Meditazione 3°Domenica di Avvento C

  


Ricordiamo davanti a te, o Signore

  • In un’autostrada dello Stato del Chiapas un camion merci sul quale erano ammassate 107 persone che cercavano di raggiungere la frontiera con gli Stati Uniti, è finito contro un muro e si è ribaltato; 53 le vittime.

  • Rapporto Caritas sui conflitti dimenticati: 22 guerre ad alta intensità. Comprendendo tutte le crisi e escalation violente si calcolano 359 conflitti nel 2020.

  • Sebbene la pandemia di coronavirus abbia causato una contrazione globale dell’economia, i grandi gruppi industriali del comparto militare e della difesa hanno aumentato il loro fatturato raggiungendo la cifra record di 470 miliardi di euro di ricavi.

  • Repubblica democratica del Congo: una diga minaccia il parco nazionale di Upemba. Il progetto, una volta completato, inonderà 48 km² di foresta e costringerà alcune popolazioni locali ad abbandonare le loro terre.

  • In Sud Sudan, nella regione meridionale, negli ultimi mesi si sono registrate violenze e veri e propri crimini di guerra negli scontri tra due gruppi etnici ma anche nei combattimenti tra governo centrale e gruppi di opposizione.

  • L’impatto della pandemia sui servizi sanitari, specie dei paesi a basso reddito, ha pesato anche sulla lotta alla malaria, che nel 2020 ha infettato 14 milioni di persone in più rispetto all’anno precedente e causato 69 mila decessi aggiuntivi.

  • ll cadavere di un uomo è stato trovato giovedì alle 22 in strada a piazza dei Cinquecento, a pochi passi dalla stazione Termini di Roma. Si ipotizza una morte per ipotermia a causa del freddo.

  • Nigeria. Attacco in moschea: 16 fedeli massacrati durante la preghiera. L'assalto è avvenuto giovedì nello Stato nordoccidentale del Niger: decine i civili sequestrati dai jihadisti. Il giorno prima un altro massacro con 30 vittime su un bus.

   Signore, abbi cura di noi: Kyrie eleison


Aiutaci a custodire la speranza

  • Per Patrick Zaki, lo studente egiziano è stata disposta la scarcerazione sebbene in mancanza di assoluzione dalle accuse. - 'Voglio dire molte grazie agli italiani, a Bologna, all'Università, ai miei colleghi, a chiunque mi abbia sostenuto'. Lo ha detto appena arrivato a casa della famiglia a Mansura dopo essere stato rilasciato dal carcere dopo 22 mesi.

  • La comunità Sant'Egidio da inizio pandemia ha distribuito il triplo dei pacchi alimentari, circa 500 mila e oltre un milione di pasti, sommando i 430 mila nelle mense di Roma, Genova, Novara, Frosinone e Luca, con i 620 mila nelle cene itineranti in numerose città».

  • (ANSA) - TEL AVIV, 06 DIC - Israele ha rinviato il controverso piano per la costruzione di circa 9 mila case sui terreni a Gerusalemme est, che si trova oltre le linee pre armistiziali del 1967.
    Il piano - che prevedeva case prevalentemente per la popolazione ebrea ortodossa - era stato criticato dalla comunità internazionale, a cominciare dagli Usa.
    Per la bontà che abita nel cuore umano e per coloro che si mettono a disposizione del bene, a te la lode e la gloria, o Signore: Maranatha, Maranatha, Vieni, Vieni, Signore Gesù.


O Dio, sei luce, verità e bellezza: sei sapienza, intelligenza e tenerezza, pane e acqua della vita. Con riconoscenza, benediciamo il tuo nome. Tu sei il misericordioso. Tu ci vuoi veramente bene. Santo è il tuo nome. Amen


Sof 3,14-18 Fil 4,4-7 

Lc 3, 10-18


Le folle interrogavano Giovanni, dicendo: «Che cosa dobbiamo fare?». Rispondeva loro: «Chi ha due tuniche, ne dia a chi non ne ha, e chi ha da mangiare, faccia altrettanto».

Vennero anche dei pubblicani a farsi battezzare e gli chiesero: «Maestro, che cosa dobbiamo fare?». Ed egli disse loro: «Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato».

Lo interrogavano anche alcuni soldati: «E noi, che cosa dobbiamo fare?». Rispose loro: «Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno; accontentatevi delle vostre paghe».

Poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Tiene in mano la pala per pulire la sua aia e per raccogliere il frumento nel suo granaio; ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile».

Con molte altre esortazioni Giovanni evangelizzava il popolo.


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Il contesto, dato da ciò che precede il testo e da ciò che lo segue, racchiude i versetti 10-18 del terzo capitolo tra la predicazione del Battista il quale, con esortazioni varie, prepara la venuta. Il seguito è costituito da accenni circa la cattura di Giovanni, il battesimo di Gesù e la sua genealogia; in essa è Gesù è presentato come figlio di Adamo, Figlio di Dio. Insomma, nell’inviato da Dio, c'è un messaggio che riguarda l'umano nella sua integralità, non l'umano in quanto legato a una tradizione religiosa, ma il figlio di Adamo, il terrestre, il terra terra.

C'è una corrente etica che attraversa il racconto che si esprime nell’interrogativo più volte ripetuto: “Cosa dobbiamo fare?”. Il rinnovamento, la pienezza di umanità, la qualità di una vita salvata passa attraverso un agire etico.

