestato da Gesù attraverso il suo modo di agire, è contestato dagli scribi e dai farisei. La loro teologia non è quella di Gesù.


È questa, come dicevamo, l’occasione prossima delle parole di Gesù. Leggendo il brano, la nostra attenzione cade spontaneamente sulla cosiddetta parabola del figliuol prodigo. In realtà le parabole sono tre (vv. 4-10), ma essa occupa lo spazio maggiore:


la pecorella smarrita

la dramma perduta

Il padre e i due fratelli (o del padre misericordioso o del figlio prodigo)


Consideriamo la terza. A seconda che accentuiamo l’uno o l’altro dei personaggi, la parabola stessa può cambiare titolo. Così alcuni, osservando attentamente il padre, la chiamano la parabola del padre misericordioso, altri del fratello maggiore e altri ancora, come è più frequente, del Figliuol prodigo.

L’importante di questa drammatizzazione è la posizione che gli interlocutori di Gesù sono chiamati a prendere verso se stessi. Man mano che il racconto avanza, da soli, senza bisogno di spiegazioni particolari, comprendono che non accettando l’accoglienza che Gesù riserva ai pubblicani e ai peccatori, loro rivestono il ruolo del fratello maggiore. Da soli dunque avvertono qualcosa di stonato in tutte le buone ragioni di questo figlio. Non sono forse loro, i rappresentanti e gli interpreti ufficiali della religione, fuori posto come il fratello maggiore? Non si sentono a disagio di fronte a questo padre che soprattutto ha a cuore chiunque è perduto? Perché non accettano la bontà di Dio? Perché continuano a credere che bontà sia sinonimo di debolezza se non addirittura di stupidità? Perché tutte le religioni nella loro dimensione istituzionale perdono sensibilità umana e cuore? Infine, quale Dio confessano?

Solo dopo essere entrati in questa provocazione della drammatizzazione della parabola possiamo cogliere il legame intimo dell’ultima con le prime due che il nostro brano omette:

Prima di tutto, ancora una volta, c’è qualcosa di paradossale nello stile del Dio di Gesù Cristo. Egli lascia le novantanove per la pecora smarrita! Non è assurdo? E poi La donna, spazza tutta la casa per la dramma. Il tempo che impiega vale ben più di una dramma. E poi c’è la festa con gli amici e le vicine.

Ma il nesso con la terza parabola risulta evidente:

la pecora è perduta fuori casa corrisponde al figlio minore si perde fuori casa.

la dramma è perduta in casa corrisponde al figlio maggiore, anche lui perso, ma in casa.

il padre esce due volte per il primo e per il secondo dei figli.

Conclusione: tutti siamo perduti (chi si ritiene giusto e chi e ritenuto ingiusto) ma tutti possiamo far conto su un padre che quando ci guarda e vede in ciascuno qualcosa di amabile.

Forse, nella Comunità primitiva a cui l’evangelista destinava il suo racconto viveva questa esperienza di divisione basata sul giudizio e sui criteri di merito. La volontà di Dio (il Regno di Dio), a cui alcuni pretendono di aderire più di altri vantando titoli di merito, non vuole altro che la fraternità. Una morale che giudica e separa è una morale che fa male al morale perché impedisce ai fratelli di vivere la fraternità.

Chi non parte dalla luce di questo sguardo non arriva da nessuna parte perché, sia nella presunta giustizia sia nell’ingiustizia della vita, mancherebbe del calore dell’amore.


Salmo 33

2 Benedico il Signore in ogni momento

sulla mia bocca sempre la sua lode

3 io sono folle per il Signore

ascoltino gli umili e si rallegrino.

4 Magnificate con me il Signore

esaltiamo insieme il suo Nome

5 interrogo il Signore e mi risponde

mi libera da tutte le mie angosce.

6 Contemplatelo e sarete illuminati

senza ombra né paura sul volto

il povero grida: il Signore lo ascolta

lo strappa da ogni sua angoscia.


Meditazione Domenica III Quaresima C

 


Ricordiamo davanti a te, o Signore

Oxfam, meno acqua e più fame. Nella Giornata mondiale dell'acqua, il portavoce dell'organizzazione umanitaria ricorda che in Africa Orientale e meridionale oltre 116 milioni di persone sono senz’acqua. Secondo il rapporto Oxfam, negli ultimi cinque anni il numero di persone colpite da malnutrizione acuta è cresciuto dell’80%.

Sono 970 le vittime dei raid israeliani delle ultime ore, mentre i feriti sarebbero oltre 560. Gli attacchi, effettuati anche con elicotteri da combattimento, sono stati condotti vicino Khan Younis, ad al-Bureij e nell'area di al-Tuffah, a est di Gaza City.

Il Dipartimento della sicurezza interna degli Stati Uniti revocherà le protezioni legali per centinaia di migliaia di cubani, haitiani, nicaraguensi e venezuelani, esponendoli "a una potenziale deportazione tra circa un mese". L'ordine si applica a circa 532.000 persone provenienti dai quattro Paesi giunti negli Stati Uniti dall'ottobre 2022.

