Meditazione Domenica Corpus Domini C

 


Ricordiamo, O Signore, davanti a te


  • Sudan: nuovi scontri tribali in Darfur. Almeno cento le vittime delle violenze tra gruppi arabi e africani, in una regione tormentata dal 2003.

  • Sciopero generale in Ecuador a motivo della grave crisi sociale, politica ed economica. Nel corso dello sciopero, nella notte tra lunedì e martedì, gruppi speciali della polizia locale hanno arrestato arbitrariamente il leader indigeno e presidente della Conaie, Leonidas Iza, accusato di essere l’autore intellettuale di atti vandalici. Tra le principali richieste avanzate dai manifestanti, quella di congelare il prezzo del carburante salito alle stelle, lo stop alla privatizzazione del patrimonio nazionale, il rispetto dei diritti dei popoli indigeni e l’introduzione di politiche di controllo dei prezzi dei prodotti di prima necessità.

  • La Corte suprema britannica, venerdì, ha dato il via libera al primo volo dei richiedenti asilo destinati a essere trasferiti in Rwanda. Intanto, comunque, le proteste dei gruppi umanitari e di oltre 90 personaggi pubblici continuano. Il paese, oramai ex Unione europea, continua una politica nota: pagare stati affinché contengano, blocchino i migranti. Oltre le frontiere si esternalizzano anche i contenimenti di esseri umani.

  • Il Brasile ha registrato 504 morti per dengue (nome della zanzara della febbre gialla) nel periodo dal 1 gennaio al 4 giugno, secondo il Bollettino epidemiologico diffuso dal ministero della Salute.

  • "Le autorità tanzaniane devono immediatamente fermare il violento sgombero forzato della comunità indigena Masai a Loliondo e avviare un'indagine urgente sulla repressione" che "ha causato decine di feriti, molti dispersi e un agente di polizia ucciso.Più di 70.000 indigeni Maasai rischiano di essere spostati dai loro pascoli ancestrali per far posto a un'operazione turistica".

  • Decine di persone risultano ancora disperse due mesi dopo le peggiori inondazioni che hanno colpito Durban, la terza città più grande del Sudafrica, e le aree circostanti, uccidendo più di 400 persone.

  •  Una nave sovraccarica di migliaia di pecore è affondata domenica nel porto sudanese di Suakin, nel Mar Rosso: tutti gli animali sono morti mentre l'intero equipaggio è riuscito a mettersi in salvo.

  • Sedici giornalisti al lavoro con media filo curdi sono stati arrestati dopo un fermo di polizia di 8 giorni presso il dipartimento dell'antiterrorismo nel sudest della Turchia.

  • Fonti palestinesi riferiscono intanto che una vedetta della marina militare israeliana ha aperto il fuoco contro un peschereccio a nord di Gaza, ferendo tre pescatori. Uno di essi versa in condizioni gravi. A 15 anni dall'inizio del blocco israeliano su Gaza, ancora 2,1 milioni di persone vivono reclusi, in quella che di fatto è una prigione a cielo aperto. Un'intera generazione di giovani palestinesi, oltre 800 mila, ha trascorso la vita in questa situazione, senza conoscere nient'altro.

  • Siccità. Il caldo e la siccità che bruciano l’Italia, costringono tutti a fare i conti con uno dei guai perenni del Paese: la mancanza di programmazione. Il “rischio desertificazione” in alcune zone del Paese è ormai una certezza, in altre lo è l’abbassamento delle falde oppure la loro salinizzazione.

Continua a prenderti cura di noi, o Signore: Kyrie eleison


Aiutaci a riconoscere e a coltivare i semi di speranza

  • il Festival di Rondine: La pace va costruita: "senza alibi". Sono tre i giorni, al via oggi, della manifestazione internazionale della Cittadella della Pace, sul tema: “La complessità è un alibi? La sfida del passo possibile”. Il presidente di Rondine: il Papa ci insegna che quel "si è sempre fatto così" va superato, anche quando si parla di guerra.

  • L’ambulatorio “Madre di Misericordia”, la cura amorevole dei poveri. Ottocento i senzatetto aiutati nel solo mese di maggio: una cifra che mostra il grande lavoro della struttura dell’Elemosineria Apostolica, a servizio di chi si trova in difficoltà e che qui trova un punto di riferimento importante. È un polo della carità quello che si trova sotto il colonnato di San Pietro. Accanto alle docce e alla barberia, l’ambulatorio medico sanitario “Madre di Misericordia” continua dal 2015 ad assistere i senza dimora.

