Meditazione Domenica IIIa Avvento B

 

Ricordiamo davanti a te, o Signore

  • La regione nel nord dell’Etiopia resta squassata dal conflitto tra governo centrale e ribelli indipendentisti. Intere aree si trovano senza elettricità e collegamenti telefonici e desta preoccupazione la situazione nei campi profughi.

  • L'incendio divampato nella sede della comunità di recupero per tossicodipendenti ‘Tenda di San Camillo’, nel Catanese, ha causato la morte del responsabile, padre Leonardo Grasso.

  • Stati Uniti Trump non ferma il boia. Continuano le esecuzioni federali anticipate per volere del presidente prima dell'insediamento del successore. Brandon Bernard aveva 18 anni quando venne arrestato per omicidio venti anni fà.

  • Rapporto Ecomafie, crescono i traffici di rifiuti ed è boom dell'abusivismo edilizio del 23%, affari dei clan per 20 miliardi.

  • Migranti: centinaia lasciano Honduras diretti in Guatemala; vittime degli uragani, sperano di raggiungere gli Stati Uniti

  • Altri 45 giorni di custodia per Patrick Zaki. Lo ha stabilito una corte antiterrorismo del Cairo.

  • Afghanistan: giornalista uccisa in un attentato a Jalalabad; tre attentati contro i reporter nell'ultimo mese.

Signore, abbi cura di noi: Kyrie eleison...

Aiutaci a custodire la speranza

  • Premio per la Pace di Aquisgrana al coraggio di un sacerdote marocchino Antoine Exelmans. Il prestigioso riconoscimento viene assegnato a persone o gruppi che dimostrano un particolare coraggio civile nel loro impegno per la pace, la giustizia e la protezione dei diritti umani

  • La Comunità di Sant’Egidio ha presentato la nuova edizione della guida “Dove mangiare, dormire, lavarsi” con indirizzi utili per chi vive per strada.

  • Sono sei persone, quattro uomini e due donne, i vincitori della 27° Edizione del Premio del volontariato Internazionale FOCSIV 2020. Hanno diverse età, cultura, storia personale e nazione, ma hanno in comune una stessa lingua: la difesa dei diritti umani inalienabili ed indivisibili di ogni essere umano.

  • In Congo esiste la Casa Ekabana, dove le bambine accusate di essere «streghe» vengono strappate non solo alla strada ma anche alla persecuzione.

  • Ricordiamo Lidia Menapace. Staffetta partigiana, pacifista, cattolica, femminista, donna dal radicato impegno politico, vissuto a “sinistra. Ha lasciato questa vita all’età di 96 anni, ha attraversato senza mai tirarsi indietro.

Per la bontà che abita nel cuore umano e per coloro che si mettono a disposizione del bene, a te la lode e la gloria, o Signore: Maranatha, Maranatha, Vieni, Vieni, Signore Gesù!


Sapessimo anche noi rispondere cosa siamo, quale il compito di ciascuno, quale la sua missione! E non confonderci con te, non comprometterci con le nostre presunzioni: essere e dirci appena voce, solo voce che grida nei deserti, e ritenerci tutti, tutti indegni di scioglierti i legacci dei tuoi calzari: Così tutti crederanno in te e non in noi, o Signore. Amen


Is 61, 1-2.10 11 1Ts 5, 16-24

Gv 1, 6-8.19-28

Venne un uomo mandato da Dio:
il suo nome era Giovanni.
Egli venne come testimone
per dare testimonianza alla luce,
perché tutti credessero per mezzo di lui.
Non era lui la luce,
ma doveva dare testimonianza alla luce.
Questa è la testimonianza di Giovanni, quando i Giudei gli inviarono da Gerusalemme sacerdoti e levìti a interrogarlo: «Tu, chi sei?». Egli confessò e non negò. Confessò: «Io non sono il Cristo». Allora gli chiesero: «Chi sei, dunque? Sei tu Elia?». «Non lo sono», disse. «Sei tu il profeta?». «No», rispose. Gli dissero allora: «Chi sei? Perché possiamo dare una risposta a coloro che ci hanno mandato. Che cosa dici di te stesso?». Rispose: «Io sono voce di uno che grida nel deserto: Rendete diritta la via del Signore, come disse il profeta Isaia».
Quelli che erano stati inviati venivano dai farisei. Essi lo interrogarono e gli dissero: «Perché dunque tu battezzi, se non sei il Cristo, né Elia, né il profeta?». Giovanni rispose loro: «Io battezzo nell’acqua. In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete, colui che viene dopo di me: a lui io non sono degno di slegare il laccio del sandalo».
Questo avvenne in Betania, al di là del Giordano, dove Giovanni stava battezzando.

La Parola di questa IIIdomenica di avvento si concentra su figure che preparano una nuova realtà, un cambiamento; persone sbilanciate verso il futuro.

***

Il profeta della prima lettura è impegnato a “fasciare i cuori”, ossia a restituire alle coscienze, depresse da molte delusioni, fiducia verso la possibilità di costruire un vivere insieme in un clima positivo nella ricerca della giustizia.