Tanzania: un altro potenziale attacco ai maasa. Nel nord del paese i maasai, che subiscono da decenni sfratti e accaparramenti di terra nel nome della conservazione della natura, ora rischiano ulteriori espropri a causa di nuovi progetti per la generazione di crediti di carbonio che hanno preso di mira le loro terre.

Senza l'ingresso di aiuti nella Striscia di Gaza, circa 1 milione di bambini vive senza i beni di prima necessità di cui ha bisogno per sopravvivere. Quasi tutti i 2,4 milioni di bambini che vivono in Cisgiordania, compresa Gerusalemme Est, e nella Striscia di Gaza sono colpiti in qualche modo. Lo afferma il direttore regionale dell'Unicef per il Medio Oriente.

E'salito a 49 morti il bilancio delle inondazioni e frane provocate dall'eccezionale ondata di maltempo che colpisce diverse regioni della Bolivia fin dal mese di novembre. Le autorità hanno censito 324.699 famiglie rimaste senza casa.

Il Perù protesta per l'ondata di criminalità. Attraverso i social network, vari gruppi di cittadini stanno invitando a partecipare ad una marcia nazionale nella capitale, contro la scia di omicidi e l'insicurezza delle ultime settimane. Sono oltre 400 gli omicidi registrati da inizio anno nel Paese.

La mancanza d'acqua e l'impossibilità di pescare nei fiumi hanno colpito mezzo milione di persone nella provincia di Esmeraldas, nel nordovest dell'Ecuador, a causa della fuoriuscita di petrolio nei fiumi che sfociano nell'Oceano Pacifico dopo la rottura dell'oleodotto transecuadoriano Sote.

Signore, abbi cura di noi: Kyrie eleison

Aiutaci a custodire la speranza

La buona notizia attesa da quaranta giorni, che tutti aspettavamo, è che il Papa “torna a casa”. Torna a Santa Marta dove lo attende una lunga convalescenza. Oggi si affaccerà dal Gemelli per un saluto e la benedizione. Bentornato Francesco!

Il Papa: in Quaresima uscire dalla autoreferenzialità, essere “tessitori di unità”. Percorrere la vita “senza calpestare o sopraffare l’altro”, non lasciando che nessuno “rimanga indietro o si senta escluso”: è uno degli appelli contenuti nel messaggio di Francesco nel tempo di preparazione alla Pasqua, dal titolo “Camminiamo insieme nella speranza”.

Ghana, le suore che portano sollievo alle donne malate e in gravidanza. Nella zona rurale di Amankwakrom i parti avvengono spesso a casa per paura degli elevati costi medici. Ai loro bisogni rispondono le Suore Missionarie di Nostra Signora del Santo Rosario (MSHR) attraverso assistenza e sostegno

Per la bontà che abita nel cuore umano e per coloro che si mettono a disposizione del bene, a te la lode e la gloria, o Signore: Misericordias Domini in aeternum cantabo

Tutto ebbe inizio dal deserto, da un rogo che ardeva senza consumarsi: Dio, gli oppressi del mondo ora sono un oceano: che il roveto continui ad ardere e tu continui a parlarci dalle fiamme e a dire che di nuovo hai ascoltato il grido dei tuoi poveri e sei sceso a liberarli. Amen


Es 3,1-8.13-15      1Cor 10,1-6.10-12


Lc 13,1-9

In quello stesso tempo si presentarono alcuni a riferire a Gesù il fatto di quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva fatto scorrere insieme a quello dei loro sacrifici.

Prendendo la parola, Gesù disse loro: «Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subito tale sorte? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo.

O quelle diciotto persone, sulle quali crollò la torre di Sìloe e le uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo».

Diceva anche questa parabola: «Un tale aveva piantato un albero di fichi nella sua vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. Allora disse al vignaiolo: “Ecco, sono tre anni che vengo a cercare frutti su quest’albero, ma non ne trovo. Tàglialo dunque! Perché deve sfruttare il terreno?”. Ma quello gli rispose: “Padrone, lascialo ancora quest’anno, finché gli avrò zappato attorno e avrò messo il concime. Vedremo se porterà frutti per l’avvenire; se no, lo taglierai”».

***


Il brano si introduce con una coordinata temporale che ricollega la situazione ad un momento precedente: “In quello stesso tempo”. Il termine usato dall'evangelista esprime un concetto di tempo che non corrisponde ad una sequenza cronologica ma ad un momento di valore: qualcosa che fa pensare ad un momento significativo, il tempo opportuno ecc.

Anche il momento precedente, a cui il nostro testo si riferisce, rimarca la stessa prospettiva. Infatti, dopo che Gesù ha dichiarato di essere causa di dissenso anche all'interno di uno stesso nucleo familiare – se in una famiglia vi saranno cinque persone, saranno divisi tre contro due e due contro tre...- Invita i suoi uditori a saper passare dalla lettura dei tempi delle stagioni alla lettura del significato di questo tempo (ton kairon): che significato può avere questo tempo se, accogliendo l'annuncio e il messaggio di Gesù, ti trovi ad essere motivo di dissenso perfino all'interno delle tue relazioni affettive? Questa è la premessa che ci aiuta a comprendere il testo di Lc. 13, 1-9.

