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Meditazione Domenica XIX C

 


Ricordiamo, O Signore, davanti a te

Sudan, oltre 1.500 morti nel massacro di Zamzam. Bambini a rischio fame. La strage, che si sarebbe consumata tra l’11 il 14 aprile scorsi nel Darfur settentrionale e di cui si è avuta conferma solo in questi giorni.

In diversi paesi dell’Asia i monsoni hanno provocato la morte di oltre 130 bambini e nelle Filippine, oltre 1.350 aule scolastiche sono state completamente distrutte.

Gaza. Ancora decine di morti mentre attendevano la distribuzione degli aiuti. Intanto si infiamma lo scontro tra governo israeliano ed esercito in merito all'approvazione del piano di occupazione di Gaza.

Caracas, arrestata e scomparsa l’attivista Martha Lía Grajales, dopo aver partecipato a una protesta di fronte alla sede dell'Onu in sostegno delle madri dei prigionieri politici. Grajales era già stata aggredita da paramilitari chavisti tre giorni fa.

L'imponente ghiacciaio Perito Moreno, un vero e proprio monumento naturale che costituisce oggi la maggiore attrazione turistica della Patagonia argentina, affronta seri rischi a causa del cambiamento climatico. Il ghiacciaio, dichiarato patrimonio dell'umanità dall'Unesco, si è ritirato in alcuni punti fino a 800 metri mentre anche il suo spessore si va assottigliando.

Sono almeno 68 i morti da maggio in diversi ospedali dell'Argentina per la somministrazione di fentanyl contaminato con un micidiale batterio. Decine di decessi occorsi negli ultimi mesi sono ancora allo studio delle autorità mentre proseguono anche le ricerche di partite possibilmente ancora in circolazione prodotte da Hlb Pharma, il laboratorio sotto accusa.

Milano. Maltrattamenti e torture al Beccaria: indagate 3 ex direttrici. Saranno sentiti 33 giovani detenuti. 42 gli indagati, 30 dei quali agenti. Sotto inchiesta oltre la dirigenza del carcere degli ultimi 4 anni, anche comandanti della penitenziaria e operatori sanitari.

Il vescovo di Hiroshima, monsignor Alexis Mitsuru Shirahama, a ottant'anni dal disastro atomico che colpì il Giappone, ha dichiarato: "Sentiamo profondamente questa responsabilità e continuiamo a interrogarci sulla nostra missione: la potenza distruttiva delle armi nucleari oggi supera di gran lunga quella delle bombe sganciate 80 anni fa". Parole coraggiose di fronte a un contesto geopolitico che racconta l’erosione del regime di non proliferazione: nel 2024, per la prima volta, le spese delle nove potenze nucleari mondiali hanno superato la soglia dei cento miliardi di dollari.

Continua a prenderti cura di noi, o Signore: Kyrie eleison


Aiutaci a riconoscere e a coltivare i semi di speranza

La Giornata dei popoli indigeni. Ieri, 9 agosto si è celebrata la ricorrenza indetta dalle Nazioni Unite, che mirata anche alla tutela ambientale. Un concentrato di biodiversità senza precedenti, è quello che si trova nei territori abitati da popolazioni indigene, che nel mondo, oggi, si contano in oltre 470 milioni distribuiti in circa 90 Paesi del mondo. Nel tema di quest’anno, “Popoli indigeni e intelligenza artificiale: difendere i diritti, plasmare il futuro”, spicca proprio quello della tutela ambientale, intesa anche come esperienze dei popoli indigeni utili per affrontare la cura della biodiversità e gli effetti derivanti dal cambiamento climatico.

L'arcivescovo di Buenos Aires, Jorge García Cuerva, ha espresso dure critiche al governo argentino per le politiche nei confronti dei ceti più poveri, dei pensionati e dei disabili. "Siamo protettori e guardiani dei poveri, degli anziani che si aspettano una pensione degna e dei disabili", ha affermato il prelato nominato nel 2023 alla guida della diocesi di Buenos Aires da Papa Francesco invocando successivamente alla costruzione di "una società più umana".

Donne alla guardia del pianeta per la difesa della Terra. Questo il titolo della prima 'Conferenza Nazionale delle Donne Indigene' che ha preso il via nella capitale del Brasile e che prevede la partecipazione di almeno 5000 donne provenienti dai sei diversi biomi del Paese.

Per la bontà che abita nei cuori e per coloro che si dedicano alla causa del bene: A te la lode e la gloria, O Signore: Gloria in excelsis Deo



Donaci, o Signore, di vivere come in una continua Veglia Pasquale: sempre pronti e disponibili a compiere un passo in avanti nella liberazione verso il compimento del Regno, custodiscici sulla strada di un continuo cambiamento. Sia questa, o Signore, la vigilanza delle comunità del Vangelo. Amen

Sap 18,6-9    Eb 11,1-2.8-19   

Lc. 12,32- 48


Gesù disse ai suoi discepoli: «Non temere, piccolo gregge, perché al Padre vostro è piaciuto dare a voi il Regno.

Vendete ciò che possedete e datelo in elemosina; fatevi borse che non invecchiano, un tesoro sicuro nei cieli, dove ladro non arriva e tarlo non consuma. Perché, dov’è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore.

