RiCorDando settimana dal 4 al 10 marzo 2024

 Ricordiamo davanti a te, o Signore

    Nigeria. Scomparse mentre scappavano dal campo dove erano rifugiate nella città di Gamboru, preso di mira dai ribelli nel nord-est della Nigeria. Sono fra 50 e 300 le persone, donne soprattutto

    Haiti, caos e violenza: nuovi attacchi delle bande armate contro istituzioni pubbliche. Si intensificano le sparatorie in varie parti della capitale, mentre le gang prendono d’assalto l’aeroporto Toussaint Louverture, causando scontri a fuoco con esercito e polizia e accrescendo uno stato di forte tensione. Il bilancio degli scontri, finora, è di almeno 12 morti e numerosi feriti.

    Almeno 6 persone hanno perso la vita e altre 4 sono rimaste ferite a causa delle alluvioni che hanno colpito il centro del Malawi la scorsa settimana. Al momento sono oltre 14mila gli sfollati che hanno trovato rifugio nei centri di accoglienza.

    Teheran. Due giovani donne sono state arrestate a Teheran dopo che un video sui social le ha mostrate mentre ballavano in strada per la Giornata della donna e per festeggiare il Capodanno iraniano, che inizierà il 20 marzo, in piazza Tajrish, a nord della capitale. Sono state accusate di "comportamento contrario alle norme sociali".

    Almeno 35 persone, tra cui 22 bambini, sono morte e altre decine sono rimaste ferite a causa delle piogge gelate e delle inaspettate nevicate che hanno colpito alcune aree remote del Pakistan durante il fine settimana. La maggior parte delle vittime è rimasta schiacciata dalle frane che hanno travolto le abitazioni.

    E' salito a cinque il bilancio dei palestinesi rimasti uccisi da lanci difettosi di pacchi di aiuti umanitari oggi a ovest di Gaza City.  Un portavoce militare giordano ha riferito che oggi su Gaza sono stati condotti nove lanci di aiuti ''con la partecipazione di Egitto, Usa, Olanda e Belgio''.

    Egitto: a Rafah il business dell’accoglienza dei palestinesi  A Gaza i missili israeliani continuano a colpire i civili stremati. A Rafah, in Egitto, centinaia di persone cercano di portare in salvo amici e famigliari bloccati dall’altra parte del muro. Ma il prezzo richiesto dall’agenzia che stila la lista di chi può passare il valico è altissimo.

    8.565 le persone migranti morte lungo le rotte migratorie in tutto il mondo nel 2023. Un numero record. Il più alto mai registrato prima. Un numero in crescita del 20% rispetto al 2022, quando le vittime migranti erano state 7.141. A dirlo il progetto Missing Migrants dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni (OIM)

Signore, abbi cura di noi: Kyrie eleison...

Aiutaci a custodire la speranza

    Un diploma per celebrare l'8 marzo: il coraggio delle afghane. Dal ritorno dei taleban le ragazze non possono proseguire la scuola dopo le elementari. Ma tante cercano modi alternativi per istruirsi. Cinquanta di loro hanno appena terminato il primo livello e hanno improvvisato oggi una piccola cerimonia di ricorrenza degli attestati. Avvolte nei loro veli hanno preso dalle mani delle coordinatrici il certificato e lo hanno mostrato con orgoglio per la foto di gruppo. Al termine, nonostante la musica sia vietata, hanno intonato in daari - una delle lingue maggiormente diffuse in Afghanistan - un canto: «Anche se tutto il mondo è contro di me, anche se non ho tutte le risposte e forse nemmeno più domande da fare... Continuerò a provare e provare, non importa quante volte cadrò, non importa quante volte perderò, andrò avanti».

Papa Francesco: “Credo che è più forte chi vede la situazione, chi pensa al popolo, chi ha il coraggio della bandiera bianca, di negoziare. E oggi si può negoziare con l'aiuto delle potenze internazionali. La parola negoziare è una parola coraggiosa. Quando vedi che sei sconfitto, che le cose non vanno, occorre avere il coraggio di negoziare. Hai vergogna, ma con quante morti finirà? Negoziare in tempo, cercare qualche Paese che faccia da mediatore. Oggi, per esempio nella guerra in Ucraina, ci sono tanti che vogliono fare da mediatore. La Turchia, si è offerta per questo. E altri. Non abbiate vergogna di negoziare prima che la cosa sia peggiore»