Il brano si sviluppa intorno ai due riferimenti tragici: la strage perpetrata da Pilato contro un gruppo di Galilei e il crollo di una torre su un gruppo di gente. Ciò offre a Gesù l'occasione di sollevare degli interrogativi e di formulare una dichiarazione sorprendente: “Ma se non vi convertirete, perirete tutti allo stesso modo”.

La seconda parte è costituita da una parabola che, in buona sostanza, concentra l'attenzione sempre sull'opportunità del tempo come possibilità di orientare la propria esperienza in termini di cambiamento fruttuoso.

Quanto segue, il racconto di guarigione di una donna curva, in giorno di sabato, esplicita come debba intendersi una conversione significativa e fruttuosa.

I due episodi di cronaca riportati, si concludono con la morte tragica. Nel primo, ciò accade per volontà di un potente, Pilato. Nel secondo, si tratta di un cedimento strutturale di un edificio, anch'esso causa di morte tragica. A detta di Gesù, non ci sono dietrologie morali da tirare in campo. Quello che emerge è che ciascuna delle due vicende si conclude con una catastrofe che lascia in tutti un senso di sgomento.

È del tutto inutile arrampicarsi sugli specchi per individuare colpe personali delle vittime. Anzi, questa è una pessima abitudine perché, attribuendo, alla colpa degli uni o al demerito degli altri la causa delle loro sventure, impedisce di aprire gli occhi sulla propria situazione di vita spenta, tutta appiattita sui soliti stereotipi ed è refrattaria al cambiamento – conversione.

La parabola del fico è molto eloquente a tale proposito. Forse si tratta di un albero di shiqmah, albero che cresce nella bassa Galilea. Il suo frutto fa parte dell'alimentazione della povera gente. L'albero può raggiungere anche i dodici metri di altezza e il suo legno, dicono, che venisse utilizzato presso gli egiziani per custodire le mummie.

Non dare frutto, cioè non alimentare la gente, non servire a nessuno, non esprimere liberazione verso gli altri è una tragedia, è catastrofico. È diventare legno secco utile solo alle mummie. Non entrare nel tempo opportuno del cambiamento equivale a perire.

In effetti, come s’è detto, il testo che segue ci parla della guarigione nel giorno di sabato di una donna curva da diciotto anni. Il capo della sinagoga reagisce perché questa guarigione doveva avvenire in un altro giorno, non di sabato! È una regola religiosa sacrosanta quella del rispetto del sabato. Se poi il terapeuta, non lo sappiamo esattamente, è ricorso anche alla massoterapia, ai massaggi, ha esercitato un vero lavoro, cosa assolutamente proibita da Dio e dalla sua legge!

Insomma, per Gesù consiste in questo il non dare frutto, non cogliere che il cambiamento conversione significa ridare vita e dignità alle persone, rimetterle in piedi. Impedire il bene degli altri magari in nome di una regola o di una visione religiosa è perire miseramente!

Se non optiamo per il cambiamento radicale di mentalità secondo il vangelo, siamo già morti. Quel capo di sinagoga che impedisce ad una persona di rimettersi in piedi in nome di regole ammuffite, seppure religiose, è già sepolto proprio come quei diciotto che sono stati travolti dal crollo della torre.

Quindi, la dichiarazione di Gesù, - se non vi convertirete perirete tutti allo stesso modo – è ben lungi dal minacciare la rovina se non ci si decide a mettere la testa a posto. Nelle sue parole e nella sua azione dobbiamo intendere ben altro: Se non uscite di testa, se non prendete congedo da questo perbenismo religioso che toglie la vita alla gente, siete delle mummie.


Salmo 102

Benedici il Signore, anima mia,

quanto è in me benedica il suo santo nome.

Benedici il Signore, anima mia,

non dimenticare tutti i suoi benefici.

Egli perdona tutte le tue colpe,

guarisce tutte le tue infermità,

salva dalla fossa la tua vita,

ti circonda di bontà e misericordia.

Il Signore compie cose giuste,

difende i diritti di tutti gli oppressi.

Ha fatto conoscere a Mosè le sue vie,

le sue opere ai figli d’Israele.

Misericordioso e pietoso è il Signore,

lento all’ira e grande nell’amore.

Perché quanto il cielo è alto sulla terra,

così la sua misericordia è potente su quelli che lo temono.



Meditazione Domenica II Quaresima C

  


Ricordiamo davanti a te, o Signore

Export di armi: l’Italia è sesta al mondo. L’area principale di destinazione delle esportazioni è stata il Medioriente. L'Ucraina diventa il maggior importatore mondiale. Gli USA mantengono il primato dell’export (43%).

Tre morti in una sparatoria in un ristorante in Sudafrica. È l'ultimo di una serie di sparatorie che rafforzano il triste status del Paese come capitale degli omicidi. L'incidente di ieri sera è scoppiato quando il titolare del ristorante ha detto a un uomo d'affari che non consentiva armi nei suoi locali.

Nicaragua. La dittatura di Daniel Ortega ha ordinato il blocco di 100% Noticias sul dominio '.ni', in un nuovo tentativo di censura contro la stampa indipendente”.

