Meditazione Domenica IV A

 


Ricordiamo, o Signore, davanti a te

  Usa: picchiato a morte un afroamericano dalla polizia di Memphis.  I fatti risalgono al 7 gennaio scorso e ricordano drammaticamente quelli in cui perse la vita George Floyd. Forti proteste in tutte le maggiori città americane
Israele: scontri tra esercito e palestinesi in Cigiordania e Gaza. L’aviazione israeliana ha colpito la città di Jenin, causando dieci morti.

Almeno sette persone sono rimaste uccise in un attacco armato contro una sinagoga a Gerusalemme est e altre tre sono rimaste gravemente ferite.

Nigeria: l’esercito bombarda un villaggio. 47 civili uccisi

Zimbabwe. Nei giorni scorsi le autorità hanno annullato i permessi per esercitare le loro attività a 291 organizzazioni non governative. Il governo ha spiegato che si tratta di un intervento per fare pulizia tra tante ong non più operative. Ma la società civile denuncia invece una manovra per attaccare organizzazioni troppo critiche in vista delle elezioni generali. 

Più di un milione e mezzo di bambini hanno abbandonato la scuola negli ultimi mesi nel nordest del Kenya, nelle zone colpite dalla siccità che persiste dallo scorso marzo. Le fasce più colpite sono quelle delle popolazioni che vivono esclusivamente del proprio bestiame, le cui mandrie sono state decimate dalla mancanza di pascoli e di acqua. 

Si temeva il peggio per Martinez Zogo, il giornalista camerunense che si ipotizzava rapito martedì scorso. E il peggio è arrivato. Il suo corpo è stato ritrovato, mutilato, a bordo di una strada nella capitale Yaoundé. Era uno dei giornalisti più noti del paese perché esprimeva le sue critiche ai poteri e uomini forti.

Almeno 157 persone sono morte nel rigido inverno dell'Afghanistan, con il bilancio delle vittime raddoppiato in meno di una settimana mentre milioni di residenti affrontano temperature eccezionalmente basse con gli aiuti umanitari ai minimi. Il Paese sta soffrendo uno dei suoi inverni più freddi, con temperature che all'inizio di gennaio sono scese fino a meno 28 gradi.


Continua a prenderti cura di noi, o Signore: Kyrie eleison


Aiutaci a riconoscere e a coltivare i semi di speranza

Si è celebrata 24 gennaio la Giornata Internazionale dell’Educazione, quest'anno alla sua quinta edizione, voluta dall’Onu, nel 2019, per dare un futuro ai circa 262 milioni di bambini e giovani nel mondo che non hanno accesso all'istruzione primaria o secondaria.

Il 28 Gennaio, è partita da Assisi l'iniziativa "Ars narrandi, ars vivendi" promossa dai giovani di The Economy of Francesco per supportare le ragazze dell’Iran e dall’Afghanistan che manifestano per i diritti e la libertà.

La Giornata della memoria è un appuntamento che impone a tutti non solo di ricordare la brutalità compiuta, ma di contrastare ogni forma di razzismo, antisemitismo e discriminazione”: è quanto sottolinea il cardinale Matteo Zuppi, presidente della Conferenza episcopale italiana, in occasione della Giornata della memoria.

La Carovana della pace, un invito per i più piccoli ad essere fermento di riconciliazione. L’invito è quello di gridare alla città di Roma il loro desiderio di pace per essere “testimoni contro ogni tipo di violenza e sopraffazione, dalle liti fra i singoli ai conflitti fra le nazioni”. Un appello che quest’anno, a quasi un anno dall’invasione russa dell’Ucraina, assume un significato ancora più urgente. "

Nel cuore di Bangkok, grazie all’ispirazione ricevuta da un monaco buddista, una religiosa sta trasformando una scuola in una struttura ecosostenibile a impatto zero sull’ambiente e allo stesso tempo offre lavoro ai rifugiati che altrimenti finirebbero nella rete della tratta. Il modo di procedere concretamente per la realizzazione del suo sogno, a suor Kanlaya è stato suggerito dal monaco buddista Pra Ajan Suchut Patchoto: con il suo aiuto suor Kanlaya ha imparato, insieme a centinaia di altre persone, come differenziare i rifiuti “finché - spiega - non siamo riusciti a smaltirli tutti, riducendoli praticamente a zero”.


Per la bontà che abita nei cuori e per coloro che si mettono a disposizione del bene, a te la lode e la gloria, o Signore.