Siate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese; siate simili a quelli che aspettano il loro padrone quando torna dalle nozze, in modo che, quando arriva e bussa, gli aprano subito. Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità io vi dico, si stringerà le vesti ai fianchi, li farà mettere a tavola e passerà a servirli. E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dell’alba, li troverà così, beati loro!

Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. Anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo»

Allora Pietro disse: «Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?».


Il Signore rispose: «Chi è dunque l’amministratore fidato e prudente, che il padrone metterà a capo della sua servitù per dare la razione di cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così. Davvero io vi dico che lo metterà a capo di tutti i suoi averi. Ma se quel servo dicesse in cuor suo: “Il mio padrone tarda a venire”, e cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi, il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se l’aspetta e a un’ora che non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli infedeli. Il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito secondo la sua volontà, riceverà molte percosse; quello invece che, non conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverà poche.

A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più».


***

Non temere”. Potremmo dire che in questa breve espressione troviamo la sintesi dell’evangelo. Gesù dice ai suoi di non temere nell’osare la giustizia, la dignità, il rispetto, la promessa delle beatitudini. Chi teme è preso dalla pavidità. È l’equilibrismo curiale che annacqua il Vangelo.

Non temere piccolo gregge”. Sono parole che ci rivelano come, nel pensiero di Gesù, la realtà del discepolato sia in qualche modo minoritaria. La piccolezza, la non visibilità, la non considerazione da parte di altri gruppi di potere ecc. sono le caratteristiche della Comunità che fa capo al Signore Gesù. Piccolo gregge.

Proprio perché l’esperienza della fede non è un movimento politico o ideologico, ma un’esperienza che coinvolge nella profondità delle scelte, proprio per questo, la Parola fa appello agli atteggiamenti profondi che abbiamo dentro, soprattutto agli atteggiamenti solidali verso gli altri:

Vendete ciò che possedete e datelo in elemosina; fatevi borse che non invecchiano, un tesoro sicuro nei cieli, dove ladro non arriva e tarlo non consuma. Perché, dov’è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore”.

È a questa Comunità identificata come piccolo gregge, ossia non destinata diventare movimento di massa, a cui la Parola di Gesù si volge per interpellarla in profondità, là dove

è il vostro tesoro”.

L’immagine del tesoro richiama concretamente una riserva di risorse che servono ad affrontare il futuro. Ossia, su ciò a cui si fa affidamento per guardare in avanti. E quella di “cuore”, in senso biblico, richiama la coscienza, ossia il luogo interiore dove si compiono le scelte decisive. Avere il cuore nel tesoro quindi, è un'espressione assai forte. Insomma, Gesù domanda di attingere al bagaglio delle proprie motivazioni, delle convinzioni e questo è il contenuto della vigilanza.

Le tre piccole parabole del padrone che torna dalle nozze, del ladro che giunge ma non si sa a quale ora aspettarlo e dell’amministratore-gestore della casa, non fanno che rimarcare ciò.

Come chi fa la guardia non può permettersi di addormentarsi, così chi accoglie il Vangelo nella sua vita non può trascurare le motivazioni e le convinzioni che sostengono la sua fiducia.

Dopo la seconda piccola parabola, Pietro pone la domanda se le cose che Gesù va dicendo valgono per il piccolo gruppo dei suoi uditori o per tutti. La risposta contenuta nella terza parabola propende per la seconda delle ipotesi.

Questo ci fa capire che il racconto di Luca è anche una riflessione destinata alla seconda o terza generazione cristiana le quali, pur non vedendo l’imminente ritorno del Signore, non dovevano rinunciare a vivere nello spirito dell'attesa; appunto, come se la vita del discepolo/a fosse una lunga veglia pasquale, veglia nella quale non si sta certo con le braccia conserte. Infatti il Signore raccomanda di essere sempre con "i fianchi cinti e le lucerne accese". Si tratta dell'abbigliamento tipico dell'esodo. In altre parole, Gesù vede la sua comunità coinvolta in un continuo processo di liberazione; in un permanente processo di cambiamento.

Ma in concreto, cosa si dovrebbe fare? Chiuderci nei laboratori delle facoltà teologiche per approfondire sempre di più il messaggio?

La vigilanza, le convinzioni, le motivazioni si alimentano di servizio. Vale a dire di condivisione comunitaria dei doni che il Signore ci ha lasciato: la carità, la comunione, il perdono, la giustizia, la dignità, la liberazione da ogni schiavitù …in una parola, il regno di Dio che, appunto ci è stato consegnato proprio a noi, piccolo gregge.


Salmo 32


Esultate, o giusti, nel Signore;

per gli uomini retti è bella la lode.

Beata la nazione che ha il Signore come Dio,

il popolo che egli ha scelto come sua eredità.

Ecco, l’occhio del Signore è su chi lo teme,

su chi spera nel suo amore,

per liberarlo dalla morte

e nutrirlo in tempo di fame.

L’anima nostra attende il Signore:

egli è nostro aiuto e nostro scudo.

Su di noi sia il tuo amore, Signore,

come da te noi speriamo.