Haiti, le gang attaccano la sede di Radio Televisión del Caribe. Foto e video che circolano sui social media mostrano uno degli edifici di Rctv in. Qualche giorno fa, la coalizione 'Vivre Ensemble' ha ripreso le sue azioni nella zona di Carrefour-feuilles, costringendo centinaia di persone ad abbandonare le loro case. 

Il cooperante italiano Alberto Trentini è detenuto nel carcere El Rodeo I, ubicato nello Stato di Miranda, alla periferia di Caracas, a circa 30 chilometri della capitale, in una località chiamata Guatire. Trentini, arrivato in Venezuela il 17 ottobre scorso per coordinare i lavori sul campo della ong Humanity & Inclusion, è stato arrestato il 15 novembre. Oltre a Trentini, ci sono anche altri otto italo-venezuelani, tra cui ex deputati e dirigenti politici, nella lista dei detenuti.

Campo di sterminio in Messico. La Procura Nazionale del Messico ha assunto la direzione delle indagini sui possibili crimini commessi nel crematorio clandestino scoperto nello Stato di Jalisco. Le autorità hanno diffuso alcune delle foto scattate dall'equipe forense che sta effettuando i primi rilevamenti e le immagini non lasciano spazio a molti dubbi. Jalisco è lo Stato del Messico con il più alto numero di persone scomparse, con oltre 15.000 casi da dicembre del 2018 a settembre del 2024 secondo dati del Registro statale delle persone scomparse.

Chiusi per il 14/o giorno i valichi israeliani di Gaza. Bloccati migliaia di camion di aiuti umanitari, generi alimentari, soccorsi e carburante.

Bangladesh. La morte di una bambina di 8 anni a seguito di un feroce stupro per il quale sono indagati alcuni parenti ha suscitato rabbia e sgomento in Bangladesh, con proteste di piazza in cui decine di migliaia di persone hanno chiesto una revisione delle norme sulla violenza sessuale.

La Protezione Civile di Empoli sta avvisando casa per casa la popolazione di Empoli nelle aree più a rischio allagamenti. Chiusi tutti i plessi scolastici di ogni ordine e grado per la giornata di ieri, i musei, tutti i cimiteri, gli impianti sportivi, i parchi e i giardini. Allerta rossa anche a Firenze, Prato, Pistoia e Pisa. Attività e scuole chiuse, la Protezione civile invita a evitare spostamenti.

   Signore, abbi cura di noi: Kyrie eleison

Aiutaci a custodire la speranza

Si è accesa l'8 marzo a Torino la fiamma della speranza nella Cerimonia d'apertura dei Giochi Special Olympics per atleti con disabilità intellettiva. Special olympics è oggi un movimento globale, 200 nazioni nel mondo, che, attraverso lo sport unificato (tramite il quale atleti con e senza disabilità intellettive hanno l’opportunità di giocare insieme nella stessa squadra), lavora per creare un mondo di inclusione, integrazione e rispetto, in cui ogni singola persona venga accettata e accolta, indipendentemente dalla sua capacità o condizione di disabilità.

“HO DETTO R1PUD1A!” è l’ottava edizione dell’evento live streaming per ragazze e ragazzi delle scuole superiori, organizzato da EMERGENCY in collaborazione con Unisona.

Ripudiamo insieme la guerra! Perché i paesi di tutto il mondo continuano a investire in armamenti?  Perché non si riescono a intravedere alternative alla guerra come rimedio alle controversie? Con l’edizione di quest’anno rivolta alle scuole superiori – HO DETTO R1PUD1A! ragazze e ragazzi sono invitati a trovare insieme delle azioni concrete per fare la differenza e impegnarsi a ripudiare il cinismo e l’indifferenza di chi dipinge la guerra come qualcosa di inevitabile.

 "Sono Marta e non sono la mia disabilità". Ieri, sabato 15 marzo in una scuola di Napoli si è tenuto l’evento finale del Progetto “Scuola attenta alla Disabilità e all’Inclusione” con la consegna degli attestati. La curatrice è Marta, nominata cavaliere della Repubblica il 1° febbraio. "Un riconoscimento importante e una grande emozione". Da 5 anni realizzo progetti di sensibilizzazione con le scuole di tutta Italia convinta che proprio dai giovani possa partire il cambiamento

Per la bontà che abita nel cuore umano e per coloro che si mettono a disposizione del bene, a te la lode e la gloria, o Signore: Misericordias Domini in aeternum cantabo


Donaci, o Padre, il tuo Santo Spirito, affinché i discepoli del tuo Figlio non separino mai le due montagne, il Tabor e il Calvario.  Nell'oscurità della notte ci sia sempre almeno un lume acceso: così non ci esalteremo in stolti orgogli come non ci lasceremo abbattere in inutili disperazioni. Amen.


Gen 15,5-12.17-18    Fil 3,17- 4,1

Lc. 9, 28-36


28 Circa otto giorni dopo questi discorsi, Gesù prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare. 29Mentre pregava, il suo volto cambiò d'aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante. 30Ed ecco, due uomini conversavano con lui: erano Mosè ed Elia, 31 apparsi nella gloria, e parlavano del suo esodo, che stava per compiersi a Gerusalemme. 32Pietro e i suoi compagni erano oppressi dal sonno; ma, quando si svegliarono, videro la sua gloria e i due uomini che stavano con lui. 33Mentre questi si separavano da lui, Pietro disse a Gesù: "Maestro, è bello per noi essere qui. Facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia". Egli non sapeva quello che diceva. 34Mentre parlava così, venne una nube e li coprì con la sua ombra. All'entrare nella nube, ebbero paura. 35E dalla nube uscì una voce, che diceva: "Questi è il Figlio mio, l'eletto; ascoltatelo!". 36Appena la voce cessò, restò Gesù solo.

