Meditazione Domenica XXII C

 



Ricordiamo, o Signore, davanti a te


Brucia l'Amazzonia brasiliana. Le immagini satellitari hanno rilevato lunedì scorso 3.358 incendi. Diversi esperti attribuiscono gli incendi in Amazzonia all'azione di agricoltori, allevatori e speculatori, che disboscano illegalmente la terra bruciando alberi.

Esclusione sociale e povertà, peggiora la situazione economica in Italia. Come riportato dai dati Eurostat, nella Penisola il tasso di povertà è salito del 5,1% in un solo anno Oggi circa 14,24 milioni di italiani presentano un reddito inferiore al 60% di quello medio disponibile con gravi conseguenze sulla possibilità di garantirsi i mezzi necessari per vivere con dignità.

L'Unicef ha condannato l'attacco sferrato ieri dalle forze aeree etiopi contro Macallè, la capitale della regione ribelle del Tigray, affermando che è stato colpito un "asilo" e che diversi bambini sono stati uccisi e sono rimasti feriti.

Pakistan. Le piogge monsoniche e le alluvioni che fino a oggi hanno causato 937 morti. Tra le vittime si contano 343 bambini.

Carceri. Nuovo suicidio, il 55esimo dall’inizio dell’anno.  Un detenuto si è tolto la vita a Terni procurandosi gravi ferite con una lametta. È una spia estrema del profondo malessere che vive la popolazione carceraria”.

È la mattina del 24 agosto. Un autista che ha caricato quel container in un porto del Sud spalanca il portellone e trova il corpo di un uomo inerte, come contorto fra le lamiere. L’ambulanza è inutile, l’uomo è morto da diverse ore. Ma, all’esame radiografico, le ossa risultano quelle di un ragazzo. Le etichette dei jeans sono scritte in arabo siriano. È tutto quello che per ora si sa del clandestino trovato: arrivato in Europa, sì, ma morto, e di una morte terribile. Per quel ragazzo e per tutti quelli che vorrebbero solo lavorare onestamente e vivere qui al punto di sfidare una simile morte. Quando ci decideremo a dare loro strade e rotte di migrazione che non s’inabissino nel dolore e sino alla morte?

Al termine dell'udienza generale, a sei mesi dallo scoppio del conflitto in Ucraina, l'appello di Francesco a "scongiurare il rischio di un disastro nucleare a Zaporizhzhia". Il Pontefice rivolge un pensiero a profughi e bambini e cita l'attentato a Darya Dugina, figlia dell'ideologo di Putin. E ricorda i conflitti in Siria e Yemen e il dramma dei Rohingya. “Pensiamo a questa realtà e diciamoci l’un l’altro, la guerra è una pazzia”, ripete ancora il Vescovo di Roma. E non usa mezzi termini per denunciare tutti coloro che dall’orrore ricavano profitto: “Coloro che guadagnano con la guerra e il commercio delle armi sono delinquenti che ammazzano l’umanità”, afferma. 

Continua a prenderti cura di noi, o Signore: Kyrie eleison


Aiutaci a riconoscere e a coltivare i semi di speranza

Rimini: “Non dimenticare le guerre in Africa”, dal cardinale Nzapalainga appello ai potenti. Il porporato in questi giorni è stato al Meeting di Rimini, dove ha partecipato a dibattiti, concelebrato messa, e presentato il suo libro. “Chi ha il potere scenda in mezzo alla gente con umiltà e chieda perdono - ha detto - a quelli che sono i più piccoli. “Per agire contro le guerre dobbiamo lavorare assieme e chi ha il potere deve dialogare con la gente".

Un tribunale civile del Perù ha dichiarato ammissibile una causa per richiesta di risarcimento per un importo pari a 4,5 miliardi di dollari contro Repsol e altre società, tra cui una compagnia italiana, per danni a seguito dello sversamento di petrolio avvenuto a gennaio a nord di Lima.