  • Francesco incontra un gruppo di detenuti: "Grazie, ci dai speranza". Hanno portato un cesto di pane fresco al Papa, a Casa Santa Marta dodici detenuti della terza casa circondariale di Rebibbia che hanno poi visitato i Musei Vaticani. Quel pane lo hanno preparato stanotte, con le loro mani, proprio per dire “grazie” a Francesco «per il dono della speranza che sta offrendo a noi detenuti». E, in un clima di famiglia, il Papa ha confidato loro proprio la sua attenzione alle persone che vivono l’esperienza della reclusione, ricordando le visite nelle prigioni già in Argentina, e assicurando la sua preghiera anche per i loro familiari.

  • Il Ghana punta a piantare oltre 20 milioni di alberi entro l'anno: l'annuncio è stato dato dal Nana Addo Dankwa Akufo-Addo durante un evento sulla riforestazione. Akufo-Addo, piantando un seme di mogano africano, ha invitato tutti i ghanesi a piantare almeno un albero quest'anno per aiutare il paese a raggiungere il suo obiettivo verde e ripristinare la copertura forestale che ha perso oltre 40.400 ettari di foresta naturale solo negli ultimi 10 anni.

Per la bontà che abita nei cuori e per coloro che si dedicano alla causa del bene: A te la lode e la gloria, O Signore: Gloria in excelsis Deo


Il segno della nuova ed eterna alleanza è il calice del tuo sangue, Signore: e il formarsi di un popolo nuovo è il segno che il tuo sacramento continua ad avverarsi. Parlaci ancora del tuo dono, o Cristo, e fa che noi stessi, come te, ci facciamo pane per i fratelli. Amen

Gen 14,18-20   1Cor 11,23-26  

 Lc 9,11-17

In quel tempo, Gesù prese a parlare alle folle del regno di Dio e a guarire quanti avevano bisogno di cure.
Il giorno cominciava a declinare e i Dodici gli si avvicinarono dicendo: «Congeda la folla perché vada nei villaggi e nelle campagne dei dintorni, per alloggiare e trovare cibo: qui siamo in una zona deserta».
Gesù disse loro: «Voi stessi date loro da mangiare». Ma essi risposero: «Non abbiamo che cinque pani e due pesci, a meno che non andiamo noi a comprare viveri per tutta questa gente». C’erano infatti circa cinquemila uomini.
Egli disse ai suoi discepoli: «Fateli sedere a gruppi di cinquanta circa». Fecero così e li fecero sedere tutti quanti.
Egli prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò su di essi la benedizione, li spezzò e li dava ai discepoli perché li distribuissero alla folla.
Tutti mangiarono a sazietà e furono portati via i pezzi loro avanzati: dodici ceste.


Al termine di un'esperienza di missione affidata ai discepoli, Gesù, dopo aver ascoltato quanto hanno da riferire sull'esperienza, li chiama in disparte. C'è quindi da ritenere che ci sia stato un tempo di separazione tra lui e loro. Si sono sperimentati senza lui, da soli. Ora sono con lui. Gli raccontano le cose fatte. Egli progetta di appartarsi con loro, ma fa male i conti: le folle non lo lascianoDal momento che il regno viene annunciato, non è più possibile separarsi dall'umanità.

Gesù allora si arrende all'evidenza e, anziché separarsi, accoglie le folle. Anche i suoi discepoli sono coinvolti nella stessa avventura.

Nessun discepolo del Signore, dal momento in cui partecipa all'annuncio del regno, potrà più separarsi dalla gente.

Anche noi, come discepoli e discepole del Signore oggi, non possiamo sentirci separati dagli altri. Facciamo corpo con l'umanità e, attraverso l'umanità, facciamo corpo con il cosmo.

L'accoglienza di Gesù si traduce in “ Parola rivolta” alle persone e in atteggiamento di cura verso l'umanità: “ avendo accolto le folle parlava loro del regno di Dio e gli aventi bisogno di cura sanava”.