***

Sullo sfondo della Parola che oggi la liturgia ci consegna abbiamo un riferimento particolare alla vicenda di Abramo. Riferirsi ad Abramo significa fare riferimento al marchio DOC dell’esperienza di fede.

La dicitura di questo marchio la troviamo, per così dire stigmatizzata nelle parole: “Egli credette al Signore che glielo accreditò a giustizia”, tanto a dire: ‘Impostò il suo cammino a partire dalla fiducia nel Signore che gli fece trovare la strada giusta’. La strada giusta è la fiducia.

Nel resto del racconto l’autore sacro fa comprendere che tale fiducia è ben riposta perché, di fatto, il Signore Dio s’era già messo totalmente in gioco.

Ecco la scena molto suggestiva in cui viene celebrata una particolare alleanza. Vengono presi degli animali e divisi in due. Normalmente i due contraenti un patto vi passano in mezzo per assumersi le rispettive responsabilità e per rendersi conto della fine che farà colui che viene meno al patto (per questo si usa l’espressione tagliare l’alleanza…). Infine consumano insieme il pasto di comunione

Nel racconto della prima lettura le cose non si svolgono secondo il protocollo. Abramo non prende l’iniziativa del patto. Egli è superato dal mistero, tant’è che piomba nel torpore e, in mezzo agli animali tagliati, passa solo la fiaccola fumigante della presenza di Dio. Egli solo se ne fa carico fino alle estreme conseguenze. Questo breve racconto che fonda la fiducia in Jhwh è preceduto da un racconto di grande effetto simbolico: Il Signore, che ha chiamato Abramo a percorrere come pellegrino le vie della terra, nel cuore della notte, lo invita a guardare le stelle! La fiducia si alimenta di una visione che sa spostarsi da uno sguardo rasoterra per con-siderare le cose secondo altre logiche.

Possiamo allora comprendere meglio il significato della “trasfigurazione”.

Questo racconto, che possiede tutti gli elementi di una manifestazione del divino (il monte come luogo dell’autorivelazione – il sonno dei discepoli come reazione di contrasto – la nube col relativo senso di paura ecc.), è sostanzialmente compreso tra due annunci di passione.

Il cammino di Gesù è decisamente orientato al compimento della croce. La fedeltà alla sua scelta di essere “Servo” esige da lui la totale messa a disposizione fino a consumare se stesso.

Il gruppo dei discepoli si mostra refrattario a tale prospettiva perché non riesce a concepire come si possano ottenere risultati attraverso il fallimento.

Come può Dio, l’Altissimo, il terribile e potente, il tre volte qadosh ecc. identificare la sua rivelazione, potremmo dire il suo stile di amore che salva, nella via della debolezza? Non si rischia così di portare confusione e disorientamento circa la stessa idea di Dio?

Comprendiamo allora, all’interno di questo contesto il valore del racconto che fa emergere in primo piano l’aspetto della teofania, del divino che irrompe. Si tratta, per così dire, di una convalida da parte di Dio sul percorso intrapreso da Gesù; una sorta di anticipazione dell’esito finale della risurrezione per segnalare che, a dispetto delle apparenze, la morte che attende Gesù di Nazareth è in realtà un percorso di vita. È il suo essere fedele al Dio misericordioso verso i poveri, gli ultimi, i peccatori, le donne, gli esclusi che porterà Gesù nel sepolcro. Ma, appunto le sue scelte, non sono state scelte di chiusura e di morte, ma scelte di amore, di apertura e di vita. ecco quindi in anteprima, attraverso il racconto della trasfigurazione, la prospettiva che lascia intravedere il senso che poi verrà giustamente ripreso nel racconto delle donne al sepolcro il mattino di pasqua: “Perché cercate il vivente tra i morti?”.

Da questo punto di vista risulta di estremo interesse la precisazione di carattere cronologico circa “gli otto giorni dopo”. Con molta delicatezza l’evangelista lascia intuire che ci sarà un ottavo giorno, il giorno nuovo.

Ma ancor di più, è l’aspetto della preghiera, a rimarcare che quello che si compirà nel cammino di Gesù appartiene al disegno del volere divino. Più ancora, il fatto-evento della cosiddetta “trasfigurazione” trova nella preghiera di Gesù il suo incipit. È infatti nell’entrare in contatto con Dio che, in qualche modo, anche noi possiamo vedere le cose in altro modo, vale a dire con altri parametri. La preghiera quindi rivela un mondo e un modo altri da come li vediamo. Il volto anche come espressione di vicenda storica e terrena di Gesù, è trasfigurato ed immediatamente, oltre al volto, anche la veste.