Mafie, Palermo si candida a sede dell’Autorità europea antiriciclaggio. La giunta comunale ha dato il via libera, su proposta dell'assessore alle Attività produttive, alla candidatura del capoluogo

siciliano come sede dell'Autorità europea antiriciclaggio. “Palermo, con la sua storia e il suo impegno forte per la legalità nella lotta alla criminalità e al riciclaggio di denaro sporco, è la candidata naturale”.

Dal 29 agosto al 3 settembre farà tappa in Basilicata il bus del polo tattile di Catania. A Potenza, Melfi, Lagonegro, Policoro, Ferrandina e Matera sarà possibile toccare l'arte con mano grazie alle diverse opere d'arte presenti sul bus riprodotte in scala così da essere esplorate attraverso il tatto. Un'esperienza unica anche per le persone vedenti che saliranno sul bus con gli occhi bendati. L'iniziativa è promossa dall'Unione italiana ciechi e ipovedenti della Basilicata per celebrare il 70esimo anniversario della nascita della sede di Potenza e il 55esimo di quella di Matera.

Antony Poola: la mia porpora speranza per i poveri dell’India. Parla l’arcivescovo di Hyderabad, che ieri è stato creato cardinale da papa Francesco. «Nella nostra missione puntiamo su catechismo e istruzione per dare un futuro ai giovani con meno mezzi» Un pastore abituato a camminare senza sosta per raggiungere chi è più emarginato e fragile, portare istruzione ai bambini poveri, responsabilizzare le donne e sradicare il lavoro minorile. Per l’arcivescovo Antony Poola, 61 annile strade polverose dell’India meridionale sono insieme la sua casa e la sua terra di missione.

Marengo, il più giovane cardinale del Collegio, un dono per la Mongolia. È il primo porporato della congregazione dei Missionari della Consolata. Con lui una piccola delegazione dalla Mongolia. È alla guida di una Chiesa che quest’anno celebra i suoi primi 30 anni di vita. «Quello che riesco a verbalizzare su ciò che mi preparo a vivere è che penso sia un segno dell’attenzione che il Papa ha per quelle realtà in cui il popolo di Dio è una minoranza assoluta e vive con grande umiltà il poter essere cristiani e che il mio essere cardinale rappresenti così un modo in cui anche l’esperienza di questa piccola Chiesa possa essere utile al cammino della Chiesa universale».

Per la bontà che abita nei cuori e per coloro che si dedicano alla causa del bene: A te la lode e la gloria, O Signore: Gloria in excelsis Deo


Tu che, nella notte dell'ultima cena, hai detto: “Non siate come i capi di queste nazioni che signoreggiano e dominano e poi si fanno chiamare perfino benefattori”, Almeno chi siede al banchetto della tua Chiesa sia immune da questa epidemia di titoli, onorificenze e carriere, ma sia come un fanciullo gioioso di seguirti. Amen


Sir 3,17-20.28-29     Eb 12,18-19.22-24

Lc. 14, 1-15


1 Un sabato si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano a osservarlo. 2Ed ecco, davanti a lui vi era un uomo malato di idropisia. 3Rivolgendosi ai dottori della Legge e ai farisei, Gesù disse: «È lecito o no guarire di sabato?». 4Ma essi tacquero. Egli lo prese per mano, lo guarì e lo congedò. 5Poi disse loro: «Chi di voi, se un figlio o un bue gli cade nel pozzo, non lo tirerà fuori subito in giorno di sabato?». 6E non potevano rispondere nulla a queste parole.

 7Diceva agli invitati una parabola, notando come sceglievano i primi posti: 8«Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché non ci sia un altro invitato più degno di te, 9e colui che ha invitato te e lui venga a dirti: «Cedigli il posto!». Allora dovrai con vergogna occupare l'ultimo posto. 10Invece, quando sei invitato, va' a metterti all'ultimo posto, perché quando viene colui che ti ha invitato ti dica: «Amico, vieni più avanti!». Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali. 11Perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato».
 
