Meditazione IVa Domenica dopo Pasqua B

 


Ricordiamo davanti a te, o Signore

 In Nigeria, la minaccia di rapimento degli studenti incide pesantemente sull'apprendimento dei bambini. Nel 2021, oltre un milione di bambini aveva paura di tornare a scuola e nel 2020 circa 11.500 scuole sono state chiuse a causa di attacchi.

Nel primo trimestre dell'anno, l'Argentina ha registrato 3,2 milioni di nuovi poveri a causa dell'impatto dell'inflazione sul potere d'acquisto. La povertà raggiunge circa 22,6 milioni di persone su un totale di 46,8 milioni di abitanti per il 2024.

Ambientalisti sul piede di guerra, in Brasile, per la decisione del ministero dei Trasporti di asfaltare la Transamazonica, un'autostrada di 870 chilometri che collega le città amazzoniche di Manaus e Porto Velho, in una regione conosciuta come "l'arco della deforestazione". 

Circa 70 persone sono morte da sabato a causa delle inondazioni improvvise che hanno investito l'Afghanistan. 56 persone sono rimaste ferite, più di 2.600 case sono state distrutte e più di 2.000 capi di bestiame sono andati perduti.

Dal 2020 al 2024 ci sono stati 302 suicidi nelle carceri italiane. La regione con il numero più alto di suicidi in carcere in questi ultimi anni è la Lombardia (48), seguita dalla Campania (33). Sono questi i dati divulgati in occasione dei presidi organizzati in 50 città italiane, sedi di carceri, dalla conferenza nazionale dei garanti territoriali delle persone private della libertà.

Signore, abbi cura di noi: Kyrie eleison...

Aiutaci a custodire la speranza

Mobilitazione per dire "basta favori ai mercanti d'armi!". Nella sede di Libera, a Roma, nell'ambito dell'iniziativa "Basta favori ai mercanti di armi! Difendiamo la trasparenza e la democrazia nel commercio di armi" si è trattata una corale presa di posizione di molte sigle della società civile e dell'associazionismo cattolico contro un aggiornamento di una normativa che "non può e non deve diventare occasione per indebolire il controllo parlamentare" su questa materia.

“Noi, non loro”, l’inclusione passa da Scampia. Nella periferia di Napoli la terza edizione dell’appuntamento promosso dalla Cei presso il Polo a Scampia dell’Università Federico II che da oggi a domenica prossima abbatte le barriere non solo fisiche contro la disabilità, individuando necessità e risorse dei territori.

La lotta al tumore per le donne che vivono in strada Sotto il Colonnato di San Pietro, nell’ambulatorio del Dicastero per il Servizio della Carità, almeno 40 donne senzatetto hanno potuto usufruire di esami diagnostici per la prevenzione del tumore al seno d’intesa con l’associazione Komen Italia.

Venerdì 19 l'incontro di Papa Francesco con 137 Scuole di Pace, provenienti da 94 città di 18 diverse regioni italiane, nell’Aula Paolo VI, ha messo al centro i giovani, dando vita ad un dialogo con le nuove generazioni. L’evento “Trasformiamo il futuro. Per la pace con la cura”, vuole educare alla cura di sé, degli altri, della comunità, dell’ambiente e del mondo, come strumento di pace e di trasformazione del futuro.

Per la bontà che abita nel cuore umano e per coloro che si mettono a

disposizione del bene, a te la lode e la gloria, o Signore: Gloria, gloria in excelsis Deo…

Signore Gesù, sposo e amico dell'umanità, che vuoi per ciascuno di noi un rapporto fondato unicamente sull'amore leale, liberaci dalla religione delle paure e degli obblighi. Chiunque ha un ministero di guida nella tua Chiesa, abbandoni ogni segno di umano potere e la sua sia un'autorevolezza di limpido spirito di servizio, per aiutare le donne e gli uomini, i piccoli e i grandi di ogni tempo ad ascoltare la tua voce che ci guida verso i pascoli della gioia e della libertà. Amen

Atti 4, 8-12 1Gv. 3,1-2

Gv. 10, 11-18

 Gesù disse: «Io sono il buon pastore. Il buon pastore dà la propria vita per le pecore. Il mercenario – che non è pastore e al quale le pecore non appartengono – vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge, e il lupo le rapisce e le disperde; perché è un mercenario e non gli importa delle pecore.
Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, così come il Padre conosce me e io conosco il Padre, e do la mia vita per le pecore. E ho altre pecore che non provengono da questo recinto: anche quelle io devo guidare. Ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge, un solo pastore.
Per questo il Padre mi ama: perché io do la mia vita, per poi riprenderla di nuovo. Nessuno me la toglie: io la do da me stesso. Ho il potere di darla e il potere di riprenderla di nuovo. Questo è il comando che ho ricevuto dal Padre mio».

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La citazione del Salmo 117,22, nella prima lettura, “Egli è la pietra respinta da voi costruttori, che è divenuta testata d’angolo” è la parabola dell’azione di Dio: assumendo in proprio la vicenda di Gesù, Dio ha scelto ciò che gli uomini hanno scartato. Sarà sempre così! Lo stesso versetto del salmo suggerisce un altro pensiero: in Gesù, Dio costruisce un nuovo tempio: Gesù è il tempio perché in lui, nella sua vicenda s’incontra Dio. È la fine della religione e l’inizio della relazione, la relazione di alleanza con Dio.