Il volto, richiama il dialogo di Mosè secondo es. 34, 29s (Quando Mosè scese dal monte Sinai - le due tavole della Testimonianza si trovavano nelle mani di Mosè mentre egli scendeva dal monte - non sapeva che la pelle del suo viso era diventata raggiante, poiché aveva conversato con lui) e poi la veste evoca Gerusalemme, la città sposa, rivestita di salvezza e di giustizia secondo Is. 61,10 (Io gioisco pienamente nel Signore, la mia anima esulta nel mio Dio, perché mi ha rivestito delle vesti di salvezza, mi ha avvolto con il manto della giustizia, come uno sposo che si cinge il diadema e come una sposa che si adorna di gioielli).

Sono immagini che nel loro significato profondo manifestano Gesù ed il suo cammino prossimo alla passione come eventi escatologici, ossia eventi che vanno oltre le previsioni umane perché appartengono al mondo di Dio, alle cose di Dio, ai progetti di Dio.

A confermare la robustezza di questa convinzione di fede, ecco che il contenuto iconografico si arricchisce di due nuovi soggetti: Mosè ed Elia (La legge – Torah e la Profezia). Ebbene, con queste presenze evocative è come se l’evangelista volesse affermare: “Anche la tradizione, anche la scrittura, anche i profeti attestano che quel cammino intrapreso da Gesù è la strada giusta…tutti costoro nel loro vivere, operare, legiferare e profetare ecc. erano orientati a quanto egli nella sua esistenza sta compiendo”.

A questa testimonianza giunge finalmente anche la conferma ultima e definitiva della voce dal cielo: “Questi è mio figlio (vale a dire l’interprete autentico), l’eletto (su cui cade la scelta strategica) e quindi l’imperativo -: ascoltatelo!”.

Pietro, come altre volte, in qualità di portavoce per gli altri, lascia intravedere il desiderio di tutti di raggiungere subito la pienezza della pasqua senza però passare dalla croce. Il tutto però si chiude quasi bruscamente. D’improvviso, il piccolo gruppo rimane con “Gesù solo” e l’evento viene, per così dire, depositato nel silenzio. Complessivamente possiamo percepire la drammatizzazione del racconto come un gioco di luce chiaro – scuro, o meglio: scuro – chiaro – scuro. L’ultima fase però, quella in cui i tre discepoli si trovano soli con Gesù e se ne stanno zitti, è un’oscurità non più cieca: porta in grembo lo scenario di un “oltre” garantito dalla Parola e dallo Spirito.

Cosa possiamo cogliere in questo emblematico quadretto se non tutta la fatica della Comunità cristiana che sta attraversando una situazione di croce? Eppure, di fronte a tutte le sfide che le si affacciano davanti essa sa di dover mantenere lo sguardo oltre l’immediato.

la Parola della trasfigurazione annuncia che il cammino evangelico non s’arresta con l’insorgere delle contraddizioni nonostante la minaccia del male con i suoi esiti di morte. Gesù non propone di evitare tutto ciò come, invece, sembrerebbe suggerire l’idea avanzata da Pietro. Gesù vuole entrare dentro le situazioni del male e della morte ma con un tale amore per l’uomo ferito, ammalato e peccatore da trasformarle e trasfigurarle dal di dentro.

Come la materia, abitata dall’amore, si trasforma – trasfigura – in un’opera d’arte, così la morte ed il male abitato dall’amore trasforma e trasfigura tutto in occasione di bene e di vita.



Salmo 26


Il Signore è mia luce e mia salvezza

di chi avrò paura?

il Signore è la forza della mia vita

di chi avrò timore?

Signore, ascolta la mia voce, io grido

pietà di me, rispondi,

il mio cuore mi ridice il tuo invito:

«Cercate il mio volto!»

il tuo volto, Signore, io cerco

non nascondermi il tuo volto!

Sono certo di contemplare la bellezza del Signore

sulla terra dei viventi

spera nel Signore, sii forte, rinsalda il cuore

spera nel Signore.


Meditazione Domenica di Quaresima 1 C

 

Ricordiamo davanti a te, o Signore

  Nella Striscia di Gaza situazione umanitaria è al collasso, rischio epidemie. È entrato appena il 30% degli aiuti che era pattuito. Ad oggi, il 90% della popolazione a Gaza è sfollata.

Afghanistan, arrestato l'attivista che insegna ai bambini. Wazir Khan è stato prelevato da alcuni agenti e trasferito in un luogo sconosciuto. Il giovane, fondatore dell'associazione Today Child, è impegnato nell'istruzione itinerante dei bambini e delle bambine con una scuola itinerante all’aperto che finora ha toccato i villaggi e le province più remote ed isolate.

Oltre 300 civili alawiti sono stati uccisi da giovedì in Siria dalle forze di sicurezza e dai gruppi affiliati. Con queste vittime, il numero totale dei morti negli scontri avvenuti da giovedì sale a 524.

Kinshasa – “Non passa notte a Bukavu che non si ritrovino tre-quattro cadaveri in strada. Dei corpi affiorano dal lago”. Bukavu è il capoluogo del Sud Kivu (nell’est della Repubblica Democratica del Congo) caduta nelle mani dei guerriglieri dell’M23 a metà febbraio. L’insicurezza ha di fatto bloccato la vita sociale.