12Disse poi a colui che l'aveva invitato: «Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici né i tuoi fratelli né i tuoi parenti né i ricchi vicini, perché a loro volta non ti invitino anch'essi e tu abbia il contraccambio. 13Al contrario, quando offri un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; 14e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti».

***


Tanto per individuare il contesto, è bene ricordare che sullo sfondo sta il discorso sulla porta stretta, attraverso cui Gesù intende rimarcare lo sforzo che il discepolo deve compiere per “entrare nella mentalità del vangelo”. Contestualmente, parla anche di mensa-banchetto, come a significare che la nuova prospettiva del vangelo, o del Regno, è di inclusione non di esclusione. Ed è propriamente ciò che esige uno sforzo di cambiamento. L'immagine della mensa-banchetto, declinata in diversi modi, accomuna tutti i discorsi di questi capitoli del vangelo di Luca.

Tra l'altro, le cose che Gesù andava dicendo, non dovevano essere tanto innocue, se ad un certo punto, Erode, tutto infuriato, è determinato ad uccidere Gesù ( 13, 31-33).


Quanto alla struttura del testo, possiamo cogliere un'unità ben identificata tra il v. 1, nel quale è detto che Gesù si reca in casa del fariseo “mangiare il pane” (secondo la versione originale e non semplicemente a pranzare, come viene detto nella versione CEI) e il v. 15 dove si riferisce che uno dei commensali esce nella dichiarazione: “Beato chi mangerà il pane nel Regno di Dio”.

Il testo ci riporta all'interno della casa.

Qui avviene una guarigione che dà origine agli interrogativi che Gesù rivolge ai farisei.

In seguito, la riflessione si declina in due parabole.

Il richiamo al pane del versetto 15 chiude l'inclusione di questa unità letteraria.


Il primo elemento del racconto coincide con l'ambientazione. Abbiamo una coordinata temporale: di sabato. Un'altra coordinata di luogo precisa che simo nella casa di uno dei capi dei farisei. Che ci fanno nella casa? Mangiano pane.

Mettiamo assieme le cose: casa di uno dei capi, sabato e pane. Probabilmente l'evangelista intende alludere al pane della Torah, della Legge, con cui i farisei che si nutrono continuamente, soprattutto nel giorno di sabato, giorno consacrato allo studio, all'approfondimento, alla ricerca della volontà di Dio assieme ad altri esperti di Torah.

Immediatamente si fa presente un uomo che soffre, un idropico. La sua sofferenza è ben visibile: a causa della ritenzione di liquidi, il suo corpo è tutto un gonfiore. Insomma, è uno che non sta bene!

Ricordiamo che proprio in quel momento si sta approfondendo la Legge. Quella mensa in realtà è uno momento di approfondimento, di nutrimento della Parola. In quella mensa-banchetto, composto da persone specializzate, si ricercano continuamente criteri interpretativi della parola.

Solo Gesù intuisce che, grazie alla presenza di un uomo sofferente, occorre assumere un nuovo parametro per comprendere la parola di Dio. Questo nuovo criterio interpretativo è l'umanità malata.

Questa intuizione di Gesù, secondo il racconto evangelico, è addirittura più importante del miracolo stesso. Infatti, Lc. vi dedica una sola frase; Nell'insieme del racconto, l'azione miracolosa sembra essere piuttosto marginale. Diventa invece centrale l'argomentazione di Gesù.

Per Gesù, l'umanità malata è la chiave interpretativa della parola di Dio, della sua volontà e di tutta la realtà.


Facendo nostro questo paradigma ermeneutico, potremmo chiederci:

Come risulterebbe la nostra lettura della realtà e della vita?

Come sarebbe una convivenza, una città se il criterio organizzatore fossero i poveri, i disabili, i bambini ecc.?