Giovanni, nella seconda lettura, si rivolge ai lettori con l’invito a guardare. Chi guarda porta l’attenzione su una determinata realtà. Si sofferma a considerare. “Guardate quale amore!”. Occorre scoprire una certa qualità di amore. È un invito che ci sospinge oltre lo scontato perché in questo amore da considerare è presente un aspetto sorprendente, ossia una promessa che ha a che fare ancora con lo sguardo: “Lo vedremo…”. Entrare nella visione è ciò che fa la differenza tra ciò che eravamo, ciò che siamo e quello che saremo. È come il disvelarsi di un percorso.

Ciò che, a detta di Gv., va considerato è un circuito d’amore nel quale avvertiamo di essere nella condizione di figli, cioè non sudditi! È una condizione sulla quale va esercitata una certa vigilanza perché non venga meno.

Guardate e vedremo, siamo e saremo è la scansione dei verbi. Quello che ci permetterà d’essere in pienezza non è quanto avremo realizzato di nostra iniziativa, ma il Volto che contempleremo, ossia i tratti veri dell’amore, della tenerezza, della bontà per l’umanità.

Si tratta di un messaggio che ancora una volta introduce una distinzione, opposizione, tra la religione e la relazione. A Dio ti puoi rapportare attraverso la mediazione di un apparato religioso, con i suoi obblighi, dogmi, codici, riti, riferimenti autorevoli ecc. e allora sei suddito. In questo caso appartieni al “mondo che non ha conosciuto Dio” perché non ne ha fatto esperienza. Oppure puoi essere figlio, vale a dire partecipe di quel circuito di amore per riversare verso gli altri la stessa tenerezza di Dio.

Il contesto del Capitolo 10 del Vangelo di Giovanni è dato dal clima di confronto teso con i rappresentanti dell’istituzione religiosa ufficiale giudaica. In rapporto al loro modo di intendere Dio, Gesù introduce un cambiamento profondo.

Possiamo sinteticamente distinguere due modi di intendere l’esperienza religiosa:

  • Quello dei rappresentanti ufficiali, sostanzialmente senza amore né per Dio, né per l’uomo, ma tutto è proteso a salvaguardare le forme per consolidare la propria posizione di interesse o di privilegio. In questa prospettiva è chiaro che le persone vengono asservite.

  • Quello di Gesù. Fondato sull’amore, anzi, radicato nella sorgente stessa dell’amore. È chiaro che, rispetto alla prima, la prospettiva risulta totalmente differente.

Nell’A.T. Jhwh era il Pastore d’Israele. Gesù esprime e manifesta l’azione pastorale di Dio verso il suo popolo e verso l’umanità. La simbologia del pastore, visto come alternativo al salariato, esprime la nuova situazione della relazione con Dio.

Il pastore descritto con l’aggettivo “buono-bello” indica la nobiltà delle sue finalità rispetto a quelle del mercenario. La sostanza è che mentre gli specialisti della religione agiscono anteponendo sé stessi e il loro tornaconto, Gesù agisce coinvolgendo sé stesso fino a mettere a repentaglio la propria vita. “Offre la vita”.

Il motivo e fondamento di tutto ciò è dovuto al fatto che il Pastore conosce le pecore e le pecore lo conoscono. Si tratta di una conoscenza che sottende un particolare prendersi curaSolitamente, nella prassi pastorizia del tempo, più di un gregge veniva radunato in un unico ovile, proprietà di una cooperativa di pastori. Ogni gregge però non si confondeva con gli altri per il semplice fatto che conosceva la voce del proprio pastore. Così, un verso, un grido, un fischio o qualsiasi altro segno fonetico richiamava gli animali dietro il pastore giusto.

L’amore, il fatto che egli si prende cura delle persone per quello che sono, fa la differenza tra la relazione con Dio come la vive e la propone Gesù Cristo e i sui interlocutori della religione ufficiale.

Il motivo teologico dell’atteggiamento di Gesù verso di noi è dato semplicemente dal fatto che egli lo ha appreso dal Padre. Si, il Padre ama l’umanità e di ognuno se ne prende cura e Gesù, che lo conosce bene, non fa altro che agire come il Padre.

È normale per lui “offrire la vita” di sua propria iniziativa, senza alcuna costrizione dal momento che egli è dentro questo circuito d’amore. Ma c’è di più: offrendo la vita, davvero egli vive (la riprende); se si sottraesse a questa dinamica di amorevolezza per l’umanità che sente come spinta interiore, per lui sarebbe come morire definitivamente.

Ho altre pecore che non sono di quest’ovile”. Si tratta proprio di noi.

Gesù ci “conduce fuori” dalle strettoie di una religiosità ingessata; fuori dove c’è acqua, cioè vita, amore e libertà. A noi è offerta la possibilità di seguirlo, vale a dire di “ascoltare la sua voce”.


Salmo 117

Rendete grazie al Signore perché è buono,

perché il suo amore è per sempre.

È meglio rifugiarsi nel Signore

che confidare nell’uomo.

È meglio rifugiarsi nel Signore

che confidare nei potenti.

Ti rendo grazie, perché mi hai risposto,

perché sei stato la mia salvezza.

La pietra scartata dai costruttori

è divenuta la pietra d’angolo.

Questo è stato fatto dal Signore:

una meraviglia ai nostri occhi.

Benedetto colui che viene nel nome del Signore.

Vi benediciamo dalla casa del Signore.

Sei tu il mio Dio e ti rendo grazie,

sei il mio Dio e ti esalto.

Rendete grazie al Signore, perché è buono,

perché il suo amore è per sempre.