Mai, Signore, che la nostra logica combaci con la tua logica, le nostre scelte con le tue: noi sempre a contare sulle nostre bravure, e tu a confondere tutti i nostri calcoli; e quanto noi stimiamo un successo ecco che nei tuoi giudizi è ritenuto una sconfitta: mai che si sappia chi è più importante per te e nella tua stessa chiesa. Ma noi, Signore, siamo sempre più disperati, abbiamo tutto e non godiamo niente: insegnaci ad aiutarci ad essere poveri, poveri e liberi, affinché nessuno più viva nella miseria e nel pianto a causa di queste nostre infinite cupidigie; e si avveri anche per noi almeno qualcuna delle tue beatitudini. Amen


Sof 2,3; 3,12-13    1Cor 1,26-31

  Mt 5,1-12

1Vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. 2Si mise a parlare e insegnava loro dicendo:

3«Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
4Beati quelli che sono nel pianto,
perché saranno consolati.
5Beati i miti,
perché avranno in eredità la terra.
6Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,
perché saranno saziati.
7Beati i misericordiosi,
perché troveranno misericordia.
8Beati i puri di cuore,
perché vedranno Dio.
9Beati gli operatori di pace,
perché saranno chiamati figli di Dio.
10Beati i perseguitati per la giustizia,
perché di essi è il regno dei cieli.
11Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. 12Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti perseguitarono i profeti che furono prima di voi.

***

Nei primi versetti leggiamo: “1 Vedendo le folle, Gesù salì sulla montagna e, messosi a sedere, gli si avvicinarono i suoi discepoli. 2 Prendendo allora la parola, li ammaestrava dicendo”. Da qui possiamo intuire il carattere ecclesiale del testo. Gesù seduto in mezzo ai suoi è icona del Signore Gesù che sta nella comunità delle discepole e dei discepoli quale Maestro che dona la parola autorevole di salvezza.

L’altro riferimento ecclesiale è il richiamo alla presenza delle folle. Ci sono i discepoli che s’avvicinano e ci sono le folle presenti sullo sfondo. Il linguaggio scenico dà rilievo alla dimensione missionaria della Chiesa: la comunità è chiamata ad ascoltare la parola di Gesù non solo per sé ma anche per le folle. Essa è ben cosciente che il vangelo è per tutti. Del resto, immediatamente dopo queste dichiarazioni “solenni” Gesù, al v. 13, Gesù dice: “Voi siete il sale della terra; ma se il sale diventa insipido, con che cosa si dovrà dare sapore ai cibi? … Voi siete luce del mondo…”.

Il nostro brano, appartenente al “discorso del monte”, presenta cioè Gesù secondo il modello di Mosè : come dal Sinai promulga la Torah, luce e guida del popolo verso terra della promessa, così Gesù, dal monte proclama le Beatitudini, luce e guida verso la promessa del Regno .

Cosa accade quando il Regno irrompe? Accade la felicità, la beatitudine.

La proclamazione esordisce con: “Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli” e chiude l'inclusione con “beati i perseguitati a causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli”. I poveri in spirito sono anche i perseguitati per causa della giustizia.

Le differenti beatitudini non sono che specificazioni della prima. Le ritroviamo nelle parole, ma più ancora nella vicenda concreta di vita di Gesù di Nazareth.

  • Gli afflitti non sono i melanconici, ma coloro che sono messi alla prova duramente per essere fedeli alle esigenze di Dio. Sono afflitti perché esistono delle forze che ostacolano l’attuarsi del messaggio di Gesù. Lui stesso, al Getsemani e in tutta la passione è preso dentro questa atroce tensione.

  • I miti sono quelli che anche di fronte alle difficoltà non si arrendono, ma resistono.

Non irritarti a causa dei malvagi, non invidiare i malfattori. Sta in silenzio davanti al Signore e spera in lui...desisti dall'ira e deponi lo sdegno...chi spera nel Signore avrà in eredità la terra” (salmo 37). Sono coloro che adottano la strategia dell’amore per risolvere le questioni e i conflitti; sono coloro che vincono con l’amore e non con la forza.

  • La fame e la sete della giustizia è il desiderio intenso che quanto il vangelo annuncia, in qualche misura si realizzi. Le parabole del seme, del grano, de lievito e della pasta, della perla e del tesoro di Mt. 13 alludono a questa tensione.

  • Se all'elenco aggiungiamo la beatitudine della parte finale “Beati voi quando v'insulteranno ecc.”, la somma delle beatitudini risulta di 9. Al centro quindi abbiamo la quinta, quella destinata ai misericordiosi. Lo stile della misericordia, ovvero della tenerezza dell'amore che sa amare dal di dentro è lo stile di Gesù e del Padre. É l'amore fedele che sa farsi carico delle ferite e delle fatiche dell'umanità. È il centro del Vangelo: l'avere il cuore con i miseri, essere dalla loro parte. È quell'atteggiamento interiore che fa dire a Gesù:

...riconciliati con tuo fratello...amerai il tuo nemico...non giudicate e non sarete giudicati” - Davanti al lebbroso: “Lo voglio, sii sanato”. Davanti a centurione: “Io verrò e lo guarirò”. ...Davanti alle folle ne sentì compassione perché erano come pecore senza pastore... “Andate ed imparate cosa significhi: misericordia voglio e non sacrificio”.