Parlava del regno di Dio, ossia di come dovrebbero andare le cose secondo Dio. E sanava. Potremmo dire che il sanare gli aventi bisogno di cura corrisponde a come dovrebbero andare le cose secondo Dio. In ultima istanza, il regno di Dio è aver cura per l'umanità. Questo è il motivo per cui non si può essere discepoli e annunciatori del regno e, nello stesso tempo, separarsi dall'umanità.


A queste premesse segue una concreta situazione.


L'umanità si trova nella condizione di crescente precarietà perché la notte sta per scendere e il luogo deserto in cui si trova non offre una concreta possibilità di vita.

Cosa significa mettersi al servizio del regno di Dio, quando le persone sono in difficoltà? Cosa significa regno di Dio quando la maggioranza dell'umanità fa fatica ad andare avanti?

Cosa significa servire il regno quando i dispiaceri fanno piombare i cuori nella notte, nel deserto della depressione?

Come prendersi cura delle sofferenze umane che sono di tutti?

La soluzione ipotizzata dai discepoli è quella che sembra la più ovvia nei tempi di crisi: “ rimanda la folla affinché ognuno trovi alloggio e cibo”. Cioè: ognuno s'arrangi come può. È la proposta del mercato: si salvi chi può e gli altri… pazienza. In effetti, i discepoli tentano la via di risoluzione attraverso la beneficenza del denaro: “ a meno che non comperiamo da mangiare”.

Pensavano anche loro che col denaro si possano risolvere molti problemi. Oggi pensiamo che con il denaro e la tecnologia, mercato, scienza ecc. possiamo risolvere la fame. Invece, denaro e tecnologia fanno aumentare fame, impoverimento, malattie. Mercato e scienza allargano la forbice tra ricchi e poveri producendo guerre, miseria e sfruttamento del pianeta.

A fronte di ipotesi di soluzione, vecchie quanto il mondo, stantie e tutt'altro che efficaci, il regno di Dio irrompe con la sua novità, una novità così semplice da non essere quasi creduta.

C'è una paradossalità che attraversa i vv. 14-17 davvero audace e sorprendente. "fateli e sdraiare a gruppi di 50 circa". È un particolare che la tradizione sinottica rimarca per evocare Es. 18, ossia è il momento in cui Mosé dava una certa organizzazione al popolo.

Gesù sta indicando una nuova strada per l'umanità, una strada di liberazione, di non sudditanza, una strada di non dipendenza dalla beneficenza dei potenti.

"Fateli sdraiare". E gli dice. Come per dare rilievo alla condizione di uomini liberi.

Ecco la novità:

voi darete da mangiare col vostro poco". Tutti sono in grado di nutrire tutti, 12 ceste avanzano -tante quanti sono i discepoli- . I pani e pesci, cioè quanto abbiamo per vivere, se passano attraverso la parola di Gesù si moltiplicano fino a sopravanzare perché la sua parola è condivisione e ogni condivisione tende alla moltiplicazione.


Ora, il gesto di Gesù è accompagnato dalle parole: "prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò su di essi la benedizione, li spezzò...". Sono parole che alludono chiaramente all'eucaristia.

Questo racconto del Vangelo ci dice che il senso vero dell’eucaristia, ossia del rendimento di grazie che i cristiani esprimono ritualmente come memoria del loro Signore, è crescere nella condivisione. È nutrire l'umanità di tutti attraverso la condivisione.

Visto che queste parole e questi gesti manifestano il regno di Dio, cioè come dovrebbero andare le cose secondo Dio, molto efficacemente, nella seconda lettura, San Paolo afferma che partecipare alla santa cena significa annunciare nel mondo l'opera di Gesù fino al suo ritorno. Vale a dire: anticipare qui e ora, per quanto storicamente possibile, il mondo e le cose nel loro compimento, cioè secondo Dio.


Salmo 109

Oracolo del Signore al mio signore:
«Siedi alla mia destra
finché io ponga i tuoi nemici
a sgabello dei tuoi piedi».

Lo scettro del tuo potere
stende il Signore da Sion:
domina in mezzo ai tuoi nemici!

A te il principato
nel giorno della tua potenza
tra santi splendori;
dal seno dell’aurora,
come rugiada, io ti ho generato.

Il Signore ha giurato e non si pente:
«Tu sei sacerdote per sempre
al modo di Melchìsedek».