L'ondata di calore non dà tregua a Buenos Aires e oggi si è intensificata con una temperatura percepita che nel pomeriggio ha raggiunto i 47 gradi nella capitale del paese sudamericano. La città ha attivato operazioni di assistenza nelle zone più torride.

   Signore, abbi cura di noi: Kyrie eleison


Aiutaci a custodire la speranza

Quel “no” alle armi lungo un intero pontificato. Dalla Evangelii Gaudium al discorso al G7, passando per la bolla giubilare “Spes non confundit” e i discorsi nei viaggi internazionali, Francesco ha sempre stigmatizzato la corsa al riarmo e il commercio delle armi che fiorisce mentre distrugge i popoli. Dal Pontefice la proposta di un Fondo per debellare la fame coi fondi militari e la denuncia della “grande ipocrisia” dei Paesi che organizzano convegni di pace e poi investono in armi. Un magistero attuale alla luce del "Rearm Europe"

Il 6 marzo, è stata la Giornata europea dei Giusti dell’umanità per commemorare coloro che nel XX° secolo hanno rischiato la vita per opporsi ai regimi totalitari. «Esattamente 2345 suore di varie congregazioni sono state coinvolte durante la seconda guerra mondiale nell’aiuto alla popolazione ebraica in Polonia».  "Hanno salvato i bambini cambiando i loro nomi, facendo nuovi documenti e persino vestendoli con abiti religiosi".  “Non abbiamo fatto nulla di così straordinario. Non potevamo fare a meno di salvare questi bambini, vedendo la crudeltà della Seconda Guerra mondiale”»

Nelle piazze di tutta Italia ieri 8 marzo c’è stata anche la voce delle attiviste palestinesi, parte del progetto di aiuto mutualistico Women with Gaza, nato per tutelare la salute femminile nella Striscia. Dopo l’acquisto in loco, i kit sanitari sono stati distribuiti in tende ubicate in diverse parti della Striscia di Gaza, con la presenza di professioniste dedicate all’ascolto psicologico. Si tratta di veri e propri punti di aiuto itineranti.  

Unicef e i suoi partner nella Repubblica Democratica del Congo (Rdc) stanno fornendo acqua potabile salvavita a 700.000 persone al giorno - di cui circa 364.000 bambini - nella principale città orientale di Goma, dopo le interruzioni della fornitura idrica durante i combattimenti.


Per la bontà che abita nel cuore umano e per coloro che si mettono a disposizione del bene, a te la lode e la gloria, o Signore: Misericordias Domini in aeternum cantabo


E noi, Signore, come faremo a resistere: a scegliere tra libertà e pane, a salvarci dalla vertigine della nostra grandezza, a rinunciare alla seduzione del potere?

Dio che stai nel cuore della vita, fa che abbia a fiorire il germe della fiducia racchiuso nell'intimo di ogni donna e di ogni uomo, e ogni nostra parola sia una eco della tua. Amen



Dt 26,4-10    Rm 10,8-13


Lc 4,1-13


1 Pieno di Spirito Santo, si allontanò dal Giordano ed era guidato dallo Spirito nel deserto, 2per quaranta giorni, tentato dal diavolo. Non mangiò nulla in quei giorni, ma quando furono terminati, ebbe fame. 3Allora il diavolo gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ a questa pietra che diventi pane». 4Gesù gli rispose: «Sta scritto: Non di solo pane vivrà l’uomo».
5Il diavolo lo condusse in alto, gli mostrò in un istante tutti i regni della terra 6e gli disse: «Ti darò tutto questo potere e la loro gloria, perché a me è stata data e io la do a chi voglio. 7Perciò, se ti prostrerai in adorazione dinanzi a me, tutto sarà tuo». 8Gesù gli rispose: «Sta scritto: Il Dio, Dio tuo, adoreraia lui solo renderai culto».
9Lo condusse a Dio, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gettati giù di qui; 10sta scritto infatti:

Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo
affinché essi ti custodiscano;
11e anche:

Essi ti porteranno sulle loro mani
perché il tuo piede non inciampi in una pietra».
12Gesù gli rispose: «È stato detto: Non metterai alla prova il Dio tuo».
13Dopo aver esaurito ogni tentazione, il diavolo si allontanò da lui fino al momento fissato.


***

Il sacerdote prenderà il cesto dalla tua mano e lo deporrà davanti all’altare del Signore tuo Dio; allora tu pronuncerai queste parole…”. Si tratta di un normale rito di ringraziamento. Il contadino offre e ringrazia il Signore per i frutti della terra. È un modo per esprimere la consapevolezza che se oggi possiamo godere della vita con tutto ciò che significa, la causa di tutto ciò è da attribuirsi al Signore.

Ma l’uomo biblico non si limita a questo. Per lui il Signore, non gli ha dato solo il pane per riempire lo stomaco. Dio è stato anche suo liberatore. Egli è mantenuto in vita dal pane della dignità, della libertà, della saggezza e dell’amore. Ecco allora che nel momento particolare di un rito legato alla vita agricola, egli fa memoria di una storia di una storia di liberazione e di alleanza: “Mio padre era un arameo errante …scese in Egitto…il Signore ascoltò il grido…scese ecc…”.