Quale realtà di famiglia uscirebbe se cominciassimo a considerarla da chi sta più in basso?

E così quale comunità cristiana ecc.


In seguito, l'evangelista declina quest'intuizione centrale in due parabole.

Nella prima parabola, l'attenzione di Gesù si concentra sul momento presente. Vede che gli invitati occupano i primi posti. Ma non li redarguisce direttamente. Col linguaggio parabolico proietta la situazione in un contesto di banchetto nuziale. Qui è più facile immaginare quale sia il primo posto: quello vicino agli sposi, naturalmente. La scena descritta con la parabola non manca di rimarcare un aspetto comico: quando si presenterà il vero candidato al posto accanto agli sposi, tra la vergogna e il bofonchiare dei presenti, il presuntuoso occupante, dovrà spostarsi. La situazione invece sarebbe rovesciata se l'invitato avesse scelto fin dall'inizio il posto in fondo.

È bene tenere presente che Gesù non intende impartire una lezione di galateo! La parabola crea una situazione psicologica che riflette una possibile modalità di essere nelle relazioni comunitarie. La parola di Gesù non vuole affermare altro se non che ogni tentativo di primeggiare nella comunità è sempre fuori luogo. La comunità del vangelo, facendo suo il cammino e i criteri di Gesù, ha il suo punto di forza in chi sta in basso. Per il vangelo, il primo posto rappresenta sempre la vera debolezza. L'unica esaltazione che conosce è quella della croce. In questo modo Gesù è un riferimento. Ciò è potuto accadere perché egli si è “rimpicciolito” per condividere la condizione dei piccoli. Ecco, quindi, che la presente parabola sviluppa una tensione che va a concentrarsi nella dichiarazione del v. 11: “...chiunque si esalta sarà umiliato e che si umilia sarà esaltato”.

Come si può notare, in questa parabola viene declinato in stile di vita quel criterio ermeneutico già evidenziato dalle provocazioni di Gesù di fronte a colui che era malato.

Dal versetto 12 in poi inizia una seconda parabola parallela e speculare alla prima. La prima riguardava gli invitati e la seconda l'invitante. Tuttavia, ancora una volta, Gesù ci parla di quella logica del Regno (per entrare nella quale occorre compiere lo sforzo della porta stretta), logica che è l'opposto degli istituti di credito: le banche danno soldi a chi non ne ha bisogno, mentre non ne danno ai poveri!

Anche nella seconda parabola, Gesù afferma di partire da chi si trova nella privazione. Indica 4 categorie di persone: poveri, storpi, zoppi, ciechi; comunemente destinati a vivere di quanto ricevono dagli altri. In altre parole, è in chi si trova al di fuori dei criteri del contraccambio (i criteri del mercato diremmo noi oggi) che si rende possibile la fraternità della mensa-banchetto, la mensa della vita...quella mensa-banchetto della comunità credente in cui meglio che altrove si riflette l'immagine della gratuità di Dio. Senza gratuità non c'è fraternità; senza gratuità Dio non può riflettersi nelle persone perchè smentiscono la fraternità. Comprendiamo allora perché l'unità letteraria di questo brano si chiude con la bella inclusione del v. 15: “Uno dei commensali, avendo udito questo, gli disse: «Beato chi prenderà cibo nel regno di Dio!».


Salmo 67

I giusti si rallegrano,

esultano davanti a Dio

e cantano di gioia.

Cantate a Dio, inneggiate al suo nome:

Signore è il suo nome.

Padre degli orfani e difensore delle vedove

è Dio nella sua santa dimora.

A chi è solo, Dio fa abitare una casa,

fa uscire con gioia i prigionieri.

Pioggia abbondante hai riversato, o Dio,

la tua esausta eredità tu hai consolidato

e in essa ha abitato il tuo popolo,

in quella che, nella tua bontà,

hai reso sicura per il povero, o Dio.