È possibile che l'umanità sia contraddittoria, peccatrice, interessata e ripiegata sul proprio tornaconto ecc. Ma questo racconto sembra intercettare, nonostante tutto, uno struggente desiderio, una nostalgia di bontà che si trova nel cuore di ognuno e che l’evangelista rende con l’espressione “Poiché il popolo era in attesa”.

Cosa dobbiamo fare? Perché così come stiamo vivendo non ci basta. Si noti che a porre la domanda, oltre la folla, sono pure i rappresentanti di categorie che per mille ragioni, quanto a beni e denaro, potevano sentirsi appagati dalla vita. Parlo dei pubblicani e dei soldati. La risposta di Giovanni non è di ordine religioso. Avrebbe potuto dire loro: praticate il culto, osservate il sabato, dite tutti giorni le berakot. No, il cambiamento che da tutta la tradizione profetica Dio s'attende dalla gente e che per bocca del battista è reso manifesto è la solidarietà verso la gente, la rettitudine, la giustizia...condividere, non praticare il raket dell'estorsione, né la delazione, né l'usura...

Immediatamente ci viene presentato il clima di attesa del popolo. Un’attesa però particolare: il popolo aspettava, ma attenzione: “riflettendo nei cuori”. Si tratta di un’attesa profonda, non semplicemente che finalmente arrivi il leader che ci vuole. Riflettere nei cuori significa cercare negli eventi le connessioni per scoprire se esista una via di uscita da una situazione particolarmente difficile e pesante. In altre parole, considerato che il popolo si trova da Giovanni per “guarire” ed essere sollevato dal senso di colpa, potremmo pensare che l’attesa sia stata rivolta proprio in questo senso: sorgerà mai qualcuno capace di guarirci interiormenteeticamente? Qualcuno capace di trasformare in bontà la nostra vita pure segnata da tante ferite?

Giovanni orienta l’attenzione su colui che in seguito verrà perché è più forte di lui. È più forte perché il suo intervento, a differenza del proprio, è di una qualità diversa: “Io immergo nell’acqua, lui in Spirito Santo e fuoco”. Come dire: io mi limito ad emendare le situazioni sbagliate lui le trasforma in qualcosa di inedito, in qualcosa di completamente nuovo; lui cambia le cose dal di dentro perché le immerge nell’amore (lo Spirito Santo e il fuoco).

E di fronte all’amore, a Giovanni non resta che farsi da parte come il pretendente di una donna da sposare; se si fa da parte per lasciar che un altro divenga sposo, non gli slaccia simbolicamente il sandalo, come prevede la legge del levirato, perché colui che diventerà sposo deve essere in grado di compiere questo passo. Ecco perché Giovanni non slaccia i sandali, perché lui, colui che verrà è uno sposo. Nel contesto quindi del discorso, per Giovanni il vero cambiamento avverrà perché l’umanità si sentirà amata da un messia che la ama come uno sposo.

Lui, Giovanni non riesce ad essere così e nemmeno ad immaginare come l’amore possa essere la radice della novità di Dio. Riesce solo ad intuirlo. Infatti, sulla scia della predicazione profetica circa “il Giorno del Signore”, immagina invece che se colui che viene susciterà qualcosa di nuovo, sarà perché adotterà le maniere forti: “Tiene in mano la pala per pulire la sua aia e per raccogliere il frumento nel suo granaio; ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile”. Giovanni, come tutti noi, vive un atteggiamento contraddittorio: da un lato percepisce che l’efficacia dell’intervento di Dio attraverso il suo messia scaturisce dall’amorevolezza e, dall’altro continua a credere nella forza della severità.

Questa particolare situazione ci dice che, nel cammino della fede, si possono avere delle intuizioni che superano la propria visione delle cose, ma questo superamento non avviene in modo automatico. È un lento processo che può camminare per un certo tempo con antiche precomprensioni. Giovanni Battista ci testimonia questo graduale processo di purificazione.

Nei vv. 17-18 Giovanni presenta la sua visione del Messia. La drammaticità dei toni corrisponde senz’altro ad aspettative presenti in alcune correnti apocalittiche dell’Antico Testamento e di altri circoli tipo gli Esseni. Ad ogni buon conto, le parole di Giovanni stanno a significare che Gesù Cristo è l’evento ultimo e definitivo che va preso assolutamente sul serio senza alcuna riduzione. Perché? Perché lui è lo sposo. È come se Giovanni affermasse: “Ciò che vi cambia veramente e profondamente è qualcosa più grande della vostra buona volontà. È qualcuno che vi riconosce perché vi vuole veramente bene. È lo sposo. È l'amore che cambia, che rende le persone capaci di amore, di condivisione, di fraternità e di giustizia, quindi veramente degne di Dio e del cuore umano.


Salmo – Isaia 12


Ecco, Dio è la mia salvezza;
io avrò fiducia, non avrò timore,
perché mia forza e mio canto è il Signore;
egli è stato la mia salvezza.

Attingerete acqua con gioia
alle sorgenti della salvezza.
Rendete grazie al Signore e invocate il suo nome,
proclamate fra i popoli le sue opere,
fate ricordare che il suo nome è sublime.

Cantate inni al Signore, perché ha fatto cose eccelse,
le conosca tutta la terra.
Canta ed esulta, tu che abiti in Sion,
perché grande in mezzo a te è il Santo d’Israele.