È parola profetica perché non ha alcun vantaggio da difendere o da portare a casa. Il suo interesse principale è il bene della gente, soprattutto di chi ha subito sfruttamento e ingiustizia. È molto diversa da quella del potere costituito, le cui iniziative sono volte alla propria affermazione. Il potere, dalla gente, vuole solo obbedienza.

Non credo sia un caso se dal centro templare e religioso di Gerusalemme viene inviata una commissione inquirente da Giovanni, per lo più composta da professionisti del culto – sacerdoti e leviti-. Il ministero di Giovanni mette in agitazione i custodi dell’integrità religiosa. Il testo sembra insinuare che, un certo tipo di religiosità gioca spesso a favore della conservazione non del cambiamento.

A ben guardare, questa pagina iniziale del vangelo di Giovanni sembra quasi una fase iniziale di un processo forense: un testimone (il Battista) e una commissione inquirente, come abbiamo visto.

Sotto indagine vi è la questione della testimonianza e del testimone.

Per prima cosa, occorre non sovrapporre il testimone e l’oggetto della testimonianza:

Egli venne come testimone per rendere testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui.

Egli non era la luce, ma doveva render testimonianza alla luce.

Una comunità, una chiesa e i singoli credenti, per rendere “testimonianza”, dovranno cercare di essere motivo di contattocon il vangelo. Il Battista sposta l’attenzione da sé a Gesù Cristo. Se, invece, le chiese concentrano l’attenzione su di sé, non realizzano contatto ma costituiscono ingombro. È una tentazione molto presente in tutti gli apparati istituzionali, compresi quelli religiosi come, appunto, ci testimoniano i membri della commissione inquirente inviati da Gerusalemme.

Quali sono le scelte, gli stili, gli atteggiamenti da assumere affinché oggi sia la luce di Gesù e del vangelo a illuminare l’esistenza della gente e non l’ingombro della logica del potere a oscurarne l’efficacia?

Gli inviati dal potere vogliono sapere con chiarezza se egli viene nella veste del messia oppure no, perché in caso affermativo, dovrebbero mettere a punto una precisa strategia nella gestione della religione. In ogni caso, la venuta di un messia, se non viene a dare forza all’assetto istituzionale religioso, è senz’altro di disturbo. Insomma, una questione delicata da ponderare bene…

Le risposte del Battista, molto asciutte, circa il suo possibile ruolo messianico-profetico, sono formidabili soprattutto per quello che non dicono e non vogliono dire:

Non lo sono - Io voce - No

Mai sulla bocca di Giovanni sentiremo espressioni come IO SONO (egò eimi), ma piuttosto IO NON SONO. Solo Gesù, nel vangelo di Giovanni, dirà IO SONO come nell’autorivelazione di Jhwh dell’antico testamento dice IO SONO. Giovanni Battista è talmente preoccupato di non usare questo linguaggio da definirsi semplicemente voce, non la parola, nemmeno porta parola! Inoltre, non dice nemmeno lontanamente IO SONO LA VOCE (come erroneamente, a mio parere, traduce la versione CEI) ma semplicemente “IO VOCE” (egò phonè).

In sintesi, EGLI NON SI ATTRIBUISCE ALCUNA FUNZIONE CHE POSSA INCENTRARE L’ATTENZIONE SULLA SUA PERSONA.

La seconda serie di domande che la commissione rivolge al Battista riguarda la sua azione: Perché Battezzi?

Battesimo significa immersione. Un rito dai molti significati ma che in buona sostanza voleva indicare la volontà di immergere seppellire il passato per aprirsi ad una nuova realtà; perciò è annuncio e segno del cambiamento. Allora il senso della domanda è: “Se tu non sei quello che pensavamo, perché compi gesti e azioni di cambiamento?” La risposta è in vista di un cambiamento.

Io immergo in acqua; in mezzo a voi è stato chi voi non conoscete: il dietro di me veniente, del quale non sono io degno di sciogliere di lui il legaccio del sandalo”.

Come dire: Io esprimo il cambiamento ma lui è la forza che lo realizza instaurando un nuovo ordine di relazioni con Dio, non più attraverso la forza di un sistema religioso di controllo, ma in virtù dell’amore, come uno sposo.

Come già avevamo visto precedentemente, il riferimento alla prassi di sciogliere i legacci del sandalo è una chiara allusione alla legge del levirato secondo la quale il fratello del defunto deceduto senza lasciare una discendenza ha il diritto – dovere di prendere in moglie la vedova per avere figli. Se tuttavia rinuncia a questo diritto perché si fa avanti un altro pretendente, il rituale prevede che al rinunciante venga sciolto il legaccio del sandalo, come segno di rinuncia a compiere il passo di cui aveva diritto di prelazione. Giovanni non scioglie nulla perché il Cristo è l’unico che sa amare l’umanità con amore di sposo.

Cantico – Lc 1

L’anima mia magnifica il Signore
e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
perché ha guardato l’umiltà della sua serva.
D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.

Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente
e Santo è il suo nome;
di generazione in generazione la sua misericordia
per quelli che lo temono.

Ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato i ricchi a mani vuote.
Ha soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi della sua misericordia.