  • I puri sono i retti che lasciano trasparire all’esterno ciò che hanno nel cuore ed in base ai valori che hanno dentro orientano le loro scelte di vita.

Chi potrà salire il monte del Signore? Chi potrà stare nel suo luogo santo? - Chi ha mani innocenti e cuore puro, chi non si rivolge agli idoli, chi non giura con inganno” (salmo 24).

- Gesù afferma che dai frutti si conosce l'albero poiché la bocca parla della pienezza del cuore. 12, 34

- Gesù, su questo argomento, pone a confronto le tradizioni degli uomini le vere esigenze etiche del regno, mettendo in luce la vera differenza tra puro ed impuro (15, 5-28).

  • Gli operatori di pace sono quelli che costruiscono la vita della comunità attraverso la non violenza, non solo fisica ma anche verbale. Perciò da Gesù imparano a non apostrofare il fratello con titoli offensivi come stupido o pazzo (5,22). Anzi, per loro vale la cosiddetta regola d'oro: “Tutto quello che volete che gli uomini facciano a voi, voi fatelo a loro”.

  • Infine, la beatitudine destinata ai perseguitati che, in quanto discepoli di Gesù, fanno proprio l'intero messaggio delle beatitudini, trovano ancora una volta, nella persona di Gesù il primo testimone.

I farisei però, tennero consiglio contro Gesù per toglierlo di mezzo” (2,14) … fino alla tragedia della passione, del processo e della condanna a morte.


È significativo che per due volte nella conclusione si faccia riferimento alla persecuzione, non solo per il carattere ecclesiale che questa menzione rivela, ma soprattutto perché le beatitudini, più che un atteggiamento d’essere sono un concentrato di tensioni.

Nessuno merita la beatitudine. Questa c’è già come azione di Dio nella vita dell’uomo. Quest’azione piuttosto suscita delle tensioni tra il presente e la realtà del regno che ancora non ha raggiunto la pienezza. L’annuncio è una consolazione per quelli che sono entrati in questa tensione.

Più che interrogarci se siamo poveri, miti, misericordiosi, puri a sufficienza ecc. dovremmo in sostanza chiederci se siamo coinvolti nella promessa del regno, se ne siamo appassionati, se ci sta a cuore il cambiamento.

La giustizia biblica è l'azione liberante di Dio. Quando Dio giudica, rimette in piedi, rialza. È beato (ashrè)colui che sente ritornare in sé le forze dopo la malattia.

Ora, i poveri, gli “anw’im”, sono coloro che stanno sotto, gli schiacciati, poveri di respiro perchè oppressi, col fiato corto, i sottomessi di sempre. Chi però si sottomette al Regno non è più nella sottomissione, ma nella promozione: Felicità per chi si muove nell'esistenza a partire da ciò che il vangelo suscita. Non più schiacciati dunque ma in piedi! Le beatitudini non sono che declinazioni di questa straordinaria sollevazione. Come affermava il vescovo Tonino Bello: "In piedi dunque!"

Chi è messo alla prova per mantenersi fedele alle esigenze di Dio. In piedi!

Chi resiste alle strategie dei poteri. In piedi!

Chi non perde la fiducia nella promessa. In piedi!

Chi ha fame e sete che si realizzi ciò che il vangelo annuncia. In piedi!

Chi fa sua la via della compassione per risolvere i conflitti. In piedi!

Chi è trasparente nel cuore e nelle azioni. In piedi!

Chi costruisce shalom. In piedi!

La parola delle beatitudini non è promessa di vita tranquilla ma di quella serena inquietudine tipica di chi entra nella tensione del “Giorno del Signore” di cui parla Sofonia: “Non commetteranno più l'iniquità e non diranno più menzogne, non si troverà più nella loro bocca una lingua bugiarda. Pascoleranno e riposeranno senza che alcuno li molesti”.



Salmo 145

Il Signore rimane fedele per sempre
rende giustizia agli oppressi,
dà il pane agli affamati.
Il Signore libera i prigionieri.

Il Signore ridona la vista ai ciechi,
il Signore rialza chi è caduto,
il Signore ama i giusti,
il Signore protegge i forestieri.

Egli sostiene l’orfano e la vedova,
ma sconvolge le vie dei malvagi.
Il Signore regna per sempre,
il tuo Dio, o Sion, di generazione in generazione.