Ecco quindi che il suo rendimento di grazie per il dono della terra e dei suoi frutti comporta la responsabilità di un’esistenza che dia frutti di libertà, amore, saggezza e dignità per gli altri. Insomma, i frutti della terra sono fatti per essere condivisi non per crepare d’ingordigia. La terra della libertà è veramente tale se produce frutti di libertà.

Esistono persone, dominate dalla paura di perdere, pongono se stesse al centro del mondo. Queste persone sono abitate dalla parola “Voglio”. Sono caratterizzate da un atteggiamento di possesso e di dominio verso le cose e verso gli altri.

Ci sono invece persone, davvero abitate dalla libertà, che ricevendo tutto come dono, sanno dire “grazie”; rendono grazie; celebrano. La loro vita è improntata all’apertura e alla condivisione. Per loro conta usare i doni per far crescere il bene e la comunione. Occorre davvero l’intelligenza dello Spirito per vedere la vita in questo modo, vita abitata dalla pasqua di Gesù.

Dominare sugli altri, magari a fin di bene o servire dal di dentro il loro cammino è l’alternativa che si pone anche a Gesù attraverso il dramma delle tentazioni.

Già al Giordano era stato rivelato che il suo cammino doveva essere quello del messia, di colui, cioè, che porta aventi le cose secondo il modo ed il volere di Dio. Ma in che modo, appunto, dominando o servendo? Questa è la questione che lega le tre tentazioni.

È una sfida che tenta di dividere in profondità la coscienza stessa di Cristo. Il termine “diavolo” significa appunto “il divisore”.

Il diavolo lo vorrebbe dividere dal volere e dallo stile di Dio così come si è manifestato nel corso della storia di salvezza. Gli propone allora di dedicarsi si al bene delle persone, ma sfruttando il loro bisogno, il bisogno del pane. La necessità degli altri può diventare un ottimo serbatoio di successo…di voti. Io posso dominare su di te se ti mantengo nella dipendenza che al momento giusto può tornare utile.

La tentazione dei regni è più esplicita. “Lascia perdere il primato di Dio e comincia a onorare le potenze che danno ricchezza, prestigio, successo. Se ti vendi, se smetti di agire con coscienza, subito, all’istante otterrai dei risultati. Devi semplicemente prostrati, calpestare quella stupida cosa che alcuni si ostinano a considerare irrinunciabile: la dignità”.

Infine, perché non utilizzi come si deve anche l’elemento religioso? Perché non produci una teologia, una religione, su misura e a garanzia per dare stabilità a questo sistema? Davvero la cosa risulterebbe interessante, un dio così ti toglierebbe ogni ostacolo. È anche scritto: “…i suoi angeli ti sosterranno perché il tuo piede non urti nel sasso”. Formidabile!

Ecco la tentazione delle tentazioni: Dominare o servire?

Gesù, che con la sua vita diventa vero ed unico interprete della Parola, sa da che parte stare. I discepoli e le discepole lo sanno. Anche oggi lo sappiamo nonostante i potenti abbiano la sfrontatezza di legittimare la loro arroganza cinica come “missione ricevuta da Dio”.

Per Gesù è una tentazione che lo accompagnerà in ogni momento ed in ogni momento dovrà rinnovare la sua adesione al Padre. Non meravigliamoci dunque se la stessa cosa accade anche per noi.

Esaurita ogni tentazione, il diavolo si allontanò per ritornare al momento fissato”. Quel momento è esattamente il momento della croce, quando gli uomini del tempio, guarda caso, gli rivolgono l’ultima sfida: “Salva te stesso e ti crederemo”.

Salva te stesso, pensa ai fatti tuoi, ama e perdona ma fino ad un certo punto, altrimenti passi per stupido idealista…” ripetiamo ai nostri figli, affermiamo nel lavoro, in politica ecc…

Gesù invece ha sempre affermato: Perdi te stesso, metti in gioco te stesso, offri te stesso…

Scegliere non è semplice. Ma se ci barcameniamo per debolezza, il Signore, che ci conosce bene, comprende anche la nostra fatica a mantenere un giudizio lucido su noi stessi e sulla realtà. La peggiore tentazione però non è nemmeno cedere alla nostra debolezza, ma scegliere la cosiddetta “via di mezzo”. È una strada di inganno perché si presenta come via di sapienza ed equilibrio, in realtà è il percorso di chi, a parole fa credito al cammino di Gesù, ma nella vita sceglie ben altro.


Salmo 90

Chi abita al riparo dell’Altissimo
passerà la notte all’ombra dell’Onnipotente.
Io dico al Signore: «Mio rifugio e mia fortezza,
mio Dio in cui confido».

Non ti potrà colpire la sventura,
nessun colpo cadrà sulla tua tenda.
Egli per te darà ordine ai suoi angeli
di custodirti in tutte le tue vie.

Sulle mani essi ti porteranno,
perché il tuo piede non inciampi nella pietra.
Calpesterai leoni e vipere,
schiaccerai leoncelli e draghi.

«Lo libererò, perché a me si è legato,
lo porrò al sicuro, perché ha conosciuto il mio nome.
Mi invocherà e io gli darò risposta;
nell’angoscia io sarò con lui,
lo libererò e lo renderò glorioso».